domenica 31 luglio 2016

Citazioni

L'estate. 
Dal punto di vista di alcuni grandi scrittori e poeti.
(Anche Charlie Brown, nel suo piccolo, è un grande!)

Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d’estate, tre giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere.
(John Keats)

Mi sono preso una cotta formidabile. Fra fuochi e chitarre, in riva al mare e dentro un sacco a pelo. Perché tutti, una volta nella vita, abbiamo diritto di credere che le canzoni dell’estate siano state scritte apposta per noi.
(Massimo Gramellini)

Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.
(Salvatore Quasimodo)

L’estate non si caratterizza meno per le sue mosche e zanzare che per le sue rose e le sue notti stellate.
(Marcel Proust)

I nostri proverbi dovrebbero essere rifatti. Sono stati scritti d’inverno e adesso è estate.
(Oscar Wilde)

Le estati volano sempre… gli inverni camminano!
(Charlie Brown)


Vento d'estate
Max Gazzé Niccolo' Fabi


Marisa Cappelletti





sabato 30 luglio 2016

Sabato d'estate

Ultimo sabato del mese di luglio. La maggior parte delle persone é in vacanza o ci sta andando, o é fuori per il week-end. 
Io sono qui, in una Milano caldissima, piena di sole e di turisti che "chi glielo fa fare di venire a Milano d'estate con 35 gradi segnati,40 percepiti, il sole a picco, l'asfalto sciolto i negozi del Centro con i saldi ed i bar e ristoranti carissimi". Già, perché? Me lo sono sempre chiesto e penso che continuero' a chiedermelo all'infinito.
Ci vuole un po' di musica per rilassarci.  Per rilassarmi  questa canzone che mi piace molto.
Che ne dite? Poltrona, aria condizionata, gelato al caffé e Baglioni.
E adesso la pubblicità
Claudio Baglioni 1985


Marisa Cappelletti



venerdì 29 luglio 2016

Scrittura condivisa

Inizio e fine di un pregevole racconto a piu' mani
Il cielo cade

Il cielo sopra la città si stava tingendo di un verde acido, da aurora boreale, i piccioni ed i gabbiani, uniti dallo stesso terrore, faticavano a reagire ad un vento impetuoso che pareva arrivare direttamente dalla Death Valley, come se la Lombardia fosse la peggior California, le persone , soldatini grigi impauriti sfornati dagli uffici del centro, si stavano precipitando ai parcheggi, prendevano d'assalto i bus e si gettavano giu' per le scale del metro', come se la pancia della metropoli potesse in qualche modo proteggerli maternamente da quello che pareva essere l'inizio dell'Apocalisse.
Un brontolio lontano, incessante, come di tuono senza fine, risuonava al di sopra delle nuvole stracciate dall'aria densa e colorate da un pittore daltonico in preda al marasma mentale.
Una donnina anonima, ferma in mezzo al fuggi fuggi generale, guardava pacifica all'insu', con un mezzo sorriso stampato sulle labbra pallide.
…………………………………………………………………..
Una saetta squarcio' l'ingannevole azzurro ed un brontolio di tuono sovrasto' i timori della donnina e le sicurezze del giovane dio pagano.
Il monte che svettava nel mondo che non c'era si illumino' di una luce abbagliante e Zeus si rivelo' ai due. -Gli uomini- sentenzio' -questi miseri uomini, non meritano piu' o forse non hanno mai meritato che qualcuno, titano o piccola femmina che sia, regga sulle proprie spalle tutta la sofferenza che essi stessi infliggono ai loro simili, che chiunque, Atlante o i suoi figli e discendenti, come tu sei Egle, lontana figlia delle Esperidi e pertanto della notte, regga ancora tutta la malvagità, l'insensatezza, il dolore e la cattiveria del mondo umano.- Il giovane dalla testa rasata si era inginocchiato davanti al re di tutti gli dei, ascoltava senza osare guardarlo, la donna era in preda ad emozioni forti e contrastanti. Il sollievo della liberazione dal peso del mondo la rendeva leggera, la compassione per tutti quegli esseri che avevano attraversato secoli di esistenze e di storia senza mai imparare il significato della vita era il macigno che le stava schiacciando il cuore. Non fece in tempo a rispondere: un vortice freddo la avvolse, una tempesta di sabbia la acceco', la tranquillità del falso paradiso svani' portando con se anche il giovane messaggero, e la confusione della metropoli torno' a circondarla. Non c'era piu' speranza per l'umanità, la sentenza stava per essere eseguita. La pace che aveva provato all'inizio si fece ancora una volta strada dentro di lei. Con un sorriso sereno li', tra gli uomini impazziti dalla paura e gli elementi scatenati ad aiutarla, si libero' l'anima dal peso del mondo ed allargando le braccia rivolse un'ultima preghiera per l'umanità perduta, mentre il cielo cadeva, per sempre.


Marisa Cappelletti






giovedì 28 luglio 2016

Scrivere

Oggi vorrei consigliare  a chi, come me, ama scrivere due piattaforme facili da seguire e con partecipazione diretta di chi si iscrive.

http://it.20lines.com/
Il mio preferito.
Quello su cui scrivo abitualmente, in cui ho trovato molti amici, tante affinità.
Dovete iscrivervi, gratuitamente,  poi potete iniziare l'avventura. Leggere le tantissime storie singole o condivise, commentare, scrivere a vostra volta. Ogni argomento é ammesso, naturalmente nei limiti del buon gusto e dell'educazione. Da qui sono partiti tanti scrittori, qui in tempi migliori (diciamo che ultimamente si é abbassato il livello sia di partecipazione che di scrittura) ci sono state collaborazioni importanti ad esempio Giorgio Faletti ed altri famosi.
 Da qui sono partiti dei contest di ERI e di Fabbri Editori, qui molti, io fra quelli, hanno imparato molto, piu' che in un corso di scrittura creativa.
E' stata una bellissima scommessa di alcuni ragazzi entusiasti, seguiti da moltissimi scrittori altrettanto entusiasti, ma che poi non hanno saputo piu' gestire il tutto. Ora la piattaforma é stata acquisita da Harper Collins, gigante editoriale che non ha reso ancora ben chiaro quali sono i suoi programmi. Intanto noi scriviamo aspettando tempi migliori
Se vi va, fatelo anche voi.  

 http://www.oggiscrivo.it/
Sito letterario in cui si scrivono e si leggono racconti brevi, poesie ed aforismi. Anche qui iscrizione gratuita, anche qui molto da leggere e se si vuole da scrivere. Gli scrittori sono tutti molto educati, a modo, gentili (fin troppo) e, forse, molti di loro un po' "antichi". Non ci vedo proprio giovani talenti che scrivono storie maledette. Pero' sito onesto, propositivo, con premi e votazioni di merito.
Vale la pena provare.


Marisa Cappelletti

martedì 26 luglio 2016

20Lines-Racconti a piu' mani

Sto scrivendo con altri amici una storia thriller-horror-comedy. Non é terminata, ma qui di seguito ci sono alcuni passaggi.
Chi sa riconoscere i personaggi? 
Certo la copertina.....






Noi e Misery: misteri e delitti


Me ne stavo li, sotto quella ex baleniera russa trasformata in lussuosa nave da crociera a chiedermi come avevo potuto accettare un invito anonimo per trascorrere 10 giorni a bordo della barca, io che ho sempre sostenuto che piuttosto che una crociera meglio un concerto di Bobby Solo!
Aspettavo ansiosa i miei compagni di avventura, gli stessi che scrivevano con me racconti vari e poesie, gli stessi che avevano ricevuto il misterioso invito:
"La S.V. é invitata ad una crociera nelle Baleari a bordo dello yatch Misery. All'imbarco i Signori Partecipanti riceveranno istruzioni ed esaurienti spiegazioni.
Si prega di confermare entro 15 giorni dal ricevimento del presente biglietto."
Senza firma.
I miei compagni di penna si erano dimostrati entusiasti dell'opportunità e del mistero che aleggiava intorno all'invito. Ed io mi ero lasciata convincere, nonostante il nome della barca.
La nave pareva deserta, ma forse l'equipaggio stava ricevendo in coperta le ultime raccomandazioni e poi era ancora presto.
All'improvviso alle mie spalle risate, schiamazzi, richiami echi di passi affrettati e di valige trascinate.
Eccoli i miei compagni, erano arrivati!

..................................................

Facevo fatica a seguire il filo del discorso. La mia mente lavorava rapida, beh quel minimo che le é ancora permesso di fare, unendo personaggi ed indizi per cercare di capire in quale situazione ci fossimo cacciati. Incrociai lo sguardo preoccupato di Massimo ed intravidi quella strana figura dai capelli rossi scomposti che stava letteralmente scivolando fuori dal salone. Nell'angolo piu' sperduto della mia poca memoria stava pulsando una luce intermittente: mi ricordava qualcuno, quella enorme bocca rossa non so perché faceva comunella con il viso inquietante del Capitano.
Ma non riuscivo ad andare oltre. Intorno a me era tutto tranquillo. Gli amici bevevano ridendo e chiacchierando, l'equipaggio in uniforme di gala intratteneva le signore, il Capitano....il Capitano, non visto da Gabriele che per un attimo aveva distolto lo sguardo, stava fissando con quegli occhietti inquietanti dietro gli occhiali piu' da studioso che da marinaio, la porta laterale del Salone, come se stesse aspettando qualche cosa. All'improvviso questa si spalanco', un sorrisetto tra lo scherno ed il divertimento apparve sulle labbra sottili del Comandante, ed una ragazzina bionda, con due trecce strette e lunghe apparve sulla soglia. Teneva al guinzaglio un mastino sbavante che ringhiava piano. Un silenzio assoluto cadde tra gli invitati.
La ragazzina ci fisso' tutti uno ad uno ed il suo sguardo aveva il calore delle fiamme dell'inferno.
"Eccovi qui finalmente", la voce profonda vibrava di rabbia "voi che scrivete storie e non conoscete i mondi che ci sono dietro, voi che credete di aver capito e non sapete, noi siamo i personaggi, noi siamo i vostri peggiori incubi e voi siete le nostre prede perfette."
Si giro' di scatto verso il Capitano e sorridendogli come uno squalo sorride al suo pasto preferito: "Ecco Papà, che la festa cominci!"


Marisa Cappelletti





domenica 24 luglio 2016

Domande domenicali



Chi sei?

E tu, tu che ti arroghi il diritto di voler conoscere,
chi sei tu?
Non sai che ognuno é? Ti piaccia o meno il modo
od il pensiero,
l'incedere e la strada percorsa le lacrime o il sorriso
noi siamo qui.
Schiera di anime in un mondo che si sta perdendo,
combattenti stremati.
Poco importa chi siamo e come siamo o saremo,
noi pensiamo, dunque.....
Non ti riconosco perciò dimmi
e tu, tu chi sei?


Invito

Ma tu che pensi di sapere tutto,
che credi di poter disfare
matasse aggrovigliate e poi accomodare
ogni cosa che prima avevi distrutto
con rara cattiveria ed animo perverso
credendomi più debole dunque assai diverso
da te che sempre sai fare la cosa giusta,
che ti convinci che l'esistere consista
nel prevaricare chi non pensi come te
quel poco che ti passa in quella testa
zeppa di aria, ma tu che ascolti questa
mia pacata lamentela senza poter capire
quanta pena mi fai per il tuo stolto agire!
Ma tu che ancora resti qui senza alcuna ragione,
ma te ne vuoi andare povero il mio co....ne?


Marisa Cappelletti







sabato 23 luglio 2016

Giochi tragici

Chi non ha sentito parlare, chi non ha scaricato sullo smartphone, chi tra i giovani non gioca a Pokemon go?



Per richiamare l’attenzione su  una grande tragedia  è stata lanciata una commovente campagna di sensibilizzazione per salvare i bambini siriani, vittime innocenti di una brutale guerra civile che dura da 5 anni. “Invece dei Pokemon, trovate e salvate noi“, dicono i bambini siriani vittime della guerra, esponendo dei cartelli dove sono disegnati i personaggi del celebre gioco.Un appello struggente, che ci fa sentire tutti meschini nelle nostre priorità e abitudini quotidiane.La campagna è stata lanciata dall’organo di comunicazione delle forze rivoluzionarie siriane (The Revolutionary Forces of Syria Media Office). L’ente ha diffuso diverse immagini di bambini siriani, mentre mostrano alcuni cartelli con i disegni dei Pokemon e i messaggi in arabo in cui chiedono di essere salvati dalla guerra.


Marisa Cappelletti




Basta!

Attacco ieri pomeriggio a Monaco di Baviera


Non ho, non ci sono piu' parole: questa é una guerra in cui i nemici sono invisibili ed imprevedibili .
Questa é una guerrra, assurda come tutte le guerre, folle come ogni guerra, ma va combattuta, l'Europa de ve fare qualche cosa in piu', non solo difendersi. A volte non basta, a volte é troppo tardi!  


Marisa Cappelletti




giovedì 21 luglio 2016

Ricordi della sera

Fellinianamente...




I ricordi

Caroselli perpetui
di pagliacci e di musici
tristi parodie di un tempo
sfuggito alla ragione.

Girotondi fanciulli
di memorie rimaste
come zucchero e miele
in un amaro caffè.

Attori smemorati
di sgangherate commedie
e di quotidiani drammi.

Guitti girovaghi
su carrozze perdute
in strade sconnesse:
ricordi.


Marisa Cappelletti



Dedica del pomeriggio




Sei la mia città.
Soffocata dallo smog, dal caldo estivo che scioglie l'asfalto
e dalla nebbia che ti entra appiccicosa in gola durante l'inverno gelido.
La gente corre, corre sempre. Corre per prendere al volo l'autobus
strapieno, per acchiappare la metro che chiude sempre le porte
quando sei quasi arrivato. Corre per attraversare il caos di auto sulla
circonvallazione e riuscire a "beccare" almeno il giallo del semaforo.
Corre a casa, corre per uscire di casa, per sport o per necessità.
Sei la mia città.
I ragazzi verso sera affollano i bar del centro, del Sempione, dei Navigli
per il rito dell'aperitivo. Musica e chiacchiere, cibo e risate. Tutti i ragazzi
che incontri sono belli, tutti i ragazzi sorridono, tutti i ragazzi amano e si
amano: sono i giovani della mia città, come vorrei vederli.
Ma le tue strade sono piene di disoccupati, di disperati, di persone arrivate
da ogni paese del mondo, le lingue si mischiano, come si mischia la disperazione
ed anche se si fa molto, quel molto non é mai abbastanza.
La notte sei pericolosa: posso essere fortunata e non incontrare niente, posso
essere nel posto sbagliato forse nel momento sbagliato ed incappare in tutto.
Sei la mia città ed io ti amo cosi' come sei:

sei la mia Milano.


Marisa Cappelletti




Pensiero del mattino

Osservando un mare virtuale...


Vorrei stare in mezzo al mare con chi mi ha ridato la vita, andare alla deriva guardando i gabbiani che giocano e le vele che sbattono, fissare il blu sopra di me fino a confonderlo con le onde, sentire nel vento la mia storia che mi accompagna, ascoltare la sua voce che tante volte mi ha salvato, svanire con lui in un abbraccio indissolubile, senza lasciare traccia.


Marisa Cappelletti




lunedì 18 luglio 2016

Ne me quitte pas

Edith Piaf nata a Parigi il 19 Dicembre 1915, morta a Grasse il 10 Ottobre 1963, é stata e continua ad essere la piu' grande cantante ed autrice francese dello scorso e dell'attuale secolo. 

Edith Piaf è stata la maggiore "chanteuse realiste" francese tra gli anni '30 e '60. Nata a Parigi il 19 dicembre 1915 il suo vero nome è Edith Gassion. Sceglierà il nome d'arte di Edith "Piaf" (che in argot parigino significa "passerotto") in occasione del suo debutto, nel 1935.
Di origini sfortunate vive la propria infanzia nella miseria . Sua madre era una livornese, Line Marsa, cantante sposata al saltimbanco Louis Gassion. La leggenda vuole Lina l'avesse partorita per strada, aiutata da un flic, ossia un poliziotto francese.
Trascorre parte dell'infanzia nel bordello di Nonna Marie in Normandia. Poi ha un'audizione al "Gerny", locale con cabaret; importante è la protezione di Louis Leplé, suo primo impresario .
Il debutto avviene nel 1935, con un abito nero fatto a maglia, di cui non riesce a terminare le maniche, e coperta alle spalle con una stola per non emulare la grande Maryse Damia, incontrastata regina della canzone francese del momento. La sua scalata al successo avrà inizio a partire dal 1937, quando ottiene un contratto con il Teatro dell'ABC.
Quello che colpiva chi la sentiva cantare è che nelle sue interpretazioni sapesse usare di volta in volta toni aggressivi e acidi, sapendo magari passare subitaneamente a inflessioni dolci e venate di tenerezza, senza dimenticare quel certo spirito gioioso che solo lei era in grado di evocare.
L'universo cantato nei suoi testi è spesso quello degli umili, di storie meste e sconsolate tese ad infrangere tropo facili sogni, cantate con una voce che trasmette il mondo dell'umanità quotidiana con il suo sconfinato e straziante dolore.
Collaboratori importanti che realizzeranno questa affascinante miscela, nomi che in definitiva contribuirà lei stessa a lanciare nel mondo dello spettacolo, saranno personaggi in seguito celeberrimi e irripetibili, come Yves Montand, Charles Aznavour, Eddie Costantine, George Moustaki, Jacques Pills e tanti altri.
E' anche attrice in una decina di films, dopo altri successi tra cui "Milord", l'intensa "Les amantes d'un jour" e "La vie en rose", canzone quest'ultima simbolo della sua persona.
Dopo un periodo di sconforto per la morte in un incidente del terzo marito, il pugile Marcel Cerdan, raggiunge la celebrità mondiale con "Non, je ne regrette rien".
La grande cantante si è spenta il 10 ottobre 1963. La salma riposa a Père Lachaise, cimitero parigino delle celebrità.

Mi piace ricordarla in un duetto "virtuale" poco conosciuto ma splendidamente emozionante con un altro grande cantautore francese Jacques Brel:

Ne me quitte pas
Edith Piaf e Jacques Brel


Marisa Cappelletti

domenica 17 luglio 2016

Luna

Dedicata a questo imminente plenilunio, che ci promette un astro luminoso ed enorme.
Dedicata a chi, guardandola nelle notti chiare, riesce a sognare, nonostante tutto.
Dedicata a chi é convinto che la Luna abbia uno sguardo benevolo, una sorta di predilezione per gli innamorati.
Dedicata a Lei: Sua Maestà la Luna. 


Ancora, Luna

Che potrei dire che non ho già detto
quando nessuno mi ascoltava piu'?
Quando la notte lei si nascondeva
per non vedermi piangere le assenze
che incombevano pesanti su di me?
Quando le nubi dense all'improvviso
scostavano le vesti su nel cielo
per lasciarla splendere algida e fredda
su un'insonnia che faceva male
che bruciava dentro la mente disperata?
Eterna Luna leggenda menzognera
culla di amanti che non si amano piu'.
Polvere d'argento violata e calpestata
da chi sogni impossibili sognava,
illusione lontana che naviga nel blu.
Guardami Luna parla ancora di te
raccontami la vita, sorridi da lassu'
il tuo sorriso beffardo, gli occhi lontani.
Ancora una volta illudimi cantami l'amore
mentimi dolcemente, fallo ancora per me.


Marisa Cappelletti




Domenica



Relax

Fermati e guardati dentro
chiudi gli occhi un momento.
Arresta i pensieri affollati
che spingono per esser seguiti.
Ascolta la musica intorno
amati per un solo giorno.


Marisa Cappelletti




sabato 16 luglio 2016

Sabato

Arduo in questi giorni (ci mancava giusto il tentato golpe o pseudo tale della Turchia) trovare un po' di leggerezza. 
Ci provo, é per un momento di distrazione. 
Piombo

C'erano una volta, tanti ma tanti anni fa, due cuori non solitari no, ma troppo giovani e danzanti, con tanta voglia di dare, forse più di avere e con molto se non tutto ancora da imparare.
Si incontrarono in una antica estate, ballarono al suono di un violino bruciante, mancarono un battito e si amarono senza riconoscere l'amore, batterono all'unisono senza capire il perché, soffrirono quello che non c'era da soffrire, vissero la loro prima estate gonfia di mare e di sole, di incertezze e paure, di dolcezza e di abbandono: l'estate perfetta.
Le vacanze sono brevi ed effimere, il mare s'incattivisce ed il cielo cambia, corre via, il vento torna a soffiare freddo e porta con sè quei sentimenti ancora sconosciuti, tutte le timide speranze, i desideri mai espressi.
L'anno seguente tornò l'estate ed i due cuori si sorpresero ancora lì tra la rena e le onde e, forse sperando, si ritrovarono per un'altra vacanza ed una vecchia avventura.
Si sfiorarono ancora ed ancora per altri anni ed altre estati ma, troppo giovani per capire, troppo aperti per restare, non si riconobbero ed ognuno andò per il suo mondo.
Il mondo gira come gira il tempo ed a volte nel vortice succedono fatti strani.
Le due pompe erano invecchiate, come tutto il resto. Facevano più fatica a compiere il loro lavoro, erano tristi, stanche e svuotate. Non se la sentivano più di battere per qualche cosa di diverso dalla solita routine.
Tump, tump, tump, ritmati e senza slanci, cuori pallidi e sfiatati.
Il piombo, dovuto ad anni di incuria e di mancanza di stimoli, li aveva ricoperti e li stringeva
in una morsa arida e cattiva.
Un bel giorno, per un caso del destino, forse sollecitato o forse già scritto, in un'ennesima estate, l'ennesima solita e solitaria estate calda e pesante, i due si ritrovarono.
Uno di fronte all'altro, anche se lontani, mancando un battito, come in quella ormai polverosa vacanza di mezzo secolo prima.
Quanti ricordi, quanta esistenza, quante emozioni da confidare, da ascoltare.
Un giorno dopo l'altro, un mese dopo l'altro.
Passò l'estate arrivarono autunno, inverno, primavera ed ancora estate e poi altre stagioni ancora, senza che i due se ne accorgessero, portati dall'onda di racconti di gioie e dolori spesi in due vite diverse.
E, non si sa se all'improvviso o piano piano, su quegli involucri che pesavano e stringevano iniziarono a formarsi delle crepe.
E più passava il tempo più diventavano profonde, fino a quando la grigia crosta iniziò a spaccarsi, a cadere.
I due anziani motori ne rimasero sconcertati, sorpresi, certo sconvolti cercarono inutilmente di riattaccare le vecchie corazze.
Niente da fare perchè, chissà per quale recondita ragione, avevano ricominciato a battere forte ed il piombo non riusciva più a contenerli.
Inoltre anche il colore era cambiato: era diventato di un rosso sospetto, mai più avuto dai tempi della gioventù.
Alla fine, increduli, avevano dovuto arrendersi all'evidenza che li aveva fatti tornare pulsanti e pompanti, anzi pimpanti: si erano innamorati!
Certo, avevano tenuto dentro, là in fondo, ognuno un pezzettino dell'altro, di quelle estati di quella musica e dei colori. Non si erano mai dimenticati, ma che succedesse così, in questo modo no, non se lo erano proprio aspettato!
Dapprima cauti, vergognosi dei propri sentimenti e poi spericolati, rinati e sicuri, si erano lanciati ed aperti ancora una volta, avevano lasciato entrare ed uscire tutto quello che sentivano e volevano dare. Dopo aver deciso, forse per l'ultima volta, di essere nonostante il tempo trascorso, gli acciacchi, il peso degli anni e dei ricordi, le vite già scritte e lontane, ancora giovani.
Oggi battono due cuori rossi e felici di essere tornati liberi, di essersi costruiti la loro immaginaria e perenne vacanza, battono insieme e si amano da lontano perché purtroppo non si sono mai più ritrovati dopo quelle estati perfette, stretti l'uno contro l'altro.
Però, come da cuori navigati ben sanno, nella vita nulla é scontato e, come gira il mondo, così può girare anche il vento, a qualunque età, per qualsiasi cuore ed allora...


Fine (o forse no)


Marisa Cappelletti




venerdì 15 luglio 2016


Nizza, 14 luglio 2016 ore 23



Attacco terroristico nella notte  a Nizza: un camion lanciato a tutta velocità sulla Promenade des Anglais provoca una strage tra le migliaia di persone che stavano festeggiando la ricorrenza nazionale della presa della Bastiglia, momento cruciale della Rivoluzione Francese nel 1789.
Musica, fuochi d'artificio, in Place Massena risuonavano le meravigliose note del Bolero di Ravel, la gente riempiva le strade e le piazze.
Alle 23 circa un camion, infrangendo il divieto di transito sulla Promenade des Anglais, piombava sulla folla falciandola, poi iniziava una sparatoria a raffica sulla gente.
Per ora il bilancio é di 80 morti, molti feriti gravissimi e piu' di cento altre persone ferite.
Sembra che fosse un solo uomo a bordo del camion bianco, un 31enne di origine tunisine, ucciso poi dalla polizia. Tutto é ancora da definire, tutto é ancora in sospeso.
Certa una sola cosa: siamo tutti bersagli di una follia inarrestabile!
Non riusciamo a comprendere, noi persone comuni e ragionanti, i mezzi ed il fine di questo terrore,
non accettiamo la violenza e la pazzia di questi terroristi spietati che non comprendono quanto controproducente sia questa strategia senza domani.
Possiamo soltanto, noi persone comuni e ragionanti, qualsiasi sia il nostro credo religioso e politico, reagire con civiltà, dignità e fermezza.
Con infinita tristezza e cordoglio ci stringiamo alla Francia tutta, ancora una volta vittima innocente di un terrore che un nome ce l'ha ma che mi fa ribrezzo pronunciare o scrivere.




Marisa Cappelletti



giovedì 14 luglio 2016

Forse



Verrà

Verrà il giorno
Verrai da me
Sarà il Sole.


Marisa Cappelletti




Giallo o horror

Fate voi se l'uno o l'altro.
L'unica certezza é la sintesi.



L'Architetto

Entrò con passo elastico nel palazzo tutto vetri e acciaio dell'archistar del momento e si diresse verso gli ascensori.
Una avvenente rossa, forse più che avvenente strepitosa, incrociandolo gli lanciò uno smagliante sorriso, guardandolo con ammirazione.
Pur notandola, la sua mente rimase occupata completamente da Amber, la perfetta creatura e complice ideale che, nell'attico sul fiume, l'avrebbe aspettato ed amato per sempre, con dedizione unica.
Entrò nell'enorme reception bianca e si diresse all'immensa scrivania dove, dietro ad un Mac ultimo modello lo aspettava sbattendo le ciglia Germaine, la segetaria di Starck.
Come ogni oggetto in quella stanza anche Germaine era un super ultimo modello. Un modello di bionda, di abbigliamento firmato, di efficienza. Ci pensò un attimo, ma uno soltanto. No, lei no, troppo algida, troppo perfetta, non sarebbe piaciuta ad Amber.
La riunione si protrasse per oltre tre ore. La sua pazienza era arrivata più volte al limite, ma lui era riuscito a controllarsi, come sempre. Finalmente, dopo i saluti d'obbligo poté uscire e sull'ascensore incontrò ancora la rossa.
Senza nemmeno una parola gli si incollo' addosso e lo baciò con quella bocca a ventosa. Dissimulando il disgusto lui corrispose il bacio e, scesi al primo piano, la trascinò in un ufficio che sapeva vuoto.
La abbracciò, le prese il viso ben truccato tra le mani, le accarezzò il collo e strinse, strinse fino a farle perdere i sensi. Poi la immobilizzò con i lacci che si era portato nella 24 ore.
Si svestì con calma, infilò la tuta da lavoro, mise delle sopra- scarpe, stese dei fogli di plastica tutt'intorno e sotto la scrivania e, coltello da caccia in mano, sorriso crudele sotto la mascherina chirurgica, aspettò che la rossa rinvenisse, per poter leggere, con l’avidità e l’immenso piacere che sempre provava in queste circostanze, sul  volto stravolto tutto l'orrore possibile.
La sera, a casa, Amber sarebbe stata orgogliosa di lui.



Marisa Cappelletti




mercoledì 13 luglio 2016

12 Luglio 2016, Puglia, Mattina



Tra Andria e Corato, piccoli paesi della Puglia, due treni regionali si sono scontrati frontalmente su un binario unico.
Non é il momento, a mio parere, dei perché e delle colpe, ci penseranno poi gli organi competenti a ricostruire i fatti, ma é il momento del silenzio, del rispetto, del dolore condiviso.
E' il momento della solidarietà forte ed importante, quella dimostrata da tutti coloro che hanno lavorato e stanno lavorando duramente intorno e dentro quei rottami indistricabili: primi fra tutti i Vigili del Fuoco ed i Medici e poi Polizia, Carabinieri,  Volontari tutti. E' il momento di quest'Italia generosa che ha risposto e sta rispondendo con il proprio sangue al bisogno degli Ospedali e dei feriti tutti.
E' il momento del dolore e dell'orgoglio, del pensiero alle vittime e della speranza per i feriti.
Tutto il resto per ora, e solo per ora,  non ha importanza.


Marisa Cappelletti





lunedì 11 luglio 2016

Hooray Portugal!

Evviva il Portogallo che ieri sera ha meritatamente vinto la Coppa Europea di Calcio!


E come titola la Gazzetta dello Sport stamattina:


"Portogallo, l'Europeo è tuo!
 Eder giustizia la Francia. 
CR7 dal dramma al trionfo."

Con tutto il rispetto per la Francia.


Marisa Cappelletti



Lunedi'

Buongiorno! 
E se cominciassimo la settimana con tanto amore?



Amanti

Nel silenzio della stanza,
perduti in un abbraccio
di inaspettato abbandono,
regalandosi attimi eterni
che esplodono bruciando,
due impossibili amanti
liberano le anime, sognando.



Il mio Amore

Soltanto
Sempre
Ancora
Tu
Il tutto.



Amami ancora

Pensami
con quell'intensità che ora conosci

Cercami
con l'impegno del cuore e dell'anima

Sentimi
con la musica ascoltata nei tuoi silenzi

Guardami
con gli occhi della mente che brucia

Amami.


Ecco qui. Troppo? Ma no! L'amore non è mai abbastanza, 
E buon lunedi'.


Marisa Cappelletti





domenica 10 luglio 2016

Di me

Non consideratela macabra, vi prego! Non vuole assolutamente esserlo.
E' fonte di vita.



Blood&Mari


Arriva fluido e brillante al cuore
Fa il suo giro e poi riprende la corsa
Senza sosta né indecisione alcuna.

Scorre veloce e caldo nelle vene
Si ghiaccia se uno sconvolgimento
Esterno mi ferma  un attimo l’anima.

Mi lega per sempre ai miei figli
Mi avverte dei loro cambiamenti.

Sale alla mente d’un tratto,  compagno
 di un pensiero  che la sconvolge.

Defluisce dal viso immobile
Se un attimo mi toglie il respiro.

Rosso come un papavero rosso
Scuro come una rosa di notte

Denso quando forma una macchia
Di ferro pungente se rimane fuori da me.

Va e poi torna,  torna e poi va
Fluido perpetuo e fragile
Di  un corpo che sopravvive.

Fine e mezzo  di sensazioni e di vita
Si mescola al tuo con l’amore
Ti chiama quando non ci sei.
  
 


 Marisa Cappelletti





sabato 9 luglio 2016

Sabato di fuoco



La temperatura sale, sale, non c'é tregua é un giorno di fuoco tutto intorno l'asfalto si scioglie e l'aria scotta la pelle.
Per un sabato bollente allora...
Smoke on the water!!!
E mi raccomando pomp up the volume


Smoke on the water
Deep Purple & Led Zeppelin & Eric Clapton & London Simphony Orchestra



Marisa Cappelletti




venerdì 8 luglio 2016

Concorsi letterari



Per chi scrive, per chi se la sente di mettersi in gioco, per chi pensa di avere qualche cosa da comunicare agli altri: storie, parole o sensazioni che siano, ecco una piccola selezione di concorsi letterari:

Premio Internazionale Poesia e Narrativa – Le Grazie Porto Venere La Baia dell'arte
IV Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Luglio 2016

L'Italia del FAI
I Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Luglio 2016


Concorso letterario di Ostia "99 Parole" dedicato ai racconti brevi
III Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Agosto 2016

Concorso Mario Soldati 2016
IX Edizione
Scadenza iscrizione: 15 Settembre 2016



Marisa Cappelletti




giovedì 7 luglio 2016

Vivere

Il buon vecchio Charles tra un bicchiere e l'altro di rum o di birra mischiata a qualunque cosa purché alcolica, a volte, ma solo a volte, sapeva essere saggio:



Heinrich Karl Bukowski meglio noto come Charles Bukowski nasce ad Andernach (Germania) il 16 agosto 1920,
E' stato poeta e scrittore statunitense di origini tedesche (la famiglia si trasferi' negli Stati Uniti nel 1925), anche con lo pseudonimo di Henry Chinasky. 
Noto per il suo amore per l'alcol, il brutto carattere, la libertà di costumi, la promiscuità e l'approccio piu' che diretto a qualsiasi argomento, ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti, migliaia di poesie per un totale di oltre sessanta libri.
Molti film sono stati tratti da suoi romanzi e racconti, molti altri gli sono stati dedicati, altri ancora raccontano la sua burrascosa vita.
Muore alcolizzato e disfatto il 9 marzo 1994 a San Pedro, California.


Se succede qualcosa di brutto
si beve per dimenticare;
se succede qualcosa di bello
si beve per festeggiare;
e se non succede niente
si beve per far succedere qualcosa.
(Women, Donne)


Marisa Cappelletti



mercoledì 6 luglio 2016

Certi amori...

Ah certi amori....
Oggi si va sul rosa! 
Che piu' rosa non si puo'. 


Fallo dolcemente


C'é il sole.
E , ebbene si', c'è anche il mare.
Poi ci sono io: diciassette anni ed un sacco di spigoli. Nel corpo e nel carattere. Non mi sento bella, non mi sento particolarmente intelligente né piacevole, ho i capelli ricci ed il seno piccolo, non ho nessuna esperienza con i ragazzi. Almeno quell'esperienza di cui tutte parlano ed alcune si vantano. Ma nonostante le incertezze sono sicura di una cosa: voglio lui. Lui che non mi fa mangiare, lui che non mi fa dormire, lui che mi guarda e mi sorride con quel sorrisino furbo, lui che mi stringe mentre balliamo e poi sparisce per giorni, ed io muoio.
E' vacanza ma anche sofferenza. E' il mio primo vero amore. E non credo di aver trovato il ragazzo giusto per questa cosa importante. Non sono quella giusta per lui. Lui cosi' bello ha bisogno di qualcuna altrettanto bella non di una ragazzina come me, lo so. Ma non posso farci niente, credo che lo amero' per sempre.
La spiaggia il mare ed il sole resteranno li' mentre io me ne vado e torno alla mia solita vita. Lascio qui la mia anima ed il mio amore maltrattato.
Vieni a dirmi addio ma, ti prego, per una volta, per me, fallo dolcemente.

C'é il sole.
Il mare é lo stesso, ma io sono cambiata.
Ho ventuno anni, sono maggiorenne, consapevole delle mie possibilità, sono cresciuta anche fisicamente, credo di essere se non bella, almeno piacevole, ho una certa cultura, qualche esperienza ed il mio amore. Si' lui! Quello dal sorriso furbetto. Ci siamo ritrovati sempre qui ogni estate, ho scoperto di piacergli, scoperto che tornava per me, che si stava innamorando proprio di me! Lui é un poco piu' grande, si laureerà a breve, farà il servizio militare e poi...poi chissà. Verrà, come ha già fatto altre volte, nella mia città e forse mi farà quella domanda che ho sempre sognato mi facesse. Ora pero', in questo momento, sono pronta per lui. Finalmente mi amerà. E lo farà dolcemente.

C'é il sole.
Ma non scalda, non mi scalda.
Ho quarant'anni, ma é come se ne avessi cento. Quante cose sono successe, quanto é cambiata la mia vita. Accanto a me non c'é nessuno, non piu'. Il bel ragazzo di un tempo? No, lui l'ho scordato da tanto, non so piu' dove sta e se sta. No, non é vero che l'ho scordato, a volte ci penso, penso a come mi sono comportata, a come l'ho abbandonato al suo destino senza spiegare, senza farmi mai piu' sentire. Un comportamento orribile. Ma avevo paura, non avevo sicurezze, non volevo lasciare la mia città e cosi', dopo poco ho sposato un altro. Mi sono illusa, ho creduto fosse amore, ma ben presto questo amore ha cambiato faccia: é divenuto gelosia, disprezzo, violenza. Ho subito, accettato, pianto. Mi sono fatta e mi hanno fatto molto male. Troppo.

Un giorno, un bel giorno in fondo, mi sono svegliata da un pericoloso letargo e me ne sono andata. Senza strepiti né rimpianti, l'ho fatto dolcemente.

C'é il sole.
Mi abbronza e scalda il cuore di cinquantenne serena.
Scalda anche il mio adorato Ambrogio, pastore tedesco che mi riempie la vita, che mi ama in modo incondizionato e mi difende con fedeltà assoluta. Ho cambiato la mia esistenza, l'ho riempita di amici, di interessi, di pagine scritte. E pubblicate. Si', scrivo. Poesie, romanzi. E, successo o no, sono soddisfatta e felice.
Uso il pc come un esperto: navigo, cerco, ricerco e trovo. Cosa? Vecchie conoscenze, nuovi amici scrittori e....lui. Si', il ragazzo dal sorriso furbetto! Il mio primo amore.
Con mia enorme sorpresa é stato felice della mia mail, ha risposto subito e subito ci siamo raccontati un sacco di cose. Lui ha trovato tra le righe del computer una tristezza che cercavo di nascondere ed io allora gli ho raccontato, a lui che non conoscevo piu', la mia vita per tanto tempo disperata. L'ho raccontata come non avevo mai fatto con nessuno, come se non ci fossimo persi per piu' di un quarto di secolo. E lui ha avuto parole di comprensione, d'affetto, parole giuste, da uomo sensibile ed intelligente quale sono sicura che sia. Mi ha consolata e l'ha fatto dolcemente.

C'è il sole.
Anche se gli anni sono passati, c'é ancora il sole.
E, ci crediate o no, c'é anche il mare. Lo so, é l'ovvietà dell'ovvio, ma a volte anche l'ovvio puo' essere sorprendente.
Non è stato facile, no. Per niente. Ma affrontare le sfide non mi ha mai fatto paura ed alla fine eccoci qui di fronte al vecchio caro mare che ci ha aspettato con tanta pazienza. Io ed il mio ragazzo dal sorriso furbetto, quello che pensavo avrei amato per sempre. E lo faccio e lo faro' per tutto il tempo che avro' ancora a disposizione. E' stato strano e bellissimo parlare di quello che realmente sentivamo e volevamo allora, é stato sconvolgente sapere e capire ora quanto ci eravamo amati senza mai dichiararcelo, quanto ci eravamo mancati e come non ci siamo mai scordati. Ora che i giochi sono fatti, che l'età ci consente la sincerità assoluta, ora ci amiamo finalmente come si ama il grande amore della vita, quello che non sempre capita e si riconosce. Ce lo diciamo ogni momento, prendendoci per mano e guardandoci negli occhi che per noi due sono esattamente quelli di allora.

E lo facciamo dolcemente.


Marisa Cappelletti

martedì 5 luglio 2016

Di me



Da tre giorni frequento, purtroppo, un Ospedale ritenuto un'eccellenza, un polo di ricerca, un'università all'avanguardia. L'intervento che una persona della mia famiglia ha subito é stato un intervento pesante, ma  fortunatamente considerato di routine. Il paziente ed i famigliari prima dell'intervento sono seguiti, informati, messi nella condizione di fiducia totale nei confronti dei chirurghi, dei medici e degli operatori tutti. Esiste un pool specifico che si occuperà della terapia del dolore perché le persone operate non dovranno soffrire nemmeno dei fastidi. Tutti gentili, disponibili, professionali.
Bene.
Evviva la Sanità italiana.
Salvo poi accorgersi che non esiste questa grande e nemmeno normale disponibilità, che devi cavartela da te, che se suoni il campanello non arriva nessuno, che se hai un problema non ti viene spiegato nulla e devi insistere per avere attenzione e cure che ti dovrebbero essere  somministrate senza bisogno di insistere, che gli infermieri e mi spiace per la generalizzazione, ma di eccezioni non ne ho trovate, non sono disponibili, ti rispondono anche in modo sgarbato, che se ne vanno tutti insieme a mangiare o fare non si sa che e lasciano il reparto abbandonato a sé stesso, che in tre giorni non si é visto un medico,
Pero' la camera é bellissima: solo due pazienti in tanti metri quadri, tinte chiare, bagno con doccia in camera, menu' a la carte con prenotazione, finestre panoramiche con vista sul verde, aria condizionata, Wi-fi, televisore piatto (a pagamento).
Ed in ogni parte dell'ospedale che conta diversi edifici, cartelloni, biglietti, dichiarazioni e chi piu' ne ha piu' ne metta, sull'eccellenza dei servizi, sugli infermieri che piu' professionali e di cuore non si potrebbero avere, ringraziamenti a profusione con biglietti e bigliettini d parte di pazienti eternamente grati.
Ma li', in quel reparto che purtroppo sono costretta a frequentare, proprio li', che sarà mai successo per stravolgere in questo modo l'eccellenza cosi' sbandierata del Polo all'avanguardia?
Indaghero'.


Marisa Cappelletti