lunedì 30 gennaio 2017

Padrona del proprio destino

Nessuna donna deve permettere a chiunque, anche e soprattutto alla persona che ama, di farle del male. Raggiungere la consapevolezza di sé e del proprio valore é un grande irrinunciabile traguardo.


Destino


Mai più ferite in questa vita
non lo permetterò e tu lo sai.
Silenzi sospesi in anni sprecati:
il tuo perfido regalo di nozze.
Ho sbattuto la porta in faccia
al dolore subito senza ragione
né colpa, inganni crudeli e cercati.

Mai più lacrime ho giurato davanti
alla via che si é rivelata
dietro l'ultimo angolo svoltato, forse
per caso o ritrovata volontà.
Mai più in tua balia o destino,
nessun buco nel cuore ormai.

Ferma davanti al tempo aspetto:
vieni consapevolezza e guardami dentro
sai che sono pronta, raggiungimi
e cammina sicura al mio fianco
é tempo di riprendere la strada.


Marisa Cappelletti



domenica 29 gennaio 2017

Domenica in poesia

L'Amore nella poesia

La poesia d'Amore
o
quel che piu' vi piace:



Amore

Stringimi
Scaldami il cuore
Prendimi l’anima
Cancella l’ieri
Inventami  adesso .

Stringimi
Non mi lasciare
Vola con me
Oltre l’orizzonte
Del quotidiano vivere.

Tienimi stretta ora
In quel che manca
Ma c’è per noi
Regalami il sole
Di un immaginario reale.

Stringimi Amore
Nella solitudine chiara
Di un ritorno felice
Nel prezioso silenzio
Della vita che manca.

Stringimi
Nell’abbraccio ritrovato
Di un’ultima volta
Che non finirà mai
Stringimi, sono qui.   



Marisa Cappelletti



giovedì 26 gennaio 2017

Concorsi Letterari



Come sempre ecco un elenco di Concorsi Letterari gratuiti, cioè senza quota di partecipazione, a mio parere interessanti:

 
TUTTISCRITTORI
scade il 15 Marzo 2017
Gratis· Narrativa· A tema- Inedito- Racconti

III edizione Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza
Scade il 07 Aprile 2017
Gratis· Narrativa· Esordienti –Inedito

Ti ho tradito!
Scade il 20 Aprile 2017
Gratis· Narrativa -Poesia·Eros –Inedito

& MyBook Anthology – Pubblichiamo gratis e premiamo i migliori Racconti
Scade il 30 Giugno 2017
Gratis· Narrativa· Esordienti Inedito-Racconti -Tema libero

E, come sempre, provateci ed in bocca al lupo!


Marisa Cappelletti




lunedì 23 gennaio 2017

Persa nel blu...

Il poeta ha un modo in piu' per parlare d'amore:


Quello sguardo


Nascosti da spesse lenti
quegli occhi che mi hanno amata
che regalavano il blu profondo
di un'anima incontaminata,
ora guardano con tanta dolcezza
quel che resta di due vite invecchiate,
spese nell'illusione bugiarda
di giorni senza alcuna bellezza,
di anni riempiti del niente
scambiato per -questa si' che é la vita!-
Quel tuo sguardo immutato
che mi regala ancora il suo blu,
quell'amore che ho tanto amato
e che ancora riempie la mente,
quello sguardo sa darmi la gioia
di un finale che non sa finire,
un sipario che non si chiuderà
sotto sguardi di indifferenti cuori,
il tuo eterno sguardo ci saprà salvare.


Marisa Cappelletti



giovedì 19 gennaio 2017

Direttamente dal cuore

Siamo...
                                Risultati immagini per immagini amore al computer

Siamo due ragazzi fortunati. 

Dicono: il primo amore non si scorda mai. 
Non so, forse non ricordo, ma forse sì, sei stato il primo per cui ho provato qualche cosa di forte ed è vero: in fondo nessuno dei due ha scordato l'altro. 
Ma poi dicono anche che non si può tornare indietro, che quel che è stato è stato.
 Siamo l'eccezione che conferma la regola? 
O siamo la dimostrazione che niente è scritto e niente è la dimostrazione di niente?

Dicono: l'amore non ha età.

Qualche anno fa due come noi mi avrebbero fatto sorridere con una certa sufficienza. Ora so che hanno ragione. 
Ti dico: "sei nel mio destino". Sorridendo mi dici "e meno male che alla fine se n'è accorto"

Siamo due adolescenti cresciuti lontani, ci siamo innamorati così profondamente, ci conosciamo alla perfezione, abbiamo superato lontananze che per le nostre situazioni sono insuperabili, siamo diventati così sensibili tra noi che percepiamo persino a distanza la presenza dell'altro. 
Riconosci le ragioni delle mie malinconie dal tono di voce, capisco l'importanza dei tuoi sentimenti dall'intonazione con cui dici le cose. 
Se sono triste fai il ragazzino per farmi ridere, se sei preoccupato ti abbraccio e ti tengo stretto anche da lontano.

Siamo due ragazzi fortunati.

Sono una ragazza fortunata perchè ho te. Te che mi ami così tanto, che mi capisci così bene, che mi sopporti con pazienza infinita.

Sei un ragazzo fortunato perché ti ho ritrovato e poi ti ho cercato ancora perché avevo capito quanto fossimo importanti l'uno per l'altra.

Sei un uomo forte, buono, infinitamente dolce, sono una donna forte, tremenda e difficile.

Ma ci amiamo con un'intensità straordinaria.
O forse ci amiamo proprio per queste diversità.

E per molto, molto altro ancora.



Marisa Cappelletti





mercoledì 18 gennaio 2017

Racconto a puntate

Dalla parte del manico
Terza ed ultima puntata

L’acqua è gelida e gorgoglia come il sangue che esce a zampillo da una vena appena recisa. Allunga la mano che tiene stretto il coltello ma, invece di lasciarsi pulire, improvvisamente la Lama scatta alla gola: un bel taglio netto e profondo da orecchio ad orecchio, l’ultimo sorriso di un povero ladro senza speranza.
L’uomo cade ai piedi della fontana e lì resta, carnefice senza corpo né anima, fino a che un ragazzo che sta rincasando scorge il cadavere con la gola che ride.
Fa un balzo, lancia un urlo e con un calcio la getta, senza accorgersi di nulla, nel tombino lì accanto.
 La Lama precipita nel buio ed atterra sul cemento della galleria vicino ad un topo grosso come un gatto, che scappa via squittendo.
 Una scia di aria calda, un rumore assordante ed il treno della metropolitana passa e scompare. Il tunnel si anima e quel popolo sconosciuto ai più che lì sotto si agita ricomincia la sua esistenza fatta di poca aria maleodorante, di vino scadente e di interminabili liti per un pezzo di stoffa bucato od un cartone asciutto.
Un essere senza sesso la raccoglie.
Un altro fantasma puzzolente lo vede tenere in mano il coltello e lo vuole, deve averlo, costi quel che costi.
Un fendente parte dal basso ventre e risale su, fino allo sterno Un grido, uno squarcio da cui fuoriesce l’intestino insieme ad un fetore infernale, un tonfo ed è tutto finito.
L’essere asessuato si guarda inebetito il braccio sporco di sangue e budella,  lascia cadere la Lama e corre via lontano, la mente ancora piu’ sconvolta  di quanto già non sia.
Il manico in gomma scuro rimbalza sul pavimento del tunnel, liberando il coltello dalle interiora umane di cui si è ricoperto e finisce ai piedi di un uomo infagottato in due cappotti luridi.
Incurante del cadavere ripiegato su sé stesso che giace a due passi di distanza, raccoglie la Lama, la pulisce sul davanti del cappotto, la infila nella manica e scappa via veloce quel tanto che l’età e le  privazioni gli permettono.
Sale su, la’ dove le persone vanno e vengono da case, ambienti di lavoro, caffè e ristoranti, svelto esce all’aperto respirando l’aria per lui e solo per lui,  pulita e fresca.
Sul marciapiede di fronte c’è lo squallido banco dei pegni a cui si rivolgono, quando riescono a rubare qualche cosa, i disperati che vivono sulle strade intorno ed anche quella fauna sotterranea a cui appartiene l’uomo dai due cappotti.
 La Lama, magnanima e disinteressata, gli permette di continuare ad esistere così lui ritira i quattro spiccioli ottenuti e la abbandona sul bancone del negozio.
In attesa.
Una donna grigia nonostante la giovane età entra tirandosi appresso un bimbetto che frigna ed urta involontariamente due cappotti, che la insulta.
Indifferente, lei avanza stringendo una borsa senza forma in cui ha riposto una collana d’argento rubata alla donna che assiste ogni giorno in cambio di modi sgarbati e pochi soldi.
Mentre la madre contratta il figlio gironzola curioso in quello squallore.
C’è poco da vedere, ma la Lama dimenticata là in fondo, gli sorride e lo lusinga emettendo un lampo d’acciaio. Il ragazzino, abbandonato a sé stesso, si avvicina e la sfiora con un dito.
Tra i due si stabilisce un contatto, come quell’attrazione fatale che si crea tra un palato goloso ed una fetta di torta al cioccolato.
Il bimbetto sorride immaginando battaglie con orribili mostri alieni e duelli con cavalieri neri, mentre furtivo allunga la mano verso di Lei.
La madre continua a discutere con l’uomo dietro lo sportello e non si cura di lui.
Il proprietario del negozio non l’ha nemmeno visto entrare.
E’ solo con la Lama. E’ un momento sospeso, il loro momento.
“Vieni piccolo, non avere paura, vieni da me”
E' come la voce della mamma quando lo mette a letto la sera e gli racconta una breve storia per farlo addormentare: dolce come nessuna, piena di amore.
Ha il profumo buono della mamma.
“Prendimi, vedrai che bei giochi potrai fare con me, sarò la tua compagna fedele, colei che ti proteggerà, che racconterà favole mai raccontate, che ti farà vivere avventure mai vissute, saro’ l’amica che vorresti tanto avere, quella che ti starà sempre vicino”.
Il bambino esita, non sa, forse non dovrebbe, ma Lei è li’ disponibile e bellissima.
“Prendimi piccolo e portami a casa con te. Vedrai, sarà fantastico.”
E poi, in un sussurro:
“Cominceremo da mammina…”



FINE

Marisa Cappelletti                                                                                                                             
   

lunedì 16 gennaio 2017

Racconto a puntate

Dalla parte del manico
Seconda puntata



La donna era seduta là, anonima in un anonimo bar, sola, ad aspettare la fine della storia.
La Lama era divenuta incandescente, bruciandogli la pelle attraverso la tasca e lui ne aveva percepito tutto il fascino, il calore il richiamo. Gli aveva trasmesso il desiderio di quella vita inutile, la voglia di accanirsi senza pietà sul corpo sgraziato e pesante.
Le aveva sorriso.
Lo aveva invitato con lo sguardo.
Forse avrebbe voluto solamente rubarle la borsa e l’anello da quattro soldi. Ma il suo misero mestiere di ladro all’improvviso non gli era più bastato e, quando fuori dal locale, nella via buia l’aveva estratta per minacciarla, la Lama era divenuta non il tramite ma la guida e la protagonista dell’omicidio così simile ad un atto d’amore.
Velocissima la prima coltellata era affondata con  facilità nel grasso morbido, rigirandosi una, due, tre volte con voluttà. Lei aveva iniziato a gridare ma la mano di lui l’aveva zittita quasi subito.
La sua mente sconvolta avrebbe preferito nutrirsi di quelle grida, riempirsi e nutrirsi del terrore che sconvolgeva la donna ed eccitava lui oltre ogni limite immaginabile.
L’aveva estratta dalla ferita per lasciarla libera di sanguinare e poi subito, senza respiro, due fendenti profondi allo stomaco con quel rumore a Lei ben noto, vera musica infernale per un concerto a tre.
 Il sangue colava nero nel buio e lui se lo sentiva addosso, avrebbe voluto berlo tanta era la foga . Poi aveva cominciato a colpire a casaccio, ferita su ferita, colpo dopo colpo.
E Lei sempre più bollente, sempre più letale. Era arrivata al cuore, giù in fondo, poi fuori ed ancora giù a tagliare, lacerare, finire, uccidere in un amplesso senza respiro.
 Per poi lasciarlo chino su di lei inebetito, immobile, esausto e soddisfatto.
Si alza, le spalle incurvate, la testa bassa, rughe di sangue sul volto di gesso, si china su quel che resta della donna, estrae la Lama con un colpo secco che emette uno strano risucchio e, tenendola nella mano che ora trema striscia, da verme qual’è, contro il muro umido fino alla fontana della piazza. Vuole lavare via l’atrocità commessa.
Pensa di cavarsela così?
No amico, per te non è ancora finita!


Marisa Cappelletti



sabato 14 gennaio 2017

Buon sabato con brividi

Oggi vorrei proporre un racconto in piu' puntate. Niente paura: soltanto due o tre al massimo!
Posso? 
E allora vado con l'horror!

Dalla parte del manico
Prima puntata

L’uomo è seduto sul selciato sporco, la testa fra le mani massacrate e rosse del suo sangue e di quello di lei ed appare come una maschera stravolta e vermiglia di un orrendo carnevale.
 Lacrime inutili gli scendono rigando il viso stravolto, non sente e non vede nulla perso com’è nell’incubo che sta vivendo. Individuo spregevole che per sopravvivere ruba a chi ha meno di lui, ha d’un tratto saltato gli ultimi deboli ostacoli che nemmeno sapeva esistessero ed è approdato nella terra senza ritorno degli assassini.

Gli è piaciuto uccidere, riempirsi le narici dell’odore ferruginoso del sangue che scuro e denso sta ancora colando dal corpo della donna, lo ha riempito di esaltazione ascoltare prima le grida disperate poi il piagnucolio implorante dell’inizio della fine di una vita.
L’eccitazione l’ha trascinato, gli è scoppiata dentro come una grossa bolla rossa, facendolo diventare padrone assoluto di un’esistenza.
Anche se il merito e la colpa vanno a lei, alla Lama luccicante senza la quale non  sarebbe mai stato capace di fare quello che ha fatto.


Eccola li’: viva, calda e immobile. Affondata fino al manico nel cuore della stupida sconosciuta, quel cuore che non voleva saperne di cessare il suo inutile battito, nonostante le ferite letali nella carne oscenamente molle, nonostante Lei lo avesse guidato, inconsapevole carnefice, con una ferocia, una sete, una passione al di là della comprensione umana, oltre la ragione e l’ignoto, nel tunnel infernale della pazzia pura.

L’aveva attirato, corteggiato, tentato con una voce sensuale che gli era penetrata nella mente avvolgendola in spire di fuoco ed infine, al pari di una splendida creatura femminile a cui nulla si potrà mai negare, l’aveva convinto.
Afferratala dal banco del negozio dove era stata riportata dal povero bastardo venuto prima di lui, l’aveva passata e ripassata sul palmo della mano: lunga affilata e fredda. Un brivido, poi l’aveva infilata di nascosto nella tasca posteriore dei jeans ed  era uscito.

In caccia.


Marisa Cappelletti


Alla prossima...





venerdì 13 gennaio 2017

Miniracconto

Il mio mini racconto (massimo 4 righe) finalista al concorso Radio Rai1 Plot Machine


Incipit obbligatorio:
Si era sentita in Torto per tutta la vita...




Si era sentita in Torto per tutta la vita… Era giunto il momento di cambiare: basta con la noia, la forfora, la Gazzetta dello sport! Si accomodo' in poltrona tranquilla, in attesa. Lui entro', lei alzo' la mano armata, lui spalancò la bocca e lei sparò e sparò. Poi con mano ferma compose il 112: - Sono Luisa Boschi vedova Torto. Voglio denunciare un omicidio...-


Marisa Cappelletti




mercoledì 11 gennaio 2017

Il nostro cielo


Dove sta il cielo?



Il cielo sta al suo posto dove é sempre stato
gli uomini devono muoversi per nascita e per destino
sotto la sua cupola blu.
E non serve lanciare imprecazioni, ringraziare
per quello che capita o non é, lui sarà sempre li'
convitato di pietra all'umana mensa.
Tabula rasa ed in seguito imbrattata con azioni
e speranze sentimenti e tragedie che lasceranno
infine poche inutili briciole.
Da lassu' l'eternità del cielo osserva l'umana vita
agitarsi e penare per incomprensibili assurdità,
coperta che non cadrà mai,
enigma universale che starà sempre là.


Marisa Cappelletti








mercoledì 4 gennaio 2017

Un piccolo aiuto?

APPELLO
a tutti gli amici, a chi mi conosce ed anche a chi non mi conosce:
Sono risultata finalista a Rai 1 con un racconto brevissimo.
Per vincere ho bisogno di tanti
MI PIACE.
Se avete tempo andate sulla pagina Facebook
RADIO1 PLOT MACHINE
E, naturalmente se volete, seguite le istruzioni e mettete un
MI PIACE
al
Miniplot 1 di Marisa Cappelletti (c'est moi!)
Passate parola ai vostri amici, mi raccomando!


Marisa Cappelletti


martedì 3 gennaio 2017

APPELLO

APPELLO:
a tutti gli amici, a chi mi conosce ed anche a chi non mi conosce:
Ieri sera sono risultata finalista a Rai 1 con un racconto brevissimo.
Per vincere ho bisogno di tanti MI PIACE.
Se avete tempo andate sulla pagina Facebook
Radio1 Plot Machine
E, naturalmente se volete, seguite le istruzioni e mettete un MI PIACE al
Miniplot 1 di Marisa Cappelletti (c'est moi!)
Passate parola ai vostri amici, mi raccomando!

Grazie a tutti e buona giornata.

Marisa Cappelletti




lunedì 2 gennaio 2017

Prima poesia del 2017

L'impossibilità del possibile



Inevitabile


Mai.
Piccolo definitivo avverbio che cambia
Ogni umana prospettiva di vita.
Mai.
Si insinua lentamente nella ragione
O precipita improvviso nel cuore.
Mai.
Sentenza categorica senza appello
Che distrugge speranze inutilmente cullate.
Mai.
Eco perverso di un pensiero conosciuto
Ma respinto ai margini della coscienza.
Mai.
Elaborazione forzata di un futuro diverso
Reso orfano di una parte importante di sé.
Mai.
Strada pensata e tracciata distrutta
Prima ancora di essere percorsa.
Mai.
Piccolo terribile proiettile che ferisce
senza alcuna possibilità di guarigione.
Mai.
Si deve ricominciare, ancora e come sempre
Privati di un altro frammento di noi.
Mai.
E si va avanti, di corsa o con lentezza
Verso l’ennesima amara salita.
Al prossimo bivio
un altro inevitabile
Mai. 


Marisa Cappelletti