sabato 30 aprile 2016

Distanze

Ci sono amori che, come dice una canzone, fanno dei giri immensi e poi ritornano.
Ci sono amori che sopravvivono a lontananze di anni e di vite, di luoghi  e di cuori.
Ci sono amori che non passano, non possono passare, restano li' in attesa di una seconda opportunità.
Ci sono amori che sono stati, sono e saranno per sempre grandi amori.




Anni, chilometri, culture, aspirazioni e sentimenti.
Eppure.
Quegli incontri superficiali, quei baci quasi rubati.
Lontani.
Lettere senza cuore mai spedite ed arrivate.
Eppure.
Parole non dette ed ascoltate, sguardi fuggevoli.
Lontani.
Vite vissute, città di qua e di là dal mare.
Distanze.
Ricordi, dolori, attese inconsapevoli e ritorni.
Amore.


Marisa Cappelletti

venerdì 29 aprile 2016

Mi serve

Forse l'ho già scritto quel che mi servirebbe, ma continuo ad essere certa che mi occorre tutto questo ed anche di piu'.



Mi serve una stanza vuota in un palazzo
che scoppia di echi lontani e vicini, 
di voci passate e future, di vite vissute
e da vivere, di accordi e di note stonate.
Mi servono muri imbiancati di fresco,
l'odore del legno invecchiato, i vetri puliti
di finestre aperte su giorni passati e fuggiti,
su viali sfumati di nebbia su odori
d'autunno di un'infanzia innocente 
perduta per strade mai ripercorse.
Mi serve la pace che vorrei avere 
per chiuderla dentro di me, valigia
senza cerniere riempita di panni tessuti
con lutti e piccole gioie, cappelli rubati 
dal vento, pensieri che non ho più.
Vorrei una poltrona rossa nel centro 
della mia stanza, seduta con gli occhi
chiusi che guardano chi se n'è andato 
lasciandomi nuda d'affetti che gridano 
la loro assenza.
Vorrei un quadro dipinto con la nostalgia
più dolce, col mare che mi cullava su onde
di un destino ignorato, le grida di quei 
gabbiani che purtroppo non ho ascoltato.
Vorrei un piccolo armadio dove 
riporre con lavanda e fiori la fiducia
persa negli uomini che stanno là fuori 
a colpire con anime che più non hanno
la libertà che ognuno pensa di avere.
Ma datemi solo uno specchio da appendere
davanti a me perché io possa vedere 
la porta là in fondo aprirsi in silenzio 
per lasciarti entrare, fermarti e sorridere
alle mie spalle, l'immagine di come eravamo,
in una stanza riempita di noi, dell'aria 
che ti ha portato, di tutto quello che abbiamo,
dei sogni che avevamo fatto, 
della realtà che ci ha ritrovato.


Marisa Cappelletti

Oggi

Succede


Oggi é una giornata orribile. 
Veramente tutta la settimana
é stata orribile. Sono stanca. 
Oggi ho deciso che invecchiero'.
Non ascoltero' piu' nessuna chimera,
non inseguiro' piu' nessuna illusione.
Oggi ho deciso che avro' i miei anni.
Non sorridero' piu' all'aurora,
non amero' piu' la notte.
Oggi ho deciso che me ne staro' qui.
Ferma. Ad aspettare un futuro
che non arriverà per me.
Oggi ho deciso che invecchiero'.
Forse. 


Marisa Cappelletti

giovedì 28 aprile 2016

Tiritera innamorata

Mi diverte molto scrivere filastrocche. 
Questa é per un innamorato restio a confessarlo.



Tu dillo


Se parlare ti ha stancato
Presto mangia un bel gelato
Indi guarda la tivvu’
Ed a me non pensar piu’.
Ti ricordi mio bel tomo
ti ricordi io chi sono?
Sono sempre la tua fata
Quella mora scatenata
Che ricorre nei tuoi sogni
Stuzzicando quei bisogni
Che avevi perso ormai
Ma a cui ripensando stai.
Son la dolce ragazzina
Che ritorna quasi bambina
Da lontani anni di mare
E con te vuole restare.
Se non sai piu’ dirmi che
Vuoi amare solo me
Non ci resta  bello mio
Che un sonoro triste addio.
Ma se ancora sai trovare
Le parole dell’amore
Dille sempre dille ora
Non stancarti non ancora
Questo sentimento strano
Questo cuore nella mano
Che ti porgo ogni momento
Sarà sempre l’argomento
Del tuo dire del mio fare
E non puo’ certo tacere
La tua voce che mi ammalia
Che ogni volta no non sbaglia
Se mi dice un dolce motto
chè di me tu sei stracotto.
Dillo sempre e dillo ancora
Perché questa tua signora
Come te è innamorata
E vuol sempre essere amata
Con parole anche sentite
Ma pur sempre assai gradite.
Dillo sempre e dillo ancora
Che mi ami piu’ di ora
Che mi vuoi che mi pensi
Che stravolgo tutti i sensi
Che han saputo ritornare
Grazie al nostro sol parlare.
Non scordare amore mio
Che chi ami sono io
Che l’amore è travolgente
Che ci prende anima e mente
Non si parla poi del resto
Non è certo qui il contesto
Ma io ti voglio e tu mi vuoi
Non si scappa no non puoi!
Dunque dillo ancora dillo sempre
Che ci amiamo veramente
Dillo sempre  e dillo ancora
Non pensare, dillo ora!


Marisa Cappelletti




mercoledì 27 aprile 2016

Che nessuno sappia...

Segretamente


Nel silenzio della stanza,
perduti in un abbraccio
di inaspettato abbandono,
regalandosi attimi eterni
che esplodono bruciando,
due impossibili amanti
liberano le anime, sognando.


Marisa Cappelletti



martedì 26 aprile 2016

Je vais t'aimer

Forse le prime strofe del testo di questa canzone vi parranno un po' forti, esagerate, ma i cugini francesi sono cosi': esprimono senza pudori i loro sentimenti. E fanno bene.
Adoro questa canzone e spero piaccia anche a voi.

A faire pâlir tous les Marquis de Sade,
A faire rougir les putains de la rade,
A faire crier grâce à tous les échos,
A faire trembler les murs de Jéricho,
Je vais t'aimer.
A faire flamber des enfers dans tes yeux,
A faire jurer tous les tonnerres de Dieu,
A faire dresser tes seins et tous les Saints,
A faire prier et supplier nos mains,
Je vais t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme on ne t'a jamais aimée.
Je vais t'aimer
Plus loin que tes rêves ont imaginé.
Je vais t'aimer. Je vais t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme personne n'a osé t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme j'aurai tellement aimé être aimé.
Je vais t'aimer. Je vais t'aimer.
A faire vieillir, à faire blanchir la nuit,
A faire brûler la lumière jusqu'au jour,
A la passion et jusqu'à la folie,
Je vais t'aimer, je vais t'aimer d'amour.
A faire cerner à faire fermer nos yeux,
A faire souffrir à faire mourir nos corps,
A faire voler nos âmes aux septièmes cieux,
A se croire morts et faire l'amour encore,
Je vais t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme on ne t'a jamais aimée.
Je vais t'aimer
Plus loin que tes rêves ont imaginé.
Je vais t'aimer. Je vais t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme personne n'a osé t'aimer.
Je vais t'aimer
Comme j'aurai tellement aimé être aimé.
Je vais t'aimer. Je vais t'aimer.


Je vais t'aimer
Michel Sardou


lunedì 25 aprile 2016

Fine del week-end

Ed anche questo lungo fine settimana é terminato. Domani si ricomincia!
Auguro una buona serata a tutti ed una notte serena e tranquilla.


La notte
Modà all'Arena di Verona


Marisa Cappelletti



25 Aprile

A Milano

Liberazione-25-aprile-milano

Lunedì 25 aprile si festeggia la Festa della Liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista. In tutte le città del Paese, specialmente in quelle decorate al valor militare, vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento e Milano non fa eccezione: il consueto corteo a partire dalle ore 14 si snoderà da Corso Venezia fino in Piazza Duomo dove, alle ore 16, parleranno il sindaco Giuliano Pisapia, il segretario generale della CISL Anna Maria Furlan, il presidente ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Carlo Smuraglia, il costituzionalista Gaetano Silvestri e il sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini.

Al termine della manifestazione si renderà omaggio ai Caduti per la Libertà alla Loggia dei Mercanti, anche se già dal mattino in diversi luoghi della città verranno deposte delle corone. Ecco gli appuntamenti: ore 9 a piazza Tricolore, Monumento alla Guardia di Finanza; ore 9.15 a Palazzo Isimbardi; ore 9.30 a Palazzo Marino; ore 9.45 alla Loggia dei Mercanti; ore 10 a piazza Sant’Ambrogio; ore 10.15 a Campo Giuriati; ore 10.30 a piazzale Loreto.

Per la Liberazione, il Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) presenta, dal 19 al 25 aprile, una rassegna sulla resistenza europea: Resistere, resistere, resistere! Fra i film in programma, il 25 aprile alle ore 15 sarà la volta di Il conformista di Bernardo Bertolucci con Jean-Louis Trintignant e Stefania Sandrelli (1970, 110′). Si tratta di storia costruito come un flashback, sul filo dei ricordi del protagonista Marcello. L’uomo rievoca la vicenda di cui fu protagonista: durante la guerra, si mise a disposizione della polizia segreta del regime per organizzare l’assassinio di un suo vecchio professore, fervente antifascista ed esule a Parigi.

Il live dei Modena City Ramblers chiude i tre giorni del Festival delle culture antifasciste e antirazziste. L’appuntamento è al Parco di Trenno in Via Cascina Bellaria alle 18,30.

Buona giornata a tutti!


Marisa Cappelletti






domenica 24 aprile 2016

La favola della domenica

Finzione o realtà?
A voi l'ardua scelta.



Spiagge


C’erano una volta, tanto tempo fa, due ragazzi belli e molto giovani e c’era anche un mare con una lunga spiaggia affollata di ombrelloni che la sera diventava il rifugio di chi cercava un po’ di intimità. 

Anche i due ragazzi qualche sera, verso la mezzanotte, che non era né incantata né piena di stelle ma satura soltanto di un profumo di fritto misto che si spandeva ovunque, qualche sera avevano cercato di stare soli, ma non ne erano stati capaci, mancavano l’esperienza e la magia. Eppure si piacevano e molto, ma non era mai stato il loro momento, chissà perché.

 I giorni e gli anni erano andati avanti per tutti e due, fino a farli arrivare ad una età in cui a volte si pensa che tutto si sia compiuto e ci si rassegna a quel che verrà. Ci credete nel destino? Ma anche nel libero arbitrio, spero. Perché in un giorno d’inverno i due antagonisti si unirono per riportare ai nostri ragazzi, che ormai non erano piu’ tali, sull’onda della moderna fata morgana: l’imperante tecnologia,  un soffio di quei tempi lontani.

I cuori arrugginiti ripresero a battere ad un ritmo scordato, una nuova giovinezza prese il posto di una antica maturità ed i ragazzi del mare presero il posto dei nonni di ora.  E gli anni continuarono a scorrere, ma si riempirono di sentimenti, di allegria, di gioia ed infine di amore.

Ora non sanno stare l'una senza l'altro, non fanno passare giorno senza essersi dichiarati ancora e ancora il grande amore che sentono, senza fantasticare di posti bellissimi, di sere incantate, di notti magiche e di giorni pieni di sole, di spiagge bianche dove l'unico profumo é quello del mare, senza vivere la vita che vorrebbero vivere.

Pensate sia una favoletta inventata? No signori miei. Garantisco che è tutto vero, che i due fortunati hanno trovato, alla loro bella età, il grande amore della vita, quello che avevano lasciato scappare mezzo secolo fa perché non l’avevano riconosciuto.

Questa breve storia è la dimostrazione che le favole possono essere anche realtà, anche se a volte la classica conclusione del vissero felici e contenti  non viene raggiunta in concreto, ma si risolve con aggiustamenti del tutto personali, come nel nostro caso.

Non mi dilunghero’ a spiegare, perché l’importante è che i nostri innamorati lo sono davvero, perdutamente.

E lo saranno, statene certi, per sempre.


Marisa Cappelletti

Buona Domenica


Qui tira vento, c'è il sole e l'aria é fresca, forse un po' troppo ma va bene perché porta il profumo dei fiori di primavera e di erba tagliata. 

Questi sono i versi di una canzone poco nota, ma che a me piace tantissimo:


Io che ho fin troppe parole
E a volte resto in silenzio
Adesso sono qui a scriverti
chiedendo quasi perdono
Per le cose che do per scontato
e perché ci siamo scelti
e che magari vorresti sentire
ogni tanto da me

Mi piacerebbe giocare di più
A volte lasciarmi andare
ma mi riduco a un pensatore noioso e volgare
Spesso nemico del tempo
Specie se non ti ho accanto
Stanotte dormi da sola
Mi va a fuoco la gola

Credo in noi come se fossimo
di un’altra generazione
quella del bene sopra la ragione
Quella che domenica andiamo a lago
Che ho bisogno di svago

Senza di te
Non amerei tutti i miei errori
Senza di te
Un mondo senza le canzoni
Senza di te
Non me lo voglio ricordare
Stare lì a guardare
Al buio non è affatto uguale

Senza di te
Una finestra senza vetri
Senza di te
Un’estate senza il mare
Senza di te
Non mi ricordo come fare

Ti tocca il ruolo di amante neutrale
Sei la tua parte migliore
Quello che riesce ad uscire ogni giorno
Da tutto quel tuo lavorare

Hai conosciuto il mio peggio
E con il tuo mi hai fatto male
Le cose semplici ai vigili urbani
E a noi una città più reale

Ci scopriremo nel tempo
Per poi coprirci con cura
E costruiremo sbagliando

E forse non avrò paura
E regalandoci vita
Scambiando sangue e opinionI
Vedremo i giorni fiorire
negli occhi di un figlio
che avrà i miei bottoni

Credo in noi come se fossimo
di un’altra generazione
quella del bene sopra la ragione
Quella che aspetto anche tutta la vita
Per vederti tornare dalla guerra mondiale

Senza di te
Non amerei tutti i miei errori
Senza di te
E’ un mondo senza le canzoni
Senza di te
Non me lo voglio ricordare
Stare lì a guardare
Al buio non è affatto uguale

Senza di te
Una finestra senza vetri
Senza di te
Un po un’estate senza il mare
Senza di te
Non mi ricordo come fare

Senza di te
Non amerei tutti i miei errori
Senza di te....

Senza di te
Zibba e Almalibre


Marisa Cappelletti

sabato 23 aprile 2016

Riflessione del sabato pomeriggio




Tramonto sul mare


Passarono i giorni riempiti di sole,
trascorsero gli anni credendo che amore
dovesse restare nascosto là in fondo
sepolto per sempre nel cuore indurito
da mille battaglie che ho sempre perduto.
Seduta ormai stanca di fronte al mio mare,
pensando a quei vuoti che non so colmare
all'anima persa dietro sogni svaniti,
echi sordi ed ignobili falsi profeti,
ritrovo l'attesa di un incanto lontano.
Un battito breve, qualcosa di arcano
mi trascina verso una lieve eterea speranza
là dove il sole si tuffa nell'ultima placida onda.


Marisa Cappelletti

giovedì 21 aprile 2016

Momenti di disperazione

Succede...
Questo é uno di quei momenti.
Momenti in cui la disperazione
ti annebbia il cervello ti blocca
il respiro ti fa sentire impotente
di fronte all'ineluttabilità degli eventi
al destino beffardo che ti inchioda
alla tua imperfetta natura umana.
E vorresti essere lontano, via di qui.

-Prego signora, si accomodi,
facciamo una bella anestesia
e vedrà, il dente verrà via che nemmeno se ne accorge!-



Marisa Cappelletti


mercoledì 20 aprile 2016

A tutte le vite perdute nel blu


Ora che il Mediterraneo é diventato un enorme orribile sudario per migliaia di esseri umani colpevoli soltanto di voler fuggire ad ogni costo da guerre e persecuzioni, ora che tanti corpi sconosciuti giacciono laggiu' senza una preghiera ed un ricordo, questa poesia scritta quando il mare era ancora una grande distesa azzurra puo' risultare profetica. Non era mia intenzione, era solo una metafora di una situazione angosciante. Ora é di piu', purtroppo:  un tragico epitaffio di una delle tante vite perdute per sfuggire ad un destino crudele che, complici e carnefici gli uomini, non ha dato una seconda opportunità.

Naufragio

Cullata da fredde correnti
che tutto portano via,
illusa dagli occhi splendenti
che passano sopra la scia
lasciata da morti vascelli
che vagano sopra di me.
Perduta in grotte profonde
nel buio di mille tranelli
orditi da sirene e serpenti
tritoni e fantasmi di mare,
aspetto tremante ed illusa
lo squalo che ancora mi tiene
legata quaggiù negli abissi
che più non so risalire,
in questo silenzio d’angoscia
che sempre di più m’appartiene
lo squalo che mi gira intorno
che aspetta la resa totale,
crudele nel fascino arcano.
Ed io posso soltanto morire.

Marisa Cappelletti
Dal mio libro  "Senza Paura"



martedì 19 aprile 2016

I ricordi di una vecchia signora...



Il profumo della vita

Il gelsomino si arrampicava, veloce come i miei primi anni, spandendo il suo profumo nelle notti chiare, riempite da sogni infantili e da carezze materne. Io respiravo felice ignara del futuro, aspettavo soltanto il latte caldo ed i biscotti della mattina che sarebbe arrivata con la nonna, le sue storie infinite, gli abbracci e la cura meticolosa per i fiori del nostro giardino.

Le ginestre riflettevano il sole dell'isola, riempiendola di quell'inebriante profumo che mi toccava l'anima. Correvo con lui su per le colline e giu' fino al mare. Ci buttavamo stanchi sulla sabbia appena tiepida e mi guardava con occhi seri, che avevano dentro tutta l'adolescenza che stava arrivando e lo turbava. Mi prendeva la mano ed io che non capivo, ridevo di lui e della sua improvvisa serietà.

La camomilla con il suo profumo tranquillo si mischiava ai papaveri, la terra odorava d'estate ed i tuoi occhi erano dello stesso colore dei fiordalisi, i miei dell'erba che cresceva intorno. Quelle stagioni sono chiuse nel cuore, cosi' come nel cuore resta imprigionato per sempre il tuo sorriso. Eri il mio primo amore violento come i colori dell'estate, arrabbiato come a volte é il mare, perduto come si perde una cosa preziosa che non ritroveremo mai piu'.

I fiori d'arancio tra le mani, le lacrime agli occhi, un abito lungo e bianco, la chiesa profumata di gigli e tuberose, l'organo che suonava l'Ave Maria ed io che tra fiori e musica felicemente davo un addio definitivo alla spensieratezza per entrare nella consapevole giovinezza di moglie di un uomo che pensavo essere il mio. Ma i fiori appassiscono, il profumo svanisce lasciando il posto allo sgradevole odore della fine. Cosi' le illusioni passano lasciando il posto all'infelicità.

I grandi mazzi colorati composti da tanti fiori sontuosi nella loro eleganza ed i profumi mischiati e stordenti che ogni mese di luglio ti mettevo e ti metto tra le giovani braccia , scandiscono i tuoi compleanni e la mia gioia di esserti madre. Ti ho amata senza riserve appena ti ho vista cosi' piccola, rosea e con il nasino schiacciato. Abbiamo ricevuto, io e te, tantissimi fiori per festeggiarci, per dimostrarci amore, affetto, amicizia. C'è sempre un girasole per te. Ogni anno, per ricordarti che sei nata in un giorno caldo di sole, per augurarti tanti giorni felici.

​Le rose erano tutte intorno a te. Le avevo volute io, cosi' come avevamo voluto insieme i garofani rossi per papa'. Il loro profumo mi stordiva, il dolore mi distruggeva dentro, le lacrime non scendevano piu'. La vita é la vita, certo, e gli uomini sono mortali, ma tu mamma, tu non dovevi andartene. Avro' sempre bisogno di te, sentiro' per sempre il tuo profumo dolce di mughetto intorno, sarà come averti ancora qui.


Oggi siedo qui sul mio terrazzo fiorito, nel tramonto mio e del giorno, circondata dai gelsomini della mia innocenza, dai limoni e dall'arancio che con il loro profumo intenso mi portano la' dove tutto è iniziato e finito, dalle rose del mio dolore, dalle due piante di fiordaliso che anche se non sono ancora fiorite mi ricordano chi non scordero' mai, da tutti i fiori che amo, dalle gioie e dai rimpianti, dagli anni vissuti, a respirare l'aprile, in compagnia della mia vita.

Marisa Cappelletti

domenica 17 aprile 2016

Per completare l'opera

E per non farmi e farvi mancare niente  aggiungo anche questa splendida canzone che pur essendo quasi preistorica, a me piace moltissimo:



You are my destiny
Paul Anka


Marisa Cappelletti

Domenica, romantica domenica.

Ecco qua: una bella dichiarazione d'amore a tutto tondo.
Quando ci vuole ci vuole! 


Senza dubbi

Ogni mattina, quando si avvicina l'ora, il mio cuore va piu' veloce,
mi arriva quel vuoto nello stomaco che ho provato solo a 17 anni,
la mente ha un solo pensiero, sento la tua voce ancora prima di parlarti.
Mi piacerebbe trovare almeno un nuovo modo per dirti il mio amore
ma non ci riesco, credo di aver detto già tantissimo.
Ma è sempre magnifico poter dire ad una persona quel TI AMO
che arriva sulle labbra direttamente dal cuore, senza pensarci né volerlo fermare.
TI AMO e mai affermazione è stata piu' spontanea e vera.
TI AMO in tutti i modi declinabili e non.
TI AMO per quello che sei e che mi dai.
TI AMO perché sai sempre trovare la strada per arrivarmi dritto nell'anima.
TI AMO perché sei il mio grande amore e non ho dubbi a riguardo.
TI AMO perché mi ami ed anche su questo non ho dubbi.
TI AMO perché mi fai ridere mi regali giorni belli e momenti magici.
TI AMO perché non so dirti no, perché sei tu, ancora tu, per sempre tu.
TI AMO perché TI AMO.
E basta.​


Marisa Cappelletti

sabato 16 aprile 2016

Rinascere?

Forse. Forse riprendersi una parte di vita, lasciare dietro di sè la sofferenza e cercare di andare avanti. A volte succede di trovare chi ci prende per mano e ci guida verso una strada meno scoscesa, piu' facile da percorrere. Puo' succedere, a volte.


La seconda aurora

Una gabbia chiusa da sbarre di pensieri
una porta sprangata sulla vita là fuori.
Pugni nascosti in tasche senza fondo
sorrisi cancellati da un dolore profondo.

L'esistenza che scivola su binari di ghiaccio
trainata crudelmente da un destino pagliaccio.
Non avevo speranze potevo solo avanzare
verso un buio totale che mi voleva inghiottire.

Ma l'alba sorge sempre anche se non ci credi piu'
a portar via la notte per relegarla laggiu'
dove dovrà aspettare insieme alle sue ombre
il gioco sempre nuovo del giorno che ora incombe.

Trascinata dall'aurora ho aperto uno spiraglio
nel buio dentro me scagliando alle spalle il bagaglio
pesante d'anni di inutili lotte contro falsi titani
sono uscita al sole accecante afferrando le mani
di chi mi ha riportato con pazienza infinita a rivivere la vita. 


Marisa Cappelletti

venerdì 15 aprile 2016

Concorsi letterari


Per il mese di maggio.
Ricordatevi sempre che
tentar non nuoce.
Personalmente ritengo l'ultimo concorso indicato il piu' prestigioso ed interessante
Senza nulla togliere agli altri.

Concorso di Poesia "Giovanni da San Piero"
XII Edizione
Scadenza iscrizione: 01 Maggio 2016

Premio Internazionale di Poesia e Narrativa
"Giovanni Descalzo" 2016
Scadenza iscrizione: 16 Maggio 2016

Premio letterario Città di Cava de' Tirreni  XXXIII
Scadenza iscrizione: 20 Maggio 2016

Premio Letterario Racconti nella Rete XV Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Maggio 2016

Premio Letterario Nazionale Giovane Holden X Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Maggio 2016


Marisa Cappelletti

giovedì 14 aprile 2016

Storia del giorno

Dopo la poesia 
Inevitabile
anche
Ladro di sogni
si é guadagnato il titolo di 
"Storia del giorno" 
su 20 Lines.
Spero piaccia anche a voi!


Rubava ai ricchi di sogni per regalare ai poveri d'immaginazione.
Era il suo compito, tra tanti angeli a disposizione, avevano scelto lui. Lui che si chiamava Candido e che in vita sua (quell'altra) non aveva mai rubato nemmeno una briciola ad un uccellino!
Ma tant'é, quello era diventato il suo mestiere e lui cercava di svolgerlo al meglio. Quando la città finalmente si quietava e la notte si spalmava su case e cose, lui usciva in cerca delle sue vittime. Detto in modo bonario, s'intende.
I migliori erano quelli che avevano poco o nulla: i loro sogni erano zeppi di tavole imbandite, spiagge assolate, mari turchesi, paradisi perduti per tutti ma non per loro. Anche i perseguitati dalla cattiva sorte pero' non scherzavano: nei sogni erano tranquilli, amati, sanissimi ed eternamente felici, di quella felicità che puo' esistere solo nei ghirigori di una mente addormentata.
Lui li agguantava lesto, li metteva in ordine di argomento ed importanza. Poi, l'anima piena fino a scoppiare, spiegava le ali ed andava di letto in letto a caccia di poveri di sogni e desideri. Tutti abbiamo sogni, direte voi. Si', ma alcuni hanno talmente cosi' poche speranze che nemmeno profondamente addormentati riescono piu' a desiderare qualche cosa.
Si fermava vicino a ciascuno di quelli appartenenti alla categoria dei bisognosi, sceglieva con cura e..zac! Improvvisamente i lineamenti del dormiente si distendevano, il respiro si faceva leggero ed un’ombra di sorriso appariva sulle labbra prima tese quasi a manifestare il vuoto che avevano dentro.
Almeno per una mattina i poveretti si sarebbero svegliati tranquilli, contenti di aver sognato, avrebbero potuto affrontare la giornata con la mente occupata non solo dai problemi ma anche da speranze mai sperate. Per il seguito del giorno poi sarebbero subentrati altri suoi colleghi che avrebbero deciso il da farsi.
Ed i derubati? Beh, loro non se ne accorgevano nemmeno, abituati com’erano alle loro fantasie notturne, ne avevano fatto una tale raccolta che una piu’, una meno….
Una notte Candido aveva incontrato su una panchina nel parco uno scrittore che aveva perso l’ispirazione, la casa ed anche la voglia di vivere. Se ne stava li’ sdraiato a russare piano, il cuore vuoto e la pancia riempita di pessimo vino, cosi’, per dimenticare. Era stato un ottimo scrittore, poi i rovesci della vita l’avevano annientato, non sapeva piu’ mettere insieme due periodi decenti, non voleva piu’ nemmeno pensare.
L’angelo aveva frugato nell’anima ed aveva trovato il sogno giusto: gli aveva regalato un regno, la luna. Non quella con i crateri e le bandiere degli astronauti a svettare nel vento che non c’è, ma quella blu ed argento dei sognatori, quella che ogni notte serena si dondola lassu’ in compagnia di migliaia di astri luccicanti.
Ed allora lo scrittore aveva iniziato Il suo straordinario sogno: si era seduto tra la polvere d’argento della luna ad osservare l’universo circostante, finché non aveva visto un ragazzino che da un asteroide (possiamo chiamarlo B-12?) lo salutava sbracciandosi. Lo aveva invitato nel suo regno blu ed aveva scoperto che si trattava di un Piccolo Principe. I due avevano stretto una indissolubile amicizia che aveva portato lo scrittore, una volta svegliatosi, a descriverne le mille sfaccettature . Ricordando le parole del ragazzino
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”,
il giovane aveva scritto un eccellente romanzo dettato dalla fantasia ma soprattutto dal cuore.
Certo non tutti i sogni arrivavano a simili conclusioni, ma Candido andava fierissimo di questa storia e la raccontava a destra ed a manca, naturalmente in Paradiso.
Gli altri angeli non ne potevano piu’ di sentirsela ripetere ma, proprio perché tali, sopportavano con infinita pazienza.
Ladro? No, Non si puo’ dar del ladro ad un angelo, tanto meno al candido Candido, che ce la metteva tutta per accontentare il maggior numero di uomini possibile, togliendo agli uni per poi elargire agli altri.
Se proprio dovete chiamarlo ladro, chiamatelo almeno Ladro di Sogni.​


Marisa Cappelletti


mercoledì 13 aprile 2016

Attimi

Ci sono nella vita momenti semplici, ma sospesi in attimi di eternità

Il Bianco ed il Nero



Seduti davanti alla tv a guardare un vecchio film in bianco e nero, senza audio.
Due tazze di caffè. La mia mano nella tua. Il cuore che batte forte.
Senti? C'è un amore straordinario nell'aria intorno a noi.
Senti? Ti sto dicendo sottovoce parole dolcissime, senza guardarti.
Vedi? Sto sorridendo perchè sono finalmente felice.
Vedi? Poso la tazza e, se possibile, mi avvicino ancora di piu' a te.
Senti? Ti accarezzo il viso con una dolcezza infinita.
Senti? Ti prendo il viso tra le mani e ti bacio con tutto l'amore del mondo.
Vedi? Mi siedo sulle tue ginocchia, come una bambina.
Vedi? ti metto le braccia al al collo ed appoggio la testa sulla tua spalla.
Senti? C'è un amore travolgente nell'aria intorno a noi.
Senti? E' la tua voce che mi dice parole mai dette.
Vedi? Ci stiamo abbracciando dimentichi della tv e del caffé.
Vedi? Il mio corpo è il tuo, il tuo è il mio.
Due caffè freddi. Le tue mani su di me le mie mani su di te.
I respiri affannati. I cuori che battono forte.
Sdraiati davanti alla tv mentre il vecchio film in bianco e nero va avanti senza spettatori.​
L'amore è tutto intorno a noi.



Marisa  Cappelletti

Recensione

Ho da poco terminato la lettura di La ragazza del treno, autrice Paula Hawkins.
Rachel, la protagonista della storia, è una persona anonima, sola, che ogni mattina prende il treno che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro. Quel viaggio, sempre uguale, è il momento migliore della sua giornata. Puo' osservare le strade e le case mentre il treno va lento verso la destinazione e quando si ferma ad uno stop puo' spiare, non vista, la vita di una coppia che abita lungo la ferrovia. Rachel immagina, dà loro dei nomi, sicura che siano la coppia perfetta con una vita perfetta, non come la sua. 
Ma una mattina Rachel vede qualche cosa che non avrebbe dovuto vedere e da quel momento per lei cambia tutto, tutto si sgretola ed anche la sua vita verrà indissolubilmente legata a quella della coppia sconosciuta.
Ma che cosa ha realmente visto Rachel?
Come si puo' intuire si tratta di un thriller. Anche se inizia molto lentamente: le prime 50 pagine sono state lunghissime da leggere, non mi suscitava nessun interesse come storia, poi va sempre piu' in crescendo  e ti prende, come ha preso me. 
Non è tanto il mio stile preferito perchè amo si' i thriller, ma quelli che ti lasciano senza fiato, che hanno delle trovate a cui tu, io in questo caso, non avresti mai pensato, quelli che ti fanno ragionare su tutto fino alla fine per poi esplodere in una soluzione inaspettata. 
Qui, se si è un buon lettore di gialli, ci si puo' arrivare molto prima del finale a come sono andate le cose.
Ma è un buon libro, senza alzate d'ingegno e senza uno stile particolare o personale, è comunque consigliabile. 
Per passare una serata senza un grande impegno, per rilassarsi, per evitare i soliti noti che scrivono tanto ma non dicono niente.   



Marisa Cappelletti 

lunedì 11 aprile 2016

Un po' di me

La mia storia preferita


Ci sono storie ordinarie, scontate, storie bellissime che non andranno da nessuna parte, ma che inaspettatamente cambieranno la vita di chi le ha vissute.
Ci sono storie che non finiscono, qualsiasi sia la loro conclusione.

Verrà il giorno in cui lui la aspetterà. Lei, che finalmente arriverà portando con sé l'odore della nebbia, il profumo della sua pelle e quello della giovinezza perduta.
E lui avrà paura, paura di come il tempo abbia crudelmente infierito su entrambi trasformandoli, di come realmente si vedranno dopo tutti quegli anni passati in altre vite.

Ma quando la voce di M. dietro le sue spalle sussurra quasi timidamente
- Sono qui, ti prego voltati lentamente e non vedermi con gli occhi di ora -
ogni cosa, ogni persona ed ogni piccolo o grande timore svaniscono immediatamente.
Ci sono solo loro, in un tempo sospeso, in un mondo a parte.
Solo loro e quello strampalato accumulo di sensazioni e sentimenti che li ha tenuti uniti in questo mezzo secolo di lontananza.
Si guardano, si abbracciano si stringono lì, tra i passanti indifferenti e sì, é quello che hanno sempre saputo , sperato e sentito, é anche molto di più.

Più tardi, quando sono davvero soli e le luci basse e complici, lei diventa quella che A. ha sempre immaginato che fosse: bella e giovane, senza timidezze né antichi pudori.
La vedrà come quel giorno lontano, ingenua e provocante, ignara ed innamorata.
E mentre un morbido sofà li accoglie con gentilezza, lui la bacia e la accarezza come ha sempre desiderato fare, come lei si aspetta e vuole che faccia.
Finalmente avrà quel ragazzo di un tempo che suo non è mai stato.
Lo amerà come avrebbe voluto amarlo, sentirà la sua voce divenuta roca susurrarle cose dolci ed audaci, come mai aveva fatto.
Non sarà certo solo sesso, sarà amore, tanto amore. Uno tra le braccia dell'altra parleranno sottovoce, saranno ancora baci e ricordi, promesse e l'amore.

Poi il tempo volerà. La gente, i rumori, la città torneranno prepotenti e con loro il distacco così doloroso e la lontananza ora così insopportabile.
Ma questo giorno così unico, straordinario, magico sarà sempre lì nella loro mente e nei loro cuori e li aiuterà a vivere quel che rimane.

Ma é solo un sogno.

E se tale deve rimanere allora diamogli un lieto fine, in fondo quei due se lo meritano.
Non ce l'hanno fatta i due ex ragazzi a rimanere lontani e si sono incontrati ancora e poi ancora con tutto l'amore , la dolcezza e la passione che si possano immaginare.

E guarda quei due novantenni ormai piegati dall'età.
Si tengono per mano guardandosi ancora negli occhi, seduti su una panchina immersi nel rosso del tramonto di fronte al mare di Minorca.
Assomigliano a due ventenni di settanta anni fa.
Dietro le lenti spesse lui ha gli occhi blu che guardano quelli verdi di lei e nonostante gli anni sembrano ancora felici di essere insieme.

Per A. da M.



Marisa Cappelletti

Un po' di me

La mia canzone
Avevi ragione tu. mia cara... la vita non dura mai una sera
il tempo di una follia, è breve e fugge via, e poi
cosa rimane dentro noi, questa celeste nostalgia
questo saperti da sempre ancora, ancora mia.
Il bene profondo non si offende
si spegne se è il caso e poi riaccende
passione violenta sia, comprendimi amica mia.....tu puoi
tutto normale tra di noi, cara celeste nostalgia
dolce compagna di storie d'amore sempre mia.
Vederti un istante sopra un treno
partire su altro e andar lontano
un lampo negli occhi ciao, d'accordo fa male ciao....ma tu
dentro di me, non muori più, azzurra celeste nostalgia
qualche parola affettuosa, è un po' poco però per noi, forse no.
Amore mio grande amica mia,
cara celeste nostalgia.... un'ora un giorno, una vita
che cosa vuoi che sia....resti mia.
Celeste nostalgia
Riccardo Cocciante