martedì 27 febbraio 2018

in casa al caldo



Milano per ora (ma pare che dal 1 marzo nevicherà) è stata risparmiata dalla neve, pero' il freddo si è fatto gelo: oggi -4 e domani -7! Dunque io che non devo piu' correre la mattina per andare al lavoro mi rilasso al caldo e riciclo vecchie poesie che mi toccano ancora il cuore. 


Imperfetto



Tu abbracciami ancora

con fantasmi d'abbracci,

tienimi stretta con mani

straniere calde di sogni,

dammi la vita che non sarà.


E' un'atmosfera irreale

quella che ci circonda,

é un tempo imperfetto

quello che ci avvolge

in un silenzio d'amore

che non avverrà mai.


Struggente muta melodia

che leggera ci danza intorno,

regalando attimi intoccabili

di illusorie sensazioni

che stringono e costringono

i corpi orfani di noi.


Marisa Cappelletti






sabato 24 febbraio 2018

Racconto per un sabato quasi tiepido in attesa di Burian il vento della steppa-


Un giorno qualunque

Il mio paese é un piccolo comune con case antiche raggruppate a casaccio sulla scogliera che sovrasta un mare oggi scontroso, circondato dal violetto della lavanda e dall'argento degli ulivi, profumato di fiori e salsedine, insomma quasi un paradiso chiuso nella sua modestia.
Il mio rifugio nelle giornate di primavera, quando i turisti se ne stanno ancora a casa loro ed é possibile sedersi al tavolino di uno dei due bar e bere un cappuccino di quelli che solo Celeste sa fare.
Oggi é una di quelle giornate. Me ne sto qui a rimuginare sul mio mestiere di giornalista di cronaca per il giornale del comprensorio. Cronaca si fa per dire: qui non succede mai nulla, al massimo una lite tra vicini per i confini dell'orto, una caduta dalla bicicletta, il Sindaco che premia il tema più bello della scuola elementare.
Dovrei andarmene, cercare altrove la soddisfazione di articoli scritti per quotidiani importanti, respirare lo smog della grande città, uscire da una indaffaratissima redazione per andare a caccia di notizie da raccontare a migliaia di lettori. Dovrei.
Ma il mio legame con questa terra mi tiene ancorato qui, con le mie sicurezze da provinciale ed il profumo del pesto appena fatto.
-Giovanotto, o giovanotto, posso accomodarmi costì?-
Una voce imperiosa abituata a far valere le proprie ragioni, mi scuote dai miei pensieri.
- Prego signora, si accomodi, é un piacere avere compagnia! -
- La Celeste m'ha detto che tu sei un giornalista. E' vero? -
Ma perché mai Celeste, di solito così schiva, oggi ha deciso di non farsi gli affari suoi?
Affascinante la signora, anche se non più giovanissima: cappello con ampia tesa, occhiali enormi, rossetto rosso, sigaretta tra le dita.
- Si dovrei. Nel senso che lavoro per il giornale locale ma ho sempre ben poco da raccontare! -
- Un reporter deve sempre raccontare anche il fatto più banale con parole coinvolgenti, deve saper interessare il lettore, creare l'atmosfera, trascinare le persone con sè dentro la storia! -
E già, come le coinvolgi nell'allagamento della cantina del Giobatta che ha dimenticato il rubinetto aperto dopo aver sciacquato le bottiglie per il vino nuovo?
- Beh, certo lei ha ragione ma vede in un paesino come questo la vita del giornalista é davvero dura. Riempire due colonne ogni mattina sarebbe il mio sogno ma...-
- La vita dura é quando devi scrivere sotto le bombe americane che non guardano in faccia nessuno! Scappare dalla strada in cui stavi passando perchè sparano ad altezza d'uomo e chi c'é c'é, vedere morire bambini bruciati dal napalm, non poter chiudere gli occhi davanti all'inferno che ti circonda, voltarti e trovare l'operatore che ti accompagnava bucherellato da proiettili vaganti! -
Accidenti, si stava arrabbiando di brutto la tizia! Ma di cosa stava parlando? Il napalm? Lo avevano usato nella guerra del Vietnam, ormai finita da decenni, stava farneticando la mora. Intanto si era accesa un'altra sigaretta ed aveva bevuto il mio cappuccino.
Incurante del libeccio che si era alzato frugava nella borsa enorme in cerca di chissà che cosa.
- Scusi signora, lei è stata un medico di Senza Frontiere? Potremmo parlarne, farne un bell'articolo -
Oh l'era proprio tonto 'sto ragazzo!
- Sì senza frontiere, ma non medico. Io l'ho girato tutto il pianeta e tutto e tutti ho visto. Ho parlato con presidenti e farabutti, che a volte non ci corre una gran differenza, donne che hanno saputo guidare paesi con polso fermo e sguardo lungimirante, uomini che hanno sognato la pace e l'uguaglianza. Ho visto morire il mio uomo in un incidente provocato e non l'ho potuto o forse saputo vendicare, ho tolto il velo impostomi davanti ad un oppressore fanatico che ha aperto la strada a quel terrorismo che sta implacabilmente avanzando. Chissà che mi toccherà vedere in un prossimo futuro, magari un attacco in grande stile a New York! -
Porca miseria, questa é completamente pazza!
- La vita l'é dura qui, dice! Puah! -
Estrae un pacchetto nuovo di sigarette dal borsone, se ne accende un'altra, guarda dentro la tazza vuota, sbuffa e si alza di scatto-
- Me ne vado, giovane. Penso che per domani le tue due colonne te le sei aggiudicate. -
Fa due passi, poi si volta, abbassa gli occhiali, mi fissa come se volesse uccidermi e sbotta:
- Oriana, ricordati ragazzo, mi chiamo Oriana! -


Dal mio libro " Piccoli racconti e pensieri liberi per un breve viaggio"




Marisa Cappelletti







giovedì 22 febbraio 2018

Milano week

Eccoci qui: è la settimana della moda. bellezza!
Milano fa il pieno di prenotazioni in hotels, ristoranti e taxi. Il traffico impazzisce, anche se è sempre e comunque disciplinato, impazzisce disciplinatamente.

Le metropolitane si riempiono, come se non lo fossero già ogni giorno, se possibile ancora di piu', ma quale ragazzo, uomo o maturo signore non è contentissimo di stare pigiato come un'acciuga sott'olio tra una bionda, diafana (loro non sono mai pallide, sono diafane), evanescente e bellissima ragazza alta almeno un metro e ottanta ed un'altra sempre diafana oppure color cioccolata o altra variazione, gambe nude (col freddo che fa noi comuni donne mortali e milanesi se non le copriamo con calze di lana prendiamo subito la polmonite) che ti arrivano alla spalla, idiomi sconosciuti e cappottini leggeri?
Chi non vorrebbe assistere alle sfilate di Armani o Prada o Gucci o altri irraggiungibili?

Anche se devo ammettere che quest'anno, a mio parere, da Gucci si è esagerato allestendo la location delle sfilate come una sala operatoria con gli stessi colori lividi, le lampade a mille watt e persino i lettini e le sedie  del pronto soccorso, copertura verde compresa. E non voglio dimenticare il sottofondo musicale con base di monitor che controllano il  battito cardiaco.

Certo dietro a tutto cio' ci sono ragioni profonde e psicologicamente valide (a detta dello stilista, che intende tagliare per poi ricostruire in modo completamente diverso le sue creazioni), ma penso che a tutto debba esserci un limite. Di buon gusto. Se poi si aggiunge che le indossatrici avanzavano con i loro passi da pantera tenendo sottobraccio teste(finte, meglio precisare) mozzate o animali fantastici, mi viene da pensare che il creativo della Casa debba avere qualche problema o se non problema almeno un po' di confusione!

Ma evviva Gucci ed i suoi eccentrici vestiti!
Aspetto Armani sempre elegante e raffinato, Alberta Ferretti con i suoi bellissimi abiti  leggerissimi e cosi' preziosi, Miuccia Prada con il suo rigore.
In questi giorni la mia Milano è il centro del mondo della moda, del business miliardario che ci sta dietro, della bellezza e del fashion a tutto tondo. 
C'è un'atmosfera internazionale, affaccendata (come sempre) piovosa (come sempre) ed allegra. Ti fa sentire nel mood giusto, orgogliosa di essere milanese.



E, da milanese doc,  permettetemi di vantarmene un po'. 


Marisa Cappelletti


mercoledì 21 febbraio 2018

Questa vita

Riflessioni o meglio conclusioni di una vecchia signora.


L'ho amata a fasi alterne, questa vita.
L'ho lasciata scorrere quando, giovane ragazza con una lunga strada davanti, avrei dovuto afferrarla, aggrapparmi alla coda del destino e sfoderare tutta la grinta di un aggressivo libero arbitrio che, forse, mi avrebbe portata lontano.
L'ho odiata quando all'improvviso quella strada si é trasformata in un sentiero accidentato e ripido, senza uscita né fine, ho combattuto fino allo stremo, ho sperato, pianto, imprecato contro quel destino che mi si era rivoltato contro, mi aveva teso un terribile agguato per poi ingoiarmi insieme al mio presunto libero arbitrio.
L'ho osservata, spettatrice risentita, nel vivere degli altri: ho invidiato la tranquillità regalata ad alcuni, la fortuna capitata ad altri, lo scorrere tranquillo dei giorni di chi si lamentava di niente, guitto ingrato sul palcoscenico del destino.
Poi, finalmente, ho potuto sedermi in una momentanea bolla di tranquillità, riunire pensieri fuggiti per paura o per rassegnazione e guardarmi intorno con occhi diversi. Gli occhi della maturità, della consapevolezza, della gioia delle piccole cose. Ho visto una vita che sapeva sorridere, una natura sorprendente, un destino piu' malleabile, piu’ disposto, perché io gli avevo aperto la porta, a parlarmi serenamente.
 L'ho scoperta tardi  questa vita che ora mi dona sensazioni e sentimenti dimenticati, che mi fa pensare ad un suo risarcimento per tutti gli anni disperati e non vissuti, che mi ha dato il coraggio, pur rimanendo al mio posto, di cambiare le prospettive della mia esistenza ed anche me stessa. Ora so che le belle parole non servono, i buoni propositi lasciano solo il tempo impiegato ad esprimerli, le definizioni, le esperienze altrui, le generalizzazioni filosofiche sono solo aria, perché la vita é diversa per ciascuno, il destino agisce in modo imprevedibile e nessuno puo' insegnarci a vivere.
Ma so anche che riprendersi la vita si puo', si puo' continuare ad amare, cose o persone, animali o passioni, l'importante é imparare a conoscere sè stessi ed andare avanti, qualsiasi sia il tipo di strada che ci si trova a percorrere, l'importante è vivere!


Marisa Cappelletti



domenica 18 febbraio 2018

In una tranquilla mattina di un freddo febbraio

Sola, con un po' di malinconia ed un po' di tranquillità, una musica dolce, il respiro tranquillo del cane che dorme ai miei piedi, guardo negli occhi la vita...

Ah ragazzi, la vita! 
Questa scatola a sorpresa che ci hanno regalato, questa scatola magica che ogni giorno, fino a quando non ci è dato sapere, alza automaticamente il coperchio e butta nel nostro mondo pagliacci e fantasmi, palloncini colorati di felicità ed allegria, stelle filanti di dolore ed amarezza, coriandoli luccicanti di disillusione e rimpianto.
Arrivati verso la fine della strada potremmo pensare di conoscerla un po', ma non tanto, non fino al punto di sapere alfine come agire, come andare avanti, come prenderla, come aprire la scatola quando lo desideriamo ed in che modo chiuderla e sigillarla secondo l'umore e l'energia, la speranza e lo sconforto.
Lungo la via pero' ognuno di noi imparera', a proprie spese naturalmente, che ogni attimo vissuto non é buttato, che ogni decisione presa non é mai sbagliata perché in quel momento pareva l'unica giusta e possibile, che gli errori si pagano si', ma insegnano ad andare avanti, forse a farci sentire migliori, che i grandi progetti sono importanti, ma le piccole cose aiutano di piu', che ogni uomo, anche il piu' meschino e miserabile, é una creatura degna di rispetto e comprensione, che l'amore ci rende migliori, che il dolore ci fa piu' forti e che le persone anziane, come io sono, a volte credono di poter filosofeggiare sulla vita ma, in fondo, anche loro devono ancora imparare.
Molto.


Marisa Cappelletti





sabato 17 febbraio 2018

Speranza. Di sabato

Per farmi perdonare il post precedente aggiungo un lieto fine.



 L ‘onda perfetta


Verso la spiaggia calma.
Verso le tue braccia.
Dopo un tempo immemorabile passato
a scrutare l'orizzonte oltre la tempesta,
oltre le fasulle scialuppe di salvataggio,
scansando malevoli pesci ed orrendi leviatani,
il cielo sopra me, naufraga disperata,
ha aperto un benevolo occhio d'azzurro
forando le nebbie di un gennaio inatteso.
Mi ha mostrato la via della salvezza,
a cavallo della spuma bianca volando oltre
ed al di là del centro dell'uragano.
Finalmente é arrivata.
La mia onda perfetta.


Marisa Cappelletti


 


ENNE

Nessuno

Nemmeno tu

Nel freddo inverno

Naviga nel mio cuore

Niente mi scalda

Nel gelo

Nulla.


Un po' di allegria sabatina...


Marisa Cappelletti 






venerdì 16 febbraio 2018

Superenalotto

Chi non ha mai giocato una schedina del Totocalcio, dei numeri al Lotto, un Grattaevinci, una Lotteria nazionale?
Tutti vero? 
Tutti lo abbiamo fatto: ricchi o poveri, scettici o speranzosi.
Chi non ha mai fantasticato su una vincita esagerata?  
Io che di sogni e fantasia vivo lo immagino cosi':




Un Superenalotto giocato per caso, 1 euro buttato per leggerezza, 20 milioni su un conto corrente
che ormai aveva perso ogni speranza.
Perchè no?
Dopo essermi ripresa, almeno spero, da un attacco di folle tachicardia e da uno strepitoso di ipertensione, poichè a questa età un'emozione così ti può uccidere, mi siedo,faccio una telefonata importante ed un promemoria.
Ci vuole, in quanto le idee mi si confondono, cozzano tra loro, saltano, cantano e ballano la rumba.
Dunque, prima di tutto i figli. Poi i due parenti rimasti ed i quattro amici di sempre.
I bimbi, gli uomini e gli animali, un po' a tutti quelli che hanno bisogno.
Con il resto una piccola casa tutta bianca e turchese su una dolce isola dove poter star seduti a guardare il miracolo della natura ed infine quattro stanze arrampicate sui tetti di Parigi, dove potermi riposare dopo una giornata passata nella mia libreria affollata di volumi e persone a cui offrire colazioni e racconti, tea e poesie, serate di musica e letture inedite di scrittori bravi ma sconosciuti.
Sarete i primi ed i benvenuti, ça va sans dire, famosi o no che siate.
Sono ancora frastornata.
Ve l'ho già detto che sarò felice non soltanto perché avrò realizzato i miei pochi desideri, ma perchè nella casa bianca e sui tetti di Paris ci sarà con me il mio sogno più grande e molto più importante dei famosi 20 milioni?




Marisa Cappelletti





giovedì 15 febbraio 2018

Calembour (o quasi)

Riflettendo



Riflessioni perse dietro il riflesso
di uno specchio che riflette immagini
distorte e a loro volta riflettenti 
commedie e tragedie della vita.
Mi siedo per riflettere .


Marisa Cappelletti


 

mercoledì 14 febbraio 2018

14 Febbraio


Oggi è San Valentino.

L’ennesimo, stucchevole, falso San Valentino. Con buona pace del Santo che, poveretto, si è ritrovato ad un certo punto della sua santità questa tegola sull’aureolata testa.

E’ quel giorno in cui il canto delle sirene-commercianti  si fa piu’ forte e tentatore: compra  è per lei, guarda e vieni a prendermi, è per lui, devi offrirle una cena romantica, prenota!  Devi essere elegante ed indimenticabile, vai fuori e scegli un vestito nuovo, vai dal parrucchiere,  la manicure,  l’estetista.
Regalale un gioiello, dei fiori, una sosta in una spa, una serata straordinaria.

Insomma compra compra  compra  e compra!

E tutti, ma proprio tutti,  coloro i quali hanno un amore grande, un amore piccolo, un residuo d’amore od un amore passato e fuggito ma rimasto per comodità e convenzione,  oggi si daranno da fare, si agiteranno, fingeranno,  festeggeranno.

Cinica? Ma no! Solo realista e forse troppo vecchia per cadere nella trappola! Invidiosa? Forse un po’. Disillusa? Sempre.

Dunque buon San Valentino cari innamorati. Festeggiate spendete e, almeno per un giorno, illudetevi. 

My Funny Valentine
(c'é cascato anche Sting!)


Marisa Cappelletti

domenica 11 febbraio 2018

Consiglio della Domenica

Se permettete, un piccolo suggerimento da chi ha tanto vissuto.

E’ TARDI

Tardi per quello già passato, 
vissuto, sprecato, gridato.
Tardi sì per quello già dato, 
buttato, rifiutato, non voluto.
Ma guarda lontano, lo puoi sempre fare,
non smettere mai di sperare, credere, amare
e dare di più di quel che ora dai.


Marisa Cappelletti



giovedì 8 febbraio 2018

Messaggio nascosto

Una forma struggente d'addio a qualche cosa che non è stato e non sarà.



Sarà cosi’


E sarò  nel sole che rinascera' col giorno là  a est.
Ti scaldero' ancora con i miei  ricordi.
Illuminero'  la nostra strada perduta.
Sarò  nel vento che soffiera'  furioso  
su pensieri confusi.
Nel Mistral della terra sperata.
Nel mulinello delle foglie d'autunno.
Nei fiocchi candidi come l'amore mai consumato
Nel buio delle ore di una notte senza sogni.
Raggiungero' la luna sfidando il tempo
che incalza le umane esistenze.
Sarò nello straordinario plenilunio di una notte lontana.
Nel tutto e   nel niente nell'oggi e nel domani.
Nel verde di un'aurora tra i ghiacci e dei miei occhi.
Nel blu assoluto del mistero del mare e dei tuoi occhi.
Vicina nel  cuore e lontana nel mai, io sarò. 
In te soltanto.


Marisa Cappelletti




mercoledì 7 febbraio 2018

Sanremo 2018




Ornella Vanoni
Imparare ad amarsi

Ieri prima serata del Festival.
Io lo guardo. Sono una degli 11 milioni ed oltre di italiani che lo guardano, ma una delle pochissime che lo ammette. Chissà poi perchè. Troppo pop e poco raffinato? Ma!
Comunque quel che ho visto mi è piaciuto. Non proprio tutto certo, ma la gran parte dello spettacolo si', a cominciare dai conduttori: ironico anche se un po' rigido e ritoccato Claudio Baglioni, professionale ma nel contempo simpatica, bella ed elegantissima la  Hunziker (solitamente la sopporto poco perchè ride sempre e gesticola troppo), Favino poi è uno dei giovani attori italiani che preferisco, dunque l'ho trovato proprio bravo. Che dire di Fiorello? Non classificato per eccesso di bravura!
Le canzoni: tante mi sono piaciute, alcune no. Ho trovato la Vanoni splendida nei suoi 80 anni: bella e divina in quell'abito pantalone bianco da gran sera,  signora ed interprete indimenticabile. Mi piace sempre Ruggeri quest'anno con i Decibel, suo antico gruppo : sensibile nelle parole e nella musica. La canzone-ballata di Luca Barbarossa in un romanesco molto comprensibile è forse scontata, ma emozionante, molto sentita e vera. Ho adorato qualche anno fa gli Avion Travel e mi é piaciuta molto la canzone dei due componenti del gruppo. Ho apprezzato i due Pooh, anche se l'aria riecheggia la splendida Uomini soli. Ron, furbetto come sempre (vedi Vorrei incontrarti tra cent'anni di shakespeariana memoria) ha cantato senza lode e senza infamia una bellissima canzone inedita di Dalla e si sentiva che era di Lucio.  Altri due ragazzi ho trovato bravi: Ermal Meta e Fabrizio Moro. Una canzone politically correct.


Enzo Avitabile e Beppe Servillo (ex Avion Travel)
Il coraggio di ogni giorno

Alcuni invece non mi sono piaciuti per nulla: The Colours, che non mi piacciono mai, Mario Biondi sacrificato in un ambito non suo, Nina Zilli e mi dispiace, Max Gazzè che solitamente apprezzo, ma qui mi è parsa, la sua, una canzone confezionata ad hoc ma confezionata maluccio molto noiosa, Elio e le storie tese, non mi piacciono e basta. E quel gruppo, Lo stato sociale compresa l'esibizione della signora americana parecchio agèe, non ho capito il nesso e non mi è piaciuta  la canzone.  Mi ha sorpresa la votazione della giuria demoscopica (misteriosa giuria ma anche misterioso aggettivo)  e non perchè la maggioranza delle mie preferite è  stata poco votata, ma perchè sono state date molte preferenze a canzoni mediocri. Speriamo nelle altre giurie che verranno.
E stasera si ricomincia. Se non mi addormento prima della fine e non perchè la trasmissione sia noiosa, ma perchè non sono piu' giovane, non dormo molto la notte e mi sveglio all'alba, cosi' verso le 22,30 massimo 23 io casco dal sonno!
Eh la giovinezza!
Luca Barbarossa
Passame er sale



Marisa Cappelletti



domenica 4 febbraio 2018

Morale della favola



Scrivo perchè mi riesce meglio del discorso parlato, scrivo perchè mi piace e lo pratico fin da bambina, perchè mi posso esprimere in libertà senza interloquire con qualcuno; lo faccio, in tutta onestà, per puro piacere.

Non aspiro alla notorietà ma alla soddisfazione personale. Sto qui da parecchio tempo ed anche se a volte non mi piace molto quel che leggo perchè il lavoro svolto fino a poco tempo fa mi porta ad analizzare ogni singola parola, apprezzo l'impegno di chiunque voglia esprimere qualsiasi concetto o raccontare qualunque storia.

Scrivo lettere telematiche piene di parole che altrimenti non avrei il coraggio di dire, scrivo poesie che mai avrei pensato di immaginare, racconti con i piu’ svariati intrecci e protagonisti.

Insomma, morale della favola, scrivo per diletto, per gli amici, per me, per amore e nostalgia, per allegria e malinconia, per felicità e per rimpianto.

Ed anche oggi, domenica, scrivo.

Caro amico ti scrivo
Lucio Dalla Francesco De Gregori


Marisa Cappelletti



venerdì 2 febbraio 2018

Fragilità

Oggi va cosi'



Fragilità


Fragile nella mia cercata e voluta forza.
Forte di quella fragilità mai abbandonata.


Marisa Cappelletti