Scrivo racconti e poesie. Leggo tutto e di tutto. Amo la musica. Vivo i miei anni intensamente. Inutile ma doveroso aggiungere che tutti i diritti dei racconti e delle poesie pubblicati a mio nome sono coperti da Copywrite e quindi di mia esclusiva proprietà. La riproduzione è vietata.
mercoledì 29 novembre 2017
Requiem per lo Yeti
Lo Yeti nella leggenda
Probabilmente i giovani non ne hanno mai sentito parlare, ma chi ha qualche primavera alle spalle di sicuro lo ricorda.
Lo Yeti é o meglio é stata una leggenda, una creatura che fa parte delle credenze popolari dei popoli che vivono sull'Himalaya: il solitario e gigantesco Uomo delle Nevi.
Piu' volte avvistato da scalatori e sherpa, questo gigante ricoperto di peli che camminava curvo e con fatica, ma che lasciava enormi impronte nella neve, non era mai stato realmente avvicinato da nessuno.
Maschera dello Yeti in un mercato di Katmandu
E cosi' si era formata la leggenda: chi era mai questo simil cavernicolo solitario e schivo, che scappava immediatamente alla vista dell'uomo?
Filmati piu' o meno veritieri hanno notevolmente contribuito ad alimentare la leggenda.
Erano stati conservati alcuni reperti appartenenti al misterioso Yeti, che nella lingua degli sherpa significa "quella cosa la (yeh-teh)".
A volte le leggende andrebbero trattate con rispetto e lasciate vivere nell'immaginario collettivo.
Purtroppo non è stato cosi' per "l'abominevole uomo delle nevi".
I vari resti conservati sono stati sottoposti ad analisi tra cui l'esame del Dna, che ha senza ombra di dubbio sfatato la leggenda.
Lo Yeti, o meglio gli Yeti altro non erano che una sottospecie ibrida di orso che viveva sulle montagne del Nepal ma anche del Tibet ad oltre 5.000 metri di altezza.
Cosi' muore l'Uomo delle Nevi, avvistato per la prima volta, si dice, nei primi anni del 1400, diventato famoso negli anni cinquanta ed avvistato fin negli anni settanta.
La scienza demolisce la leggenda, peccato!
Orso nero Himalayano
Marisa Cappelletti
domenica 26 novembre 2017
Poesia della Domenica
In una fredda domenica di vento e di sole un momento di tranquillità e di riflessione.
Ragione verso Sentimento
Ho vissuto con ragione,
ho sbagliato con sentimento.
Ma la ragione non mi ha aiutata
e gli sbagli mi hanno
lasciato dei rimpianti.
Tutto finito, tutto perduto?
No, mai! C'é sempre spazio
per vivere con il
cuore
e per ignorare finalmente la ragione.
Lasciarsi andare alla vita o pensare alle mosse
sulla complicata scacchiera dell'esistenza?
Scacco alla Regina Ragione o Scacco matto al Cuore Re,
chissà qual'é mai l'ultima decisiva avanzata
verso la vittoria ?
Lo sapremo dopo il finale di partita.
O forse nemmeno allora.
Marisa Cappelletti
sabato 25 novembre 2017
venerdì 24 novembre 2017
Venerdi' Nero
Oggi è il Black Friday, il giorno dopo il Ringraziamento.
Negli States dopo il tacchino di ieri, oggi si apre ufficialmente la stagione degli acquisti natalizi e ci si precipita a fare shopping selvaggio approfittando dei saldi proposti.
Anche in Italia si vuole introdurre ad ogni costo questa usanza tipicamente americana.
Al momento non pare ci siano file davanti ai negozi né persone impazzite che si precipitano urlando selvaggiamente sulla merce in offerta.
Noi abbiamo i saldi di fine stagione che vanno in onda a metà stagione, ed a questi siamo affezionati.
La globalizzazione? Si', certo, va bene, ma volete mettere la bellezza degli acquisti scontati del 30 e 50 % di inizio gennaio?
Ormai nessuno piu' regala o si regala a Natale abbigliamento e scarpe: ci sono i saldi quindici giorni dopo.
E vuoi mettere il divertimento?
Marisa Cappelletti
martedì 21 novembre 2017
Con me
Voglio godermi questo momento di tranquillità, la luce
particolare di un rosso tramonto d'inizio inverno, il silenzio che sono riuscita a
crearmi dentro, anche se non andrà oltre i pochi minuti di pace che mi sono
ritagliata.
Voglio sentirmi il cuore colmo di affetto ed anche di amore
per quello e per chi mi circonda o che mi sta lontano, per chi c’è e per chi ci
sarà sempre nonostante l’assenza.
Voglio godermi la soddisfazione e l’orgoglio solo miei per
il mio “mestiere” attuale, per il contratto editoriale reale e solido firmato e controfirmato, per il
libro che uscirà tra otto o dieci mesi, ma uscirà, per l’orgoglio e la
soddisfazione dell’essermi cambiata la vita. E, credetemi non è mai troppo
tardi per cambiarla.
Voglio sentirmi al
caldo avvolta nella mia enorme sciarpa di lana, godermi la mia birra,
rigorosamente rossa, che sostituisce lo champagne nel brindisi solitario a me stessa, voglio
scrivere di questo momento magico, voglio commuovermi per me e con me.
Infine voglio chiudere questo momento intimo con un sorriso ed un piccolo desiderio che in questo momento di grazia è solo ed unicamente
mio. Che desiderio? Ma non lo diro’, perché sarà il mio segreto e solo cosi’ si
avvererà.
Voglio sentirmi bambina per un solo momento: questo.
Marisa Cappelletti
sabato 18 novembre 2017
Oggi sabato con impegno
Casa delle Arti Spazio Alda Merini
Stamattina mi sono recata in Via Magolfa, storica via dietro il Naviglio Grande, per assistere presso la Casa delle Arti, spazio Alda Merini, alla presentazione di un libro di poesie di una donna eccezionale, esimia psichiatra e psico terapeuta, scrittrice, poetessa e musicista, ex bimba prodigio con q.i. superiore a 200!
Non conosco il suo lato poetico ed ero curiosa di scoprirlo.
Sfortunatamente per me, ancora prima dell'inizio della presentazione, un impegno improvviso mi ha costretta ad andarmene. Sono convinta di aver perso una splendida occasione.
Castello Sforzesco La corte Ducale
Alle 14, 30, sorpassata con indifferenza, forte del mio bracciale giallo magico Pass, la lunga fila per entrare nella Sala viscontea al Castello Sforzesco ed assistere ad una interessante conversazione incentrata su quali possono essere le storie che colpiscono editori, ma anche produttori di cinema o serie tv, vengo accompagnata molto gentilmente sul posto ma altrettanto gentilmente vengo avvisata che i giornalisti non hanno diritto di seduta, cioé cara, stai in piedi.
Castello Sforzesco Sala Viscontea
E cosi' vado ad ingrossare la fila di derelitti appoggiati agli sforzeschi muri laterali.
Tutta la stampa in castigo contro il muro!
Naturalmente eseguo. Ma dopo mezz'ora la mia schiena mi avvisa che la cosa non le piace e poiché nemmeno a me piace tanto la piega presa dalla conversazione, tutta rivolta ad una singola fiction (che io non conosco perchè non mi interessa e dunque non l'ho mai vista) i cui autori, sceneggiatori, produttori e altro personale, sono li' presenti, per autoincensarsi ed incensare la Rai che trasmette questo miracolo, decido di andarmene.
Insomma in poche parole: giornataccia!
Marisa Cappelletti
Stamattina mi sono recata in Via Magolfa, storica via dietro il Naviglio Grande, per assistere presso la Casa delle Arti, spazio Alda Merini, alla presentazione di un libro di poesie di una donna eccezionale, esimia psichiatra e psico terapeuta, scrittrice, poetessa e musicista, ex bimba prodigio con q.i. superiore a 200!
Non conosco il suo lato poetico ed ero curiosa di scoprirlo.
Sfortunatamente per me, ancora prima dell'inizio della presentazione, un impegno improvviso mi ha costretta ad andarmene. Sono convinta di aver perso una splendida occasione.
Castello Sforzesco La corte Ducale
Alle 14, 30, sorpassata con indifferenza, forte del mio bracciale giallo magico Pass, la lunga fila per entrare nella Sala viscontea al Castello Sforzesco ed assistere ad una interessante conversazione incentrata su quali possono essere le storie che colpiscono editori, ma anche produttori di cinema o serie tv, vengo accompagnata molto gentilmente sul posto ma altrettanto gentilmente vengo avvisata che i giornalisti non hanno diritto di seduta, cioé cara, stai in piedi.
Castello Sforzesco Sala Viscontea
E cosi' vado ad ingrossare la fila di derelitti appoggiati agli sforzeschi muri laterali.
Tutta la stampa in castigo contro il muro!
Naturalmente eseguo. Ma dopo mezz'ora la mia schiena mi avvisa che la cosa non le piace e poiché nemmeno a me piace tanto la piega presa dalla conversazione, tutta rivolta ad una singola fiction (che io non conosco perchè non mi interessa e dunque non l'ho mai vista) i cui autori, sceneggiatori, produttori e altro personale, sono li' presenti, per autoincensarsi ed incensare la Rai che trasmette questo miracolo, decido di andarmene.
Insomma in poche parole: giornataccia!
Marisa Cappelletti
venerdì 17 novembre 2017
Al Castello Sforzesco
Oggi pomeriggio mi sono recata alla Sala Stampa di Bookcity, situata presso le Sale Michelangiolesche nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco.
Pensavo al solito cartellino da portare al collo o da appuntare da qualche parte bene in vista. Niente di tutto cio' ma, potenza della tecnica e della sintesi, il pass si é trasformato in un braccialetto giallo di gomma: -Lo indossi pure con tranquillità, con questo in qualità di giornalista ha tutte le porte aperte!-
Sarà...
Marisa Cappelletti
sabato 11 novembre 2017
Tramonto
Tramonto del sole o dell'uomo, del giorno o di una vita, ma il cielo sarà sempre li' in silenzio, con le nostre domande senza risposte.
Marisa Cappelletti
Siamo uomini dunque condannati a domande senza risposte,
almeno risposte sensate.
Ma che sarà mai una risposta sensata se non l'ennesimo
tentativo umano di darsi una spiegazione impossibile?
Non importa se l'estate è capricciosa e instabile o bollente e lunghissima, importa che ci sia, che ci dia la possibilità di viverla.
E se l'inverno sarà gelido ben vengano la neve ed il
ghiaccio! L'importante é che saremo qui con il naso rosso e le mani gelide, ma
saremo ancora qui.
Avremo vissuto, vinto e perso, amato e sofferto, quando la notte
scenderà, saremo o no pronti lei scenderà, avremo paura o saremo sereni, forse
si concluderà la nostra ricerca ma il cielo non smetterà per cosi' poco di
tingersi di porpora.
Marisa Cappelletti
giovedì 9 novembre 2017
Pensiero
Orizzonte
Gli amanti vivono
sospesi là, all’orizzonte,
dove la realtà incontrando
il giorno
uccide i sogni.
mercoledì 8 novembre 2017
Tra sogno e sogno
Puo' essere il sogno di tutti ma anche soltanto il mio, l'importante non é di chi sia, l'importante è sapere e volere ancora e comunque sognare.
L'Isola
L'Isola
Se sogno dev’essere allora che sia
il sogno piu’ bello, la gioia la scia
di giorni passati su un’isola strana
di sabbia e di sole, da tutto lontana.
Di giorni d’amore che ci porteranno
a vivere quello che gli altri non sanno:
due cuori felici due anime unite
due giovani corpi senza piu’ ferite
né insulti del tempo che non passerà.
Immortali noi in quel che verrà.
E mi amerai nell’aurora rosata
e ti amero’ sulla rena sdraiata
tra fiori e conchiglie portate dal mare,
soltanto gabbiani e granchi a guardare.
Poi nudi e felici a tuffarci nell’onde
tra pesci d’argento e tra verdi sponde
di dolci colline a picco sul blu.
“ti amo tesoro, ti amo ma tu?”
“non posso spiegare mio dolce uomo
l’amore profondo, la donna che sono
con te e per te, ma tu lo sai
che questo mio amore non finirà mai?”
Ti bacio ti stringo ti voglio cosi’
come mi piace e come mi vuoi,
tu prendimi in braccio e siediti qui
facciamolo piano, ci siam solo noi!
Di giorni d’amore di sole e di blu
“ti amo tesoro, mi ami anche tu?”
Di mare di vento di felicità
di tempo infinito che non passerà.
Immortali noi in quel che verrà.
Immortali noi in quel che verrà.
Marisa Cappelletti
lunedì 6 novembre 2017
Concorsi letterari gratuiti
Ho scelto questi 3 concorsi per il mese di Novembre.
Le scadenze abbastanza lontane permettono una partecipazione ponderata e non frettolosa.
Se volete scrivete, ne vale sempre la pena!
Al lavoro e...in bocca al lupo!
Nascita vita e morte di una Startup
Nel 2012 quattro ragazzi idearono una piattaforma on line
per chi aveva voglia di esprimere la propria creatività nella scrittura. L’idea
era semplice ma allo stesso tempo rivoluzionaria: scrivete l’incipit di una storia in non piu’
di 20 righe e altri, se vorranno, proseguiranno con altrettante 20 righe, fino
ad arrivare a comporre un racconto con un massimo di 6 partecipazioni.
In poco tempo si sparse la voce, aspiranti scrittori si
iscrissero con entusiasmo e 20 Lines, cosi’ venne giustamente chiamata la
community, prese il volo.
In poco piu’ di 2
anni la start up si espande, coinvolge case editrici in contest letterari, scrittori famosi contribuiscono con loro incipit che resteranno nella storia della piattaforma, ed
alcuni racconti vengono pubblicati e letti da migliaia di persone. Nel 2014
viene allargata la cerchia dei partecipanti a tutta l’Europa con la possibilità
di scrivere in 7 lingue.
Si formano gruppi, nascono belle amicizie, sbocciano storie.
Nel 2015 la piattaforma raggiunge il massimo di visibilità e viene giudicata da
Apple la “Best Social Networking and
Books Apps” in ben 96 Paesi.
Ci sono piu’ di 220.000 utenti registrati ed oltre 15.000
nuove storie vengono pubblicate ogni mese.
Ma, in ogni bella storia c’è sempre un ma, i ragazzi non si
accontentano ed è giusto cosi’, sono ragazzi! Aprono un ufficio a Milano nel
nuovo quartiere trendy per le aziende, tra i palazzi avveniristici di Porta
Nuova, cercano sostenitori, vanno in America a caccia di finanziamenti.
Ma l’America non risponde come sperato, gli ideatori tornano
a casa e la società inizia a sfaldarsi.
Gli scrittori continuano con un entusiasmo il loro lavoro on
line ma le cose vanno male. Pian piano vengono abbandonati a loro stessi, i
ragazzi uno ad uno se ne vanno in cerca di altre fortune e 20 Lines continua il suo cammino , orfana abbandonata a sé stessa.
Poi, un bel giorno, (si fa per dire) arriva il colosso
americano Harper&Collins, quello di Harmony per intenderci (e ci siamo ben
intesi) e compra la start up che non partiva piu’.
Interviste, promesse, programmi.
Risultato? Il nulla.
Nessuno di competente segue piu’ gli scritti, gli scrittori
abbandonano sconfortati e delusi, migrando verso altre piattaforme ed arriva
una nuova generazione di individui che
scrive quel che gli capita cosi’, tanto per imbrattare i fogli virtuali, i
racconti condivisi vengono sfrattati, restano soltanto le storie individuali
che il piu’ delle volte non interessano a nessuno.
E cosi’ muore 20 Lines.
La piattaforma esiste ancora, certo. Va avanti per inerzia,
a volte viene invasa da stupidi cyberbulli che scrivono cose irripetibili
insultando e calunniando senza vergogna, tre o quattro, no due o tre scribacchini
lodano a vicenda i propri disastri e tutto galleggia in un cimitero di parole
inutili.
E’ una triste, lunga agonia a cui nessuno, tanto meno i nuovi proprietari, con il loro plateale disinteresse, ha intenzione di porre fine.
Che peccato 20 Lines!
Marisa Cappelletti
giovedì 2 novembre 2017
Dal cuore al foglio
Lettera a mia figlia
Dall'Antologia "Lettera a mio figlio" Edizioni Historica
Milano, 23 Marzo 2017
Carissima Cristina,
figlia
e, per reciproca fortuna e volontà amica mia, se ti scrivo a questo punto
avanzato della mia vita e devo confessare a malincuore che sono qui da settant’anni e tu, nonostante
l’apparenza, da circa quaranta, non è
perché questo è una sorta di testamento
né perché ho dei segreti o delle cose che non ho mai detto e che non mi
sento di dirti a voce, ma semplicemente
perché in questo modo un po’ antico e fuori moda, posso finalmente esprimermi come desidero, fare un piccolo
riassunto di me e di te senza che tu mi interrompa continuamente con il tuo
solito diluvio di parole.
Sappiamo entrambe che sei logorroica, che inizi la mattina alle 8 in
punto, quando mi telefoni per la prima
delle numerose volte della giornata, ad investirmi con cascate di discorsi di ogni genere immaginabile ed anche non nei
quali difficilmente riesco ad inserirmi, percio’ ecco qui: zitta e leggi!
Per prima cosa voglio assicurarti, una volta per tutte, che non sei
stata adottata. Non che ci sia nulla di
male nell’essere un figlio adottivo, anzi,
ma anche se tu hai dei seri dubbi, ti ho partorita io. Siamo diverse, è vero, ma ti assicuro che
quando ti ho vista per la prima volta cosi’ piccola urlante e con il nasino
schiacciato, oltre a pensare che non mi assomigliavi per niente ma eri tutta
mia suocera, ho capito subito che avremmo avuto un legame speciale io e te, che
ci saremmo riempite la vita a vicenda con un amore assoluto.
Mi
dici sempre che sono una madre stramba, anticonvenzionale ed impegnativa, ma tu
pensi davvero di essere una figlia normale?
Cambi pareri ed idee in continuazione cosi’ come si cambiano un paio di
calzini, mi fai confidenze di ogni genere, sei convinta che io sia la tua
migliore amica ed anche il tuo capro espiatorio, ti preoccupi troppo per me e
la mia salute, per il mio modo di essere
e fare, mi dai consigli materni e mi abbracci stretta se ho momenti di
sconforto, mi rispetti sempre e comunque e se litighiamo, perché da donne
litighiamo spesso, poi mi mandi sms interminabili che finiscono sempre con
enormi cuori pulsanti.
La
tua vita per colpa della mia non è stata facile: abbiamo avuto momenti, anni di
disperazione e sconforto, siamo state le uniche due persone su cui poter
contare veramente, hai dovuto crescere
in fretta e rinunciare a tanto. Ho
ricordi terribili dei tuoi occhi smarriti, della mia impossibilità di
permetterti di avere un’infanzia, un’adolescenza ed anche una giovinezza serene.
Di tutto cio’ ti chiedo scusa. Scusami per aver fatto scelte sbagliate,
per non averti saputo proteggere come avrei dovuto, per averti fatta sentire sola, per essere
stata, come dici sempre tu, troppo poco severa e ferma. L’ho fatto per
compensazione, per non appesantirti i giorni con divieti e rimproveri, quei
giorni che erano già cosi’ difficili per te.
Ma, in fondo me lo devi
riconoscere, ho cresciuto una donna forte, onesta, riflessiva e, come me, con
una visione ironica della vita, visione che ti permette di superare ancora e
sempre gli ostacoli che ti si parano davanti in continuazione. Sei nata cosi’: niente concessioni né
privilegi. In salita, sempre in salita senza mai mollare.
A mia volta ti perdono e sai che mi costa, di non leggere
mai i miei racconti e le mie poesie, di essere fin troppo critica in quelle
rare volte che ti capita tra le mani un mio libro, nei confronti dello stile,
della scrittura, persino degli aggettivi
che uso, di non capire che “noi poeti”
abbiamo un animo tormentato e se cosi’ non fosse saremmo altro, magari dei
comici. Perdono l’ironia che ti leggo negli occhi quando mi lamento dell’età,
degli acciacchi e delle rughe perché, dici, affogo il mio presunto impegno
intellettuale in una pozzanghera di vanità..
Siamo state brave perché con gli anni abbiamo costruito un rapporto
solido, speciale, ci siamo ritagliati momenti unici per noi due sole, siamo riuscite
ad essere amiche pur mantenendo ciascuna il proprio ruolo, ad essere vere
compagne di vita.
Ti ringrazio dunque per il tempo che passiamo
insieme, per le passeggiate in campagna a goderci i fiori, gli animali, un po’
meno gli insetti ed i profumi della natura, ma anche per quelle sconsiderate
giornate passate nelle vie della moda a criticare le vetrine esagerate ed i
prezzi esorbitanti, io a tentare inutilmente di infilarmi in taglie che piu’
non mi appartengono, tu a desiderare tutto.
Ti
ringrazio per le interminabili dissertazioni filosofiche davanti a piatti di
cibo di molte nazionalità e di grandi
quantità dolci vari compresi, per le ore
nelle librerie a caccia di titoli e storie che ci ispirano, di autori che ci
piacciono, per le serate a teatro, per i concerti rock a cui mi accompagni e mi
dici in continuazione -Stai seduta, non urlare, non saltare, non agitarti ricordati
della pressione e del cuore- e per i
concerti pop a cui vengo per farti piacere,
ai vari Baglioni e Morandi che mi tocca vedere e rivedere sentire e
risentire (e stendiamo un velo pietoso sull’ultimo concerto dei Pooh).
Non ho
e non voglio avere consigli né raccomandazioni
da farti: ormai l’età adulta l’hai raggiunta da anni e sai bene come
muoverti nel tuo mondo anche se a volte, in certe situazioni critiche, posso
sentire nella tua voce una vena di rimpianto per non essere piu’, e qui ti
sbagli eccome se ti sbagli, la mia bambina.
Ripensandoci due consigli veloci ce li ho:
cerca di aver ragione ogni tanto del tuo caratteraccio e conta fino a dieci
prima di esprimere quel che pensi di chi ti sta facendo arrabbiare e, quando cucini il sugo, ricordati di curarne la
cottura, non perderti nelle solite chiacchiere interminabili al telefono. Il
sugo brucia, poi si attacca alla pentola e addio pasta al ragu’!
Sai
che ti voglio un bene infinito e percio’ non è mia intenzione commuoverti né
annoiarti oltre. Per ora credo che basti quel che ho scritto e che, spero, tu
hai letto.
Con
tanta speranza in quello che verrà e con affetto spropositato.
Tua Mamy
Marisa Cappelletti
mercoledì 1 novembre 2017
#BCM17
Bookcity Milano 2017
Torna l'imperdibile iniziativa voluta dal Comune di Milano e dall'Associazione Bookcity Milano(Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri), a cui si è affiancata l’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e l’ALI (Associazione Librai Italiani).
A partire dalle splendide sale del Castello Sforzesco, nelle librerie ed in altri luoghi indicati nel programma, dal 16 al 19 Novembre Milano sarà la capitale del libro e della letteratura: eventi, ospiti, presentazioni, interviste, dibattiti e tantissimo altro.
Non mi è possibile elencare qui il programma, ma questo é il link per scaricarlo:
http://bookcitymilano.it/storage/app/media/programma-2017.pdf
Torna l'imperdibile iniziativa voluta dal Comune di Milano e dall'Associazione Bookcity Milano(Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri), a cui si è affiancata l’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e l’ALI (Associazione Librai Italiani).
A partire dalle splendide sale del Castello Sforzesco, nelle librerie ed in altri luoghi indicati nel programma, dal 16 al 19 Novembre Milano sarà la capitale del libro e della letteratura: eventi, ospiti, presentazioni, interviste, dibattiti e tantissimo altro.
Non mi è possibile elencare qui il programma, ma questo é il link per scaricarlo:
http://bookcitymilano.it/storage/app/media/programma-2017.pdf
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