venerdì 30 dicembre 2016

Dov'é il cielo?



Il cielo é sempre là


Il cielo sta al suo posto
dove é sempre stato
gli uomini devono muoversi
per nascita e per destino
sotto la sua cupola blu.
E non serve lanciare imprecazioni,
ringraziare per quello che capita o non é,
lui sarà sempre li' convitato di pietra
all'umana mensa.
Tabula rasa ed in seguito imbrattata
con azioni e speranze sentimenti e tragedie
che lasceranno infine
poche inutili briciole.
Da lassu' l'eternità del cielo osserva
l'umana vita agitarsi e penare
per incomprensibili assurdità.
Coperta che non cadrà mai,
enigma universale che starà sempre là.


Marisa Cappelletti






mercoledì 28 dicembre 2016

L'altra Milano

Milano di notte é le vetrine luccicano tentatrici, i ristoranti che accolgono migliaia di persone, i locali ed i caffé che stentano a trattenere gente e voci.
Ma Milano é anche disperazione violenza e sopraffazione.
Ma Milano é soprattutto un grande cuore pulsante capace di commuoversi, donare, riempirsi d'amore. 



Il cuore della città


Mariami un tempo, quando era bambina, viveva in un villaggio del Kenya, in una casa fatta di paglia e lamiera che si surriscaldava al sole ed aiutava la madre e le sorelle a coltivare una terra povera e severa. Un giorno, aveva 14 anni ed ormai era una donna, parti' sola e spaventata, con una signora che non conosceva, per l'Eldorado. Cioè l'Italia. 

Avrebbe avuto un lavoro dignitoso, guadagnato una montagna di soldi, mangiato due o forse anche tre volte al giorno. Sei fortunata, le aveva detto la madre.
Le aveva creduto ed era partita con quella donna.

La sua fortuna fu quella di arrivare in un Paese sconosciuto, non capire una parola, venire caricata con altre due ragazze su una vecchia auto da due uomini che puzzavano di vino ed aglio ed essere rinchiusa tra quattro mura. Tre brande, una finestrella in alto ed una porta sempre sbarrata. Fu cosi' che Mariami conobbe la bestialità degli uomini, le botte, rincontro' la fame e capi' cosa significasse essere quello che i suoi avi furono: una schiava.

Ogni sera alle 22 precise veniva scaricata con le altre due vittime nei pressi del Cimitero Monumentale, famigerato e molto frequentato luogo di domanda ed offerta incessanti e lei, notte dopo notte, offriva il suo corpo e la sua anima in cambio di sudicio denaro che le veniva prontamente sequestrato dai suoi aguzzini. 

Aveva imparato quel poco di italiano che bastava per condurre le necessarie trattative, per il resto dell'esistenza, se cosi' la si poteva chiamare, non parlava perchè non aveva piu' nulla da dire, nemmeno a sé stessa.

Un'auto anonima, come anonime erano tutte le altre, si fermo' vicino a lei ed una voce maschile la chiamo'. Una voce che non la insultava, gentile, che lasciava trasparire comprensione e pietà.
Ma lei ormai non si lasciava piu' ingannare dalle voci e dagli uomini, percio' si avvicino' guardinga e sciorino' il suo menu'.

-Non mi interessa- disse la voce -ma se vuoi salire io ti paghero' solo per parlare con te-
Mariami si giro' verso l'angolo in cui, al buio, stava la loro (di loro tre) "guardia del corpo". Lui le fece cenno di salire in fretta. Lei ubbidi'. L'uomo parti' con calma e si fermo' non lontano dal viale, in una bella via con tante case di gente normalmente felice. Lei , come d'abitudine, allungo' le mani, lui la fermo' dicendo -No, non mi devi nulla, sono io che devo a te. 

Ti devo un'altra vita, la tranquillità, quella fiducia che hai disimparato ad avere, la tua adolescenza rubata. Mi chiamo Paolo, ma per tutti sono Don Paolo e sono un prete.

Rappresento quel padre che hai perduto o che forse non hai mai avuto, posso essere la tua salvezza, lo strumento che ti porterà via da questa strada per insegnarti un'altra volta a vivere.

La ragazza lo guardo' stranita, faticava a capire. Poi abbasso' la testa, gli occhi pieni di lacrime e mormoro' -Si' padre, portami via-.

Non sarebbe stato semplice, non lo é mai, ma quello era il suo lavoro ed anche la sua missione: un prete di strada, uno dei tanti.


Marisa Cappelletti






domenica 25 dicembre 2016



Buon Natale!
Ovunque siate, qualunque lingua parliate, auguri di tanta serenità!



Marisa Cappelletti



sabato 24 dicembre 2016

24 Dicembre



E' la notte di Natale!
Tanti auguri a tutti. 
Che domani sia un giorno sereno, da trascorrere con le persone che piu' amate e che sia, nonostante tutto, un giorno pieno di pace e di speranza.


Marisa Cappelletti







venerdì 23 dicembre 2016

Terrorismo e Italia

Berlino Milano solo andata




L’attentatore di Berlino Anis Amri è stato ucciso questa notte a Sesto San Giovanni  (MI).
Era appena arrivato in treno dalla Francia ed ha sparato ai due agenti di pattuglia appena gli hanno chiesto i documenti.
Un agente è stato ferito alla spalla, ma tutti e due hanno prontamente reagito uccidendolo.
Grazie ai due ragazzi della Polizia del Commissariato di Sesto San Giovanni, uno dei due ancora in prova, potremo trascorrere un Natale piu’ tranquillo.
Certo l’allarme terrorismo è molto alto, nei mercatini di Natale i Babbi hanno ceduto il posto ai soldati in tuta mimetica e mitra, nel centro di Milano sono stati posizionati ostacoli di cemento per  gli autocarri, e tutti quanti ogni tanto ci guardiamo intorno ed alle spalle, ma lo spirito natalizio è sempre lo stesso come le stesse sono e resteranno le nostre tradizioni ed il nostro modo di vivere, festeggiare, incontrarci, divertirci e pregare.  Non saranno certo delle schegge impazzite senza rispetto della vita umana  né religione alcuna a fermarci, farci cambiare vita, metterci paura.
Siamo Italiani, orgogliosi di esserlo, cosi’ come orgogliosi siamo delle nostre eccellenti Forze dell’Ordine e del nostro Esercito che in questi giorni è anch’esso impegnato sulle strade e nelle città al fine di regalarci sicurezza e protezione.

Sarà un tradizionale e bellissimo Natale Italiano e nessuno cambierà le cose e ci cambierà. 


Marisa Cappelletti




domenica 18 dicembre 2016

Racconto pre-natalizio

Una notte a Milano

Mancano pochi giorni a Natale. 
Un altro Natale vuoto.
Sono stanca non ho piu’ stimoli né desideri, non ho piu’ nulla da dare né voglio ricevere niente, il vuoto mi stringe  il sonno mi manca.
Esco nella notte. Devo respirare, devo raccogliere i pensieri, decidere se qui deve terminare questa inutile lotta contro fantasmi che mi sopraffanno.
La città non dorme, le luci sfavillano annunciando allegre la Festa che verrà  ma qui in questo scorcio di viale tutto è silenzio, c’è una tranquillità strana, densa,  i miei passi rimbombano,  una risata lontana disturba il silenzio.
A terra una figura scura, avvolta in qualche cosa che non so definire, fa un movimento lento, il mio cuore fa un balzo, ma l’istinto mi spinge ad allungare una mano verso il fagotto buttato li’ contro il muro.
Si gira di scatto, come un animale indifeso attaccato da un altro in caccia. 
Due occhi scuri che alla luce delle vetrine illuminate del centro città hanno ancora il coraggio di brillare, un volto accartocciato dalle difficoltà,  un taglio dove dovrebbero esserci le labbra, ed una voce raschiante, senza sesso che chiede sgarbata:
-E tu che vuoi? Qui é casa mia, vattene!-
La sua casa. Sotto una galleria di gelido marmo, contro gli scalini di un negozio che offre  quell^'abbigliamento caldo che mai potrà possedere, in balia di chiunque e di qualunque cosa possa succederle.
-Scusami, non voglio nulla, solo accertarmi che tu stia bene, che non ti serva niente-
Mi sento stupida, inopportuna, inadeguata. Come posso pensare che la donna sia sana, che abbia quello di cui ha bisogno, che non le serva niente?
Lo sguardo si fa penetrante, la voce un sussurro:
-Vieni, siedi qui vicino ed ascolta, ti racconto una storia-
-Tanti anni fa c'era una donna. Sì, anche se ora può sembrare impossibile, ero una donna!
Una famiglia con un marito e due figli. Non ricordo e non voglio ricordare i nomi né le età perché fa male, troppo male ed io voglio solo il vuoto.
Il marito un giorno se ne andò lasciandola in balia di tempi duri che non seppe affrontare, di responsabilità che lei ritenne più grandi delle sue possibilità, di giovani vite da crescere che lei fu incapace di gestire. Debole? Sì, debole e stupida, illusa e succube di una vita passata alle dipendenze di un re e despota, incapace di organizzarsi una nuova esistenza.
Così arrivò il bicchiere di alcool per rinfrancarsi, poi i bicchieri si moltiplicarono regalandole l'oblio delle giornate pesanti, i bicchieri divennero bottiglie, l'oblio diventò totale: niente più responsabilità, niente più figli, niente più vita.
Tutto dimenticato, svanito, perduto. Fine.-
Gli occhi, come spilli infuocati, mi entrano dentro, l'angoscia la sua, mi contagia, la disperazione diventa palpabile, la notte mi soffoca.
Non ci sono sogni quieti qui, solo attimi vuoti.
Mi siedo sul gradino sporco del negozio e le prendo la mano.
Si tira indietro, come investita da un soffio troppo caldo per lei, non sa più che cosa sia il contatto fisico con un altro essere umano, non conosce altro che gli insulti.
Della vita, dei compagni di strada, di chi passa, la guarda con disprezzo e se ne va voltandosi dall'altra parte perché la miseria umana fa paura, può contagiare lo stupido che ci crede!
Ma non mi lascio intimorire dal rifiuto. Con estrema gentilezza le riprendo la mano sporca e la tengo tra le mie, senza stringere, senza dire nulla.
Mi guarda stupita ma lascia che il mio calore passi al suo gelo e piano piano la mano si riscalda ed un sorriso storto le trasforma il viso.
Questa mia ultima notte mi sta regalando la consapevolezza della fortuna di essere quel che sono, di vivere come vivo, di avere quello che ho.
Mi sta donando la gioia immensa di un sorriso di un essere umano che più non credeva di esserlo, la certezza di avere ancora un'anima.
E ringrazio la donna che ha permesso che questo giorno così pesante e pieno di propositi bui, finisca con queste ultime ore straordinarie e accompagni la mia rinascita verso il chiarore che si profila in fondo alla strada.
Prendo il cellulare dalla borsa e compongo un numero di emergenza.
Anche per lei non deve essere finita qui.
Mi guarda impaurita, non dice più una parola.
I volontari la fanno alzare con delicatezza e lei deperita, gelata e rattrappita com'è fatica a stare in piedi. Poi, aiutata, sale sull'ambulanza. I suoi occhi dicono -non lasciarmi-
No, non ti lascio.
Quando starai meglio ti dovrò raccontare io una storia. La storia di una donna disperata, che voleva rinunciare ad una vita fortunata, ma che ti ha incontrata in una notte in cui la depressione stava spingendo forte verso il buio.
E tu le hai aperto uno spiraglio. Tu, con il tuo dolore l'hai salvata.
Prendo ancora il cellulare dalla borsa mentre salgo anche io sull'ambulanza.
Compongo un numero noto.
-Sì, sto bene ma ora non posso tornare. Devo accompagnare un'amica all'ospedale ma poi verrò a casa ed andremo insieme incontro al Natale. Sì, sto bene, ora che ho capito sto bene.
La mia e la sua notte sfumano nell'alba. Le siedo accanto e le prendo la mano.
No, non ti lascio.


Marisa Cappelletti



Domenica

Ultima domenica prima di Natale! 
A Milano tutti i negozi sono aperti e le vetrine brillano di luci e di auguri.

La gente invade le strade, le linee della metropolitana intensificano le corse ed i vagoni scoppiano di passeggeri. Inutile usare l'auto per spostarsi in città: tutti bloccati nel traffico. 
L'enorme albero di Natale in Piazza Duomo é, come ogni anno, bellissimo e quello di Swarosky sotto la Galleria, bellissima nel suo nuovissimo restauro e nei suoi negozi che mettono in mostra le eccellenze italiane, sfavilla di luci e cristalli.
Il Mercatino di Natale lungo Corso Vittorio Emanuele é strapieno di gente, milanesi o turisti che siano ed i suonatori di zampogne, venuti da molto lontano, ci regalano musiche natalizie. 
Il freddo, oggi -4, come sempre costringe a cappelli, guanti e sciarpe, ma non intacca questa bellissima atmosfera.



Marisa Cappelletti   



lunedì 12 dicembre 2016

Concorsi Letterari


Come é ormai consuetudine, ecco alcuni Concorsi Letterari con cui, se volete, potete cimentarvi:

Premio Letterario Internazionale Lucius Anneus Seneca
I Edizione 
Scadenza  21 Gennaio 2017

Concorso Letterario Le Dieci Ville
I Edizione
Scadenza 31 Gennaio 2017

Premio  Elce Capralix  - Il Trionfo delle Muse
II Edizione
Scadenza  28 Febbraio 2017

Premio Letterario Nazionale Bukowsky
IV Edizione
Scadenza  9 Marzo 2017


Marisa Cappelletti






sabato 10 dicembre 2016

Quel che verrà

Poesia del sabato.  Un freddissimo sabato.                                                                                                                                                                   



Verrà l'inverno dei nostri anni
non riusciremo più a sorridere
in Natali poveri di parole e ricordi.
Verrà la neve a scaldare i cuori
nudi che più non sanno battere
al ritmo di emozioni dimenticate.
Verrà il momento di lacrime di gelo
da asciugare in caldi abbracci
sotto alberi di cristallo e d'argento.
Verranno le stagioni delle fragole
scoppieranno le ciliege e le rose
uccelli del Paradiso doneranno piume
ad amanti stesi sulla rena calda.
Verranno ancora i nostri sogni
per un'ultima ventosa estate
brillante di lucciole e gelsomini.
Tutto verrà ed avverrà
ma mai senza di te.


Marisa Cappelletti





giovedì 8 dicembre 2016

Ancora d'Amore

Non un amore qualsiasi, ma il solo con la A maiuscola.


Sognare. 
Possiamo soltanto sognare.
Quando la libertà era una nostra prerogativa non abbiamo saputo capire quanto questo sentimento avrebbe potuto trasformarci, non abbiamo potuto superare la timidezza dell'età. Ora che gli anni ci impongono legami ormai indissolubili e responsabilità irrinunciabili abbiamo ritrovato quello che non avevamo mai del tutto perduto. 
Ma una lontananza incolmabile ora ci divide.
Eppure non vorremmo, nessuno più di noi due ogni minuto, ogni attimo vorrebbe trascorrerlo insieme, in quella realtà che non ci apparterrà mai.
Le nostre anime si intrecciano i nostri pensieri sono gli stessi, le menti bruciano dello stesso fuoco.
Sento la tua voce e mi arriva il tuo profumo, ascolti le mie parole ed il desiderio diventa insopportabile. 
Ci abbracciamo in quello spazio inventato che, quello sì, appartiene solo a noi. 
Solo lì siamo completamente uno dell'altra, solo lì i sentimenti sono liberi di scoppiare in quell'amore assoluto che abbiamo dentro.

Non ci incontreremo mai e continueremo finché sarà a consumarci , a non potere, a volere con una disperazione incessante, a tenerci dentro una passione incontrollabile che ogni giorno dobbiamo reprimere. 
Ci restano le voci, ci restano due cuori straordinariamente uniti.
Ci resta un grandissimo amore.


Marisa Cappelletti





D'Amore

Oggi parlo d'amore. Non è una novità. Che io ne parli, che se ne parli.
Non necessariamente dei miei amori, o forse si', chissà.




Siamo due ragazzi fortunati

Dicono: il primo amore non si scorda mai. Non so, forse non ricordo, ma forse sì, sei stato il primo per cui ho provato qualche cosa di forte ed è vero, in fondo nessuno dei due ha scordato l'altro.
Ma poi dicono anche che non si può tornare indietro, quel che è stato è stato.
Siamo l'eccezione che conferma la regola?
O siamo la dimostrazione che niente è scritto e niente è la dimostrazione di niente?
Dicono: l'amore non ha età. Qualche anno fa due come noi mi avrebbero fatto sorridere con una certa sufficienza. Ora so che hanno ragione.
Ti dico: "sei nel mio destino". Sorridendo mi dici "e meno male che alla fine se n'è accorto"
Siamo due adolescenti cresciuti lontani, ci siamo innamorati così profondamente, ci conosciamo alla perfezione, abbiamo superato lontananze che per le nostre situazioni sono insuperabili, siamo diventati così sensibili tra noi che percepiamo persino a distanza la presenza dell'altro. 
Riconosci le ragioni delle mie malinconie dal tono di voce, capisco l'importanza dei tuoi sentimenti dall'intonazione con cui dici le cose.
Se sono triste fai il ragazzino per farmi ridere, se sei preoccupato ti abbraccio e ti tengo stretto anche da lontano.
Siamo due ragazzi fortunati.
Sei un uomo forte, buono, infinitamente dolce, sono una donna forte, tremenda e difficile.
Ma ci amiamo o forse ci amiamo proprio per queste diversità.
E per molto molto altro...


Marisa Cappelletti






mercoledì 7 dicembre 2016

7 Dicembre


Oggi la mia Milano é in festa: è Sant'Ambrogio il suo Santo Patrono.
I Milanesi oggi, e solo oggi non prima, addobbano gli alberi di Natale veri o finti che siano, riempiono le case di luci e colori natalizi, vanno per negozi ad acquistare regali e regalini.
Poi c'é la Fiera degli  Obej Obej, una delle piu' antiche tradizioni milanese che pare risalga addirittura al 1200. decine e decine di bancarelle che vendono dall' antiquariato povero allo street food, dai giochi per bimbi ai cappelli stravaganti, dai libri d'arte ai vecchi album di fumetti, dalle composizioni floreali ai palloncini decorativi. Non si puo' mancare. 


A Palazzo Marino quest'anno c'è il presepe dei sassi di Matera e la straordinaria Madonna di Piero della Francesca. Rubens ci regala i suoi sontuosi dipinti a Palazzo Reale, L'enorme abete in Piazza Duomo oggi accenderà le sue luci, i palazzi del Centro storico risplenderanno anch'essi di calde luci
natalizie, anche oggi, come ogni giorno dal 1 al 24 dicembre alle 18 il Palazzo del Comune di Piazza Duomo offrirà l'Avvento in musica. Aprirà  sette finestre ( uno per il primo dicembre, due per il 2 e avanti cosi') per regalarci  musica dal vivo, fino ad arrivare al 24 dicembre quando un'orchestra di 24 elementi suonerà il concerto di Natale.


Alla Darsena del Naviglio grande aprirà le porte il Darsena Chistmas Village che, dominato da un grande albero natalizio alto 12 metri, offrirà molteplici occasioni di intrattenimento per grandi e piccoli ed un magnidica slitta galleggiante lunga 15 metri percorrerà, per la gioia di bimbi ed adulti, il Naviglio tra musica e luci.


Un'enorme giostra illuminata, la Giostra Oreo,  da domani farà la sua comparsa nell'avveniristica Piazza Gae Aulenti 
e regalerà ancora musica, sorprese e pioggia di biscotti ai bambini tutti.


Ma l'avvenimento piu' importante di oggi e di tutto il mese di dicembre, sarà l'apertura della stagione del Teatro alla  Scala di Milano, per i Milanesi piu' semplicemente La Scala. Madama Butterfly quest'anno riempirà di note delle note di  Giacomo Puccini il piu' celebre teatro al mondo costruito nel 1778 su disegno dell'architetto Giuseppe Piermarini, sempre per i Milanesi, il Piermarini.
Ogni anno la prima é un evento mondiale che vede la partecipazione delle piu' importanti personalità politiche a partire dal Presidente della Repubblica, personaggi famosi dell'industria, della lirica, del cinema e poi di tutti gli appassionati di musica operistica che quest'anno potranno anche seguire in diretta oltre che sui grandi schermi posizionati in varie parti della città, anche alla tv tutta quanta l'opera.

'Credo che per il 7 Dicembre questo possa bastare e se non siete ancora stanchi, il dopo-Scala é d'obbligo.
Non certo alla cena di Palazzo Marino offerta dal Sindaco Sala alle autorità, Ma in qualche ristorante tradizionale o alla moda, superchic o caratteristico, scegliete voi.



E....Buon Sant'Ambroeus a tutti! 



Marisa Cappelletti







lunedì 5 dicembre 2016

Referendum

Ieri in Italia c'é stata la consultazione elettorale per la riforma di alcuni articoli della Costituzione.
Questi i risultati:



Dopo giorni e giorni di bagarre, colpi bassi, dichiarazioni, insulti e bugie da parte di tutte le forze politiche gli Italiani hanno deciso che no, non si cambia.
Almeno per ora.
A mio parere questo non é stato un referendum costituzionale ma una prova, piu' o meno di forza, sulla credibilità del Governo innanzi tutto e del resto delle forze politiche poi.
Peccato!
Abbiamo perso l'occasione di dare il via ad un cambiamento. Era un inizio, poteva anche piacere poco, ma era un inizio di svolta. 
Sono, come sempre, orgogliosa della mia Milano che é andata in controtendenza esprimendosi per il si'. 
Milano ha capito che bisognava andare al di là delle beghe e dei proclami e guardare al futuro. 
E' andata cosi' ed io mi adeguo e rispetto la volontà della maggioranza, anche se, e spero di essere smentita, ci consegnerà ancora una volta alla solita politica lontanissima dai cittadini. che straparla stralitiga straguadagna e non fa.   


Marisa Cappelletti



domenica 4 dicembre 2016

Piccola lirica onirica

Non so bene dare una spiegazione al titolo, ma mi piace molto.
Oggi volo alto, forse solo un pochino piu' in alto.



Limiti


Nell'immortalità dell'universo tutto
una sottile vibrazione resterà di noi
sperduta nei silenzi dell'eterno
infinitesimale ricordo di un amore
che non conobbe limiti mortali.


Marisa Cappelletti






sabato 3 dicembre 2016

Preparativi di Natale 2

Avrei anche una poesia-filastrocca ...



Scelte

Il Natale solitario di una bionda abbandonata
si dipana lentamente tra regali e cioccolata.
E chi mai l'avrà lasciata nel giardino dei ricordi
a contare giorni ed ore che separano i bagordi
di un maturo Peter Pan folleggiante tra gli ingordi,
da un ritorno a quel paese che per loro più non c'é
ma nei sogni di ogni sera torna a vivere perché
solo lì si sanno amare, abbracciare e ritrovare
la passione ormai perduta che non sa più ritornare,
solo lì posson sognare di poter essere amanti
belli e giovani e pensare di rivivere contenti
la così lontana e ormai spersa gioventù
che anche se agognata non ritornerà mai più?

Solo un elefante bianco può riuscire a non pensare
che soltanto due parole basterebbero a placare
il Natale solitario della bionda abbandonata
che non vuol sentir ragione e lo passa da arrabbiata!
Fatti tuoi mio caro Peter se la bionda su citata
non ne vuole più sapere di sentirsi tralasciata
per arrosti e dolci vari, panettoni e gran spumante
senza un bacio od un regalo e riflette seriamente
se ne valga poi la pena di giocare questo gioco
in cui una molto dà per ricever niente o poco
per contar meno di nulla e non avere alcuno scopo!
E la bionda solitaria che in fondo non lo é mai stata
si consola allegramente con affetti e cioccolata.

Ogni festa é ormai passata e la bionda se n'é andata.
Lei non é Campanellino che ubbidisce a Peter Pan
e nemmeno quell'Uncino o qualcuno del suo clan.
Con un fischio ha segnalato al gabbiano Jonathan
di planare immantinente sulla terra che non c'é
e portarla celermente sopra il mare sai perché?
Vuol raggiungere il castello dove pare che ora sta
quel gran figo della Bestia che l'aspetta proprio là.
Addio dunque caro Peter non la rivedrai mai più
torna e resta tra gli amici a gozzovigliar laggiù.
E la bionda ormai rinata tra le braccia sta beata,
sorridente la donzella, della Bestia a far la bella.



Marisa Cappelletti





Preparativi di Natale

Ebbene si' siamo a Dicembre! 
Ancora una volta, da tanti anni e come tutti gli anni, si ricomincia: la grande fiera del regalo, degli addobbi e delle luci (i buoni propositi ormai non usano piu' e li lasciamo stare) ha inizio.
Vorrei cominciare con un mio ormai vecchio piccolo dissacrante racconto cattivo.





Soluzione natalizia estrema

Era ingrassato a dismisura, era diventato brontolone, miope ed anche pigro.
Il vestito rosso, anche se i piccoli angeli glielo avevano allargato il più possibile, non gli entrava più. Mangiava con ingordigia, mangiava di tutto e beveva bottiglie su bottiglie della storica riserva dei Santa Claus.
Le guance erano gonfie e rosse, piene di venuzze, così come il naso, il colesterolo aveva raggiunto livelli impensabili, il diabete avanzava silenzioso a passi da gigante!
Gli occhialini tondi, che non riuscivano più a sostenere le lenti troppo spesse, erano stati vezzosamente sostituiti da un paio di Gucci in tartaruga.
Con la stazza che si ritrovava era impedito nei movimenti: sbuffava e si lamentava in continuazione.
Intendeva demandare le consegne, tutte quante, a Gesù Bambino ed al povero asinello.
Perché lui, sosteneva, non ce la faceva più a passare per tutti quei camini.
Non è che non ce la faceva , non ci passava proprio più!
Le renne preoccupate dall'avvicinarsi del 25 Dicembre e dalla situazione ormai insostenibile, si riunirono in assemblea nel bosco di abeti dietro la casa.
Freccia, la più autorevole, prese la parola, espose la situazione e suggerì l'unica soluzione possibile. Tutte ne furono convinte.
Rudolph, l'ultima arrivata, raccolse le schede di tutte quante le nove renne e lesse la sentenza:

APPROVATO ALL'UNANIMITA'

Giunse il giorno della prova generale.
Il ciccione salì sulla slitta, agganciò le poverette alle briglie rosse e con un tonante
- Ohh vaiiii!! -
le fece alzare in volo. La slitta scricchiolava pericolosamente, le renne faticavano a rimanere su.
Cometa, quella che apriva la strada, abbassò la testa: era il segnale.
Nel cielo gonfio di neve la slitta fece una repentina capriola e Babbo Natale, colto alla sprovvista, precipitò giù a capofitto, sfracellandosi sul suolo ghiacciato.
Poco distante gli occhiali di Gucci mandarono un brillio complice e la neve, sollevata e leggera, iniziò a cadere a larghe falde.


MERRY CHRISTMAS!


Marisa Cappelletti