giovedì 31 ottobre 2019

Halloween night

Happy halloween!!





Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo.

(William Shakespeare)

Divertitevi streghe e spettri, la notte è vostra!
              

Marisa Cappelletti





martedì 22 ottobre 2019

Cosi'

Potrei essere cosi'.
Forse.
Oppure no.
Chissà.


Sono quella che sono.
Sono lo sbaglio ed il difetto
l'addio e l'improvviso ritorno.
Sono l'offesa e la scusa
la dolcezza e l'amore offerto.
Sono la donna e la bambina
l'inganno e l'impensata purezza.
Sono quella che sono.
L'irraggiungibile sogno e la realtà
la giovinezza e la maturità sofferta.
Il sentimento dimenticato e offeso
il cuore buttato e poi raccolto.
Il pensiero costante nella tua mente
il bacio mai dato il desiderio irrisolto.
Sono il tutto e sono il niente.
Soltanto  quella che sono.


Maisa Cappelletti


Oggi sono io
Mina 

giovedì 17 ottobre 2019

A Sirmione


Sirmione è una cittadina in provincia di Brescia affacciata sul Lago di Garda, il piu' esteso dei laghi italiani e terzo in profondità. 
Avamposto militare per secoli, in epoca napoleonica fu assegnata  definitivamente al territorio bresciano. 
Importante centro urbano all'epoca romana, famosi sono i resti di una villa di quel  periodo denominata  Grotte di Catullo, una delle ville piu' grandi d'Italia con i suoi 2 ettari di estensione, oggi aperta al pubblico con un museo ed un grande antico giardino che ospita piu' di 1500 ulivi che ancora oggi permettono di avere un raffinato olio.  
Pare che Catullo, o meglio Gaio Valerio Catullo, poeta romano noto per i suoi versi d'amore appassionati, versi d'amore espressi per la prima volta nella letteratura latina nel Catulli Veronensis Liber, soggiorno' per lungo tempo a Sirmione.  
Bellissimo ed imponente  il Castello Scaligero, circondato dal lago.



Odi et amo.
Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Odio e amo.
Tu forse me ne chiedi come io faccia.
Non lo so. ma sento che ciò accade
ed è la mia tortura.

Gaio Valerio Catullo

E, scusandomi e con tutta la modestia possibile, la mia poesia:

Ascolta il silenzio

In questa notte di lago e profumo,
nella solitudine di una luna beffarda
che accompagna l’argento in una strada
tracciata sul lucido blu sorridente
ammi volare.

Dammi le ali che non conosco
E portami piu’ su, oltre la rocca,
solitaria signora del castello,
oltre il mio qui.
Insegnami la gioia dei sentimenti,
trovami un posto in  te,
fammi volare.

Come l’araba fenice risorta
dalle ceneri di un gelido ieri,
accarezzami le piume arruffate
asciuga le lacrime che le incollano;
io uccello di fuoco nell’ombra
serena, in ascolto della quiete lacustre,
fammi volare.

Aprimi la vita come novello Catullo
all’amata Lesbia,  ed io mi alzero’
sul velo fermo e sottile della notte
ed ascoltero’ il silenzio, 
addormentata tra le braccia della brezza
incantata del tempo,
fammi volare.
Ed io per l’ultima volta, volero’ .


Marisa Cappelletti




 




domenica 13 ottobre 2019

La prima volta

La mia prima pubblicazione, una delle prime poesie scritte, il primo concorso vinto.
Ed è passato tanto tempo!


Naufragio  

Cullata da fredde correni
che tutto portano via,
illusa dagli occhi splendenti
che passano lungo la scia
lasciata da morti vascelli
che vagano sopra di me.
Perduta in grotte profonde 
nel buio di mille tranelli
orditi da sirene e serpenti
tritoni e fantasmi di mare,
aspetto tremante ed illusa
lo squalo che ancora mi tiene
legata quaggiu' negli abissi
che piu' non so risalire.
In questo silenzio d'angoscia
che sempre di piu' m'appartiene,
lo squalo che mi gira intorno,
che aspetta la resa totale
crudele nel fascino arcano,
io, io posso soltanto morire.


Marisa Cappelletti

Avion Travel
Sentimento






giovedì 10 ottobre 2019

Malinconico autunno




Somiglianze

Rumore di foglie cadute,
ombra d’un albero secco
in un giorno gonfio di pioggia.

Frasi d’amore stampate
su pagine di libri bruciati.

un giorno qualunque del mese
cancellato dall’estate passata: 
ecco il nulla che resta di me.


Marisa Cappelletti




martedì 8 ottobre 2019

Guardando il cielo



Orizzonti diversi

Questo è il momento perfetto.
L’orizzonte diviso in due parti nette:
sotto un pallido tramonto
piu’ su il nero denso delle nubi
che, come un fosco presagio,
annunciano l’incombere del temporale.

Un rombo lontano avanza nell’aria,
un’aria che si trasforma piano
in vento freddo profumato
di terra e  foglie d’autunno,
mentre uccelli gridano cercando riparo.

Pensieri speranze illusioni  e ricordi
formano mulinelli impossibili
nel cielo che ha perso
il suo blu per far posto
a tragici lampi d’ira e di sogni  perduti.

Questo è il momento perfetto.
Il silenzio improvviso
rivela l’attesa dello scoppio
del tuono e del pianto che lava
fiori sfaldati e rimpianti da poco scordati.

Poi cala il silenzio sul cielo placato
Su nidi bagnati e tetti brillanti,
sul momento perfetto sfumato
nel giorno d’un solitario equinozio 
passato a cercare bugiarde risposte mai date.

Autunno 
di Francesco Guccini
Un grande autore,
Un testo straordinario, 
una splendida ed emozionante poesia.



Marisa Cappelletti








domenica 6 ottobre 2019

Inizio

Vorrei scrivere una storia e queste sono le prime righe.
Non sono mai completamente di fantasia i miei personaggi, infatti Paola ed Alessandro erano i miei nonni e di conseguenza Elettra la bisnonna che ho avuto la fortuna di conoscere da bambina.
 Nonna Paola

La Casa

Paola ed Alessandro la videro per la prima volta nel 1916, quando lui torno’ per una licenza di tre giorni dal fronte, ma  lei esisteva già da tempo: dipinta di bordeaux ed ocra,  2 piani che si affacciavano su una piccola piazza e 3 su due vie laterali che portavano ai magazzini della Stazione Centrale.

L’appartamento da affittare era al secondo piano. Due  stanze enormi,  una dentro l’altra, un lavandino in pietra, il grande camino ed  il wc in comune con gli altri appartamenti del piano. Che allora era davvero un lusso! Due piccoli balconcini con parapetti lavorati a fiori che si affacciavano sulla via piu’ trafficata : il tram passava direttamente li’ sotto e lo sferragliare delle ruote di ferro infastidiva non poco.

Le scale erano bellissime: salivano in semicerchi formati da gradini in marmo grigio fino al terzo ed ultimo piano, ci si poteva appoggiare a corrimani in legno lucido e guardare su o giu’ attraverso  ringhiere formate da volute di foglie e fiori in ferro battuto.  Il soffitto dell’ultimo piano dominava la casa tutta con un affresco  a colori tenui e delicati raffigurante cherubini paffuti e rosei con piccole ali di piume, corolle di rose tutt’attorno e soffici nuvole bianche sullo sfondo di un cielo turchino.

Paola rimase incantata ed  intimidita dalla casa: troppo elegante, silenziosa. Ed anche il piccolo giardino con due imponenti magnolie e piante di rose ovunque, una panchina per sedersi a leggere,  un lavandino in pietra, tutto l’aveva lasciata senza fiato.

Lei veniva da Gorla,  un quartiere popolare li’ vicino, dove tutti si conoscevano, entravano ed uscivano in continuazione da porte sulla strada lasciate sempre aperte, i bambini correvano ovunque schiamazzando, la nonna, la mamma e le zie andavano insieme alle altre donne a lavare i panni  nella Martesana, gli uomini, primo fra tutti zio Angelo, il gagà, quando il lavoro in fabbrica era finito, si trovavano all’Osteria del Binari per un bicchiere  di rosso  in compagnia, mentre papà Alfredo tornava a casa, sedeva al tavolo di cucina silenzioso e timidissimo, la testa tra le mani e se ne stava li’ fino all’ora di cena. 

Era il suo modo di riposare.
Parlava pochissimo 
: era un uomo gentile, i figli sapevano che voleva loro molto bene, ma che  era incapace di dirlo né di dimostrarlo con qualche affettuosità, era troppo timido.
 
Mamma Rosa invece era la classica massaia milanese: sempre in movimento, sempre a sgridare qualcuno, figli o nipoti o vicini che fossero, lei gestiva la casa, il marito. la famiglia ed anche il vicinato: la crocchia di capelli biondi stretta sulla nuca, il grembiule teso sul seno florido, gli occhi penetranti sempre all’erta. Era lei il capo! 

Alessandro era invece orgogliosissimo di essere riuscito a trovare quella casa. Lui era nato a Firenze da una famiglia importante che, poco dopo la sua nascita era caduta in disgrazia, come si diceva, aveva perso le proprietà in campagna ed anche il bel palazzo vicino a Ponte Vecchio, come se non bastasse il padre s’era ammalato ed era morto a soli quarant’anni. Mamma Elettra aveva fatto le valigie, preso i due figli e si era trasferita a Milano, da una prozia che le aveva ceduto un bell’appartamento in Via Padova. 


Prima o poi continuero'...





Marisa Cappelletti  


sabato 5 ottobre 2019

In brevissimo

"Prese il vecchio per mano e lo scosto' da sé..."
Incipit da l'Odissea di Omero.
Storia d'amore

Prese il vecchio per mano e lo scosto’ da se’ con tenerezza: erano invecchiati tutti e due, ma nei suoi occhi un po’ meno blu lei lesse ancora tutto l’amore che li aveva uniti.


Marisa Cappelletti




venerdì 4 ottobre 2019

Curiosità

Tratto da un articolo di Focus



Anche gli scrittori più bravi e popolari possono essere vittime della sindrome del foglio bianco, descritta per la prima volta nel 1947 dallo psicoanalista Edmund Bergler: un blocco di natura psicologica che impedisce a chi scrive di proseguire nella stesura di un testo, a volte persino di concluderne una.
La storia della letteratura è anche la storia dei tentativi più o meno riusciti di arginare questa empasse, ricorrendo a rituali stravaganti… Eccone alcuni.

SOTTOSOPRA. Appendersi a testa in giù è per esempio la cura per il blocco dello scrittore scelta da Dan Brown, autore di best seller come Il Codice Da Vinci e Angeli e Demoni. Secondo Brown, la cosiddetta terapia di inversione, appeso a una barra a testa in giù, lo aiuta a rilassarsi e concentrarsi sulle parole. Più lo fa, più si sente sollevato e ispirato.

SCHEDE. Vladimir Nabokov, autore di Lolita, invece preferiva comporre le sue opere su bigliettini, che conservava gelosamente in alcune scatole. Questo metodo gli permetteva di scrivere le scene dei suoi romanzi in modo non sequenziale e riordinarle ogni volta che voleva. Ne aveva di pronti anche sotto il cuscino, caso mai gli fosse venuta un’idea durante il sonno.

NUDO. Che dire di Victor Hugo? Autore di capolavori come I Miserabili, si costringeva a scrivere… senza vestiti. Quando si trovava ad affrontare l’imminenza della consegna del romanzo Notre-Dame de Paris, ordinò al suo domestico di confiscare tutti gli abiti in modo che non potesse lasciare la casa. Anche durante i giorni più freddi, nei quali per resistere Hugo si avvolgeva solo in una coperta mentre procedeva con la storia del gobbo di Notre-Dame.

DISTESO. Truman Capote, a cui dobbiamo, tra gli altri, capolavori come A Sangue Freddo e Colazione da Tiffany, preferiva lavorare disteso: si narra che abbia scritto le prime bozze di ogni suo romanzo, racconto o articolo, sdraiato sul divano mentre beveva caffè, tè e, infine, cocktail (a seconda dell’orario). E come Victor Hugo, anche lui talvolta scriveva mentre era nudo, ma più per comodità che per costrizione. Oltre a essere uno scrittore, Capote era infatti un dandy, come testimoniano le cronache mondane degli anni 60 e 70, dove fa sfoggio di mise eleganti e originali. 

SUPERSTIZIONE. E poi, naturalmente, c'è Jack Kerouac. L’autore del romanzo Sulla Strada era un nottambulo incallito e dedicava alla scrittura le ore dalla mezzanotte all’alba. Gli piaceva scrivere a lume di candela, prima di mettere la penna sul foglio pregava e di notte in notte scopriva nuove superstizioni che potessero aiutarlo a far pulsare la vena creativa. Dalla Luna piena alla “magia” del numero 9 (ripeteva alcune azioni 9 volte): rituali un po’ ossessivi, che però gli erano indispensabili per scrivere i suoi capolavori."


Marisa Cappelletti






Concorsi Letterari



Da molto tempo non propongo concorsi letterari rigorosamente gratuiti o quasi.
Eccone tre (attenzione alle scadenze) che mi sono sembrati validi ed originali:




http://www.concorsiletterari.it/concorso,9340,Premio%20Letterario%20Short%20Story%20Edizione%202019



Se volete e ne avete voglia provateci.  E'sempre una grande soddisfazione essere premiati!

Marisa Cappelletti