sabato 27 giugno 2015

Ballata rap

Oh sì, confesso son colpevole: mi piace il Metal!

Qui si racconta l'allegra novella
d'un giovin poeta che canta e strimpella
versi e versacci per la bella bramata,
di nero d'inchiostro truccata e abbigliata.
Il menestrello s'andava zompando
come un leprotto nel campo che arando,
con fatica e sudore, il fattore stava;
saltava e rappava felice e contento
di prender parte a quel lieto evento
ch'era il concerto di quella serata
e in cui avrebbe urlato alla dolce amata
di baci e di cuori bollenti d'inferno
di note e di amori provati all'interno
da chi come lui riempiva le note
con grinta beffarda alla Truman Capote,
con strofe gentili e con il rock duro,
pensando soltanto a quando il futuro
li avrebbe uniti in un duo favoloso,
riempiti di fama e successo davver strepitoso!
Eccola allora, di viola abbigliata,
inquietante musa e moderna fata:
zompetta sul palco ed urla alla luna.
Ormai é sicuro avranno fortuna
come e ancor più di ogni altro complesso
che canta metal con enorme successo.
E si agita e suona il rosso suo basso
l'icona amorosa dell'illuso poeta del rock,
Che incantato segue senza muover passo
la bruna ossessa in preda allo shock.
Ma che accade? D'improvviso arriva
rappando e sputando un essere strano
con cresta vermiglia che a ritmo cubano
si unisce alla bella in una danza aggressiva,
un'insalata mista di musica e ballo
che fa presa su tutti, seppur sì negativa
da zittire all'istante anche un pappagallo.
Il giovin poeta si vede in tal modo strappare
la dolce donzella che ha deciso di amare
non lui, povero italo-rapper sì dolce e tapino
ma l'aggressivo uomo dall'incanto latino.
E mentre il novello duo, occhi negli occhi,
accenna rapito Highway to hell degli Ac Dc,
il povero rapper carica tutto sul portapacchi,

torna al paesello ed ahimè il sogno finisce qui.

giovedì 25 giugno 2015

Concorsi letterari


Vorrei segnalare due concorsi interessanti:
IL FEDERICIANO
IIV Concorso Internazionale di poesia inedita.
La partecipazione é gratuita l'invio delle poesie tramite mail dovrà avvenire entro il 20 luglio 2015
http://www.rivistaorizzonti.net/concorsofedericiano.html
CONCORSO DI NARRATIVA ILMIOESORDIO
Il Gruppo Editoriale L'Espresso ed il sito Ilmiolibro.kataweb.it indicono il concorso on line per racconti brevi
La partecipazione prevede obbligatoriamente la pubblicazione in self publishing con il sito stesso.
http://temi.repubblica.it/ilmiolibro-holden/concorso-di-narrativa-ilmioesordio-il-regolamento/



martedì 23 giugno 2015

ONDE



Come un groviglio di serpenti di mare nelle acque profonde e buie danza trasportato da fredde correnti, così le mie paure hanno ballato indissolubilmente unite e sospese dentro di me nel corso degli anni.
Dapprima giovani avannotti in balia degli eventi, poi pericolosi esseri insinuanti e velenosi impossibili da eliminare.
Ma un giorno una scia calda di acqua salata li divide, li indebolisce, li fa lentamente risalire in superficie dove a pelo d'acqua si disperdono.
Il tempo che passa scioglie, con le tante esperienze, le insicurezze rimaste in attesa. Le paure di un tempo lasciano il posto a dubbi esistenziali che nessuno chiarirà.
L'oceano é per me una affascinante sirena: mi tenta e mi chiama, lo amo e lo temo.
Le onde con il loro moto continuo portano e tolgono, scavano e aggiungono.
La conoscenza ti appaga e ti impaurisce, ti stimola e ti ferma. Tutto cambia e niente torna.
E la vita va.

sabato 20 giugno 2015

Perdutamente

Vi fa sorridere? E' un'espressione antiquata? Su, siate sinceri, quanto vi piacerebbe sentirvelo dire?


E poi, all'improvviso, tra una risata ed una battuta, una frase tenera ed un ricordo hai buttato lì, a bassa voce e timidamente, tu che timido certo non sei:

-Ti amo perdutamente-

Nel silenzio che mi si è formato intorno, si è aperto un mondo in attesa da sempre: il nostro mondo, quello che ci aspettava da tanto, quello che inseguivamo da quegli anni pieni di sole.
Lo so che tra noi c'è l'amore o meglio l'Amore, ma così....
"Amami ancora, fallo dolcemente, un anno un mese un'ora perdutamente" canta la rocker italiana per eccellenza ed io mi ritrovo al suo posto, ogni volta che la ascolto.
Perduto è il mio aggettivo preferito, in assoluto. Sì perché ho degli aggettivi ed anche dei nomi che mi affascinano più di altri. Non perso, come si può perdere un portafoglio, che è un'altra cosa, ma proprio perduto, in modo definitivo, come il Paradiso di Milton.
Non do mai nulla per scontato e quel che mi hai detto così di cuore non è scontato, né vecchiotto o tanto meno ordinario.
Nessuno mi ha mai detto né mai mi dirà, ne sono certa, una frase così. Assoluta, pensata, sentita. Senza discussione né scampo. Perdutamente.
Vorrei gridarlo, dirlo a chiunque, indire un sondaggio su Facebook:
Amici e sconosciuti, tutti quanti, vi hanno per caso detto qualche volta -ti amo perdutamente-?
Sono pronta ad azzardare i risultati e voglio essere generosa:
Risposte negative: 80%.
Con una frase del genere, detta con quella voce profonda ed emozionata, anche una come me, con i suoi anni, può ancora guardare avanti, fare progetti, avere aspettative, sognare.
Ti pare poco?
Potrei amarti immensamente per una cosa così se non fosse che ti amo già per mille altre validissime ragioni.
Perdutamente.

lunedì 15 giugno 2015

Concorsi di scrittura


Qui di seguito sono indicati alcuni concorsi di poesia e racconti a cui partecipare in modo semplice e gratuito.


Concorso e Festival di Poesia Il Federiciano
Scadenza: 
20/07/2015
Regioni: 
Premi: 
notorietà, altro
Quota di adesione (in €): 
Gratis
Categorie: 
Genere: 
Ente organizzatore: Il Paese della Poesia e Comune di Rocca Imperiale

Concorso Un giallo per l'estate
Scadenza: 
10/07/2015
Regioni: 
Premi: 
pubblicazione
Quota di adesione (in €): 
Gratis
Categorie: 
Genere: 
Ente organizzatore: Infilaindiana Edizioni

Concorso Anima in versi 2015
Scadenza: 
20/08/2015

Regioni: 

Premi: 
pubblicazione, targa, altro
Quota di adesione (in €): 
Gratis
Categorie: 
Genere: 
Ente organizzatore: Zonanews - Edizioni Leggere





sabato 6 giugno 2015

Consigli di lettura

La Caduta



Tempo fa ho letto un libro scritto da un caro amico:

La Caduta di Gabriele Cecchini Edizioni La Gru

Sono rimasta molto colpita dall'originalità della storia,che naturalmente non racconterò e dalla particolare psicologia della protagonista Rita Riboldi, professoressa universitaria. In seguito ad una per molti banale caduta davanti agli studenti, anche la personalità della donna subisce una caduta, al lettore giudicare se disastrosa o salvifica.
Rita si stravolge la vita, si pone domande mai poste, fa cose mai fatte, come ribellarsi alla madre-mostro, o recarsi in luoghi impensabili o desiderare chi non avrebbe mai desiderato prima del fattaccio.
Inoltre chi presenta il libro pone una domanda chiave: e voi, potenziali lettori, cosa fareste in una vasca da bagno?

Gabriele Cecchini è un autore piuttosto noto e molto bravo, che sa esprime in modo magistrale sentimenti diversi con una proprietà e padronanza di linguaggio oggi merce rara.
Con i suoi racconti, che ha pubblicato con diversi editori, ha vinto molti premi a livello nazionale, ultimo dei quali il prestigioso premio InediTo Il Camaleonte Colline di Torino presentato alla Fiera Internazionale del Libro 2015 con la sceneggiatura cinematografica "La bruma all'orizzonte".
Non perdetelo di vista, ne sentirete parlare a lungo molto presto!

giovedì 4 giugno 2015

Volare

L'aspirazione dell'uomo.
Purtroppo lo possiamo fare soltanto metaforicamente o, più prosaicamente, a bordo di un aereo.
Ma anche sognando.



Volare.
Per tanto tempo è stato il mio sogno ricorrente, il sogno dell’uomo. Ma nel sogno io volavo basso, sempre basso perché il dispendio di energie era enorme e non mi bastavano le idee felici, come al vecchio Peter, il mio sogno oltre la concentrazione mentale richiedeva un notevole sforzo fisico ed al risveglio a volte mi sentivo spossata.
Volavo a dorso, come chi nuota in un mare agitato guardando il cielo, volavo superando per puro caso colline, cespugli ed alberelli asfittici perché con un pino, anche marittimo, sarei andata sicuramente a sbattere.
Volavo via dagli uomini, dai miei pensieri, dalla mia problematica vita, ma senza alzarmi troppo, il mio subconscio non me lo permetteva, le responsabilità cadutemi sulle spalle mi facevano da zavorra, il mio carattere fortemente realista non lasciava tanto spazio alla fantasia, nemmeno in sogno.
Ma io volavo, nonostante tutto e tutti, almeno la notte volavo via.
Mi sarebbe piaciuto volare alto, metaforicamente ma anche fisicamente.
Volare sul mare leggermente mosso di una notte d'estate quando la luna traccia la via sulle onde, quando la luce delle lampare attira i pesci e le sirene, quando il vento tiepido ti riporta le tracce di profumi dimenticati e di un passato non più tuo.
Mi sarebbe piaciuto rimanere lì, sospesa a mezz'aria, a guardare la volta sopra di me, senza un pensiero umano, senza nessuna traccia di un dolore incombente.
Così, consegnata all'infinito e parte di un piano sconosciuto.
Ma volavo basso, senza speranza né soluzione temporale. A volte facevo dei balzi enormi per poter salire più su, ma niente.
Persino i pesci volanti mi superavano senza alcuno sforzo e passandomi vicino mi pareva di vederli scuotere beffardamente la testa e la pinna dorsale.
Basso, sempre e solo basso. 

Una notte bella o brutta dolce o aspra non so, mi sono svegliata con il cuore che voleva uscire dalla gabbia, dal corpo e da tutto ciò che lo tratteneva! Non volavo più, né basso né alto, nessuno sforzo mi faceva più sollevare da terra, non volavo più!
Il panico che mi aveva svegliata all'improvviso stava lasciando timidamente e lentamente il posto alla consapevolezza che finalmente non sarei più stata prigioniera di un sogno ricorrente e faticoso, che non avrei più passato le notti a combattere contro ostacoli e barriere, a desiderare la lontananza dal genere umano come unica soluzione e rimedio alla mia infelicità.
Era dunque una resa incondizionata alla vegetazione bassa ed ai pesci che saltando mi schernivano e che mi perseguitavano i sogni oppure chissà una liberazione, una speranza? 

Non volevo pensarci , non volevo abbandonare una situazione, seppure onirica, in cui il più delle volte mi trovavo bene, in cui finalmente mi liberavo dei problemi esistenziali e pratici di ogni giorno vissuto duramente.
Mi sarebbe mancata quella condizione di leggerezza, di estraneità, mi sarebbe mancata la sensazione dolce dell'aria della notte sulla pelle, del vuoto rassicurante che mi stava intorno, della completa mancanza di azione e di sentimenti?
Ci sono dei momenti nella vita di ognuno in cui si vorrebbe essere da un'altra parte, in cui si vorrebbe avere la facoltà di poter rinunciare a quello che il destino ti ha subdolamente apparecchiato, in cui a tanti, a tutti piacerebbe dire:
- Non voglio, non ora, non a me, magari un'altra volta o meglio mai -
E volare via, leggeri, lontani, ignari e felici di esserlo.
Magari anche basso, ma forse meglio volare via.

Non sogno più di volare basso. E' finita. E' finita davvero.
Ho finalmente realizzato perché il mio sogno é svanito, perchè non volo più.
Non mi serve, non lo voglio fare. E' faticoso, frustrante nonostante il benessere momentaneo, nonostante l'illusione di leggerezza, abbandono e anelata solitudine.
No, fortunatamente non sono sola. Intorno a me ci sono tanta indifferenza, cattiveria, ingratitudine e sofferenza, ma anche esseri umani che hanno ancora una speranza e qualche cosa dentro di loro da dare.
Non scappo più, voglio stare qui tra tutto il bene ed il male, qui in questa vita che mi ha voltato le spalle e che fa di tutto per scoraggiarmi e buttarmi a terra.
Non scappo perchè mi sono liberata finalmente dei lacci che io stessa mi ero legati stretti intorno, per impedirmi di uscire dal buio in cui mi crogiolavo
.
Non scappo perché là in fondo c'è la luce della luna che non mi porterà più a librarmi su mari agitati, ma sulle onde dell'esistenza che ancora c'é e che passo dopo passo, voglio ancora attraversare.


mercoledì 3 giugno 2015

Vorrei essere amata

 Sì, proprio così......

Vorrei essere amata.
Per tutto il tempo
come mi ami ora
senza rimpianti né indecisioni
senza dolore o lacrime
col gelo o con il fuoco
nella tempesta o con il sole.
Vorrei essere amata.
Come il ritorno inatteso
dopo l'addio definitivo
la strada ritrovata
nel nulla del deserto della vita
la fonte che disseta
dopo un cammino disperato.
Vorrei essere amata
per ogni minuto che resta.
Come mi ami ora.

martedì 2 giugno 2015

Il cielo sopra Milano

Posso sembrare esagerata, ma sono soltanto orgogliosa ed onorata di essere nata e rimasta qui tra il Duomo ed il Castello, tra i Giardini Pubblici e la Sormani.
Questo é per la mia città.

 Nuvole smog e nebbia ed ancora nebbia nuvole e smog e via così, a strati, come una torta con tanta panna, crema e marmellata. Una torta che potrebbe farti malissimo ma a cui non sai rinunciare e vuoi continuare a mangiare per arrivare là, dove nascosto nella meringa c'é un cuore caldo di cioccolata morbida.
La mia città é così.
Il sole non sfolgora quasi mai, il cielo terso é una rarità, ma io la amo così com'é.
In autunno la nebbia é la prima ad arrivare qui, ogni anno vince la maglia rosa del giro d'Italia. Le foglie, efficienti e non c'é bisogno di dirlo, nei primi giorni di ottobre si son già passata parola: han cambiato colori all'abito ed hanno già provveduto a formare un bel tappeto nei parchi e nei viali.
Sì, ci sono anche qui.
Poi improvvisamente ma non inaspettatamente si passa alle mattine ghiacciate, alle auto parcheggiate nelle strade che non partono, agli autobus che non arrivano ai metrò strapieni che -Si prega di scendere per poter chiudere le porte, il treno non può partire - agli stati influenzali di gruppo, alla galaverna che imbianca tutto, ai piumini alle sciarpe ed ai berretti di lana.
Sperando che non nevichi.
Ma dopo tre o quattro mesi di milanesi vestiti di grigio nero e marrone, di stivali e cappelli eccola di nuovo! Gli alberi si riempiono di gemme, la nebbia si trasforma in foschia, il sole cerca di darsi un tono spostando debolmente le nuvole ed improvvisamente il traffico é più disciplinato, le ragazze sorridono, i ragazzi riprendono a scrivere sui muri, certo se riescono a trovare uno spazio non ancora imbrattato, arrivano gli stranieri.
E' lei, la primavera.
Ma dura poco, qui il caldo arriva presto ed allora i mezzi pubblici, nonostante aria condizionata e ventilatori ad acqua nebulizzata, diventano forni circolanti, l'asfalto surriscaldato si scioglie, i tacchi dodici delle belle affondano e restano lì, mentre le fashion girls vanno avanti.
Arrivano i week-end che svuotano la città, abbandonandola alla determinazione dei turisti.
E' l'estate metropolitana.
E avanti così, passano stagioni e persone, ma lei rimane lì, ferma e granitica anche sotto descrizioni come questa che non regalano niente e non rivelano nulla della sua essenza, sotto accuse che la feriscono e le fanno male.
Lei é altro e molto più.
E' cultura, tanta. Puoi trovarla ovunque anche nelle strade ed in metropolitana. Librerie grandi e piccole, teatri, cinema, caffè letterari, concerti, musiche per tutti i gusti, musei, tanti eventi per tutti anche per chi e sono tanti non si può permettere di pagarsi un piccolo svago. Informandosi, c'é molto di gratuito, di scontato, di offerto.
E' cibo, tutto quello che vuoi italiano,latino americano, etnico, vegetariano, vegano, da strada. Ristoranti lussuosi e trattorie alla buona, ristoranti famosi e fast food che offrono colazioni e pranzi a volte gratis a volte a prezzo simbolico a chi in tasca non ha quasi niente.
Ma soprattutto é cuore.
Sotto la scorza ruvida che a volte ed in malafede viene scambiata per indifferenza, c'é il grande cuore della città.
Il cuore dei milanesi che a migliaia ogni giorno tendono mani amichevoli a chi ha bisogno.
Ci sono mense, assistenza sanitaria, docce, abiti puliti, posti letto, persino intrattenimento, sostegno di ogni genere per i meno fortunati, per gli anziani soli, per chi ha problemi di salute, per chi vuole solo parlare con qualcuno, per madri e bambini, per animali abbandonati.
Ogni giorno, ogni ora,un esercito di persone dà un aiuto ad un altro esercito di persone.
La conosco da oltre mezzo secolo e come tutte le grandi non é rimasta ferma sulle sue certezze, é cambiata ed ha cambiato,ha avuto momenti orribili da cui ha saputo sollevarsi, é sempre pronta a combattere la violenza, l'illegalità e la malavita che vorrebbero soffocarla, é andata avanti, puntando dritta al futuro.
Eccola qui, con i suoi grattacieli, i palazzi modernissimi, il vecchio centro storico, i quartieri dell'arte e del divertimento, quelli della periferia problematica ma non dimenticata, dei Navigli che l'attraversano come vene che portano il flusso vitale in questo enorme corpo sempre in movimento, sotto un cielo che scorre e la copre, forse la protegge.
El mé Milan.

lunedì 1 giugno 2015

Cosa sto leggendo

Una piccola libreria a Parigi
Non lo conoscevo, come non conoscevo l'autrice Nina George. Sono stata semplicemente attratta dal titolo che metteva nero su bianco un mio sogno: la piccola libreria appunto, magari non a Parigi, mi farebbe più piacere aprirla nella mia città. Si potrebbe obiettare che non ho più l'età per fare progetti, potrei rispondere che non sono d'accordo, se apprezzi la vita nonostante ti abbia regalato più disastri che gioie, se vuoi viverla ancora fino in fondo, allora i progetti sono le fondamenta su cui poggiano le tue giornate.
Il libro e non sono nemmeno arrivata alla metà della lettura, mi piace moltissimo per quella sua scrittura ricca ed elegante, per quel  protagonista che dalla Farmacia letteraria ancorata sulla Senna, cerca di lenire dolori e rimpianti con libri scelti personalmente per il cliente, che lui non considera mai tale, di turno. Ma ora la storia sta virando verso una strampalata avventura che mi coinvolge e mi attira.
Dunque mi sento di consigliare a chi mi legge di immergersi in queste pagine così ben scritte, per apprezzare, come me, questo bel libro.