Scrivo racconti e poesie. Leggo tutto e di tutto. Amo la musica. Vivo i miei anni intensamente. Inutile ma doveroso aggiungere che tutti i diritti dei racconti e delle poesie pubblicati a mio nome sono coperti da Copywrite e quindi di mia esclusiva proprietà. La riproduzione è vietata.
sabato 31 dicembre 2016
venerdì 30 dicembre 2016
Dov'é il cielo?
Il cielo é sempre là
Il cielo sta al suo posto
dove é sempre stato
gli uomini devono muoversi
per nascita e per
destino
sotto la sua cupola blu.
E non serve lanciare imprecazioni,
ringraziare per quello che capita o non é,
lui sarà sempre li' convitato di pietra
all'umana mensa.
Tabula rasa ed in seguito imbrattata
con azioni e speranze sentimenti e tragedie
che lasceranno infine
poche inutili briciole.
Da lassu' l'eternità del cielo osserva
l'umana vita agitarsi e penare
per incomprensibili
assurdità.
Coperta che non cadrà mai,
enigma universale che starà sempre là.
Marisa Cappelletti
mercoledì 28 dicembre 2016
L'altra Milano
Milano di notte é le vetrine luccicano tentatrici, i ristoranti che accolgono migliaia di persone, i locali ed i caffé che stentano a trattenere gente e voci.
Ma Milano é anche disperazione violenza e sopraffazione.
Ma Milano é soprattutto un grande cuore pulsante capace di commuoversi, donare, riempirsi d'amore.
Il cuore della città
Mariami un tempo, quando era bambina, viveva in un villaggio
del Kenya, in una casa fatta di paglia e lamiera che si surriscaldava al sole
ed aiutava la madre e le sorelle a coltivare una terra povera e severa. Un
giorno, aveva 14 anni ed ormai era una donna, parti' sola e spaventata, con una
signora che non conosceva, per l'Eldorado. Cioè l'Italia.
Avrebbe avuto un
lavoro dignitoso, guadagnato una montagna di soldi, mangiato due o forse anche
tre volte al giorno. Sei fortunata, le aveva detto la madre.
Le aveva creduto ed era partita con quella donna.
La sua fortuna fu quella di arrivare in un Paese
sconosciuto, non capire una parola, venire caricata con altre due ragazze su
una vecchia auto da due uomini che puzzavano di vino ed aglio ed essere
rinchiusa tra quattro mura. Tre brande, una finestrella in alto ed una porta
sempre sbarrata. Fu cosi' che Mariami conobbe la bestialità degli uomini, le
botte, rincontro' la fame e capi' cosa significasse essere quello che i suoi
avi furono: una schiava.
Ogni sera alle 22 precise veniva scaricata con le altre due
vittime nei pressi del Cimitero Monumentale, famigerato e molto frequentato
luogo di domanda ed offerta incessanti e lei, notte dopo notte, offriva il suo
corpo e la sua anima in cambio di sudicio denaro che le veniva prontamente
sequestrato dai suoi aguzzini.
Aveva imparato quel poco di italiano che bastava per condurre le necessarie trattative, per il resto dell'esistenza, se cosi' la si poteva chiamare, non parlava perchè non aveva piu' nulla da dire, nemmeno a sé stessa.
Aveva imparato quel poco di italiano che bastava per condurre le necessarie trattative, per il resto dell'esistenza, se cosi' la si poteva chiamare, non parlava perchè non aveva piu' nulla da dire, nemmeno a sé stessa.
Un'auto anonima, come anonime erano tutte le altre, si
fermo' vicino a lei ed una voce maschile la chiamo'. Una voce che non la
insultava, gentile, che lasciava trasparire comprensione e pietà.
Ma lei ormai non si lasciava piu' ingannare dalle voci e
dagli uomini, percio' si avvicino' guardinga e sciorino' il suo menu'.
-Non mi interessa- disse la voce -ma se vuoi salire io ti
paghero' solo per parlare con te-
Mariami si giro' verso l'angolo in cui, al buio, stava la
loro (di loro tre) "guardia del corpo". Lui le fece cenno di salire
in fretta. Lei ubbidi'. L'uomo parti' con calma e si fermo' non lontano dal
viale, in una bella via con tante case di gente normalmente felice. Lei , come
d'abitudine, allungo' le mani, lui la fermo' dicendo -No, non mi devi nulla,
sono io che devo a te.
Ti devo un'altra vita, la tranquillità, quella fiducia
che hai disimparato ad avere, la tua adolescenza rubata. Mi chiamo Paolo, ma
per tutti sono Don Paolo e sono un prete.
Rappresento quel padre che hai
perduto o che forse non hai mai avuto, posso essere la tua salvezza, lo
strumento che ti porterà via da questa strada per insegnarti un'altra volta a
vivere.
La ragazza lo guardo' stranita, faticava a capire. Poi
abbasso' la testa, gli occhi pieni di lacrime e mormoro' -Si' padre, portami
via-.
Non sarebbe stato semplice, non lo é mai, ma quello era il
suo lavoro ed anche la sua missione: un prete di strada, uno dei tanti.
Marisa Cappelletti
lunedì 26 dicembre 2016
sabato 24 dicembre 2016
24 Dicembre
E' la notte di Natale!
Tanti auguri a tutti.
Che domani sia un giorno sereno, da trascorrere con le persone che piu' amate e che sia, nonostante tutto, un giorno pieno di pace e di speranza.
Marisa Cappelletti
venerdì 23 dicembre 2016
Terrorismo e Italia
Berlino Milano solo andata
L’attentatore di Berlino Anis Amri è stato ucciso questa
notte a Sesto San Giovanni (MI).
Era appena arrivato in treno dalla Francia ed ha sparato ai
due agenti di pattuglia appena gli hanno chiesto i documenti.
Un agente è stato ferito alla spalla, ma tutti e due hanno
prontamente reagito uccidendolo.
Grazie ai due ragazzi della Polizia del Commissariato di
Sesto San Giovanni, uno dei due ancora in prova, potremo trascorrere un Natale
piu’ tranquillo.
Certo l’allarme terrorismo è molto alto, nei mercatini di
Natale i Babbi hanno ceduto il posto ai soldati in tuta mimetica e mitra, nel
centro di Milano sono stati posizionati ostacoli di cemento per gli autocarri, e tutti quanti ogni tanto ci
guardiamo intorno ed alle spalle, ma lo spirito natalizio è sempre lo stesso
come le stesse sono e resteranno le nostre tradizioni ed il nostro modo di
vivere, festeggiare, incontrarci, divertirci e pregare. Non saranno certo delle schegge impazzite
senza rispetto della vita umana né religione alcuna a fermarci, farci cambiare vita, metterci
paura.
Siamo Italiani, orgogliosi di esserlo, cosi’ come orgogliosi
siamo delle nostre eccellenti Forze dell’Ordine e del nostro Esercito che in
questi giorni è anch’esso impegnato sulle strade e nelle città al fine di
regalarci sicurezza e protezione.
Sarà un tradizionale e bellissimo Natale Italiano e nessuno
cambierà le cose e ci cambierà.
Marisa Cappelletti
domenica 18 dicembre 2016
Racconto pre-natalizio
Una notte a Milano
Mancano pochi giorni a Natale.
Un altro Natale vuoto.
Sono stanca non ho piu’ stimoli né desideri, non ho piu’
nulla da dare né voglio ricevere niente, il vuoto mi stringe il sonno mi manca.
Esco nella notte. Devo respirare, devo raccogliere i
pensieri, decidere se qui deve terminare questa inutile lotta contro fantasmi
che mi sopraffanno.
La città non dorme, le luci sfavillano annunciando allegre la Festa che verrà ma qui in questo scorcio di viale tutto è silenzio, c’è una tranquillità
strana, densa, i miei passi rimbombano, una risata lontana disturba il silenzio.
A terra una figura scura, avvolta in qualche cosa che non so
definire, fa un movimento lento, il mio cuore fa un balzo, ma l’istinto mi
spinge ad allungare una mano verso il fagotto buttato li’ contro il muro.
Si gira di scatto,
come un animale indifeso attaccato da un altro in caccia.
Due occhi scuri che
alla luce delle vetrine illuminate del centro città hanno ancora il
coraggio di brillare, un volto accartocciato dalle difficoltà, un taglio dove dovrebbero esserci le labbra,
ed una voce raschiante, senza sesso che chiede sgarbata:
-E tu che vuoi? Qui é casa mia, vattene!-
La sua casa. Sotto una galleria di gelido marmo, contro gli
scalini di un negozio che offre quell^'abbigliamento caldo che mai potrà possedere, in
balia di chiunque e di qualunque cosa possa succederle.
-Scusami, non voglio nulla, solo accertarmi che tu stia
bene, che non ti serva niente-
Mi sento stupida, inopportuna, inadeguata. Come posso
pensare che la donna sia sana, che abbia quello di cui ha bisogno, che non le
serva niente?
Lo sguardo si fa penetrante, la voce un sussurro:
-Vieni, siedi qui vicino ed ascolta, ti racconto una storia-
-Tanti anni fa c'era una donna. Sì, anche se ora può
sembrare impossibile, ero una donna!
Una famiglia con un marito e due figli. Non ricordo e non
voglio ricordare i nomi né le età perché fa male, troppo male ed io voglio solo
il vuoto.
Il marito un giorno se ne andò lasciandola in balia di tempi
duri che non seppe affrontare, di responsabilità che lei ritenne più grandi
delle sue possibilità, di giovani vite da crescere che lei fu incapace di
gestire. Debole? Sì, debole e stupida, illusa e succube di una vita passata alle
dipendenze di un re e despota, incapace di organizzarsi una nuova esistenza.
Così arrivò il bicchiere di alcool per rinfrancarsi, poi i
bicchieri si moltiplicarono regalandole l'oblio delle giornate pesanti, i
bicchieri divennero bottiglie, l'oblio diventò totale: niente più
responsabilità, niente più figli, niente più vita.
Tutto dimenticato, svanito, perduto. Fine.-
Gli occhi, come spilli infuocati, mi entrano dentro,
l'angoscia la sua, mi contagia, la disperazione diventa palpabile, la notte mi
soffoca.
Non ci sono sogni quieti qui, solo attimi vuoti.
Mi siedo sul gradino sporco del negozio e le prendo la mano.
Si tira indietro, come investita da un soffio troppo caldo
per lei, non sa più che cosa sia il contatto fisico con un altro essere umano,
non conosce altro che gli insulti.
Della vita, dei compagni di strada, di chi passa, la guarda
con disprezzo e se ne va voltandosi dall'altra parte perché la miseria umana fa
paura, può contagiare lo stupido che ci crede!
Ma non mi lascio intimorire dal rifiuto. Con estrema
gentilezza le riprendo la mano sporca e la tengo tra le mie, senza stringere,
senza dire nulla.
Mi guarda stupita ma lascia che il mio calore passi al suo
gelo e piano piano la mano si riscalda ed un sorriso storto le trasforma il
viso.
Questa mia ultima notte mi sta regalando la consapevolezza
della fortuna di essere quel che sono, di vivere come vivo, di avere quello che
ho.
Mi sta donando la gioia immensa di un sorriso di un essere
umano che più non credeva di esserlo, la certezza di avere ancora un'anima.
E ringrazio la donna che ha permesso che questo giorno così
pesante e pieno di propositi bui, finisca con queste ultime ore straordinarie e
accompagni la mia rinascita verso il chiarore che si profila in fondo alla
strada.
Prendo il cellulare dalla borsa e compongo un numero di
emergenza.
Anche per lei non deve essere finita qui.
Mi guarda impaurita, non dice più una parola.
I volontari la fanno alzare con delicatezza e lei deperita,
gelata e rattrappita com'è fatica a stare in piedi. Poi, aiutata, sale
sull'ambulanza. I suoi occhi dicono -non lasciarmi-
No, non ti lascio.
Quando starai meglio ti dovrò raccontare io una storia. La
storia di una donna disperata, che voleva rinunciare ad una vita fortunata, ma
che ti ha incontrata in una notte in cui la depressione stava spingendo forte
verso il buio.
E tu le hai aperto uno spiraglio. Tu, con il tuo dolore
l'hai salvata.
Prendo ancora il cellulare dalla borsa mentre salgo anche io
sull'ambulanza.
Compongo un numero noto.
-Sì, sto bene ma ora non posso tornare. Devo accompagnare
un'amica all'ospedale ma poi verrò a casa ed andremo insieme incontro al Natale. Sì, sto bene,
ora che ho capito sto bene.
La mia e la sua notte sfumano nell'alba. Le siedo accanto e
le prendo la mano.
No, non ti lascio.
Marisa Cappelletti
Domenica
Ultima domenica prima di Natale!
A Milano tutti i negozi sono aperti e le vetrine brillano di luci e di auguri.
La gente invade le strade, le linee della metropolitana intensificano le corse ed i vagoni scoppiano di passeggeri. Inutile usare l'auto per spostarsi in città: tutti bloccati nel traffico.
L'enorme albero di Natale in Piazza Duomo é, come ogni anno, bellissimo e quello di Swarosky sotto la Galleria, bellissima nel suo nuovissimo restauro e nei suoi negozi che mettono in mostra le eccellenze italiane, sfavilla di luci e cristalli.
Il Mercatino di Natale lungo Corso Vittorio Emanuele é strapieno di gente, milanesi o turisti che siano ed i suonatori di zampogne, venuti da molto lontano, ci regalano musiche natalizie.
Il freddo, oggi -4, come sempre costringe a cappelli, guanti e sciarpe, ma non intacca questa bellissima atmosfera.
Marisa Cappelletti
A Milano tutti i negozi sono aperti e le vetrine brillano di luci e di auguri.
La gente invade le strade, le linee della metropolitana intensificano le corse ed i vagoni scoppiano di passeggeri. Inutile usare l'auto per spostarsi in città: tutti bloccati nel traffico.
L'enorme albero di Natale in Piazza Duomo é, come ogni anno, bellissimo e quello di Swarosky sotto la Galleria, bellissima nel suo nuovissimo restauro e nei suoi negozi che mettono in mostra le eccellenze italiane, sfavilla di luci e cristalli.
Il Mercatino di Natale lungo Corso Vittorio Emanuele é strapieno di gente, milanesi o turisti che siano ed i suonatori di zampogne, venuti da molto lontano, ci regalano musiche natalizie.
Il freddo, oggi -4, come sempre costringe a cappelli, guanti e sciarpe, ma non intacca questa bellissima atmosfera.
Marisa Cappelletti
lunedì 12 dicembre 2016
Concorsi Letterari
Come é ormai consuetudine, ecco alcuni Concorsi Letterari con cui, se volete, potete cimentarvi:
Premio Letterario Internazionale Lucius Anneus Seneca
I Edizione
Scadenza 21 Gennaio
2017
Concorso Letterario Le Dieci Ville
I Edizione
Scadenza 31 Gennaio 2017
Premio Elce
Capralix - Il Trionfo delle Muse
II Edizione
Scadenza 28 Febbraio
2017
Premio Letterario Nazionale Bukowsky
IV Edizione
Scadenza 9 Marzo 2017
Marisa Cappelletti
sabato 10 dicembre 2016
Quel che verrà
Poesia del sabato. Un freddissimo sabato.
Verrà l'inverno dei nostri anni
non riusciremo più a sorridere
in Natali poveri di parole e ricordi.
Verrà la neve a scaldare i cuori
nudi che più non sanno battere
al ritmo di emozioni dimenticate.
Verrà il momento di lacrime di gelo
da asciugare in caldi abbracci
sotto alberi di cristallo e d'argento.
Verranno le stagioni delle fragole
scoppieranno le ciliege e le rose
uccelli del Paradiso doneranno piume
ad amanti stesi sulla rena calda.
Verranno ancora i nostri sogni
per un'ultima ventosa estate
brillante di lucciole e gelsomini.
Tutto verrà ed avverrà
ma mai senza di te.
Marisa Cappelletti
giovedì 8 dicembre 2016
Ancora d'Amore
Non un amore qualsiasi, ma il solo con la A maiuscola.
Sognare.
Possiamo soltanto sognare.
Quando la libertà era una nostra prerogativa non abbiamo
saputo capire quanto questo sentimento avrebbe potuto trasformarci, non abbiamo
potuto superare la timidezza dell'età. Ora che gli anni ci impongono legami ormai indissolubili e
responsabilità irrinunciabili abbiamo ritrovato quello che non avevamo mai del tutto perduto.
Ma una lontananza incolmabile ora ci divide.
Eppure non vorremmo, nessuno più di noi due ogni minuto,
ogni attimo vorrebbe trascorrerlo insieme, in quella realtà che non ci
apparterrà mai.
Le nostre anime si intrecciano i nostri pensieri sono gli
stessi, le menti bruciano dello stesso fuoco.
Sento la tua voce e mi arriva il tuo profumo, ascolti le mie
parole ed il desiderio diventa insopportabile.
Ci abbracciamo in quello spazio
inventato che, quello sì, appartiene solo a noi.
Solo lì siamo completamente uno
dell'altra, solo lì i sentimenti sono liberi di scoppiare in quell'amore
assoluto che abbiamo dentro.
Non ci incontreremo mai e continueremo finché sarà a
consumarci , a non potere, a volere con una disperazione incessante, a tenerci
dentro una passione incontrollabile che ogni giorno dobbiamo reprimere.
Ci
restano le voci, ci restano due cuori straordinariamente uniti.
Ci resta un
grandissimo amore.
Marisa Cappelletti
D'Amore
Oggi parlo d'amore. Non è una novità. Che io ne parli, che se ne parli.
Non necessariamente dei miei amori, o forse si', chissà.
Non necessariamente dei miei amori, o forse si', chissà.
Siamo due ragazzi fortunati
Dicono: il primo amore non si scorda mai. Non so, forse non
ricordo, ma forse sì, sei stato il primo per cui ho provato qualche cosa di
forte ed è vero, in fondo nessuno dei due ha scordato l'altro.
Ma poi dicono anche che non si può tornare indietro, quel
che è stato è stato.
Siamo l'eccezione che conferma la regola?
O siamo la dimostrazione che niente è scritto e niente è la
dimostrazione di niente?
Dicono: l'amore non ha età. Qualche anno fa due come noi mi
avrebbero fatto sorridere con una certa sufficienza. Ora so che hanno ragione.
Ti dico: "sei nel mio destino". Sorridendo mi dici
"e meno male che alla fine se n'è accorto"
Siamo due adolescenti cresciuti lontani, ci siamo innamorati
così profondamente, ci conosciamo alla perfezione, abbiamo superato lontananze
che per le nostre situazioni sono insuperabili, siamo diventati così sensibili
tra noi che percepiamo persino a distanza la presenza dell'altro.
Riconosci le
ragioni delle mie malinconie dal tono di voce, capisco l'importanza dei tuoi
sentimenti dall'intonazione con cui dici le cose.
Se sono triste fai il ragazzino per farmi ridere, se sei
preoccupato ti abbraccio e ti tengo stretto anche da lontano.
Siamo due ragazzi fortunati.
Sei un uomo forte, buono, infinitamente dolce, sono una
donna forte, tremenda e difficile.
Ma ci amiamo o forse ci amiamo proprio per queste diversità.
E per molto molto altro...
Marisa Cappelletti
mercoledì 7 dicembre 2016
7 Dicembre
Oggi la mia Milano é in festa: è Sant'Ambrogio il suo Santo Patrono.
I Milanesi oggi, e solo oggi non prima, addobbano gli alberi di Natale veri o finti che siano, riempiono le case di luci e colori natalizi, vanno per negozi ad acquistare regali e regalini.
Poi c'é la Fiera degli Obej Obej, una delle piu' antiche tradizioni milanese che pare risalga addirittura al 1200. decine e decine di bancarelle che vendono dall' antiquariato povero allo street food, dai giochi per bimbi ai cappelli stravaganti, dai libri d'arte ai vecchi album di fumetti, dalle composizioni floreali ai palloncini decorativi. Non si puo' mancare.
A Palazzo Marino quest'anno c'è il presepe dei sassi di Matera e la straordinaria Madonna di Piero della Francesca. Rubens ci regala i suoi sontuosi dipinti a Palazzo Reale, L'enorme abete in Piazza Duomo oggi accenderà le sue luci, i palazzi del Centro storico risplenderanno anch'essi di calde luci
natalizie, anche oggi, come ogni giorno dal 1 al 24 dicembre alle 18 il Palazzo del Comune di Piazza Duomo offrirà l'Avvento in musica. Aprirà sette finestre ( uno per il primo dicembre, due per il 2 e avanti cosi') per regalarci musica dal vivo, fino ad arrivare al 24 dicembre quando un'orchestra di 24 elementi suonerà il concerto di Natale.
Alla Darsena del Naviglio grande aprirà le porte il Darsena Chistmas Village che, dominato da un grande albero natalizio alto 12 metri, offrirà molteplici occasioni di intrattenimento per grandi e piccoli ed un magnidica slitta galleggiante lunga 15 metri percorrerà, per la gioia di bimbi ed adulti, il Naviglio tra musica e luci.
Un'enorme giostra illuminata, la Giostra Oreo, da domani farà la sua comparsa nell'avveniristica Piazza Gae Aulenti
e regalerà ancora musica, sorprese e pioggia di biscotti ai bambini tutti.
Ma l'avvenimento piu' importante di oggi e di tutto il mese di dicembre, sarà l'apertura della stagione del Teatro alla Scala di Milano, per i Milanesi piu' semplicemente La Scala. Madama Butterfly quest'anno riempirà di note delle note di Giacomo Puccini il piu' celebre teatro al mondo costruito nel 1778 su disegno dell'architetto Giuseppe Piermarini, sempre per i Milanesi, il Piermarini.
Ogni anno la prima é un evento mondiale che vede la partecipazione delle piu' importanti personalità politiche a partire dal Presidente della Repubblica, personaggi famosi dell'industria, della lirica, del cinema e poi di tutti gli appassionati di musica operistica che quest'anno potranno anche seguire in diretta oltre che sui grandi schermi posizionati in varie parti della città, anche alla tv tutta quanta l'opera.
Non certo alla cena di Palazzo Marino offerta dal Sindaco Sala alle autorità, Ma in qualche ristorante tradizionale o alla moda, superchic o caratteristico, scegliete voi.
E....Buon Sant'Ambroeus a tutti!
Marisa Cappelletti
lunedì 5 dicembre 2016
Referendum
Ieri in Italia c'é stata la consultazione elettorale per la riforma di alcuni articoli della Costituzione.
Questi i risultati:
Dopo giorni e giorni di bagarre, colpi bassi, dichiarazioni, insulti e bugie da parte di tutte le forze politiche gli Italiani hanno deciso che no, non si cambia.
Almeno per ora.
A mio parere questo non é stato un referendum costituzionale ma una prova, piu' o meno di forza, sulla credibilità del Governo innanzi tutto e del resto delle forze politiche poi.
Peccato!
Abbiamo perso l'occasione di dare il via ad un cambiamento. Era un inizio, poteva anche piacere poco, ma era un inizio di svolta.
Sono, come sempre, orgogliosa della mia Milano che é andata in controtendenza esprimendosi per il si'.
Milano ha capito che bisognava andare al di là delle beghe e dei proclami e guardare al futuro.
E' andata cosi' ed io mi adeguo e rispetto la volontà della maggioranza, anche se, e spero di essere smentita, ci consegnerà ancora una volta alla solita politica lontanissima dai cittadini. che straparla stralitiga straguadagna e non fa.
Marisa Cappelletti
Questi i risultati:
Dopo giorni e giorni di bagarre, colpi bassi, dichiarazioni, insulti e bugie da parte di tutte le forze politiche gli Italiani hanno deciso che no, non si cambia.
Almeno per ora.
A mio parere questo non é stato un referendum costituzionale ma una prova, piu' o meno di forza, sulla credibilità del Governo innanzi tutto e del resto delle forze politiche poi.
Peccato!
Abbiamo perso l'occasione di dare il via ad un cambiamento. Era un inizio, poteva anche piacere poco, ma era un inizio di svolta.
Sono, come sempre, orgogliosa della mia Milano che é andata in controtendenza esprimendosi per il si'.
Milano ha capito che bisognava andare al di là delle beghe e dei proclami e guardare al futuro.
E' andata cosi' ed io mi adeguo e rispetto la volontà della maggioranza, anche se, e spero di essere smentita, ci consegnerà ancora una volta alla solita politica lontanissima dai cittadini. che straparla stralitiga straguadagna e non fa.
Marisa Cappelletti
domenica 4 dicembre 2016
Piccola lirica onirica
Non so bene dare una spiegazione al titolo, ma mi piace molto.
Oggi volo alto, forse solo un pochino piu' in alto.
Limiti
Oggi volo alto, forse solo un pochino piu' in alto.
Limiti
Nell'immortalità dell'universo tutto
una sottile vibrazione resterà di noi
sperduta nei silenzi dell'eterno
infinitesimale ricordo di un amore
che non conobbe limiti mortali.
Marisa Cappelletti
sabato 3 dicembre 2016
Preparativi di Natale 2
Avrei anche una poesia-filastrocca ...
Scelte
Marisa Cappelletti
Scelte
Il Natale solitario di una bionda abbandonata
si dipana lentamente tra regali e cioccolata.
E chi mai l'avrà lasciata nel giardino dei ricordi
a contare giorni ed ore che separano i bagordi
di un maturo Peter Pan folleggiante tra gli ingordi,
da un ritorno a quel paese che per loro più non c'é
ma nei sogni di ogni sera torna a vivere perché
solo lì si sanno amare, abbracciare e ritrovare
la passione ormai perduta che non sa più ritornare,
solo lì posson sognare di poter essere amanti
belli e giovani e pensare di rivivere contenti
la così lontana e ormai spersa gioventù
che anche se agognata non ritornerà mai più?
Solo un elefante bianco può riuscire a non pensare
che soltanto due parole basterebbero a placare
il Natale solitario della bionda abbandonata
che non vuol sentir ragione e lo passa da arrabbiata!
Fatti tuoi mio caro Peter se la bionda su citata
non ne vuole più sapere di sentirsi tralasciata
per arrosti e dolci vari, panettoni e gran spumante
senza un bacio od un regalo e riflette seriamente
se ne valga poi la pena di giocare questo gioco
in cui una molto dà per ricever niente o poco
per contar meno di nulla e non avere alcuno scopo!
E la bionda solitaria che in fondo non lo é mai stata
si consola allegramente con affetti e cioccolata.
Ogni festa é ormai passata e la bionda se n'é andata.
Lei non é Campanellino che ubbidisce a Peter Pan
e nemmeno quell'Uncino o qualcuno del suo clan.
Con un fischio ha segnalato al gabbiano Jonathan
di planare immantinente sulla terra che non c'é
e portarla celermente sopra il mare sai perché?
Vuol raggiungere il castello dove pare che ora sta
quel gran figo della Bestia che l'aspetta proprio là.
Addio dunque caro Peter non la rivedrai mai più
torna e resta tra gli amici a gozzovigliar laggiù.
E la bionda ormai rinata tra le braccia sta beata,
sorridente la donzella, della Bestia a far la bella.
Preparativi di Natale
Ebbene si' siamo a Dicembre!
Ancora una volta, da tanti anni e come tutti gli anni, si ricomincia: la grande fiera del regalo, degli addobbi e delle luci (i buoni propositi ormai non usano piu' e li lasciamo stare) ha inizio.
Vorrei cominciare con un mio ormai vecchio piccolo dissacrante racconto cattivo.
Ancora una volta, da tanti anni e come tutti gli anni, si ricomincia: la grande fiera del regalo, degli addobbi e delle luci (i buoni propositi ormai non usano piu' e li lasciamo stare) ha inizio.
Vorrei cominciare con un mio ormai vecchio piccolo dissacrante racconto cattivo.
Soluzione natalizia estrema
Era ingrassato a dismisura, era diventato brontolone, miope
ed anche pigro.
Il vestito rosso, anche se i piccoli angeli glielo avevano
allargato il più possibile, non gli entrava più. Mangiava con ingordigia,
mangiava di tutto e beveva bottiglie su bottiglie della storica riserva dei
Santa Claus.
Le guance erano gonfie e rosse, piene di venuzze, così come
il naso, il colesterolo aveva raggiunto livelli impensabili, il diabete
avanzava silenzioso a passi da gigante!
Gli occhialini tondi, che non riuscivano più a sostenere le
lenti troppo spesse, erano stati vezzosamente sostituiti da un paio di Gucci in
tartaruga.
Con la stazza che si ritrovava era impedito nei movimenti:
sbuffava e si lamentava in continuazione.
Intendeva demandare le consegne, tutte quante, a Gesù
Bambino ed al povero asinello.
Perché lui, sosteneva, non ce la faceva più a passare per
tutti quei camini.
Non è che non ce la faceva , non ci passava proprio più!
Le renne preoccupate dall'avvicinarsi del 25 Dicembre e
dalla situazione ormai insostenibile, si riunirono in assemblea nel bosco di
abeti dietro la casa.
Freccia, la più autorevole, prese la parola, espose la
situazione e suggerì l'unica soluzione possibile. Tutte ne furono convinte.
Rudolph, l'ultima arrivata, raccolse le schede di tutte
quante le nove renne e lesse la sentenza:
APPROVATO ALL'UNANIMITA'
Giunse il giorno della prova generale.
Il ciccione salì sulla slitta, agganciò le poverette alle
briglie rosse e con un tonante
- Ohh vaiiii!! -
le fece alzare in volo. La slitta scricchiolava
pericolosamente, le renne faticavano a rimanere su.
Cometa, quella che apriva la strada, abbassò la testa: era
il segnale.
Nel cielo gonfio di neve la slitta fece una repentina
capriola e Babbo Natale, colto alla sprovvista, precipitò giù a capofitto,
sfracellandosi sul suolo ghiacciato.
Poco distante gli occhiali di Gucci mandarono un brillio
complice e la neve, sollevata e leggera, iniziò a cadere a larghe falde.
MERRY CHRISTMAS!
Marisa Cappelletti
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