A tutti buone vacanze.
Si riapre a Settembre.
Arrivederci!
Marisa
Scrivo racconti e poesie. Leggo tutto e di tutto. Amo la musica. Vivo i miei anni intensamente. Inutile ma doveroso aggiungere che tutti i diritti dei racconti e delle poesie pubblicati a mio nome sono coperti da Copywrite e quindi di mia esclusiva proprietà. La riproduzione è vietata.
lunedì 30 luglio 2018
Ultimo racconto
No no, non chiudo il blog, chiudo solo per vacanze.
Questo è l'ultimo racconto breve pubblicato anche su Intertwine la piattaforma di scrittura che frequento spesso ed anche volentieri e sulla quale potrete trovare due miei magazine che contengono poesie e racconti, pensieri e recensioni. Sempre, naturalmente, se ne avrete voglia e tempo.
Guitars
C’è un negozietto nella via pedonale che porta direttamente
sul Naviglio Grande, un negozietto perso tra bar e ristorantini, che
sorprendentemente vende chitarre. Da 20 anni.
Prendimi la mano.
Ed alcune sono li’ in quella vetrina scura e brillano di colori
lucidi o di legni speciali. Ed il maestro che le crea mi guarda speranzoso ma
anche deluso dalla mia età che non puo’ certo avere dita veloci che corrono su
corde rock. E non sa invece che darei moltissimo per poter suonare, magari
soltanto l’inizio, di Smoke on the water come uno scatenato Deep Purple di
allora.
Come sei bello.
La chitarra elettrica sulla destra, tutta strass viola e
metallo d’argento, è li’ che aspetta il suo uomo vestito forse di pelle, con i
capelli lunghi, l’anello o gli anelli con i teschi, la t-shirt strappata, un
chiodo al lobo ed un cuore innamorato. Lascia l’Harley fuori, entra e, come un
amante stravolto dalla passione, se la porta via senza discutere nulla. Vuole
lei e solo lei. E’ sicuro che con lei non potrà finire. Sarà per sempre.
Sorridimi col tuo sorriso da ragazzo.
Entro spiazzando l’uomo col gilè anni settanta ed i capelli
appena spruzzati di bianco. Ah quanto sei giovane ragazzo! No, non posso né
voglio comprare uno dei suoi gioielli, non so suonare, non conosco la musica,
non ho nipoti chitarristi classici o rockettari. Voglio solo ammirare, magari
una toccatina a due corde, se posso. Una
piccola illusione che non costa niente. Mi
sorride comprensivo e mi mostra una cassa in legno grezzo che sta costruendo.
E’ come un padre che vede crescere le amatissime figlie e cerca di dar loro
tutto il bello ed il meglio che puo’.
Stai qui con me.
Esco ringraziando e mi fermo un’ultima volta davanti alla
vetrina scura: sono in cinque e mettono in mostra tutta la loro bellezza
moderna e colorata, ammiccando ad una vecchia signora che le guarda nostalgica
e non ancora paga di musica e di vita. So che tornero’.
Vieni, andiamo via. Insieme.
Marisa Cappelletti
venerdì 27 luglio 2018
Che lo spettacolo abbia inizio!
Tra pochissimo, il cielo ancora chiaro, avrà inizio la piu' lunga eclissi lunare del secolo.
La Terra si troverà tra il sole e la luna e proietterà un cono d'ombra su quest'ultima.
L'eclissi sarà visibile in italia tra le 20,20 (entrata nel con d'ombra) e le 00,19.
E la Luna, le stelle a fare da comparse brillanti, darà spettacolo tingendosi di rosso.
E Marte, per non essere da meno, là sopra di lei, accenderà la sua superfice anche lui di rosso.
Ed io, naso all'aria e stupore da bambina, seduta al buio sul terrazzo silenzioso, mi godro' in solitudine lo straordinario spettacolo in prima fila, onorata del privilegio concessomi.
Marisa Cappelletti
venerdì 20 luglio 2018
Olimpiadi, quasi.
Quegli ultimi, maledetti centimetri...
L'ultima corsa
L'ultima corsa
Se ne sta lì.
Nuovo, rotondo, lucido, trasparente ed aspetta.
Aspetta come altri hanno aspettato invano in quel grembo
caldo.
Si potrebbe pensare a qualche gara olimpica: 200 metri piani
o ad ostacoli, dipende da chi affronta il percorso, magari maratona data la
fatica, o forse salto in lungo : di quelli con tre balzi da gazzelle in fuga e
poi con il finale da leone.
Ma in questa particolare rincorsa, in questo posto
accogliente, nessuno arriva mai.
Saranno il raro allenamento o la poca pratica,
l’alimentazione sbagliata, i concorrenti non all’altezza, la
mancata assunzione di vitamine, sarà quel che sarà, ma il
fatto è che nessun partecipante conclude mai la corsa in bellezza.
Ed intanto le ore passano.
Si sente inutile, sprecato. Potrebbe, se almeno uno, uno
soltanto, riuscisse ad arrivare, fare cose che solo lui e quelli come lui al
mondo sanno fare. E tempo nove mesi voilà ecco il miracolo, il suo vero, reale
miracolo!
Ed intanto le ore passano.
Qualche cosa però sta succedendo perché tra i suoi simili
c'é un certo fermento.
Là in fondo, prima della penultima curva sta arrivando un
gruppetto trafelato. Non paiono dei grandi atleti, ma hanno tanta buona
volontà.
Ecco l'ultima curva: i suoi compagni fanno la ola, incitano,
schiamazzano. Ma qualcuno dei concorrenti si ferma senza più fiato, altri
arrancano disperatamente.
All'improvviso uno si stacca e sferra l'attacco finale.
Tutti, lui compreso, gridano "sono qui sono qui"
rimbalzando dappertutto e l'eroe, l'ultimo eroe, si guarda in giro sfiatato, dà
ancora due colpetti di coda e… crolla lì, stecchito, proprio sul traguardo!
E le ore sono ormai passate.
Marisa Cappelletti
(Pubblicato su Intertwine il 19 Luglio 2018)
giovedì 19 luglio 2018
Concorsi Letterari
Consigli ed esperienze
Mi piace scrivere, ma siccome sono eternamente di corsa,
insofferente ed amante della sintesi, scrivo racconti brevi. Sono consapevole della mia incapacità di
scrivere un romanzo od una storia di piu’ di 20, facciamo 10 cartelle ma, non avendo grandi ambizioni
letterarie, mi sta bene cosi’.
Mi piace partecipare a concorsi letterari. Rigorosamente
gratuiti, rigorosamente indetti da case editrici serie o da associazioni
altrettanto serie.
Ho una certa esperienza in queste cose avendo partecipato
negli anni a tante competizioni letterarie percio’ ecco alcuni consigli:
- Lasciate perdere quei concorsi che chiedono una qualsiasi
partecipazione finanziaria per presunte
spese di segreteria: sia che chiedano una somma irrisoria sia che i costi
vadano dai 5 ai 50 euro (un concorso abbastanza famoso ne chiede 200), oppure
ancora peggio un tanto a poesia come un tanto al chilo le ciliegie al mercato,
ci rimetterete sempre e comunque voi.
- Cercate informazioni su chi indice il concorso. Non
immaginate nemmeno quanti furbi ci sono anche in questo ambito! Mi è capitato
di incontrare una sedicente scrittrice -avvocatessa – editrice-mecenate
che, incassati i “diritti di segreteria” spediva a ciascun partecipante un
attestato di partecipazione consistente in una foto da stamparsi in proprio da
internet e pubblicava, su richiesta, un
libro dei vari autori cascati nella
truffa (me compresa) in self-publishing
facendo figurare in copertina soltanto il proprio nome, come autrice del
tutto.
- Controllate le
piccole Case Editrici e se pubblicano a pagamento passate ad altro. Ammesso che
possiate vincere il concorso, riceverete senza dubbio alcuno una “proposta di
pubblicazione” con la clausola dell’obbligo di acquisto di un certo numero di
copie. Allora pubblicate da voi tramite Il mio libro o Youcanprint o altre
piattaforme apposite.
- Sappiate che solitamente le varie Biblioteche comunali
o anche i Paesini che vi invitano alla partecipazione solitamente non andranno
mai oltre le mura della sala lettura o
consiliare del paesino stesso. Scordatevi pubblicazioni o codici ISBN o anche
un minimo di pubblicità. Tutto avrà inizio e fine su quattro sedie e 5 intervenuti con i
complimenti dell’addetto comunale.
- I concorsi regionali invece, e non solo quelli, hanno la
brutta abitudine di privilegiare i poeti o gli scrittori appartenenti alla
Regione. Di solito. Ma se volete rischiare, fatelo.
-Infine ma non finisce certo qui ci sono le associazioni che
per accettare vostri scritti richiedono l’iscrizione annuale con tanto di
tessera e giornalino mensile o trimestrale o
quando lo stampano lo stampano. Toglietevi la curiosità di andare a
vedere su Google Maps le sedi di queste associazioni che solitamente si fanno
passare per ONLUS . Scoprirete palazzi o
alazzine residenziali qualsiasi, senza nemmeno una targa esterna ad indicare la
presenza di almeno un ufficio.
Scoraggiati?
No! Sappiate che i concorsi ben scelti sono sempre un’ottima
palestra di scrittura e, se scegliete le Editrici giuste, avrete anche,
qualora il vostro lavoro venga giudicato di un certo valore, la
soddisfazione, anche solo per iniziare, essere premiati in bei contesti storici
da giurie di qualità e da un Editore onesto,
di vedervi pubblicati in un bel
libro canonicamente stampato e dotato di codice
ISBN, indispensabile per la vendita nelle librerie, con il vostro Nome e
Cognome.
Potrebbe anche capitarvi, come a volte capita, di ricevere
una richiesta di pubblicazione con regolare contratto editoriale, royalties incluse.
Posso garantirlo personalmente.
Marisa Cappelletti
Marisa Cappelletti
mercoledì 18 luglio 2018
Ricordando
Per caso o per volontà, per desiderio o per sogno per disgrazia o per fortuna
Volare
Per tanto tempo è stato il mio sogno ricorrente: volare!
Il sogno dell’uomo. Ma nel sogno io volavo basso, sempre
basso perché il dispendio di energie era enorme e non mi bastavano le idee
felici, come al vecchio Peter, il mio sogno oltre la concentrazione mentale
richiedeva un notevole sforzo fisico ed al risveglio a volte mi sentivo
spossata.
Volavo a dorso, come chi nuota in un mare agitato guardando
il cielo, volavo superando per puro caso colline, cespugli ed alberelli
asfittici perché con un pino, anche marittimo, sarei andata sicuramente a
sbattere.
Volavo via dagli uomini, dai miei pensieri, dalla mia
problematica vita, ma senza alzarmi troppo, il mio subconscio non me lo
permetteva, le responsabilità cadutemi sulle spalle mi facevano da zavorra, il
mio carattere fortemente realista non lasciava tanto spazio alla fantasia,
nemmeno in sogno.
Ma io volavo, nonostante tutto e tutti, almeno la notte
volavo via.
Mi sarebbe piaciuto volare alto, metaforicamente ma anche
fisicamente.Volare sul mare leggermente mosso di una notte d'estate quando la
luna traccia la via sulle onde, quando la luce delle lampare attira i pesci e
le sirene, quando il vento tiepido ti riporta le tracce di profumi dimenticati
e di un passato non più tuo.
Mi sarebbe piaciuto rimanere lì, sospesa a mezz'aria, a
guardare la volta sopra di me, senza un pensiero umano, senza nessuna traccia
di un dolore incombente.Così, consegnata all'infinito e parte di un piano
sconosciuto.
Ma volavo basso, senza speranza nè soluzione temporale. A
volte facevo dei balzi enormi per poter salire più su, ma niente.
Persino i pesci volanti mi superavano senza alcuno sforzo e
passandomi vicino mi pareva di vederli scuotere beffardamente la testa e la
pinna dorsale.
Basso, sempre e solo basso.
Una notte bella o brutta, dolce o aspra non so, mi sono
svegliata con il cuore che voleva uscire dalla gabbia, dal corpo e da tutto ciò
che lo tratteneva!
Non volavo più, nè basso nè alto, nessuno sforzo mi faceva
più sollevare da terra, non volavo più!
Il panico che mi aveva svegliata all'improvviso stava
lasciando timidamente e lentamente il posto alla consapevolezza che finalmente
non sarei più stata prigioniera di un sogno ricorrente e faticoso, che non
avrei più passato le notti a combattere contro ostacoli e barriere, a
desiderare la lontananza dal genere umano come unica soluzione e rimedio alla
mia infelicità.
Era dunque una resa incondizionata alla vegetazione bassa ed
ai pesci che saltando mi schernivano e che mi perseguitavano i sogni oppure chissà
una liberazione, una speranza?
Non volevo pensarci , non volevo abbandonare una situazione,
seppure onirica, in cui il più delle volte mi trovavo bene, in cui finalmente
mi liberavo dei problemi eistenziali e pratici di ogni giorno vissuto duramente.
Mi sarebbe mancata quella condizione di leggerezza, di
estraneità, mi sarebbe mancata la sensazione dolce dell'aria della notte sulla
pelle, del vuoto rassicurante che mi stava intorno, della completa mancanza di
azione e di sentimenti?
Ci sono dei momenti nella vita di ognuno in cui si vorrebbe
essere da un'altra parte, in cui si vorrebbe avere la facoltà di poter
rinunciare a quello che il destino ti ha subdolamente apparecchiato, in cui a
tanti, a tutti piacerebbe dire:
- No, non voglio, non ora, non a me, magari un'altra volta o
meglio mai -
E volare via, leggeri, lontani, ignari e felici di esserlo.
Magari anche basso, ma volare via.
No. E' finita. E' finita davvero.
No, fortunatamente non sono sola. Intorno a me ci sono tanta
indifferenza, cattiveria, ingratitudine e sofferenza, ma anche esseri umani che
hanno ancora una speranza e qualche cosa dentro di loro da dare.
Non scappo più, voglio stare qui tra tutto il bene ed il
male, qui in questa vita che mi ha voltato le spalle e che fa di tutto per
scoraggiarmi e buttarmi a terra.
Non scappo perchè mi sono liberata finalmente dei lacci che
io stessa mi ero legati stretti intorno, per impedirmi di uscire dal buio in
cui mi crogiolavo.
Non scappo perché là in fondo c'è la luce della luna che non
mi porterà più a librarmi su mari agitati, ma sulle onde dell'esistenza che
ancora c'é e che passo dopo passo, voglio ancora attraversare.
Non volo piu'.
Marisa Cappelletti
martedì 10 luglio 2018
Come cambiare la storia dell'uomo in due righe
Ieri sera ho avuto il piacere di essere letta e commentata
in diretta a RadioRai1 da Vito Cioce, conduttore del programma Radio1 Plot
Machine a cui a volte partecipo per puro diletto.
Dato un incipit, si tratta di sviluppare una storia della
lunghezza massima di 2 righe, praticamente un SMS.
Ieri l'incipit era:
"Lo apri' con i suoi gesti precisi..."
da Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie.
Il mio sviluppo:
Lo apri’ con i suoi gesti precisi ma all’improvviso il
verme, lungo e grassoccio, fece capolino dalla polpa croccante. Disgustato
Adamo getto’ lontano il pomo.
E tutto cambio’.
lunedì 9 luglio 2018
Sapore di mare, come allora
Sapore di sale, ancora
Adesso che le estati sono tutte uguali, adesso che gli anni
non ce lo permettono piu’, adesso vieni a prendermi come facevi allora, portami
in quella discoteca a picco sul mare, tienimi stretta e balliamo cosi’, persi
nel buio della sera e del tempo che non torna,
lascia che mi appoggi alla tua camicia azzurra, tieni le mani sulla
stoffa leggera fatta di fiori turchesi, dimmi all’orecchio quello che non mi
hai mai detto allora, ti accarezzero’ come ti sarebbe piaciuto ma non ho mai
fatto.
Darei anni di vita per ballare quel Sapore di sale che non
ci univa e che ora ci emoziona riportandoci indietro e facendoci venire lacrime
di nostalgia agli occhi non piu’ brillanti come mezzo secolo fa. Vorrei aver
capito quello che non avevamo nemmeno intuito: che poteva essere di piu’, molto
di piu’, che dentro a quei ragazzini inconsapevoli e distratti dalla vita che
correva c’erano due anime due cuori due corpi fatti l’uno per l’altra, si
nascondeva un fiore che aspettava solo di sbocciare, ma che non ha vuto profumo
per noi che eravamo ubriachi di profumi che riempivano i nostri 20 anni di
aspettative e di illusioni.
Portami sulla spiaggia scura, siedi con me sulla sabbia
tiepida e parliamoci piano, ora che tutto abbiamo passato, vissuto, capito, ora
che è tardi, parlami del tuo e del mio amore , illudimi e raccontami quello che
non sarà, ma dimmi che mi ami, adesso si’, in questa estate dai profumi intensi
e diversi, adesso si’, adesso che
finalmente è amore.
E poi amiamoci in un letto straniero, prima di tornare ai
nostri; non importano piu’ l’età ed il tempo
, importa quel che siamo io e te, importano questi sentimenti scoppiati negli
anni che per tutti sono quelli della rassegnazione e della quiete, ma non per
noi. Amami come non hai mai amato nessuna, ti amero’ come fosse quella prima
volta timida ed impacciata, come fossi ancora il mio primo uomo, come se
dovessi essere la prima ed unica donna. Non importa come e dove, ma amami.
Non riportarmi indietro alla mia solita vita, vivila solo
per me questa vita che ci resta, saranno solo per te i miei giorni.
Adesso che l’estate non profuma piu’ regalami il tuo profumo,
fammi ballare un ultimo ballo, tienimi tra le braccia come se fossimo ancora in
quella discoteca a picco sul mare, asciuga le lacrime di rimpianto e di gioia perché,
nonostante il passato, noi siamo davvero
qui e questa volta nessuno se ne andrà.
Gino Paoli
sabato 7 luglio 2018
Per amore
Per Agata
E' lei, Agata
Quest'anno non andro' in vacanza.
E' lei, Agata
Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè Agata ha 15 anni, il morbo di Cushing che avanza
inesorabile, il cuore malato e tanti altri acciacchi dovuti all'età.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè non potrei mai lasciare Agata in una pensione, anche
la migliore, per cani.
Non lei che ho incontrato al canile, non lei che ha
vissuto 7 anni in una gabbia persa nel nulla.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè amo profondamente Agata, perchè una parte del mio
cuore è e sarà sempre suo, perchè tutto il suo cuore, anche se affaticato, è e
sarà sempre per me.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Per amore.
Marisa Cappelletti
venerdì 6 luglio 2018
Baci
Oggi é la giornata mondiale del bacio.
A cosa serva non lo so, ma ogni giorno ormai é la giornata mondiale di qualche cosa,
Rassegamoci!
In questa occasione, del bacio intendo, ripropongo una poesia che a me piace molto.
Un bacio sul cuore
Un bacio sul cuore, mi hai detto.
Ed io che sono quella che scrive di tutto e di noi
non ho saputo trovar le parole tra quelle che correvano
senza una precisa ragione, cozzando con pensieri confusi
all'interno di una mente infiammata dall'incoerenza che mi
cattura
ogni volta che parli con me.
Un bacio sul cuore? ti ho chiesto.
E tu che sei cosi' dolce con pazienza hai dovuto spiegare
ad una poetessa orfana di argomenti e di belle parole da
tirar fuori
come un bianco coniglio dal cappello di un mago mai stanco,
che l'amore
é cosi' che funziona: con la voce che porta dall'anima
vocaboli prima ignorati
ma formatisi proprio per me.
Un bacio sul cuore, mi piace.
Lo fa battere forte, gli fa credere, illuso il mio cuore, di
avere ancora vent'anni,
di sentire quei vuoti formatisi per merito o per colpa tua,
di salire e precipitare giu',
di potersi ancora permettere di ballare dentro la gabbia una
canzone che aveva scordato,
di essere forte, di potere ancora scoppiare di sentimenti
abbandonati da anni tra le emozioni
che non si usano né si devono usare piu'.
Un bacio sul cuore, ho risposto.
A te ed anche a me stessa, ripetendo le tue stesse parole
cosi' semplici
eppure per me straordinarie, risultato di un pensiero
improvviso che ha voluto
manifestarsi in un giorno sereno sorpreso da un vento
deciso, senza lasciarsi intimorire
dal tempo che scorre e rincorre i nostri anni stranamente
felici, regalo inaspettato e perfetto
che terro' chiuso nel cuore, con te.
Marisa Cappelletti
giovedì 5 luglio 2018
Mondiali ed altro
Siamo, no, sono, ai quarti di finale.
Niente male questo mondiale, non me lo sarei mai aspettato
che mi appassionasse (non sono una tifosa del campionato italiano, sono
interista per tradizione familiare e non di piu’) cosi’.
Ho seguito quasi tutte le partite, ho adorato il CR7 di
Spagna Portogallo, ho tifato Islanda e poi Argentina, ma invano.
A proposito di Argentina:
Sono contenta che sia passata l’Inghilterra perché gioca in
modo fluido ed elegante e, nonostante il nuovo fenomeno Harry Kane (un nome una garanzia!) ha dovuto mettercela tutta, come del resto l’arbitro,
per resistere alla violenza calcistica e soprattutto fisica della Colombia.
Non
amo particolarmente la Norvegia, ma mi consola che l’Italia sia uscita dalla
coppa Rimet a causa sua che va avanti come una rompighiaccio nel mare del Nord.
E poi tutti a casa: Germania, Portogallo, Argentina. Mi fa
piacere che sia passato, con qualche difficoltà il Brasile, perché è e sarà
sempre, anche se ultimamente…il BRASILE, perché i tifosi sono straordinari e
poi dove lo troviamo piu’ un guitto o istrione, come volete, come Neymar?
La Russia passata per fortuna, per merito l’Uruguay con Cavani
che si è ripreso alla grande, ho poco da aggiungere di Belgio e Croazia.
Due giorni di "riposo" e poi si riparte.
Uruguay-Francia e Brasile-Belgio sono le due partite che venerdì,
rispettivamente alle 16 e alle 20, apriranno i quarti in Russia.
Sabato invece
Svezia-Inghilterra e Russia-Croazia, il match che sceglierà l'ultima semifinalista.
Staremo a vedere.
Due parole Su Ronaldo e la possibilità di una sua
acquisizione da parte della Juventus:
Ma poi la Juve si farà il campionato da sola?
Marisa Cappelletti
domenica 1 luglio 2018
Rappresentazione unica
Ma anche unico spettacolo senza possibilità di repliche.
In scena
In scena
Vorrei un sipario che si chiuda da sè
quando una storia è stanca e non cammina piu’,
una pesante cortina che eviti strascichi inutili
e parole dette a
sproposito per salvare cio’
che non ha ragione d’essere.
Datemi un palcoscenico dove la polvere del tempo
segni i passi pesanti di una vita sprecata a porger battute
a guitti di periferia
che non conoscono la parte,
attori principali e comprimari di commedie e tragedie
scritte da un autore unico.
Vestitemi di abiti
usurati dai mille corpi
che hanno sudato e corso dietro le quinte di un immenso
teatro
dove da secoli va in scena la stessa ridicola
tragedia,
cucitemi gli strappi mai rammendati coi fili colorati
dell’umana possente illusione.
Poi siedero’ su un trono d’oro e cartone
nell’unico insistente
cerchio di luce dell’esistere
a raccontare, monologo regale o miserrimo,
quel che fu e non fu,
le guerre e gli amori tutti,
aspettando a capo
chino l’applauso finale.
Marisa Cappelletti
L'istrione
Charles Aznavour
Iscriviti a:
Post (Atom)