lunedì 29 febbraio 2016

Uno sguardo sul lunedi' di pioggia

Alla finestra


Alberi spogliati dall'inverno contro un cielo di piombo chiaro
siepe di lauro tagliata bassa per rispettare la geometria sbagliata
di un panorama umano senza rispetto alcuno per la natura
Terrazzo deserto di fiori e di colore bagnato da una pioggia
incessante e rumorosa sul pergolato orfano di profumati gelsomini
Nostalgia delle sere inondate di stelle di un maggio generoso
che mi regala profumi e danze di petali nell'aria tiepida
Attesa tranquilla dietro i vetri appannati dal tepore di casa
che tutto finisca e cambi, come é giusto che sia.


Marisa Cappelletti

domenica 28 febbraio 2016

E che rock sia!


Eh si', ancora lui, il primo, l'unico, intramontabile  trasgressivo musical dal successo mondiale.
Ha  43 anni e non li dimostra .
Ho visto il film, l'ho visto a teatro in inglese, l'ho rivisto ieri sera in una versione aggiornata e con dialoghi in italiano, ma con musiche originali.
La trama non é delle migliori, probabilmente chi l'ha scritta , Richard O'Brien, che magistralmente ha riempito lo show di riferimenti culturali e della tradizione americana , persi , anche se non del tutto, nelle molteplici rappresentazioni mondiali, il caro Richard dunque, a mio personalissimo parere, non sapeva come uscire dal castello e dalla storia e si é inventato un finale strano che a me non piace. Ma chi sono io per giudicare questo scrittore-attore che ha messo in scena un colosso della trasgressione?
Questo tipo di  trasgressione oggi fa un po' sorridere, ma arriva sempre il messaggio dell'autore: anche il mondo etero ha tante fragilità, basta una piccola tentazione e tutto puo' cambiare.
Le musiche sono straordinarie, cosi' come lo sono i musicisti, gli attori ed i  ballerini. 
Ci si diverte, si é chiamati a partecipare, si canta e si balla. Da vedere, sempre.



Sweet Travestite
London, original Cast
1973


Marisa Cappelletti






sabato 27 febbraio 2016

Sabato

Mi piace il sabato, anche questo sabato: piovoso, nebbioso, freddo, acciaccato e solitario.



Un sabato italiano
Sergio Caputo  1983



Scrittori (chi piu' chi meno)


Chissà, potremmo essere chiunque ed ovunque!
Perché in cio' che si scrive si riversano tutti i sentimenti, i ricordi, le aspirazioni, i rimpianti ed i sogni che abbiamo dentro.

Perché a volte si indossano panni che non indosseremo né indosseremmo mai, personalità opposte alla nostra cosi', tanto per provare, si descrivono, o si tenta di descrivere, emozioni che vorremmo ci coinvolgessero, vite che ci piacerebbe aver vissuto od in cui non augureremmo a nessuno di essere coinvolto.

Perché negli eroi o nelle principesse, negli assassini o nelle vittime, nel detective o nella maliarda, troviamo quel pizzico di noi che ci si aggira dentro e che cacciamo sempre piu' giu'.

Nelle nostre parole si riflettono spesso spicchi di anime che altrimenti rimarrebbero sepolte dalla polvere del quotidiano, guizzi di sensualità mai rivelati, piccole o grandi cattiverie nascoste, lampi di allegria infantile che alcuni di noi, ormai molto cresciuti, non sospettavano si potessero palesare, lacrime metaforiche piante nel silenzio di una stanza su un pc indifferente.

Siamo tutti e siamo nessuno, personalità multiple celate in persone qualsiasi, siamo i fortunati che hanno deciso di farsi forza e mettere insieme parole per il piacere di farlo, di condividerle, di leggerne altre, di essere, pirandellianamente, uno nessuno e centomila.



Marisa Cappelletti


venerdì 26 febbraio 2016

Concerti


Amo tutta la musica: é parte integrante della nostra vita, é allegria, gioia, ricordo, tristezza, legame con l'universo.
Spazio dalla musica classica per organo, per orchestra,  per pianoforte al metal piu' estremo, dal rock classico al rock duro, dal pop al blues, dal jazz swing al fusion.
Ogni brano é un'emozione diversa: forte o pacata, dell'anima o dei sensi tutti. La musica é parte di me.

Ieri sera ho assistito ad un concerto Pop.
Con la P maiuscola perché tenuto da due icone come Claudio Baglioni e Gianni Morandi. Datati? Per signori di una certa età?  No, due giganti intramontabili della musica italiana. Tre ore di concerto senza una pausa né un cedimento.   Musica e non baccano, cantanti e musicisti e non strimpellatori del momento senza nessuna cognizione di note e spartiti. Sempre eleganti,generosi e mai sopra le righe, accompagnati da una vera orchestra e da un coro perfetto.



Ho cantato (si' anche le signore agée cantano) per tre ore filate e mi sono divertita tantissimo, con buona pace di chi storce snobisticamente il naso davanti a questa musica, fingendo di essere al di sopra del popolare, canticchiando poi, di nascosto, magari sotto la doccia, Passerotto non andare via...






Marisa Cappelletti

giovedì 25 febbraio 2016

Basta poco



Semplice
Il cielo che scolora in un nuovo giorno
ed io sono ancora qui.
La voce di un figlio che anche lontano
starà sempre con me.
L'acqua fresca che riempie il bicchiere
e spegne la mia sete.
La borsa riempita di frutta e di pane
sul tavolo di casa mia.
Il cuore riempito da mille affetti e da te.
La mia semplice e grande felicità.



La mia felicità
Sento la tua voce.
Mi basta così poco
per sentirmi felice.
Ogni giorno.



Marisa Cappelletti






mercoledì 24 febbraio 2016

Divertissement

Aggettivi, avverbi, un solo nome.
Travolgente e sconvolgente
trascinante ed inebriante.
Ritrovato ma trasformato
inaspettato ma sperato.
Adulto e giovanissimo
leggero ma profondo.
Allora ed ancora
per sempre.
Amore.


Marisa Cappelletti



martedì 23 febbraio 2016

#Un libro per vivere

La riflessione che segue é stata premiata come la migliore del contest  #Un libro per vivere, lanciato dalla RAI all'interno di 20Lines e poi letta, nell'ambito della Fiera del Libro di Torino, a RAI Radio 2.

Pensieri ed emozioni

Sono convinta che nessun libro possa cambiarci la vita, esclusi ovviamente quelli scolastici, ma certamente ogni libro letto, dal più profondo al più leggero, può contenere una riga forse una sola, che ti dice - fermati e rifletti, può essere così -.
Nella mia lunga vita mi sono fermata tante volte e non sempre le soste sono state piacevoli.
Ho avuto la tentazione fortissima di non proseguire più, di lasciarmi andare giù fino al fondo che non riuscivo a vedere tanto la caduta era continua, ma ogni volta il pensiero riusciva ad andare oltre, trascinando con sè anche il corpo in un lento e faticoso cammino verso il futuro che non potevo vedere. In quei periodi bui mi hanno aiutato scritti leggeri con messaggi di speranza, mi hanno tenuto compagnia quando mi sono sentita abbandonata, mi hanno aiutata a capire che si può volare, come il gabbiano Jonathan Livingstone, anche se stretti in una gabbia di convenzioni imposte, senza uscita, perché una via di fuga esiste sempre, che si può sperare in una vita diversa, giusta o sbagliata che possa essere, ma diversa da quella che ti opprime, come sperava l'aspirante scrittore Sal Paradise di Sulla strada di Kerouac.
Ho letto molto, ho letto di tutto e continuo a leggere per piacere, per curiosità, per informarmi, per tenermi aggiornata , per emozionarmi ancora e per illudermi. Mi piace moltissimo illudermi scientemente, magari con un grande romanzo della letteratura russa come Anna Karenina, anche se qui l'illusione del grande amore porta alla rovina, oppure, perchè no, con la prima e migliore avventura di Harry Potter. Mi piacciono i thriller che mi sanno catturare dall'inizio alla fine come Il collezionista d'ossa di Deaver e mi piace trovare tutte le metafore sull'esistenza che King distribuisce nei suoi romanzi. Ho amato moltissimo It.
Ed infine le mie serate si concludono sempre con la lettura di qualche poesia. Per farmi toccare il cuore, per convincermi, se ce ne fosse bisogno, che sono ancora capace di amare, per addormentarci finalmente tranquille, io e la mia anima.




Marisa Cappelletti
2014

lunedì 22 febbraio 2016

Lunedi' in giallo

Dal libro  La lunga notte del dottor Galvan



La tipica domenica notte al pronto soccorso, e per giunta con la luna piena.
Tutta quella bella gente faceva il possibile per sottrarsi al lunedì mattina.”


Daniel Pennac











domenica 21 febbraio 2016

Un racconto fanta-romantico per la Domenica

Tempo fa ho scritto in collaborazione con un carissimo amico questo fortunato racconto.
E' stato premiato e pubblicato da Fabbri Editore e successivamente ha vinto il concorso Scrivendo racconto di Historica Edizioni e pubblicato in una antologia a cura della Casa Editrice.

ALMA




Gli aveva venduto il cuore. Non l’organo no, che se ne faceva uno come lui di un cuore pulsante anche se grondava sangue?
Quello che stava dentro doveva consegnare, invisibile ma tangibile per quell’anima nera: sentimenti, passioni, speranze, dolori e forse attimi di felicità .
Non voleva più ricordare gli anni di sofferenza, la disperazione assoluta quando era rimasta sola, i tanti giorni e le tante notti senza lacrime, immersa nel nulla e poi quei ricordi obbligati che ostinatamente stavano ancora lì a tormentarla dopo tutti quegli anni.
No! Lei,  con quella vita sciagurata, del suo cuore non voleva saperne più nulla. Che se lo prendesse pure.
Sarebbe stata pagata con una esistenza agiata e senza sorprese  per tutto il tempo che le sarebbe rimasto. Certamente, vista l’età, non molto.
Ma era proprio perché la sua debolezza era tangibile che lui le aveva fatto quell’offerta!  Ed a breve l’avrebbe usato, come si usa un vecchio straccio, per non sapeva bene quali scopi.
Quanto tempo,  passioni, speranze, illusioni e quanto amore aveva messo da parte lì dentro!
Perché non aveva voluto l’anima? Prima di tutto oggigiorno la possedevano in pochissimi e poi perché ne aveva già una grande raccolta, messa da parte in un remoto passato.
Si era presentato all’ora dell’aperitivo con quella ventiquattrore in morbida pelle, il completo scuro firmato, la cravatta regimental, un sorriso abbagliante, un fascino travolgente.
Bello da morire!
Le aveva offerto un aperitivo leggero, come si confà ad una signora con tutti i suoi anni e, con un candore quasi celestiale, aveva spiegato la sua identità in modo tale che lei non potesse dubitarne .
Aveva aperto, per pochi minuti, l’interno del suo malridotto cuore e lei, all’improvviso, aveva ritrovato negli angoli affetti indimenticati ed amori indimenticabili,  capito che lì dentro c’era ancora tanto spazio per altre avventure di sentimenti, che forse avrebbe potuto ancora crederci.
Ma in fondo era stanca, non voleva più sbagliare né farsi male ed aveva chiuso gli occhi ed anche la porta ai ripensamenti.
Poi l’offerta, il compenso. Si era sentita salire la voglia di ridere, subito dopo quella di piangere, aveva pensato di essere ubriaca,
Ma non lo era, era soltanto nel caos più totale!
 Il Diavolo che le offriva di vendergli una parte di sé con cui non voleva avere più niente a che fare.
 In fondo, un’occasione imperdibile!
Lui aveva estratto il contratto, le aveva porto la Montblanc e lei aveva firmato lì, sul tavolino del bar.

L’inferno in quel futuro giaceva ovunque ci fosse qualcuno che avesse voglia di guardarlo.
Non ci sono limiti né barriere, guardatevi attorno e lo troverete
recitava un vecchio spot.
Un bunker chiamato comunemente “il negozio” che trovando  l’interruttore giusto appariva e scompariva sulle pareti, nelle profondità dei pavimenti trasparenti o in controluce quando il cielo era chiaro. L’umiliazione più grande della sua lunga vita era che ogni persona potesse vedere il suo cuore dentro il negozio.
 Tanto aveva resistito; e non pensate che non avesse ricevuto le proposte per vendere questo o quello al demonio.
- No, non mi interessa - aveva risposto ostinatamente.
 Le amiche, i conoscenti la ammiravano e la trattavano come una dea per questo suo cruccio di restare tutta intera e  non cedere alle lusinghe infernali. Sua madre stessa quand’era ancora in vita era solita accarezzarla con commozione, fiera di avere una figlia così. Il frutto del suo ventre era una donna coraggiosa, impavida e libera.
Ora finalmente sarebbe diventata una di loro e questa distanza si sarebbe schiacciata direttamente sulla sua testa canuta, ci poteva giurare.
Dal suo desolato ma caldo e conosciuto cantuccio alla gelida, impersonale massa. Strade in senso inverso che ci vuole un attimo a percorrere, meno di quanto si possa pensare.
Oh, sui cataloghi del negozio avrebbero scorto subito la novità e l’avrebbero guardata con sguardo torvo.
-Anche tu alla fine hai mollato la presa-, già li sentiva.
Giù per la corrente si scivola meglio, altro che storie, andare all’insù l’aveva sfiancata e invecchiata oltremodo, ripeteva quasi a giustificarsi.
Sei una sciocca non vali niente.
Stava camminando; era sempre lei, non c’era nulla di differente rispetto a poco prima.  Ma presto, lo sapeva, avrebbe pagato il conto. Lei sapeva cosa significava provare sentimenti, emozioni. Sentire.
Un momento prima di firmare, come un boato, un fulmine le aveva attraversato le viscere e su di esse aveva raggiunto le profondità  in tutto il pianeta, scuotendo ogni entità, Una morte improvvisa.
Tua madre non ha mai ceduto. Tu sì.
Persa nei suoi vagabondaggi non si era accorta che un uomo la stava guardando. Immobile davanti a lei, indugiava con curiosità su ogni sua parte interna ed esterna. Arrossì. Ma non sentì nulla. Già, aveva venduto il cuore, come poteva essere altrimenti?
Dorian era un vanitoso, lo era sempre stato. Sapeva di essere un bell’uomo, così come era stato conscio un tempo di essere un bellissimo ragazzo. E non poteva né voleva invecchiare.
E perciò anche lui, davanti ad un drink, aveva firmato la sua cessione in cambio non di una eterna giovinezza, ma di un fisico attraente, adeguato all’età.
Non gli importavano le ragazze che tramite i mega schermi presenti sulle facciate dei cubodormitori lo sceglievano per un rapporto da consumarsi negli appositi e controllatissimi ero-buildings disseminati in ogni distretto, non era interessato alle offerte di uomini, donne o peggio di ibridi che gli arrivavano sugli occhiali ormai superati che si ostinava a conservare.
A lui interessava solo l’apparenza, non era mai stato un pensatore né la sua vita era mai stata sfiorata da importanti domande filosofiche. Si era lasciato vivere, in balìa di quel che accadeva, non aveva mai provato grandi dolori e nemmeno grandi gioie,  si era sempre interessato  solo a sé stesso. Niente di più.
Fermo, alto e consapevole del proprio fascino si stava guardando intorno.
 Ferma all’angolo della piazza c’era una donna con i capelli bianchissimi, ma di una bellezza luminosa. Una donna, una delle poche ormai, che certamente aveva ancora dei sentimenti. Non che a lui importasse, ma stranamente guardandola provava qualche cosa di minimo e lontano, qualche cosa di ormai perduto. Si accorse che, osservata così insistentemente, la donna era arrossita.
Dunque aveva ragione: era una mosca bianca, una rarità! Si avvicinò sorridendo, spinto da quella strana sensazione che non avrebbe dovuto provare. Lei meccanicamente rispose al sorriso, notando quanto fosse attraente quel signore non più giovanissimo.
Ed un languore, certamente l’ultimo, le salì dallo stomaco fino al muscolo che batteva ormai solo per far circolare il sangue. 

Una settimana dopo.
 Lei se ne stava stesa sul letto, attendeva il trapasso e tremava. Lui era sotto la doccia, si sa: l’uomo è più coraggioso. Quasi sentiva la sua mancanza, di un po' di virile protezione che non guasta, poi un attimo dopo si sentiva stupida.
L’avevano fatto. Nel giro di un’ora non sarebbero più esistiti né Dorian né Alma (questo era il suo nome). In quel primo sguardo smarrito in mezzo alle voci, ai corpi e alle memorie annerite dal tempo avevano capito che erano entrambi nella medesima situazione: avevano venduto il cuore da poco, lei da un’ora e dieci in cambio della vita agiata, lui due ore e trentatré per la sua bellezza e dunque non c’era tempo da perdere.
 Dovevano diventare un corpo unico per recuperare almeno un pezzetto di quel cuore ormai incapsulato, in vendita al miglior offerente. I rischi li conoscevano bene. Non c’era da scherzare.
Fin da bambini gli ibridi, coloro che si erano uniti alla ricerca di un nuovo cuore, erano stati loropresentati come mostri e già allora entrambi avevano fantasticato su questi esseri così strani, sul loro modo di sentire, provando un’innata simpatia.
Poi mentre le ore passavano, Alma e Dorian si erano sentiti così maledettamente vicini, rinfocolati da un calore dalla potenza quasi sovrannaturale e non avevano avuto paura: si erano lanciati in quell’avventura pericolosa.
Ora il processo era terminato, e attendevano in preda all’angoscia il momento in cui la fusione sarebbe divenuta effettiva. Se ne stavano per andare un pezzo di lei ed un pezzo di lui, fondendosi in un nuovo essere.
Non era quella una forma d’amore? Anzi: la forma d’amore per eccellenza? Unirsi per ritrovare i sentimenti perduti , cosa c’è di più romantico? Sono fiera di me, ho di nuovo un briciolo di dignità Sarebbero diventati dei fuorilegge, ma non importava. La decisione l’avevano presa in quell’istante in cui si erano guardati e si erano riconosciuti benché non si fossero mai visti prima.
 Alma guardava fuori le scie degli aeroplani nel parco giochi lì vicino. Reperti archeologici, ma ancora i bambini non si erano stancati di guardarli. E lei, che in fondo stava per nascere ancora, si lasciava trasportare da quelle ombre di energia e materia che si perdevano nel blu-arancio del tramonto. Quasi che da quelle ceneri dovesse dipendere la sua esistenza.​Quasi che dal passato qualcuno o qualcosa le stesse  gridando che, in fondo, non c’era altra via d’uscita.
Un foglietto sotto la porta. Cosa diavolo è? 

Due settimane dopo
Lo avevano scoperto quasi subito. Anche se aveva cambiato il distretto, assunto una falsa identità metropolitana consona al suo nuovo essere e trovato un lavoro da ibrido : pulizia dei cubicoli degli umani.
Sarebbe potuto funzionare, certo. Ma aveva commesso un errore imperdonabile: non aveva saputo resistere all’attivazione dello schermo del Bunker per poter vedere i due cuori, per controllare se erano già stati venduti od erano ancora lì, vicini, pulsanti e zeppi di sentimenti, rimpianti, emozioni ed amore.
In quanto ibrido al momento della trasformazione  anche se clandestina, cioè procurata tramite medici con ancora l’anima e proprio per questo radiati dal vecchio Ordine e  non approvata dal High Council of Hearts for Sale, era stato trasferito automaticamente un pezzo, piccolissimo, di cuore di ciascuno all’interno della cassa toracica del nuovo essere.
Ma fuorilegge.
I due cuori nell’istante stesso in cui erano stati visualizzati si erano messi a pulsare all’unisono, emettendo onde alfa accumulate quando, in sintonia con la mente, erano due distinte entità.
I sensori degli Heart Watchers avevano captato immediatamente l’anomalia ed erano così partite le ricerche del colpevole.
Ora era lì, immobile ed impotente davanti ai giudici del tribunale che, come succedeva a quelli come loro, o meglio come lui, potevano percepire tutto quel poco che provava.
Ma loro due provavano il doppio, loro erano un sol corpo forse sgraziato, ma due splendidi frammenti di cuori che battevano lo stesso ritmo, non solo per far scorrere il sangue nelle vene.
Questo per gli umani, ma anche per il diavolo che si sentiva truffato e perciò defraudato della sua proverbiale malefica furbizia, era inaccettabile, di più, era inconcepibile.
Due voci capaci di dialogare tra loro, due cuori uniti in un'unica carne, insomma l’amore.
Ecco l’essenza di quell’ibrido.
«Ci condanneranno vero?»
«Certamente»
«Moriremo?»
«No, non credo. Diventeremo Guardiani degli altri cuori, laggiù in fondo, nel bunker, non vedremo mai più la luce o gli esseri umani, dipenderemo solo da Satana cioè, come si diceva ai tempi nostri, andremo all’Inferno per l’eternità»
«Era già deciso?»
«No, abbiamo scelto noi il destino dell’ibrido, come avevamo scelto di vendere i cuori. Ci siamo fatti tentare ed ora pagheremo le conseguenze. »
«Ti devo confessare una cosa Dorian che non mi dà pace. Due settimane fa mi hanno passato un foglietto sotto la porta, mentre eravamo in albergo. Diceva che anche mia madre aveva venduto il suo cuore da ragazza, aveva amato una persona con tutta se stessa e per salvarla aveva fatto come noi. Non era mio padre quest'uomo. Ho seguito le sue orme.»
«Cosa vuoi dirmi?»
«Che nel mio caso forse era già scritto... Anche lei aveva venduto il cuore con l'illusione di poter salvare la vita a lui, invano. Forse per questo era così orgogliosa di me, finché ho resistito.»
«Vuoi dire che anche lei era un ibrido?»
«Secondo me sì. Era troppo viva.»
«La storia si ripete, dunque.»
«Forse ne sono fiera, quasi felice e tu?»
«No, ma valeva la pena rischiare.»
«Forse era già scritto, allora. Come le scie degli aerei.»
«Cosa?»
«Niente, assurdità solo mie! »
«Che poi adesso sono anche mie.»
«Sì, andiamo.»


                                                     FINE


Marisa Cappelletti e Gabriele Cecchini
2014





Buongiorno!

Buongiorno e buona Domenica!


Buongiorno a te
Luciano Pavarotti 







sabato 20 febbraio 2016

Ricordo

Umberto Eco



Non ho letto Il nome della Rosa per il semplice fatto che, uscito il film, il libro divento' introvabile: esaurito ovunque. Ma ho letto altro di Umberto Eco come Diario Minimo, Il cimitero di Praga, Il pendolo di Focault. Quest'ultimo é stato una sfida! Difficile, complcato, ma alla fine ce l'ho fatta e devo dire che é stato quello che piu' mi é piaciuto.
Non amava essere ricordato come scrittore, diceva che lui era "Il Professore"
Chi frequentava, molti anni fa, il Centro Sportivo di una prestigiosa scuola milanese, ha senza dubbio avuto, come me, la fortuna di incontrarlo mentre, lui cosi' intellettualmente dotato, cosi....tutto, litigava con i tornelli dell'entrata perché non ne comprendeva il funzionamento!
A parte questo aneddoto, Eco é stato un intellettuale puro, un grande intellettuale, senza la spocchia
dei piccoli intellettualoidi.
Cito sempre dal Corriere della Sera:

"   È morto Umberto Eco, uno degli intellettuali italiani più celebri al mondo. Aveva 84 anni, compiuti da poco, lo scorso 5 gennaio. Scrittore, saggista, semiologo, docente universitario. Eco è stato una presenza importante della vita culturale italiana degli ultimi sessant’anni, ma il suo nome resta innegabilmente legato, a livello internazionale, allo straordinario successo del suo romanzo Il nome della rosa, edito nel 1980 da Bompiani e diventato ben presto un bestseller internazionale, con traduzioni in tutto il mondo e milioni e milioni di copie vendute.
Ripercorrere la vita e la carriera di Umberto Eco significa ricostruire un pezzo importante della nostra storia culturale, anche perché Eco ha rappresentato prima di tutto lo scardinamento di un sistema vecchio e ostinatamente accademico.
Nato ad Alessandria, poi laureatosi in Filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson. Ma che la vita di Eco non sarebbe stata soltanto quella accademica lo si era capito ben presto. Nello stesso anno della laurea partecipa a un concorso Rai che vince. Compagni di avventura sono Furio Colombo e Gianni Vattimo. Da quel momento in avanti il percorso di Eco sarà uno straordinario alternarsi di ruoli istituzionali e di imprevedibili «invenzioni». Elemento distintivo di tutti i suoi lavori sarà sempre la straordinaria curiosità. Curiosità che lo porterà a studiare e analizzare con lo stesso rigore l’opera di San Tommaso e Mike Bongiorno, i manoscritti medievali e gli albi a fumetti.
Umberto Eco sarà, o meglio è, per tutti, il semiologo. Uno degli studiosi italiani che con più vigore e interesse hanno abbracciato gli studi di semiologia. E che grazie al suo impegno sono entrati con forza nei programmi di studio universitari.




Marisa Cappelletti 





Ricordo


Harper Lee

Ho letto Il buio oltre la siepe di Harper Lee da ragazzina, dunque oltre mezzo secolo fa, e lo ricordo ancora adesso: un libro straordinario. Un capolavoro assoluto.
Mi piace citare il Corriere Della Sera che riassume in poche righe tutta la grandezza della scrittrice, scomparsa il 16 Febbraio all'età di 89 anni nella sua città: Monroeville in Alabama.

"Dopo il successo del suo primo romanzo – portato sullo schermo da Gregory Peck, icona senza tempo di giustizia e dignità – la signorina Nelle (si firmò Harper perché non voleva equivoci sulla pronuncia del suo nome, che si leggeva «Nell» e non «Nelly») cercò altre idee, flirtò brevemente con la possibilità di scrivere un romanzo su un fatto di cronaca vera – da ragazza aveva assistito il suo amico Truman Capote nelle ricerche per quello che sarebbe diventato A sangue freddo – ma scelse di non scrivere più nulla. Le bastava aver raccontato la storia dell’avvocato Atticus Finch che nell’Alabama della segregazione razziale – l’apartheid americana cancellata soltanto nel 1964 dal presidente Johnson, che è ingiusto ricordare soltanto per l’incubo del Vietnam – difende un nero ingiustamente accusato di stupro, insegnando ai suoi figli una lezione di onore e umanità che da allora non finisce di emozionare i lettori, e gli spettatori del film."

Aveva da poco pubblicato "Và, metti una sentinella", scritto molti anni fa, forse prima stesura del famosissimo Il buio oltre la siepe.


Marisa Cappelletti




venerdì 19 febbraio 2016

A cena

Cibo e passione, un connubio perfetto!

Mentre cuoce il riso con lo zafferano
ti guardo provocante con un pensiero fisso.
E tu che sei il mio amor napoletano
la mozzarella tagli e cadi nell'abisso
che ti preparo prendendo il parmigiano
e togliendomi lenta la gonna macchiata
dal vino che ho stappato versandolo piano
per farlo decantare mentre tu, caduto nel tranello,
mi abbracci sulla tavola ormai apparecchiata
facendo cadere il piatto col timo e con l'agnello.
Tesoro mio ma guarda abbiam fatto una frittata:
anche la fantastica pastiera ormai é tutta schiacciata!
Tra nord e sud l'abbiam combinata bella:
ci siamo amati sì ma ormai la cena é rovinata.
O forse no, ti guardo maliziosa e tolgo dal frigo
un invitante barattolo di morbida Nutella.........


Marisa Cappelletti





giovedì 18 febbraio 2016

Contenitore per Idee stupide

A volte le idee...


Ho un sacco enorme sulle spalle, da tantissimi anni me lo porto appresso, come le ossa dei congiunti del personaggio principale di Cent'anni di solitudine.
Sono tutte le idee stupide che ho partorito nei momenti buoni ed anche in quelli piu' travagliati del mio cammino.
Stupide ma anche sciocche, deleterie, pazze, irriferibili ed irrefrenabili, insomma di ogni sorta.
Devo essere sincera: io ci sono affezionata, sono parte di me e percio' non me la sento di disfarmene.
E dove lo porterebbero poi il contenitore? In una discarica in riva al mare, dove i gabbiani planerebbero rapaci sulle idee piu' complesse, belle grasse, da mangiare a morsi? E lascerebbero quelle striminzite e stupidamente scontate ai gruppi di politicanti che arriverebbero in gita sociale ogni giorno, vomitati da immensi torpedoni con cartelli a distinguere quelli dei signori Deputati da quelli dei signori Senatori?
E se poi una delle piu' tapine, riguardanti solo Loro, naturalmente, dovesse diventare proposta di legge? Ad esempio:
-Tutti ai Caraibi, in vacanza per almeno sei mesi l'anno, con chi ci pare, non serve lavorare-
No no, io mi tengo stretto il mio sacco, ed a costo di prendermi una multa salatissima non lo rovescio in nessun contenitore, nemmeno in quello dell'indifferenziata.
Non è mai troppo tardi per ripescare una bella idea stupida!


Marisa Cappelletti




mercoledì 17 febbraio 2016

Ancora concorsi letterari


Se avete scritto qualche cosa, qualsiasi cosa tra poesie, racconti brevi, racconti lunghi, romanzi e pensate che possano piacere, provateci! Ne vale sempre la pena!
E se non vincete, se non vi classificate tra i primi, non abbattetevi, non abbandonate, riprovateci con fiducia e costanza. Il mestiere dello scrittore non é facile, non porta quasi mai alla gloria per tantissime ragioni indipendenti, il piu' delle volte, dalla bravura di chi scrive. 
Ma scrivere é, per chi lo fa, una necessità quotidiana, una soddisfazione personale, un comunicare con gli altri in tanti modi diversi. Continuate a farlo con passione, sempre, e provate a partecipare a qualche concorso letterario, Chissà, potreste essere piu' bravi di quel che pensate.

Potrebbero interessarvi:


Premio Nazionale di Poesia "Giorgio Caproni"
II Edizione     -     Scadenza iscrizione: 28 Febbraio 2016 

Premio Letterario Nazionale Teatro Aurelio
IV Edizione     -     Scadenza iscrizione: 28 Febbraio 2016

La paura fa 90 righe
IV Edizione       -     Scadenza iscrizione: 29 Febbraio 2016

Premio nazionale di poesia e narrativa "Tre ville"
XVIII Edizione      -     Scadenza iscrizione: 29 Febbraio 2016






Marisa Cappelletti

martedì 16 febbraio 2016

Spero mi perdonerete...

Cercando l'ispirazione
Venite Signori alla Fiera dell'Est ma anche del Sud  
Nord ed Ovest, questo é l'ombelico del mondo!  
In questa serata di un martedi’ bestiale ha inizio
il più strampalato Festival.
Non so voi, ma  io sento questa musica, 
lo vedete che  là fuori è magnifico, tutto è magnifico?
Dopo diecimila caffè bevuti per rimanere svegli 
nella notte che appare immensa, misteriosa e tenebrosa,
noi ci vediamo da Mario prima o poi.
E quando il sole tornerà la fantasia avrà svolto il suo compito.
Questa é la Fiera del Sud Ovest,  dove quei giorni passati 
a rincorrere il vento diventano senza fine, senza un attimo di respiro.
Coraggio, al lavoro, l'importante è....finire !

Devo trovare un senso a queste righe
anche se questa storia un senso non ce l'ha.
Devo finire in fretta il mio racconto
anche se il mio racconto una trama non ce l'ha.
E l'editore ha detto che se non consegno
di certo lui non mi pagherà.
Sai che cosa penso
che se ora non c'é il senso
domani arriverà..
E scriverò lo stesso.
Senti che bel ritmo
so dare al periodo,
vedrai sarà un successo...
Devo ammazzare tutti i personaggi
così forse la fine arriverà.
Devo trovare la fine del romanzo
anche se il romanzo una fine non ce l'ha....


Marisa Cappelletti




 Vasco Rossi
Un senso





lunedì 15 febbraio 2016

Ah, il primo amore...

Ma é questa la mia canzone di Sanremo, si mormora che l'abbia scritta per me!
Il primo amore non si scorda mai
Enrico Ruggeri Sanremo 2016







La fine del Festival


Sanremo 2016                                                         
Non ho piu' parlato del Festival. La verità è che dopo tre sere io non ne posso piu', perdo interesse!
Cinque giorni di Festival di Sanremo sono troppi, esagerati, indigeribili. Almeno per me.
Cosi' la quarta serata ho fatto altro, non l'ho proprio vista e la serata finale, quella di sabato, l'ho intravista. E mi sono annoiata. Tutti bravi, certo. Anche i cantanti, chi piu' chi meno. Mi spiace per l'eliminazione dei Blu Vertigo a favore di un gruppetto vincitore di reality con annesso cantante stonato. Mi spiace il secondo posto della Michielin, finta collegiale perfettina. Mi consola il premio della critica alla Pravo: splendida canzone e classe da vendere. Va bene per gli Stadio, se hanno deciso cosi' che cosi' sia. Tanto la classifica sanremese non ha mai influito sul mondo della musica:
si vedrà in seguito chi piace veramente alla gente comune.
E' finito, finalmente. Ora si inizierà a discutere (i Media, a noi poveri mortali non importa niente) del 2017.


Un giorno mi dirai
Stadio Sanremo 2016 



Cieli immensi
Patti Pravo Sanremo 2016



Marisa Cappelletti









domenica 14 febbraio 2016

Oggi, 14 Febbraio. Per me sola, per volermi bene.

Perdona
Solo me stessa, colpevole vittima.
Per non aver capito quello che lasciavo,
per aver scelto la via sbagliata senza dubitare
di un futuro che già si affacciava sul baratro.
Solo me stessa, vittima colpevole.
Per non aver saputo chiudere la porta
sulle rovine ormai coperte d'edera
di un'esistenza che mi trascinava via.
Solo me stessa, vittima rinata.
Per esser tornata in un gelido giorno
dentro il ricordo mai cancellato
di un frammento immobile ed eterno.
Solo me stessa, colpevole innocente.
Per volere ancora rinascere con me
soldato mai stanco di inutili guerre
combattute contro sogni mai nati.
Perdona me tu che mi stai di fronte
tu che mi giudichi e mi assolvi sempre
come io perdono te che mi stai nell'anima
che sei me stessa e sai chi sono finalmente.


Marisa Cappelletti










Domenica, 14 Febbraio



Eh si', oggi é San Valentino, la festa degli innamorati.
Permettetemi una riflessione: questa ricorrenza, che é soltanto e puramente commerciale in quanto gli innamorati, quelli per davvero, non hanno bisogno di una data fissata per regalarsi sentimenti o rose, cioccolatini e baci, cene e tutto quel che vi viene in mente, andrebbe cambiata nel giorno dell'amore.
Quello che puo' e deve essere coniugato in ogni sua forma e sfumatura.
Ce n'é un gran bisogno, c'é la necessità di insegnarlo ai nostri figli, che sono figli di un mondo stravolto nei valori fondamentali, di ricordarcelo ogni momento, di darlo sempre, superando egoismi e rancori, voglia di guerra e tentazioni di sopraffazione, vendetta e cattiveria.
C'é bisogno di fermarsi a riflettere, di imparare a dare.
Ed in questa ottica piu' ampia e piu' generosa
Buon San Valentino a tutti!


Marisa Cappelletti





sabato 13 febbraio 2016

Semplice poesia del sabato sera, con rimpianto

 Finzioni

Vorrei fingermi chi non saro' piu'.
Un alito lieve per poter tornare là
in quel tempo sfuggito alla felicità.
Basta un attimo per la via sbagliata
solo un attimo per precipitare giu',
voragine scura di una vita sprecata.
Un esile soffio del dolce tempo andato
immagine sfocata di quello che non fu,
finzione irragionevole di chi non saro' piu'.


Marisa Cappelletti






venerdì 12 febbraio 2016

Il mio cuore

Prima di tutto e di tutti, solo mio!
Spompato?
forse un po'
invecchiato?
ma perché?
perduto?
no mai
lo senti?
batte ancora
batte forte
per chi?
Per me.


Marisa Cappelletti



Sanremo 2016

Festival
Terza serata
Serata di cover ieri.
Cosi', non essendoci gara o quasi, qualche piccola cattiveria la posso esprimere.
Non mi sono piaciuti e non mi piacciono
Irene Fornaciari: rimandatela a casa da papà Zucchero. Perché mai essere figlia d'arte ti deve dare il diritto di apparire e partecipare? Il talento non si eredita.
Annalisa: nonostante abbia voce io la trovo anonima, senza un minimo di fuoco. Anche lei appare magicamente ogni anno al Festival. Ma perché?
Francesca Michielin: la lagna fatta ragazza. Monocorde, monocolore (grigio) monointerprete cioé sempre uguale qualsiasi cosa canti.
Valerio Scanu: sembra che essere simpatici a Maria De Filippi apra molte strade. Non quella del talento, ma pare che questo sia ininfluente.
I Dear Jack: idem come sopra.
L'ex solista dei Dear Jack che non so come si chiami ma possiamo decisamente farne a meno.
E non sapro' mai perdonargli di aver cantato A mano a mano di Cocciante. Mai!
Altri mi sfuggono.
Mi sono piaciuti e mi piaceranno sempre
Patti Pravo: nonostante si sia sfigurata e chissà perché, (era bellissima e sarebbe stata una splendida settantenne con rughe di testimonianza di una vita vissuta intensamente) lei é sempre una regina. La sue canzoni sono state una delle colonne sonore della mia giovinezza.
Morgan: genio e sregolatezza. Adoro la sua fantasia, la sua intelligenza e la sua cultura.
Ma anche la sua voce roca, che ha quasi completamente perso, ma che sa usare sempre molto bene.
Enrico Ruggeri: é un vero musicista, ha scritto musiche memorabili, mi piacciono tutte le sue canzoni.
E, sorprendentemente, per me dico, mi sono piaciuti Rocco Hunt e Clementino.
Questi sono i principali ai quali aggiungo Noemi e i due ragazzi nuovi. Credo si chiamino lui Caccamo e lei Iurato. La loro canzone in gara é bellissima.
Certo dopo quella di Patti Pravo.

La bambola
Patti Pravo 1968