martedì 31 dicembre 2019

Auguri! Happy new year!

                                


                  Buon Anno!


 Marisa Cappelletti


 

Alla fine...


Non faccio bilanci. Non piu'.

A che serve? Questo anno è passato nel bene e nel male, questo anno mi ha vista sbattuta contro un muro, usata malamente per difendere l'indifendibile, piegata su me stessa a pregare Colui al quale faccio fatica a credere ancora ma, come sempre nella mia vita, mai vinta perchè ci si rialza sempre, perchè c'è sempre chi crede in te, chi ha bisogno di te, della tua spalla, della tua comprensione. 

Mi sono consolata da sola, ho sorriso, ho ricordato grata per quello che mi era stato regalato, ho sperato.

Non tanto no, ormai è faticoso guardare avanti, ma ci ho provato e continuero' a farlo.

Non rimpiango niente dei dodici mesi passati, nemmeno un minuto.

Non ho rimpianti perchè penso di essermi comportata in modo onesto, chiaro e sincero.
Avrei potuto, oh se avrei potuto, rendere triplicato quel che mi era stato lanciato contro senza preavviso e senza cuore, ma poi perchè? Non c'è bisogno del mio intervento per farsi male, non c'è bisogno di parole per punire, ci si punisce da sè.

Dunque addio 2019.

Alla fine non sei stato diverso dai tanti, ma proprio tanti, che ti hanno preceduto.

Nel bene e nel male.



 Marisa Cappelletti



domenica 29 dicembre 2019

Natale a Milano


Ieri ho passato una splendida giornata con due amici carissimi venuti a trovarmi da Rimini.
La nostra è una amicizia vera, di quelle che anche se non ti vedi per un anno non cambia nulla anzi, la gioia di vedesi è ancora piu' grande e c'è talmente tanto da dirsi da raccontarsi e da raccontare che non basta un giorno, non basta mai.
Abbiamo pranzato in un locale tipico sul Naviglio Grande: tavoli piccolissimi, atmosfera bohemienne, quadri di giovani artisti in mostra sulle pareti e, come sempre, lo splendido bar che domina la piccola sala. 
Il cibo? Stracotto al vino rosso con polenta e cotoletta con patate al forno. Un buon bicchiere di vino  e porzioni enormi.


Poi una lunga passeggiata per le vie della moda: Montenapoleone e Della Spiga.
Erano tutti quanti li'! Ieri pomeriggio tutto il mondo era riunito li': si faticava a camminare ed a farsi largo tra turisti incantati dalle luci e dallo sfarzo delle vetrine e da quel che mettevano in mostra. 

 Prima ancora di arrivare in Via della Spiga e cioè all'inizio di Corso Venezia  ci sono le vetrine di Dolce&Gabbana che lasciano straniti per i colori sgargianti delle luci (che fanno pendant con quelle nel corso, firmate sempre dai due stilisti), in verità troppo sgargianti. E per l'interno del negozio che mette in secondo piano gli abiti per lasciar posto a bancarelle probabilmente siciliane riempite di cibo in cartapesta. Si va dal pesce ai formaggi, dalla carne alla frutta. Un'esplosione di fantasia che a me, che sono per la sobrietà, ha lasciato perplessa, anche se con una certa ammirazione.

Sempre il duo Dolce&Gabbana in Via della Spiga ha decorato le sue tante vetrine con borsette luccicanti da sera perse in ingressi di miniere presidiate da elfi giganteschi.
Ma quel che piu' mi ha colpito è l'esposizione di gioielli di Scavia. 
Esposizione che non ha nulla da invidiare ai gioielli della corona inglese.
Sono abituata a grandi gioielli nelle vetrine dei piu' famosi marchi mondiali, ma quel che ho visto ieri ha dell'incredibile. Una parure di diamanti e smeradi dal verde purissimo quasi senza inclusioni (ma giusto perchè non esistono smeraldi perfetti) e dalle dimensioni impossibili. Dei capolavori di alta gioielleria che probabilmente non verranno mai indossati sia per le dimensioni che per il valore e soprattutto per mancanza di occasioni all'altezza.

Montenapoleone invece, meno discreta dell'altra via, era un'esagerazione di vestiti da sera d'oro argento e luccichii vari, scarpe con pietre e piume, anche qui diamanti ovunque e per non farsi mancare nulla una fila di auto incredibili parcheggiate strategicamnete per far bella mostra di sè.
Ferrari ultimo modello, Mercedes mai viste prima, Lamborghini strepitose, Bentley, Jaguar ed altre piacevolezze del genere. 
Luci a condire il tutto. Palazzi di luci, palazzi infiocchettati (da Cartier) con enormi fiocchi di luci rosse, addobbi appesi sulla strada. 

Un turbinio senza fine.
Troppo.
Devo dire davvero troppo per i miei gusti. 
Ho dimenticato le vetrine di Gucci che festeggiavano un Natale ai tropici coloratissimo con alberi di banane, spiagge, vestiti importabili che non c'entravano nulla con le feste in corso ed una Ferrari color nocciola decapotata degli anni cinquanta. Sempre in vetrina.
Mi girava, ci girava la testa. Bellissimo, certo, pero'...
Pero' ci siam cercati un piccolo bar in Via Manzoni, via finalmente tranquilla e ci siamo gustati delle buonissime cioccolate con panna seduti in un salotto un po' fanè con velluti e specchi.

E poi via dalla pazza folla.
Una bella giornata, un immenso piacere condito da chiacchere sui desideri e le speranze, i fatti quotidiani, le nostre vite. 
Abbracci e promesse di rivederci presto, mentre dietro di noi la vita milanese continuava a scorrere frenetica.




Marisa Cappelletti
 
 

martedì 24 dicembre 2019

lunedì 23 dicembre 2019

- Semplice letterina di Natale -


Perchè ognuno ha il diritto di esprimere un desiderio. Che si realizzi o meno, che ti venga regalato quel che vuoi o no beh, quella è tutta un'altra storia.



Caro Babbo,
vorrei essere cattiva. 


Per una volta nella mia lunga vita, vorrei poter agire come mi suggerisce quell’istinto animalesco che è insito in ognuno di noi. Non vorrei certo azzannare od uccidere qualcuno, ma spargere un po’ di cattiveria qua e là confesso che si’ mi piacerebbe.


Non nelle esistenze in genere, ma in quelle che mi hanno fatto male ben sapendo di farmelo, in quelle che non hanno esitato a vendermi per salvare certe situazioni,  per salvarsi e tenersi strette le loro misere anonime vite, a quelle che si son voltate dall’altra parte  quando piu’ avrei avuto bisogno di una spalla, di un conforto, di una sola parola.

Non credo a quel vecchio proverbio che dice “chi la fa l’aspetti”:  non ho mai visto nessun essere privo di coscienza aspettarsi alcunchè, anzi devo dire che la maggioranza ha continuato a vivere tranquillamente la propria meschinità.

E allora si’, vorrei essere cattiva.
In che modo non so bene perché non posso e non potrei mai augurare del male a nessuno;  potrei limitarmi ad un raffreddore di quelli micidiali, ma di gran lunga preferisco un rimorso che rode un pezzettino di anima che non c’è, una incapacità futura di allegria e spensieratezza, fosse solo per un momento. 

Ecco si’, nulla di fisico o materiale, ma una piccola cosa che scava dentro, un pensiero costante che sfugge ed inquieta, la consapevolezza della propria povertà interiore.

Forse pretendo troppo, forse sarebbe meglio un giro al Pronto Soccorso per un cuore che improvvisamente si accorge di battere, per un cervello che si agita perché realizza che forse puo’ esistere un’anima e, prima o poi, con lei bisognerà fare i conti.

Forse. O forse fantastico troppo, ma vorrei avere anche soltanto l’illusione che potrei essere cattiva.

Almeno per Natale.

Tua Marisa










venerdì 20 dicembre 2019

X Factor Italia

La finale


Avevo paura di annoiarmi, della troppa gente, di fare a gomitate per sedersi, salire e scendere, del caldo e dei posti troppo in alto. Insomma di non essere adeguata per età all'evento.
Ma devo confessare che, a parte i posti un po' lontani, è stato uno spettacolo bellissimo.
Scenografie e giochi di luce straordinari, i ragazzi in finale hanno dato tutto di sè ed ache di piu'. L'ospite piu' importante e cioè quel Robbie William che a me non piace particolarmente, è stato bravissimo, simpatico e molto disponibile. Mi ha sorpreso la sua modestia, la sua partecipazione alle canzoni dei ragazzi, i suoi apprezzamenti per i concorrenti. 
Bravo Robbie!
Una cantante straniera che non conosco, con un vestito-impalcatura che non le permetteva di muoversi, ha cantato con grazia una bella canzone francese, l'esibizione di Ultimo, che non mi piace e continua a non piacermi come persona e di cui non conosco la musica, è piaciuta moltissimo. 
I braccialetti consegnatici all'entrata, molto tecnologici, che si illuminavano in momenti voluti dalla regia con vari colori, illuminavano tutto il Forum di Assago di lucciole emozionanti.



Marisa Cappelletti

domenica 8 dicembre 2019

Ex guerriera

Vecchia poesia rivisitata. 
Che non mi appartiene piu'.
Stanca, ho deposto le armi:
Il riposo della guerriera. 



Guerriera

Ti saprò guidare oltre barriere

che ci tengono prigionieri,

ti porterò al di là di pregiudizi

del pensare comune, salteremo

ostacoli insormontabili di morti

legami che ci incatenano quaggiù,

prigionieri liberi senza coraggio.



Ti convincerò a demolire muri

di paure inesistenti innalzati

quando ancora non era il tempo

dell’audacia e dell'orgoglio, narrero’

di guerrieri senza armature che

sconfissero fantasmi di draghi

scioltisi al sole di un mondo nuovo.



Ti mostrerò l'unica strada possibile

per due anime perse in una cupa

foresta di voci incattivite  da

realtà accettate per rassegnazione,

ignavia, per ignoranza ed invidia,

ti sorreggerò nel pericoloso

cammino verso la libertà. 
Ti amerò.

Marisa Cappelletti

mercoledì 4 dicembre 2019

4 Dicembre

Oggi è Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco.
Dedico al mio grande Papà ed a tutti i Pompieri di ogni tempo e luogo questa semplice poesia:



Gli eroi non hanno nome
nascondono cuori impavidi
sotto divise anonime.
Salvano vite appese
a fili che si strappano,
pronti ad afferrarle
prima che si perdano.

Gli eroi non hanno nome
sono persone splendide:
ultimi uomini autentici
che sanno ancora piangere
al grido di ogni essere
In bilico sul baratro,
che a loro delega l’anima.

Gli eroi non hanno nome
non vogliono medaglie.
Basta loro un abbraccio,
un sorriso un ricordo
da chi un giorno ha affidato
esistenze in pericolo
ad angeli terreni,
custodi di noi uomini.


Marisa Cappelletti