sabato 23 maggio 2020

Domenica

Oggi si esce! 
Certo, se il cane non stesse male (ha 17 anni povera e non scoppia di salute), se mio marito riuscisse per una volte a stare a casa da solo  e se non fosse previsto un bel temporalone.
Veramente da qualche giorno si è un po' piu liberi di uscire. Chiaramente con le cautele del caso: mascherine, guanti, distanziamento sociale, niente assembramenti, niente baci o abbracci a meno che non si conviva. 
Anche ieri si usciva.
Dunque facciamo la spesa! Al grande Supermarket la fila faceva paura. Beh ma io sono over 65 dunque una privilgiata, ho la fila dedicata. Certo, ma la fila per i "vecchietti" superava di gran lunga quella generica. 
In fondo la spesa magari la faccio piu' tardi. 
Allora andiamo in quel grande magazzino sulla Vigevanese, quello che vende tutto ma proprio tutto per lo sport. La fila di sportivi si allungava fino al parcheggio.  Improvvisamente, con il ritiro forzato abbiamo scoperto tutti quanti di essere runners, ciclisti, maratoneti e anche ogni ruolo quel che vi viene in mente. Ora poi che acquistare biciclette sarà facilitato da un bonus statale, faremo tutti il Giro d'Italia. Come minimo.
Vabbè i calzoncini da bici (no, non per me, ma per mia figlia)  un'altra volta.
Si va a Milano? No, in città no perchè pare che in centro, alla Rinascente, la fila si estenda per tutto Corso Vittorio Emanuele e questa volta non possiamo dar la colpa ai turisti, ci siamo solo noi milanesi o pressappoco.
Pazienza, tanto non mi serviva nulla.
E se facessimo un giro all'Ikea? E' qui vicino e magari trovo il tappeto del bagno e le tende per lo studio. Qui si rasenta la follia!  Pare che in questi mesi tutti quanti abbiano realizzato di dover cambiare l'arredamento di casa. Al risparmio che con i tempi che corrono c'è poco da scialare. Non è un buco libero nel parcheggio e la fila non termina nemmeno all'orizzonte.
L'impressione è che entrarci sia piu' difficoltoso che entrare al Padiglione del Giappone quando c'era l'Expo. E chi c'è stato sa di che parlo.
Cancelliamo anche gli svedesi e le loro polpettine con marmellata di frutti di bosco. Anche se il ristorante è chiuso le polpettine restano un must.
Dal parrucchiere non vado perchè ho appuntamento per il 31 di maggio, per la pedicure idem. Il cappuccino non lo bevo, il caffè a metà mattina non mi va, 
E non ho piu' l'età per rimandare tutto all'ora dell'aperitivo sui Navigli.
Dunque?
Dunque ieri si poteva uscire, ma son tornata a casa, ho pranzato e mi sono rilassata al sole sul mio amato terrazzo. Come sempre.
Sarà per un'altra volta.    


Marisa Cappelletti








giovedì 14 maggio 2020

Una storia


Le mani

Una mano sicura a scostare i capelli imbiancati dal tempo, il sorriso velato di nostalgia sulle labbra asciutte, Luisa penso’ al passato. Le prime carezze al viso della madre, i suoi capelli biondi che, lei bambina, inanellava intorno alle dita per addormentarsi, la sicurezza calda della grande mano del padre mentre stringeva la sua.
Il battito impazzito del cuore sedicenne quando la mano liscia del primo amore aveva sfiorato la sua con un gesto timido.
Lo smalto bianco perla delle sue dita aperte per ricevere il simbolo di un legame che eterno non era stato.
Le manine che stringevano il suo seno nella richiesta primordiale, famelica e consolatoria, del latte materno.
Guardandosi le mani macchiate dal tempo lascio’ fluire la vita , tutto l’amore ma anche il tanto dolore.
Le mani, tantissime, strette per convenienza e per affetto che l’avevano tradita, accarezzata, cercata e persa.
Le mani della figlia sempre colme di tenerezza e d’amore.
Quel cerchietto d’oro consumato alla mano sinistra del primo amore ritrovato e perduto perché dopo mezzo secolo, ad un certo punto della via, non è possibile imboccare bivi diversi.
La mano non piu’ ferma di un difficile compagno di vita che con esitazione ora si affidava alle sue di mani, dimentico dei drammi condivisi.
Seduta al sole, deliziata dal profumo dei gelsomini che riempiva l’aria, sorrise grata per cio’ che era stato ed appoggio’ con un gesto stanco le mani in grembo , decisa a godersi la grande bellezza dell’ennesimo tramonto.

Marisa Cappelletti
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sabato 2 maggio 2020

Bisogna farsene una ragione

Prendila cosi'...


Bella storia!


E’ arrivata rimasta passata.
Giorni, mesi , anni nascosta
tra pagine virtuali e lettere
riempite da parole mai uguali.
Squarcio sereno tra nuvole
elettriche e lievi sotterfugi
giocati in mille temporali.
E' stata una bella storia inutile
o forse necessaria  a due persone
in fuga da una realtà volubile
oppure troppo  stabile per ricordare
palpiti sopiti dalla  mera abitudine.
Bella storia amico mio, colpevole
per occupazione indebita di  un cuore
malandato disposto a regalare
l’ultimo posto libero in un vecchio
palco sold out da tempo immemorabile.
Siete precipitati nella realtà negata,
orfani della favola senza cielo né casa
da un custodito, stupido  ricordo affiorata.
E’ stata una storia bella e rimarrà cosi’
senza  rimpianti o lacrime, una bella storia.
Si’.


Marisa Cappelletti


N'oubliez Jamais
Joe Cocker