mercoledì 28 giugno 2017

La mia storia in 2 righe


Da Rai Radio1 Plot Machine del 26 giugno 2017 il mio contributo all'incipit

"Un giorno di gennaio dell'anno..."
Tratto da La Storia di Elsa Morante

Erano richieste rigorosamente 2 righe:




-Un giorno di gennaio dell'anno 1946 mentre la neve fioccava, l'ambulanza dei Vigili del Fuoco correva, mamma gridava e nonna scivolava rompendosi il femore, io presi la decisione piu' importante della mia vita: nacqui. -

E questa l'aggiungo ora


Che fantastica storia è la vita
Antonello Venditti


Marisa Cappelletti



lunedì 26 giugno 2017

In questa notte



In questa notte senza sonno e senza respiro, nel vento caldo che non dà tregua, nella solitudine silenziosa ed avvolgente

Parlami Luna

Che potrei dire che non ho già detto
quando nessuno mi ascoltava piu'?
Quando la notte lei si nascondeva
per non vedermi piangere le assenze
che incombevano pesanti su di me?

Quando le nubi dense all'improvviso
scostavano le vesti su nel cielo
per lasciarla splendere algida e fredda
su un'insonnia che faceva male
che bruciava  la mente disperata?

Eterna Luna leggenda menzognera
culla di amanti che non si aman piu'.
Polvere d'argento violata e calpestata
da chi sogni impossibili sognava,
illusione lontana che naviga nel blu.

Guardami Luna parla ancora di te
raccontami la vita, sorridi da lassu'
il tuo sorriso beffardo, gli occhi lontani,
ancora una volta illudimi cantami l'amore
mentimi dolcemente, regalami l'oblio.


Marisa Cappelletti



 

domenica 25 giugno 2017

La scorsa domenica

Il libro da scoprire domenica scorsa era
Uomini e topi di John Steinbeck

I Edizione

Ho letto per la prima volta questo romanzo da adolescente e forse, anzi sicuramente, non ne ho ben capito il senso e la drammaticità. Rileggendolo piu' tardi  ho scoperto un capolavoro.
Il titolo dell'opera é derivato da un verso del poeta scozzese Robert Burns, ma si riferisce anche al rapporto, a volte involontariamente violento, che Lennie, uno dei due protagonisti del libro,  ha con gli animali. Non raccontero' la trama, posso solo scrivere che è la storia complessa e  drammatica nella sua semplicità, ma accennero' soltanto che si svolge durante il periodo successivo alla crisi del 29 e tutto ha inizio a Soledad, in California ed  i due protagonisti Lennie e George sono due braccianti africoli che si guadagnano da vivere girando i ranch in cerca di lavori stagionali. Lennie è un omone con un grave ritardo mentale che non saprebbe badare a sè stesso se non avesse il suporto di George, omino minuto ma scaltro e dotato di una intelligenza pronta ed acuta. La storia evolve in un primo dramma   che portera? i due amici a quello finale.
Un consiglio: se già non l'avete letto leggetelo. Dopo averlo iniziato non lo lascerete piu' se non all'ultima parola delle sue 124 pagine.
Una curiosità: Uomini e topi è stato tradotto per la prima volta in italiano da Cesare Pavese e pubblicato da Bompiani nel 1938.


John Steinbeck nasce a Salinas in California il 27 febbraio del 1902 e muore a New York il 20 dicembre 1968. E' stato uno scrittore di storie brevi ed un corrispondente di guerra. 
Nel 1940 riceve il Premio Pulitzer per il romanzo Furore e nel 1962 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. 
Le sue opere piu' conosciute sono I pascoli del cielo, La santa rossa,  Pian della Tortilla, naturalmente Uomini e topi, il superbo Furore, che consiglio vivamente, La valle dell'Eden, L'inverno del nostro scontento.
Film famosi sono stati tratti da suoi romanzi, uno per tutti la Valle dell' Eden.
Con Faulkner Steinbeck é stato uno dei maggiori rappresentanti della Lost Generation, generazione di artisti che ha saputo descrivere la grande crisi americana.


Marisa Cappelletti





    

sabato 24 giugno 2017

Lettere a mio figlio



E' appena uscita a cura di Historica Edizioni un'interessante antologia di lettere scritte da alcuni autori ai propri figli. Molto bella la quarta di copertina:

"Ancora oggi, nell'era della digitalizzazione terrestre, è impossibile trovare un metodo di comunicazione piu' efficace della lettera. Sarà forse proprio perchè il contatto con carta e penna, o con i tasti di una macchina da scrivere, resta inimitabile che solo attraverso le missive è possibile comunicare le emozioni piu' vere. Gli autori di questa antologia, come usciti da un'epoca ormai lontana nel tempo, raccontano vicende autobiografiche o di fantasia; storie crude o aneddoti goliardici. Tutti loro sono accomunati da un filo conduttore: essere genitori: E i destinatari delle lettere non possono che essere i figli: adulti, bambini, neonati o, talvolta, ancora chiusi nel ventre materno: In barba all'immediatezza delle chat e delle emoticon, il lascito emozionale al termine della lettura è di una potenza disarmante."

E questa è la mia lettera: Rigorosamente autobiografica.



Carissima Cristina,
                    figlia e, per reciproca fortuna e volontà, amica mia, se ti scrivo a questo punto avanzato della mia vita e devo confessare a malincuore   che sono qui da settant’anni e tu, nonostante l’apparenza , da circa quaranta,  non è perché questo è una sorta di testamento letterario né perché ho dei segreti o delle cose che non ho mai detto e che non mi sento di dirti a voce, ma semplicemente perché in questo modo un po’ antico e fuori moda, posso finalmente  esprimermi come desidero, fare un piccolo riassunto di me e di te,  senza che tu mi interrompa continuamente con il tuo solito diluvio di parole.
                   Sappiamo entrambe che sei logorroica, che inizi la mattina alle 8 in punto,  quando mi telefoni per la prima delle numerose volte della giornata, ad  investirmi con cascate di discorsi  di ogni genere immaginabile ed anche non nei quali difficilmente riesco ad inserirmi, percio’ ecco qui: zitta e leggi!
                    Per prima cosa voglio assicurarti, una volta per tutte, che non sei stata adottata.  Non che ci sia nulla di male nell’essere un figlio adottivo, anzi, ma, anche se tu hai dei seri dubbi, ti ho partorita io.  Siamo diverse, è vero, ma ti assicuro che quando ti ho vista per la prima volta cosi’ piccola urlante e con il nasino schiacciato, oltre a pensare che non mi assomigliavi per niente ma eri tutta mia suocera, ho capito subito che avremmo avuto un legame speciale io e te, che ci saremmo riempite la vita a vicenda con un amore assoluto.
                    Mi dici sempre che sono una madre stramba, anticonvenzionale, ma tu pensi davvero di essere una figlia normale?  Cambi pareri ed idee in continuazione cosi’ come si cambiano un paio di calzini, mi fai confidenze di ogni genere, sei convinta che io sia la tua migliore amica ed anche il tuo capro espiatorio, ti preoccupi troppo per me e la mia salute,  per il mio modo di essere e fare,   mi dai consigli materni  e mi abbracci stretta se ho momenti di sconforto, mi rispetti sempre e comunque e se litighiamo, perché da donne litighiamo spesso, poi mi mandi sms interminabili che finiscono sempre con enormi cuori pulsanti.
                    La tua vita per colpa della mia non è stata facile: abbiamo avuto momenti, anni di disperazione e sconforto, siamo state le uniche due persone su cui contare veramente, hai dovuto crescere in fretta  e rinunciare a tanto. Ho  ricordi terribili dei tuoi occhi smarriti, della mia impossibilità di permetterti di avere un’infanzia, un’adolescenza ed anche una giovinezza serene. Di tutto cio’ ti chiedo scusa. Scusami per aver fatto scelte sbagliate, per non averti saputo proteggere come avrei dovuto,  per averti fatta sentire sola, per essere stata, come dici sempre, troppo poco severa e ferma. L’ho fatto per una sorta di compensazione, per non appesantirti i giorni con divieti e rimproveri, quei giorni che erano già cosi’ difficili per te.
                    Ma, in fondo  me lo devi riconoscere, ho cresciuto una donna forte, onesta, riflessiva e, come me, con una visione ironica della vita, visione che ti permette di superare ancora e sempre gli ostacoli che ti si parano davanti in continuazione.  Perché sei nata cosi’: niente privilegi né strade in discesa.   In salita, sempre in salita senza mai mollare.
                   A mia volta ti perdono e sai che mi costa, di non leggere mai i miei racconti e le mie poesie, di essere fin troppo critica, quelle rare volte che ti capita tra le mani un mio libro, nei confronti del lo stile, della  scrittura, persino degli aggettivi che uso, di non capire   che “noi poeti” abbiamo un animo tormentato e se cosi’ non fosse saremmo altro, magari dei comici.                                                                        Ti perdono l’ironia che ti leggo negli occhi quando mi lamento dell’etä, degli acciacchi, delle rughe perché, dici, annego il mio presunto impegno intellettuale in una pozzanghera di vanità. 
                   Siamo riuscite a costruirci un rapporto speciale, a ritagliarci giornate per noi due sole, ad essere amiche pur mantenendo ciascuno il proprio ruolo, ad essere compagne di vita.
                    Ti ringrazio dunque per il tempo che passiamo insieme, per le passeggiate in campagna a goderci i fiori, gli animali ed i profumi della natura, ma anche per quelle sconsiderate giornate passate nelle vie della moda a criticare le vetrine esagerate ed i prezzi esorbitanti, io a tentare inutilmente di infilarmi in taglie che piu’ non mi appartengono, tu a desiderare tutto.
                   Ti ringrazio per le interminabili dissertazioni filosofiche davanti a gustosi piatti di cibo di ogni nazionalità e quantità,  per le ore nelle librerie a caccia di titoli e storie che ci ispirano, di autori che ci piacciono, per le serate a teatro, per i concerti rock a cui mi accompagni e mi dici in continuazione-Stai seduta, non urlare, non saltare, ricordati della pressione e del cuore-  e per i concerti pop a cui vengo per farti piacere,  ai vari Baglioni e Morandi che mi tocca vedere e rivedere sentire e risentire.
                   Non ho e non voglio avere consigli né raccomandazioni   da darti: ormai l’età adulta l’hai raggiunta da anni e sai bene come muoverti nel tuo mondo, anche se a volte , in certe situazioni critiche posso sentire nella tua voce una vena di rimpianto per non essere piu’, e qui ti sbagli, eccome se ti sbagli,  la mia bambina.   
                   Ripensandoci  un consiglio ce l’ho:  cerca di aver ragione ogni tanto del tuo caratteraccio e, quando cucini il sugo, ricordati di curarne la cottura, non perderti nelle solite chiacchiere interminabili al telefono. Il sugo brucia e poi  si attacca alla pentola!
                   Con tanta speranza nel tuo ma anche nel mio futuro e con affetto spropositato.
                                                                                                                                           
                                                                                                                                         Mamy.                           

  La gatta
Gino Paoli
Dedicata a mia figlia a cui la cantavo quand'era piccola ed a cui ancora oggi ogni tanto la canto, perché una figlia é sempre la bambina che era e la tenerezza non ha età.


Marisa Cappelletti

                        

lunedì 19 giugno 2017

Magnifica Milano!


Ieri sera ho assistito (alla tv) al concerto perfetto:
Tutto é stato pianificato nei minimi dettagli: le forze dell'ordine in divisa e non sono state impeccabili nel garantire ed infondere sicurezza al pubblico tutto, 23 mila persone a numero chiuso, che si é mostrato disponibile e disciplinato, ha partecipato con entusiasmo ed educazione, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno,  che nessuno puo' limitare la libertà dell'uomo e che non vincerà certo la paura di attentati folli sugli individui civili e consapevoli della propria intelligenza, scelta di religione e di vita. La musica si é dimostrata molto piu' di cio' che naturalmente è  cioé una parte  molto importante e piacevole dell'esistenza, ma é stata un'arma pacifica e potente contro il terrorismo.
Tutti gli artisti hanno detto qualche cosa riguardo la paura che non vincerà ed hanno generosamente contribuito alla festa musicale.
Tutti bravi, tutti piacevoli, tutti applauditissimi. Ho adorato Anastacia e la sua splendida voce, Emma sempre concentratissima e drammatica, la simpatia, la semplicità e l'essere surreale di Francesco Gabbani, il sempre straordinario Neck ma anche J-Ax feat Neck.
E tutti quanti gli altri. 
Milano é sempre Milano e ieri sera lo ha dimostrato ancora una volta.



Radio Italia Live 2017


Marisa Cappelletti




domenica 18 giugno 2017

Quiz della domenica


La frase sotto riportata é tratta da un libro che penso tutti o quasi abbiamo letto .

"George riprese. “Per noi è diverso. noi abbiamo un avvenire. Noi abbiamo qualcuno a cui parlare, a cui importa qualcosa di noi. […]”
Lennie interruppe. "Noi invece è diverso! E perchè...perchè ci sei tu che pensi a me e ci sono io che penso a te, ecco perchè:
Rise beato."

Non é semplice, lo so, ma posso aiutare cosi':
Premio Nobel per la letteratura,
uno dei principali esponenti della "generazione perduta",
corrispondente di guerra e non é Hemingway,
scrittore americano.

Manca solo la copertina del libro! 

Marisa Cappelletti

sabato 17 giugno 2017

E lui scrisse

A  volte i grandi amori...



Il capo del mondo

Lui scrisse: 
-In capo al mondo, verrei con te anche in capo al mondo!-
Il primo pensiero di lei fu : ma quale sarà il capo del mondo? Era cosi' ignorante in geografia!
Il secondo fu: che bello! Nessuno mi ha mai detto una cosa simile!
Cosi', trasportata dal cuore rispose: 
- Oh amore mio, vorrei con te ovunque!-
Aspetto' la risposta, che non arrivo'. 
Se ne era andato nel paese vicino a giocare a Burraco.
Il mattino seguente lei chiese: 
-Davvero verresti con me in qualche paese lontano?- 
Continuava ad ignorare quale fosse il capo del mondo.
Lui rispose: 
-Ma certo tesoro, lo sai che farei qualunque cosa per te!- 
E poi: 
-Scusami, ma devo andare al supermercato,
ci sentiremo forse nel pomeriggio, ma non ne sono certo.-
Lei mise il cellulare in tasca, riflettendo sull'uomo che giurava di amare solo lei.
E passarono cosi' minuti, ore, mesi, forse anni.
Un giorno, uno dei tanti lui scrisse: 
-Vita mia, eccomi, sono qui con te. Per 10 minuti.-
Lei rispose: 
- Ciao caro, mi sei mancato durante tutto ll viaggio,-
-Viaggio?!!! Che viaggio?-
-Quello da Milano fino in capo al mondo! Ho scoperto quale é il capo del mondo: materialmente, essendo la terra rotonda-
attacco' lei con il suo fare da maestrina- non esiste un capo stabilito: il capo del mondo é quella terra lontana, cercata e voluta
che sta nei sogni di ognuno.-
-Ma ed io? E noi? Senza di me?-
-Eggià amore mio, tu continua pure i tuoi impegni quotidiani-  
e qui si interruppe un attimo per sorridere dolcemente a Richard che le aveva
portato una splendida colazione tropicale sul terrazzo sospeso sulla spiaggia
-Ma fai con calma, perché anche io ho altri impegni.-
Richard si sedette di fronte a lei, le prese dolcemente la mano e la guardo' negli occhi. Lei sorrise beata.

Era in capo al mondo!


Livin' la vida loca
Ricky Martin

Marisa Cappelletti

venerdì 16 giugno 2017

Domenica 18 luglio 2017


Come ormai è tradizione. domenica prossima ci sarà il gran concerto di musica pop in Piazza del Duomo a Milano. Parteciperanno tutti i migliori cantanti italiani. gli emergenti e qualche ospite internazionale.
E' una bellissima festa, ma quest'anno ci sarà meno folla: pare che l'ingresso sarà limitato a circa 33.000 persone. Ma va bene cosi'. Ci sarà un numero ingente di Forze dell'Ordine, tutto sarà controllato, blindato, sicuro. E nessuno si farà condizionare dalla paura. 
E' un momento di partecipazione totale, un lasciarsi andare all'onda delle note musicali, due o tre ore di vita totalmente diversa, un concerto di emozioni.
Fortunati coloro che ci andranno. Io lo vedro' alla tv ( eh si', non ho piu' l'età per il caldo, lo stare in piedi troppo tempo, la ressa e le emozioni che fanno salire la pressione arteriosa) ma non sarà la stessa cosa. Adoro i concerti, mi fanno sentire tutt'uno con il pubblico, i cantanti, la musica. Cosi' come adoro cantare con tutti gli altri le canzoni che conosco. Vecchietta anomala? Forse, ma vecchietta che sa apprezzare le cose della vita, anche e soprattutto la musica!
Magnifico
Fedez 2016


 Medley
Laura Pausini 2016 
Medley
Biagio Antonacci
2016
Piu' bella cosa
Eros Ramazzotti 2016


Sorridi
Elisa, Emma Marrone e Luciano Sangiorgi 2016


Marisa Cappelletti






Rosa come un sonno senza sogni


 Forse non é il modo migliore per iniziare la giornata, ma anche questo fa parte della vita,


Oblio

Il colore stava riempiendo la  tela dell’azzurro del cielo e del mare e all’improvviso, ma come tantissime altre volte, tutto torno’.
Allora, in quel tempo maledetto, il sole non mi scaldava piu’ ed il mare, allontanandosi, mi chiedeva in continuazione:
-Che cosa hai fatto?-
Poi tornava implacabile chiedendo ancora:
-Che cosa hai fatto?-
E la testa mi scoppiava, la voce gridava, tutto vorticava intorno e…E Giacomo, il mio adorato bambino, non c’era piu’. Era ormai scomparso per sempre inghiottito da quella distesa trasparente perché io mi ero distratta a dipingere nuvole.
Un giorno, uno dei tanti giorni disperati, mi ritrovai con il corpo immerso nel mare, i piedi che avanzavano, la mente piena soltanto del rumore della risacca.
Le onde allungavano le braccia verso di me, il corpo ubbidiva alla schiuma bianca, gli occhi aperti in un mondo liquido aspettavo la pace o la fine, non so.
Due braccia robuste mi afferrarono per le spalle e mi trascinarono fuori dal mio inferno, nonostante la mia resistenza e le mie urla.
-Eva? Signora Eva?-
Aprii gli occhi e mi ritrovai ad un almo dal naso il viso preoccupato di Olga, l’infermiera  della clinica sulle montagne dell’Engadina in cui vivevo la mia vita senza senso  da non so piu’ quanto  ormai.
-Che succede cara? Perché questi lamenti?  Ora prendiamo una bella compressa rosa , misuriamo la pressione e per oggi lascimo perdere questo quadro, va bene?-
Si’ lasciamo perdere il quadro che mi fa ancora tanto male e scordiamoci tutto con un bel sonno chimico che, in fondo,  è tanto simile alla morte ed è l’unico altro rimedio ai ricordi insani ed ai rimpianti dolorosi.
Poso’ il pennello e rinchiuse i pensieri confusi, i ricordi terribili,  inghiotti’ la pastiglia rosa ed attese l’oblio. 


Marisa Cappelletti




mercoledì 14 giugno 2017

Basta un attimo

Ci pensate mai a quello che non é stato e che poteva essere? Alla strada sbagliata presa dopo lunghe esitazioni, a chi potevamo essere invece di quel che siamo?

  


Brevi visioni 

Vorrei fingermi chi non saro' piu'.
Un alito lieve per poter tornare là
in quel tempo sfuggito alla felicità.

Basta un attimo per la via sbagliata
solo un attimo per precipitare giu',
voragine scura di una vita sprecata.

Un esile soffio del dolce tempo andato
immagine sfocata di quello che non fu,
finzione irragionevole di chi non saro' piu'.



Cervo a primavera
Riccardo Cocciante


Marisa Cappelletti







martedì 13 giugno 2017

C'é nell'aria

C'é nell'aria stasera una voglia di scappare, di cambiare, di non tornare...



Immagina


Ci sarà un giorno, forse uno come tanti,
che sorgerà diverso , in cui tutto cambierà, vedrai.
La luce si farà piu’ intensa e l’aria porterà con sé
un respiro dolce, un avviso di felicità.
L’orologio non batterà piu’ il tempo  e la polvere
si alzerà dagli anni imbiancati dall’attesa.
Ci sarà un momento che arriverà improvviso
come un temporale d’estate che disseta alberi antichi
in cerca d’acqua per poter rivivere.
Ci sarà ancora una speranza per  chi come noi
non si arrende davanti alle barriere della vita.
Ci saremo sempre, uniti nell’attesa di quel  giorno
che ci porterà lontano  e non torneremo piu’,



La donna cannone
Francesco De Gregori


Marisa Cappelletti

Risposta


Il libro misterioso di ieri è il celeberrimo                                                                                                        
                       Anna Karenina  di Lev Tolstoj

Lev  Nicolaevic Tolstoj  (Лев Николаевич Толстой)  è  nato il 9 settembre 1828 a Jàsnaja Poljana (Radura Serena) è la tenuta in cui visse, operò e fu sepolto lo scrittore russo Lev Tolstoj, ubicata nello Ščëkinskij rajon, a dodici chilometri da Tula, città della Russia europea. Il luogo fu occupato e parzialmente profanato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ma gli oggetti più importanti che vi erano custoditi, previamente allontanati dalla tenuta, furono reintrodotti nel museo dopo il 1945. Ad oggi il podere di Tolstoj costituisce una delle attrazioni turistiche più visitate della Russia.  Morto ad  Astàpovo, il 20 novembre 1910: Astàpovo è un paese situato nella parte nord dell'Oblast' di Lipeck, nella Russia europea, capoluogo del Lev-Tolstovskij rajon. La fama del paese è legata al fatto che, nel 1910, Lev Tolstoj vi morì nella stazione ferroviaria, difatti la località è stata poi ribattezzata, nel 1918, col nome stesso dello scrittore, ed ospita tuttora un museo commemorativo.     

Leone Tolstoj è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo. Divenuto celebre in patria grazie a una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all'introspezione dei personaggi e alla riflessione morale. La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.




Marisa Cappelletti





lunedì 12 giugno 2017

Quiz


Sapreste riconoscere il titolo e l'autore di questa frase tratta da un famosissimo romanzo di fine '800?

"Io penso – disse Anna, giocando con un guanto che si era tolto – io penso… se è vero che ci sono tante sentenze quante teste, così pure tante specie d’amore quanti cuori."

L'indizio fondamentale è il nome della donna.
Troppo facile?


Marisa Cappelletti




sabato 10 giugno 2017

Un sabato cosi'...


Fa troppo caldo qui!                                             Andiamocene via , in quella casetta bianca con una piccola cucina ed un grande letto, un terrazzino verde le tende bianche che si gonfiano alla brezza  ed il mare blu. 
Andiamo e prendiamoci quello che la vita ci ha regalato, pensiamo a noi senza rimorsi e senza rimpianti. 
Ci resta ancora poco tempo, non buttiamolo cosi, morendo di desiderio e nostalgia. 
Andiamo in un posto qualunque, basta che la sera si senta il rumore delle onde e che l’inverno il mare arrabbiato mi faccia stringere a te.  
Afferriamolo questo tempo per regalarci tutto l’amore che vogliamo darci, per raccontare e raccontarci, per stare in silenzio e goderci la vicinanza dell’altro.                     
Andiamo  in un posto dove la notte si possa passeggiare a piedi nudi sulla sabbia ancora tiepida, dove tu mi possa baciare con tutta la tenerezza che hai, dove io ti possa sussurrare parole tenute dentro per troppo tempo. 
Usiamo quel grande letto che sta nella stanza con il soffitto dipinto a nuvole,  liberiamo i desideri  piu’ intimi, prendi tutta me, dammi tutto di te. Sfiniamoci di sesso e d’amore, non lasciamo nulla all’impossibile, poi stringiamoci felici e dormiamo tra quelle braccia che non chiedono altro che di tenerci vicini.
Invadiamo i nostri sogni e svegliamoci  caldi di desiderio, ricominciamo ad amarci.                       Vieni nel mio mondo, portami nel tuo, non lasciarmi qui sola, ti raggiungero’ dove vorrai.                
Fa troppo caldo qui. 
Andiamo via, sognare non costa niente. 
O forse costa molto, chissà, ma concediamoci l’illusione di un’altra vita. 


Marisa Cappelletti   

                                                                         


Di sabato

Ho vissuto. 


Ho vissuto intensamente nel bene e nel male. 
Forse piu' nel male che nel bene, ma sono sempre riuscita a vedere la fine del tunnel. 
Ora che la vita ha rallentato la sua corsa  sono piu' tranquilla. L' esperienza  mi ha regalato un'ottica diversa sul mondo,  su cio' che è importante e su quello che non vale la pena di considerare tale, sull'importanza delle piccole cose e sull'inutilità di tante domande che non avranno risposta.
Ora sono consapevole di essere amata e di amare, di essere rispettata ed anche apprezzata per quella che sono ma, soprattutto, so trovare e riconoscere attimi di gioia e, forse, di felicità. 
In fondo gli anni sono soltanto un numero, l'importante è imparare a viverli.




Donna

Mi guardo allo specchio la mattina
e vedo ancora quella che non sono,
passeggio lesta lungo prati verdi
senza accusare la fatica che gli anni
impongono a signore come me.
Ascolto musica che mi fa ballare
al ritmo di ricordi e tempi andati
di gonne sollevate da volteggi
che, in verità, non mi riescon piu'.
Ma canto col sorriso e l' ironia
al sole e agli anni e a quella fantasia
che per fortuna non mi abbandona mai. 
Sarà l'ultima stagione regalata
da una fata benevola a chi
vuole assaggiare i frutti di una vita
che nulla le ha concesso fino qui?

Io sono qui
Claudio Baglioni


Marisa Cappelletti





venerdì 9 giugno 2017

Per una donna straordinaria


Un giorno qualunque


Il mio paese é un piccolo comune con case antiche raggruppate a casaccio sulla scogliera che sovrasta un mare oggi scontroso, circondato dal violetto della lavanda e dall'argento degli ulivi, profumato di fiori e salsedine, insomma quasi un paradiso chiuso nella sua modestia.
Il mio rifugio nelle giornate di primavera, quando i turisti se ne stanno ancora a casa loro ed é possibile sedersi al tavolino di uno dei due bar e bere un cappuccino di quelli che solo Celeste sa fare.
Oggi é una di quelle giornate. Me ne sto qui a rimuginare sul mio mestiere di giornalista di cronaca per il giornale del comprensorio. Cronaca si fa per dire: qui non succede mai nulla, al massimo una lite tra vicini per i confini dell'orto, una caduta dalla bicicletta, il Sindaco che premia il tema più bello della scuola elementare.
Dovrei andarmene, cercare altrove la soddisfazione di articoli scritti per quotidiani importanti, respirare lo smog della grande città, uscire da una indaffaratissima redazione per andare a caccia di notizie da raccontare a migliaia di lettori. Dovrei.
Ma il mio legame con questa terra mi tiene ancorato qui, con le mie sicurezze da provinciale ed il profumo del pesto appena fatto.
-Giovanotto, o giovanotto, posso accomodarmi costì?-
Una voce imperiosa abituata a far valere le proprie ragioni, mi scuote dai miei pensieri.
- Prego signora, si accomodi, é un piacere avere compagnia! -
- La Celeste m'ha detto che tu sei un giornalista. E' vero? -
Ma perché mai Celeste, di solito così schiva, oggi ha deciso di non farsi gli affari suoi?
Affascinante la signora, anche se non più giovanissima: cappello con ampia tesa, occhiali enormi, rossetto rosso, sigaretta tra le dita.
- Si dovrei. Nel senso che lavoro per il giornale locale ma ho sempre ben poco da raccontare! -
- Un reporter deve sempre raccontare anche il fatto più banale con parole coinvolgenti, deve saper interessare il lettore, creare l'atmosfera, trascinare le persone con sè dentro la storia! -
E già, come le coinvolgi nell'allagamento della cantina del Giobatta che ha dimenticato il rubinetto aperto dopo aver sciacquato le bottiglie per il vino nuovo?
- Beh, certo lei ha ragione ma vede in un paesino come questo la vita del giornalista é davvero dura. Riempire due colonne ogni mattina sarebbe il mio sogno ma...-
- La vita dura é quando devi scrivere sotto le bombe americane che non guardano in faccia nessuno! Scappare dalla strada in cui stavi passando perchè sparano ad altezza d'uomo e chi c'é c'é, vedere morire bambini bruciati dal napalm, non poter chiudere gli occhi davanti all'inferno che ti circonda, voltarti e trovare l'operatore che ti accompagnava bucherellato da proiettili vaganti! -
Accidenti, si stava arrabbiando di brutto la tizia! Ma di cosa stava parlando? Il napalm? Lo avevano usato nella guerra del Vietnam, ormai finita da decenni, stava farneticando la mora. Intanto si era accesa un'altra sigaretta ed aveva bevuto il mio cappuccino.
Incurante del libeccio che si era alzato frugava nella borsa enorme in cerca di chissà che cosa.
- Scusi signora, lei è stata un medico di Senza Frontiere? Potremmo parlarne, farne un bell'articolo -
Oh l'era proprio tonto 'sto ragazzo!
- Sì senza frontiere, ma non medico. Io l'ho girato tutto il pianeta e tutto e tutti ho visto. Ho parlato con presidenti e farabutti, che a volte non ci corre una gran differenza, donne che hanno saputo guidare paesi con polso fermo e sguardo lungimirante, uomini che hanno sognato la pace e l'uguaglianza. Ho visto morire il mio uomo in un incidente provocato e non l'ho potuto o forse saputo vendicare, ho tolto il velo impostomi davanti ad un oppressore fanatico che ha aperto la strada a quel terrorismo che sta implacabilmente avanzando. Chissà che mi toccherà vedere in un prossimo futuro, magari un attacco in grande stile a New York! -
Porca miseria, questa é completamente pazza!
- La vita l'é dura qui, dice! Puah! -
Estrae un pacchetto nuovo di sigarette dal borsone, se ne accende un'altra, guarda dentro la tazza vuota, sbuffa e si alza di scatto-
- Me ne vado, giovane. Penso che per domani le tue due colonne te le sei aggiudicate. -
Fa due passi, poi si volta, abbassa gli occhiali, mi fissa come se volesse uccidermi e sbotta:
-Oriana, ricordati ragazzo, mi chiamo Oriana!-

                                              Fine
Dal libro  
Piccoli racconti e pensieri liberi
per un breve viaggio
di Marisa Cappelletti
      


Oriana Fallaci
(Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006) 
E' stata una scrittrice, giornalista e attivista italiana. Partecipò giovanissima alla Resistenza italiana e fu la prima donna italiana ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Durante gli ultimi anni di vita fecero discutere le sue dure prese di posizione contro l'Islam, in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 a New York, città dove viveva. Come scrittrice, con i suoi dodici libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.
L’ho seguita fin da bambina, quando scriveva come giornalista di guerra per l’Europeo, ho letto tutti i suoi libri, da Penelope va alla Guerra fino al discusso ma profetico La rabbia e l’orgoglio.
E' il mio mito ed il mio irraggiungibile esempio.


Marisa Cappelletti




giovedì 8 giugno 2017

Il pollice verde



Ho la fortuna di avere un grande terrazzo, anzi due, che mi procurano soddisfazioni ma anche fatica. Faccio tutto da me e ne sono orgogliosa, Quello piu' grande é arricchito da tantissimi gelsomini, oleandri, ortensie, gerani e petunie, un piccolo angolo trasformato in agrumeto con due limoni ed un arancio, piante di nocciolo, bosso e photinie. La sera il profumo dei fiori d'arancio e dei gelsomini é talmente intenso da divenire quasi stordente.
E' un vero piacere pranzare all'ombra di un grande ombrellone bianco con il solo rumore della fontana che gorgoglia piano nel laghetto antistante la mia palazzina ed il canto di mille uccellini,
Cosi' come è quasi magico soffermarsi la sera a guardare le stelle alla morbida luce delle candele che fanno risaltare il verde ed i fiori.

Ma quelle che ora mi danno enorme soddisfazione  sono le piantine di pomodoro, peperone e cetriolo che ho messo a dimora qualche tempo fa in piccoli vasi sul secondo terrazzo. Che anche lui tanto piccolo non é con i gelsomini, le rose rampicanti, le ortensie, la palma la glicine la passiflora e le tante erbe aromatiche.  


I pomodori stanno crescendo belli sodi e rotondi, i peperoni ci stanno pensando ed i cetrioli mi hanno sorpreso questa mattina con un bel frutto che mi ha punto ed altri in fase di crescita.



E' ufficiale: sono una scrittrice con velleità giornalistiche ma anche contadine ed animaliste.
Insomma sono, come tutte le donne, una signora multitasking! 


Quello che le donne non dicono                              Fiorella Mannoia                                                                                                                                   
                                                                                                                                

Marisa Cappelletti                                                                                                                                  




  

mercoledì 7 giugno 2017

Un momento perfetto?


Comincerei da un momento di felicità.
Il mio sogno piu' grande: un momento di felicità, di quelli perfetti, 
che non esistono e non saranno mai. 
Almeno per me.
In sintonia con il corpo, la mente e l'anima, con davanti a me
quello che ho sempre voluto. No, niente diamanti isole o amori impossibili, 
solo quella semplice cosa che vorrei e che non avro'.
Che cosa?
E' un sogno dunque tale deve rimanere anche nell'oggetto del mio desiderio.
E tale rimarrà.
Il mio unico solo impossibile 
momento perfetto.

Perfetto
Giorgia

Marisa Cappelletti





martedì 6 giugno 2017

Ladri


Tutto

Rubami
le parole della canzone che mi si addice
e cantale con la voce che mi fa vibrare.

Rubami
i pensieri della notte che mi abbraccia
e stringimi nei cerchi di sogni impossibili.

Rubami
i battiti veloci di un cuore che ti appartiene
ed uniscili ai tuoi nel ritmo del destino.

Rubami
i ricordi di quel che eravamo ieri e conservali
nel cassetto che abbiamo riempito insieme.

Rubami
i giorni che rimangono da vivere ancora
ed inventami la vita che potrebbe essere.

Lascia che io rubi
tutto quello che senti e dici che provi e dai,
ladri illusi e consapevoli noi di esistenze
che non si incontreranno mai.



Colpevole

Ho rubato qualche anno alla vita
o forse mi sono ripresa
quel che il destino mi aveva sottratto.

Non mi importa la pena io mi assolvo
da sola, orgogliosa e sicura
non mi pento di quello che ho fatto.

Condannata a portare pesanti catene
la mia parte io l’ho già scontata
ora libera attendo il dovuto riscatto.

Non pretendo ricchezze ed onori
noi ladri innocenti non li meritiamo,
vorrei solo qualche anno ancora
con chi della vita mi ha regalato tutto.

Attimi


Prendi l'attimo che passa
e nascondilo nelle tasche bucate,
scivolerà in silenzio giu' nelle scarpe
stanche di inutili strade che ti han regalato
sudore e polverestanchezza e fantasmi di sogni.
Afferra l'attimo che non tornerà
rubalo prima che qualcun altro lo colga
al posto tuo, conservalo nel pugno chiuso
tienilo con te per un tempo migliore se arriverà.

Ruba
Antonello Venditti

Marisa Cappelletti