Dopo la poesia
Inevitabile
anche
Ladro di sogni
si é guadagnato il titolo di
"Storia del giorno"
su 20 Lines.
Spero piaccia anche a voi!
Rubava ai ricchi di sogni per regalare ai poveri
d'immaginazione.
Era il suo compito, tra tanti angeli a disposizione, avevano
scelto lui. Lui che si chiamava Candido e che in vita sua (quell'altra) non
aveva mai rubato nemmeno una briciola ad un uccellino!
Ma tant'é, quello era diventato il suo mestiere e lui
cercava di svolgerlo al meglio. Quando la città finalmente si quietava e la
notte si spalmava su case e cose, lui usciva in cerca delle sue vittime. Detto
in modo bonario, s'intende.
I migliori erano quelli che avevano poco o nulla: i loro
sogni erano zeppi di tavole imbandite, spiagge assolate, mari turchesi,
paradisi perduti per tutti ma non per loro. Anche i perseguitati dalla cattiva
sorte pero' non scherzavano: nei sogni erano tranquilli, amati, sanissimi ed
eternamente felici, di quella felicità che puo' esistere solo nei ghirigori di
una mente addormentata.
Lui li agguantava lesto, li metteva in ordine di argomento
ed importanza. Poi, l'anima piena fino a scoppiare, spiegava le ali ed andava
di letto in letto a caccia di poveri di sogni e desideri. Tutti abbiamo sogni,
direte voi. Si', ma alcuni hanno talmente cosi' poche speranze che nemmeno
profondamente addormentati riescono piu' a desiderare qualche cosa.
Si fermava vicino a ciascuno di quelli appartenenti alla
categoria dei bisognosi, sceglieva con cura e..zac! Improvvisamente i
lineamenti del dormiente si distendevano, il respiro si faceva leggero ed
un’ombra di sorriso appariva sulle labbra prima tese quasi a manifestare il
vuoto che avevano dentro.
Almeno per una mattina i poveretti si sarebbero svegliati
tranquilli, contenti di aver sognato, avrebbero potuto affrontare la giornata
con la mente occupata non solo dai problemi ma anche da speranze mai sperate.
Per il seguito del giorno poi sarebbero subentrati altri suoi colleghi che
avrebbero deciso il da farsi.
Ed i derubati? Beh, loro non se ne accorgevano nemmeno,
abituati com’erano alle loro fantasie notturne, ne avevano fatto una tale
raccolta che una piu’, una meno….
Una notte Candido aveva incontrato su una panchina nel parco
uno scrittore che aveva perso l’ispirazione, la casa ed anche la voglia di
vivere. Se ne stava li’ sdraiato a russare piano, il cuore vuoto e la pancia
riempita di pessimo vino, cosi’, per dimenticare. Era stato un ottimo
scrittore, poi i rovesci della vita l’avevano annientato, non sapeva piu’
mettere insieme due periodi decenti, non voleva piu’ nemmeno pensare.
L’angelo aveva frugato nell’anima ed aveva trovato il sogno
giusto: gli aveva regalato un regno, la luna. Non quella con i crateri e le
bandiere degli astronauti a svettare nel vento che non c’è, ma quella blu ed
argento dei sognatori, quella che ogni notte serena si dondola lassu’ in
compagnia di migliaia di astri luccicanti.
Ed allora lo scrittore aveva iniziato Il suo straordinario
sogno: si era seduto tra la polvere d’argento della luna ad osservare
l’universo circostante, finché non aveva visto un ragazzino che da un asteroide
(possiamo chiamarlo B-12?) lo salutava sbracciandosi. Lo aveva invitato nel suo
regno blu ed aveva scoperto che si trattava di un Piccolo Principe. I due
avevano stretto una indissolubile amicizia che aveva portato lo scrittore, una
volta svegliatosi, a descriverne le mille sfaccettature . Ricordando le parole
del ragazzino
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile
agli occhi”,
il giovane aveva scritto un eccellente romanzo dettato dalla
fantasia ma soprattutto dal cuore.
Certo non tutti i sogni arrivavano a simili conclusioni, ma
Candido andava fierissimo di questa storia e la raccontava a destra ed a manca,
naturalmente in Paradiso.
Gli altri angeli non ne potevano piu’ di sentirsela ripetere
ma, proprio perché tali, sopportavano con infinita pazienza.
Ladro? No, Non si puo’ dar del ladro ad un angelo, tanto
meno al candido Candido, che ce la metteva tutta per accontentare il maggior
numero di uomini possibile, togliendo agli uni per poi elargire agli altri.
Se proprio dovete chiamarlo ladro, chiamatelo almeno Ladro
di Sogni.
Marisa Cappelletti