https://www.intertwine.it/it/read/mgGEuvUJ/la-poesia
"Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia".
Ho avuto l’onore e la fortuna di leggere, ascoltare,
conoscere una grande Poetessa contemporanea: Patrizia Cavalli.
Splendida donna, poetessa,
traduttrice, regista, dotata di
un’ironia pungente, di una vena di
deliziosa stramberia e mia coetanea (unica cosa che mi accomuna a lei).
Le poesie della Cavalli possono apparire a volte troppo
semplici, ma la tecnica poetica è complessa , la metrica da lei usata è quella
classica, mentre il lessico e la sintassi sono prettamente contemporanei, privi di manierismi e di ricerca di
poeticismi, il linguaggio è quello usato
quotidianamente.
"Di essere ormai adulta l’ho capito
da come la notte vado al gabinetto.
Sicura di tornare al grande caldo, prima
era un’interruzione quasi a occhi chiusi,
veloce e trasognata. Ora è un viaggio lento
e freddo, staccato dal sonno, dove guardo
sapendo di guardare le stesse mattonelle
lo stesso muro screpolato, lo stesso secchio
lasciato in mezzo al corridoio,
e confusa nell’estatico disordine
riconosco il percorso in un codice
di piccoli sussulti finché mi riconsegno
a un tiepido torpore castigato."
Ha pubblicato negli anni con Einaudi molte raccolte di
successo tra cui: Le mie poesie non
cambieranno il mondo (1974), Il cielo (1981), Poesie 1974-1992 (1992), L'io
singolare proprio mio (1992) e Sempre aperto teatro (1999): L’ultima raccolta è
Datura del 2013.
Leggere le sue poesie mi ha arricchito la mente e l’anima,
insegnato la semplicità e la complicanza
dei sentimenti e ne ho ricavato una grade
lezione: non serve trovare la parola migliore, il vocabolo piu’
ricercato, tornare ai manierismi ottocenteschi od usare ermetismi risultanti sconosciuti persino a noi stessi:
la poesia siamo noi, è nata e vive con noi ed intorno a noi, e se vogliamo esprimerla in qualche modo,
dobbiamo trovare la via piu’ semplice.