venerdì 28 giugno 2019

Una qualsiasi notte di fine giugno



Il caldo è infernale: come se alcuni satanassi stessero davanti alle porte finestre ed alle finestre dell’appartamento a buttar dentro fuoco.

Tutto è surriscaldato, i ventilatori disturbano il sonno che non c’è con i loro ronzii,  ma sono incapaci di dare un po’ di sollievo.  Fuori il traffico è incessante anche se sono le tre. Ognuno cerca evasione da questo inferno  come puo’,  magari anche solo con un giro in auto.

All’improvviso gli allarmi scattano all’unisono come se una immensa banda di ladri avesse deciso di introdursi in tutte le case del paese nello stesso momento. 

Ma dentro il silenzio diventa assoluto: la corrente se ne è andata insieme al refrigerio meccanico dell’aria condizionata e delle pale in movimento, gli orologi digitali lampeggiano senza orario ed ogni cosa resta sospesa.

Ormai siamo tutti esperti: sovraccarico dovuto ai condizionatori .
Da esasperata, con una punta nemmeno tanto piccola di cattiveria. penso: ben vi sta! E provatelo anche voi il caldo africano che non dà tregua!

Resistono solo le luci del parco che, gialle nel verde, creano un’atmosfera quasi magica.  
Mi godo il silenzio, poi ascolto la mia musica preferita sul cellulare e mi rilasso. Penso. Ricordo. Mi arrabbio. 

Mi lascio prendere dalla nostalgia che ultimamente, causa fatti privati, si è trasformata in una profonda malinconia.
In questa notte insonne e soffocante rivivo i miei ultimi anni riempiti di attimi di gioia, di sentimenti insperati, perduti e ritrovati, d’affetto e di piccole soddisfazioni. 

Ma anche di disillusioni cocenti, di illusioni stupide e di bugie confezionate cosi’ bene da sembrare verità  indiscutibili.

E la musica accompagna discreta i pensieri e le speranze che, ultimi appigli di una vita in salita, non mi abbandonano mai, nemmeno davanti alle evidenze piu’ pesanti.

Lacrime? No! Lacrime per me non ce ne sono piu’ da tanto tempo: la corazza leggera e permeabile che mi sono ritrovata addosso fortunatamente mi impedisce il pianto. Almeno per certe situazioni .  Non  ora, non alla mia età. Tanto so che, come diceva nonna Lice, “quel che si fa di male agli altri poi torna raddoppiato “.

Non auguro nulla di male a nessuno naturalmente, ma so che chi mi ha ferito non ha e non avrà vita facile ed in fondo se lo merita!

Scaccio l’autocommiserazione forse causata dal caldo e vado a vedere come sta Agata, la mia cagnolona quasi diciassettenne  e per un cane non è certo il momento dell’adolescenza, ma di una vecchiaia tribolata  si’ ma resistente e tenace nei confronti della vita. 

Ansima e si lamenta nel  sonno: anche per lei questa notte è infernale. Si sveglia, mi guarda implorante: “per favore fai smettere  questi  orrendi 40 gradi ”

Posso soltanto portarla con me sul terrazzo, nell’illusione che un po’ d’aria prima o poi paassi di li’.

Poi, all’improvviso cosi’ come se ne era andata, la corrente torna e tutto ricomincia: ronzii, luci che si accendono e spengono, televisori che in piena notte trasmettono vecchi film e programmi culturali che non interessano a nessuno.

Noi due, vecchie ragazze disperate accaldate ed insonni, torniamo ai ventilatori, alle lenzuola stropicciate ed  al marmo che Agata spera sia piu’ fresco del suo lettino.

I pensieri della notte mi abbandonano per lasciare il posto ai programmi per domani, la nostalgia se ne torna nel suo angolo, un bicchiere d’acqua gelata mi farà male ma mi disseta , l’aria mossa da pale impotenti è calda tanto quanto quella che a dicembre esce dai caloriferi ed io..beh io continuo a non dormire ed a maledire il satanasso che mi sta gettando addosso il suo alito di fuoco. 

E domani le previsioni sono peggiori: farà ancora piu’ caldo! 
Vuoi vedere che l’Inferno è il luogo piu’ fresco e rassicurante in cui stare questa settimana?


Marisa Cappelletti


AC/DC
Highway to hell



giovedì 27 giugno 2019

Fiabe e favole

Non sono esattamente il mio genere: io le favole so solo raccontarmele ed il bello è che a volte ci credo! Ma ho provato ed il risultato non è poi cosi' male...





Marisa Cappelletti




mercoledì 26 giugno 2019

Rimpianti

In un giugno caldissimo, senza aria nè respiro, in una giornata vuota perchè la vita si è svuotata, una vecchia poesia riporta un rimpianto antico ed un dolore recente.



Avremmo potuto affrontare il fuoco
senza gli anni che opprimono il corpo ma liberano i pensieri.
Conoscere la ragione del tutto
aprendo le menti alla bufera che ci soffiava dentro.
Avremmo potuto contrastare i disegni
che il destino tracciava senza sosta nei nostri cieli lontani.
Trovare in quel respiro perduto
la leggerezza  dei sogni  che non ci aiutavano  piu’.
Avremmo potuto riscoprire gli amanti
che vigliaccamente si nascondevano dietro le nostre  fragili ombre.
Combattere quel che ormai siamo:
poveri  fantasmi impauriti dallo scandire feroce  del tempo.
                                     Avremmo potuto, si’.
                                             Avremmo
                                                Potuto
                                                   Si’.




Marisa Cappelletti



lunedì 17 giugno 2019

Poesia del lunedi' sera

Eh...l'inizio della settimana non è quasi mai un buon momento! 



Senza titolo


I tuoi dolci seni di giovinezza perduta
Le mie labbra amare di menzogne cercate
Un’estate scordata un autunno  infinito
L’inverno che abbraccia radici marcite
In terre straniere di fiori di gioia private.

Non resta piu’ niente, amore mai nato
Non ci resta niente se non il vuoto
Di vite ingannate e parole  sprecate da chi,
eroe di latta, fin dall’alba dei giorni
sapeva che non sarebbe restato.


Marisa Cappelletti



mercoledì 12 giugno 2019

All'improvviso

Un brutto momento e so che non passerà

/www.intertwine.it/it/read/LjANSZUb/la-mia-strada



La mia strada


E poi capita, ti capita che l’orizzonte
si chiuda all’improvviso
che quel che ti aveva ridato la vita svanisca
 senza  lasciare alcuna traccia nessun avviso
nessuna scia di un segnale di cio’ che è stato.

Gli occhi si chiudono alla luce che non illumina
le lacrime rifiutano la via del dolore
labbra asciugate ospitano sorrisi di scena
il silenzio uccide dell’esistenza il rumore
lasciando vuoti che non si colmeranno mai.

E poi capita, ti capita che la strada
sia sempre piu’ in salita
che la vetta non la raggiungerai e lo sai
anche se l’illusione di una conquista
ti aveva sfiorato per un attimo la vita.

I tuoi sogni sono sempre stati cosi’:
senza colore nè speranza
senza musici e ballerine ad accompagnarti
nel solitario  cammino  fatto di aguzze pietre:
penitenza eterna per un’anima innocente.


Marisa Cappelletti








sabato 1 giugno 2019

Aperitivo nel buio



Week-end

Nuvole nere contro il tramonto
Lacrime amare mai piante

Traffico sporco
del sabato sera

Bicchiere bugiardo riempito
Di perfido fiele mischiato
A montagne
Di zucchero amaro
Cacofonia di note sprecate
In canzoni puttane per foga
Di farsi ascoltare
Da orecchie serrate

Sudore e polvere grigia che scotta
Su città perse nel tempo presente
Che fugge
Urlando il terrore
Di un cielo vuoto e incombente
Su uccelli di morte e case riempite
Da amori perversi
E speranze perdute

Cervelli ubriachi
del sabato sera

Sogni impossibili uccisi nell’ora
Che nulla e nessuno risparmia
Fosche vedute
Di volti stravolti
Da risate stampate a forza su
Maschere oscene di smorfie sguaiate

Donna in attesa
di un cenno d’intesa
da una vita distrutta
in uno squarcio
di tempo svuotato
nel caos ordinato
del sabato sera.


Marisa Cappelletti