lunedì 30 luglio 2018

Buona estate!

                            A tutti buone vacanze.
                           Si riapre a Settembre.
                           Arrivederci!



Marisa



Ultimo racconto


No no, non chiudo il blog, chiudo solo per vacanze.
Questo è l'ultimo racconto breve pubblicato anche su Intertwine la piattaforma di scrittura che frequento spesso ed anche volentieri e sulla quale potrete trovare due miei magazine che contengono poesie e racconti, pensieri e recensioni. Sempre, naturalmente, se ne avrete voglia e tempo.



 Guitars


C’è un negozietto nella via pedonale che porta direttamente sul Naviglio Grande, un negozietto perso tra bar e ristorantini, che sorprendentemente vende chitarre. Da 20 anni.

Prendimi la mano.

Ed alcune sono li’ in quella vetrina scura e brillano di colori lucidi o di legni speciali. Ed il maestro che le crea mi guarda speranzoso ma anche deluso dalla mia età che non puo’ certo avere dita veloci che corrono su corde rock. E non sa invece che darei moltissimo per poter suonare, magari soltanto l’inizio, di Smoke on the water come uno scatenato Deep Purple di allora.

Come sei bello.

La chitarra elettrica sulla destra, tutta strass viola e metallo d’argento, è li’ che aspetta il suo uomo vestito forse di pelle, con i capelli lunghi, l’anello o gli anelli con i teschi, la t-shirt strappata, un chiodo al lobo ed un cuore innamorato. Lascia l’Harley fuori, entra e, come un amante stravolto dalla passione, se la porta via senza discutere nulla. Vuole lei e solo lei. E’ sicuro che con lei non potrà finire. Sarà per sempre.

Sorridimi col tuo sorriso da ragazzo.

Entro spiazzando l’uomo col gilè anni settanta ed i capelli appena spruzzati di bianco. Ah quanto sei giovane ragazzo! No, non posso né voglio comprare uno dei suoi gioielli, non so suonare, non conosco la musica, non ho nipoti chitarristi classici o rockettari. Voglio solo ammirare, magari una toccatina a due corde, se posso.   Una piccola illusione che non costa niente.                                        Mi sorride comprensivo e mi mostra una cassa in legno grezzo che sta costruendo. E’ come un padre che vede crescere le amatissime figlie e cerca di dar loro tutto il bello ed il meglio che puo’.

Stai qui con me.

Esco ringraziando e mi fermo un’ultima volta davanti alla vetrina scura: sono in cinque e mettono in mostra tutta la loro bellezza moderna e colorata, ammiccando ad una vecchia signora che le guarda nostalgica e non ancora paga di musica e di vita.                           So che tornero’.

Vieni, andiamo via. Insieme.





Marisa Cappelletti





venerdì 27 luglio 2018

Che lo spettacolo abbia inizio!


Tra pochissimo, il cielo ancora chiaro, avrà inizio la piu' lunga eclissi lunare del secolo.

La Terra si troverà tra il sole e la luna e proietterà un cono d'ombra su quest'ultima.
L'eclissi sarà visibile in italia tra le 20,20 (entrata nel con d'ombra) e le 00,19.

E la Luna, le stelle a fare da comparse brillanti, darà spettacolo tingendosi di rosso.

E Marte, per non essere da meno, là sopra di lei, accenderà la sua superfice anche lui di rosso.  

Ed io, naso all'aria e stupore da bambina, seduta al buio sul terrazzo silenzioso, mi godro' in solitudine lo straordinario spettacolo in prima fila, onorata del privilegio concessomi.


Marisa Cappelletti




venerdì 20 luglio 2018

Olimpiadi, quasi.

Quegli ultimi, maledetti centimetri...


L'ultima corsa

Se ne sta lì.
Nuovo, rotondo, lucido, trasparente ed aspetta.
Aspetta come altri hanno aspettato invano in quel grembo caldo.
Si potrebbe pensare a qualche gara olimpica: 200 metri piani o ad ostacoli, dipende da chi affronta il percorso, magari maratona data la fatica, o forse salto in lungo : di quelli con tre balzi da gazzelle in fuga e poi con il finale da leone.
Ma in questa particolare rincorsa, in questo posto accogliente, nessuno arriva mai.
Saranno il raro allenamento o la poca pratica, l’alimentazione sbagliata, i concorrenti non all’altezza, la
mancata assunzione di vitamine, sarà quel che sarà, ma il fatto è che nessun partecipante conclude mai la corsa in bellezza.
Ed intanto le ore passano.
Si sente inutile, sprecato. Potrebbe, se almeno uno, uno soltanto, riuscisse ad arrivare, fare cose che solo lui e quelli come lui al mondo sanno fare. E tempo nove mesi voilà ecco il miracolo, il suo vero, reale miracolo!
Ed intanto le ore passano.
Qualche cosa però sta succedendo perché tra i suoi simili c'é un certo fermento.
Là in fondo, prima della penultima curva sta arrivando un gruppetto trafelato. Non paiono dei grandi atleti, ma hanno tanta buona volontà.
Ecco l'ultima curva: i suoi compagni fanno la ola, incitano, schiamazzano. Ma qualcuno dei concorrenti si ferma senza più fiato, altri arrancano disperatamente.
All'improvviso uno si stacca e sferra l'attacco finale.
Tutti, lui compreso, gridano "sono qui sono qui" rimbalzando dappertutto e l'eroe, l'ultimo eroe, si guarda in giro sfiatato, dà ancora due colpetti di coda e… crolla lì, stecchito, proprio sul traguardo!
E le ore sono ormai passate.


Marisa Cappelletti
(Pubblicato su Intertwine il 19 Luglio 2018)







giovedì 19 luglio 2018

Concorsi Letterari

Consigli ed esperienze


Mi piace scrivere, ma siccome sono eternamente di corsa, insofferente ed amante della sintesi, scrivo racconti brevi.  Sono consapevole della mia incapacità di scrivere un romanzo od una storia di piu’ di 20, facciamo 10  cartelle ma, non avendo grandi ambizioni letterarie, mi sta bene cosi’.
Mi piace partecipare a concorsi letterari. Rigorosamente gratuiti, rigorosamente indetti da case editrici serie o da associazioni altrettanto serie.

Ho una certa esperienza in queste cose avendo partecipato negli anni a tante competizioni letterarie percio’ ecco alcuni consigli:

- Lasciate perdere quei concorsi che chiedono una qualsiasi partecipazione  finanziaria per presunte spese di  segreteria: sia che  chiedano una somma irrisoria sia che i costi vadano dai 5 ai 50 euro (un concorso abbastanza famoso ne chiede 200), oppure ancora peggio un tanto a poesia come un tanto al chilo le ciliegie al mercato, ci rimetterete  sempre e comunque voi.

- Cercate informazioni su chi indice il concorso. Non immaginate nemmeno quanti furbi ci sono anche in questo ambito!  Mi è capitato  di incontrare una sedicente scrittrice -avvocatessa – editrice-mecenate che, incassati i “diritti di segreteria” spediva a ciascun partecipante un attestato di partecipazione consistente in una foto da stamparsi in proprio da internet  e pubblicava, su richiesta, un libro dei vari autori cascati  nella truffa (me compresa) in self-publishing  facendo figurare in copertina soltanto il proprio nome, come autrice del tutto.

-  Controllate le piccole Case Editrici e se pubblicano a pagamento passate ad altro. Ammesso che possiate vincere il concorso, riceverete senza dubbio alcuno una “proposta di pubblicazione” con la clausola dell’obbligo di acquisto di un certo numero di copie. Allora pubblicate da voi tramite Il mio libro o Youcanprint o altre piattaforme apposite.

-  Sappiate  che solitamente le varie Biblioteche comunali o anche i Paesini che vi invitano alla partecipazione solitamente non andranno mai oltre le mura della sala  lettura o consiliare del paesino stesso. Scordatevi pubblicazioni o codici ISBN o anche un minimo di pubblicità. Tutto avrà inizio e fine  su quattro sedie e 5 intervenuti con i complimenti dell’addetto comunale.

- I concorsi regionali invece, e non solo quelli, hanno la brutta abitudine di privilegiare i poeti o gli scrittori appartenenti alla Regione. Di solito. Ma se volete rischiare, fatelo.

-Infine ma non finisce certo qui ci sono le associazioni che per accettare vostri scritti richiedono l’iscrizione annuale con tanto di tessera e giornalino mensile o trimestrale o  quando lo stampano lo stampano. Toglietevi la curiosità di andare a vedere su Google Maps le sedi di queste associazioni che solitamente si fanno passare per ONLUS .  Scoprirete palazzi o alazzine residenziali qualsiasi, senza nemmeno una targa esterna ad indicare la presenza di almeno un ufficio.

Scoraggiati?

No! Sappiate che i concorsi ben scelti sono sempre un’ottima palestra di scrittura e, se scegliete le Editrici giuste, avrete anche, qualora  il vostro lavoro venga  giudicato di un certo valore, la soddisfazione, anche solo per iniziare, essere premiati in bei contesti storici da giurie di qualità e da un Editore onesto,  di vedervi pubblicati  in un bel libro canonicamente stampato e dotato di codice  ISBN, indispensabile per la vendita nelle librerie, con il vostro Nome e Cognome.

Potrebbe anche capitarvi, come a volte capita, di ricevere una richiesta di pubblicazione con regolare contratto  editoriale, royalties incluse.

Posso garantirlo personalmente.


Marisa Cappelletti




mercoledì 18 luglio 2018

Ricordando

Per caso o per volontà, per desiderio o per sogno per disgrazia o per fortuna


Volare


Per tanto tempo è stato il mio sogno ricorrente: volare!
Il sogno dell’uomo. Ma nel sogno io volavo basso, sempre basso perché il dispendio di energie era enorme e non mi bastavano le idee felici, come al vecchio Peter, il mio sogno oltre la concentrazione mentale richiedeva un notevole sforzo fisico ed al risveglio a volte mi sentivo spossata.

Volavo a dorso, come chi nuota in un mare agitato guardando il cielo, volavo superando per puro caso colline, cespugli ed alberelli asfittici perché con un pino, anche marittimo, sarei andata sicuramente a sbattere.

Volavo via dagli uomini, dai miei pensieri, dalla mia problematica vita, ma senza alzarmi troppo, il mio subconscio non me lo permetteva, le responsabilità cadutemi sulle spalle mi facevano da zavorra, il mio carattere fortemente realista non lasciava tanto spazio alla fantasia, nemmeno in sogno.

Ma io volavo, nonostante tutto e tutti, almeno la notte volavo via.

Mi sarebbe piaciuto volare alto, metaforicamente ma anche fisicamente.Volare sul mare leggermente mosso di una notte d'estate quando la luna traccia la via sulle onde, quando la luce delle lampare attira i pesci e le sirene, quando il vento tiepido ti riporta le tracce di profumi dimenticati e di un passato non più tuo.

Mi sarebbe piaciuto rimanere lì, sospesa a mezz'aria, a guardare la volta sopra di me, senza un pensiero umano, senza nessuna traccia di un dolore incombente.Così, consegnata all'infinito e parte di un piano sconosciuto.

Ma volavo basso, senza speranza nè soluzione temporale. A volte facevo dei balzi enormi per poter salire più su, ma niente.
Persino i pesci volanti mi superavano senza alcuno sforzo e passandomi vicino mi pareva di vederli scuotere beffardamente la testa e la pinna dorsale.

Basso, sempre e solo basso.

Una notte bella o brutta, dolce o aspra non so, mi sono svegliata con il cuore che voleva uscire dalla gabbia, dal corpo e da tutto ciò che lo tratteneva!

Non volavo più, nè basso nè alto, nessuno sforzo mi faceva più sollevare da terra, non volavo più!
Il panico che mi aveva svegliata all'improvviso stava lasciando timidamente e lentamente il posto alla consapevolezza che finalmente non sarei più stata prigioniera di un sogno ricorrente e faticoso, che non avrei più passato le notti a combattere contro ostacoli e barriere, a desiderare la lontananza dal genere umano come unica soluzione e rimedio alla mia infelicità.

Era dunque una resa incondizionata alla vegetazione bassa ed ai pesci che saltando mi schernivano e che mi perseguitavano i sogni oppure chissà una liberazione, una speranza?

Non volevo pensarci , non volevo abbandonare una situazione, seppure onirica, in cui il più delle volte mi trovavo bene, in cui finalmente mi liberavo dei problemi eistenziali e pratici di ogni giorno vissuto duramente.

Mi sarebbe mancata quella condizione di leggerezza, di estraneità, mi sarebbe mancata la sensazione dolce dell'aria della notte sulla pelle, del vuoto rassicurante che mi stava intorno, della completa mancanza di azione e di sentimenti?

Ci sono dei momenti nella vita di ognuno in cui si vorrebbe essere da un'altra parte, in cui si vorrebbe avere la facoltà di poter rinunciare a quello che il destino ti ha subdolamente apparecchiato, in cui a tanti, a tutti piacerebbe dire:
- No, non voglio, non ora, non a me, magari un'altra volta o meglio mai -

E volare via, leggeri, lontani, ignari e felici di esserlo.
Magari anche basso, ma volare via.

No. E' finita. E' finita davvero.

Ho finalmente realizzato perché il mio sogno é svanito, perchè non volo più: non mi serve, non lo voglio fare. E' faticoso, frustrante nonostante il benessere momentaneo, nonostante l'illusione di leggerezza, abbandono e anelata solitudine. è una fatica immensa.

No, fortunatamente non sono sola. Intorno a me ci sono tanta indifferenza, cattiveria, ingratitudine e sofferenza, ma anche esseri umani che hanno ancora una speranza e qualche cosa dentro di loro da dare.

Non scappo più, voglio stare qui tra tutto il bene ed il male, qui in questa vita che mi ha voltato le spalle e che fa di tutto per scoraggiarmi e buttarmi a terra.

Non scappo perchè mi sono liberata finalmente dei lacci che io stessa mi ero legati stretti intorno, per impedirmi di uscire dal buio in cui mi crogiolavo.

Non scappo perché là in fondo c'è la luce della luna che non mi porterà più a librarmi su mari agitati, ma sulle onde dell'esistenza che ancora c'é e che passo dopo passo, voglio ancora attraversare.

Non volo piu'.


Marisa Cappelletti





martedì 10 luglio 2018

Come cambiare la storia dell'uomo in due righe

Ieri sera ho avuto il piacere di essere letta e commentata in diretta a RadioRai1 da Vito Cioce, conduttore del programma Radio1 Plot Machine a cui a volte partecipo per puro diletto.
Dato un incipit, si tratta di sviluppare una storia della lunghezza massima di 2 righe, praticamente un SMS.
Ieri l'incipit era:
"Lo apri' con i suoi gesti precisi..."
da Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie. 


Il mio sviluppo:


Lo apri’ con i suoi gesti precisi ma all’improvviso il verme, lungo e grassoccio, fece capolino dalla polpa croccante. Disgustato Adamo getto’ lontano il pomo.
E tutto cambio’.


 Marisa Cappelletti



lunedì 9 luglio 2018

Sapore di mare, come allora


Sapore di sale, ancora


Adesso che le estati sono tutte uguali, adesso che gli anni non ce lo permettono piu’, adesso vieni a prendermi come facevi allora, portami in quella discoteca a picco sul mare, tienimi stretta e balliamo cosi’, persi nel buio della sera e del tempo che non torna,  lascia che mi appoggi alla tua camicia azzurra, tieni le mani sulla stoffa leggera fatta di fiori turchesi, dimmi all’orecchio quello che non mi hai mai detto allora, ti accarezzero’ come ti sarebbe piaciuto ma non ho mai fatto.
Darei anni di vita per ballare quel Sapore di sale che non ci univa e che ora ci emoziona riportandoci indietro e facendoci venire lacrime di nostalgia agli occhi non piu’ brillanti come mezzo secolo fa. Vorrei aver capito quello che non avevamo nemmeno intuito: che poteva essere di piu’, molto di piu’, che dentro a quei ragazzini inconsapevoli e distratti dalla vita che correva c’erano due anime due cuori due corpi fatti l’uno per l’altra, si nascondeva un fiore che aspettava solo di sbocciare, ma che non ha vuto profumo per noi che eravamo ubriachi di profumi che riempivano i nostri 20 anni di aspettative e di illusioni.
Portami sulla spiaggia scura, siedi con me sulla sabbia tiepida e parliamoci piano, ora che tutto abbiamo passato, vissuto, capito, ora che è tardi, parlami del tuo e del mio amore , illudimi e raccontami quello che non sarà, ma dimmi che mi ami, adesso si’, in questa estate dai profumi intensi e diversi, adesso si’, adesso  che finalmente è amore.
E poi amiamoci in un letto straniero, prima di tornare ai nostri; non importano  piu’ l’età ed il tempo , importa quel che siamo io e te, importano questi sentimenti scoppiati negli anni che per tutti sono quelli della rassegnazione e della quiete, ma non per noi. Amami come non hai mai amato nessuna, ti amero’ come fosse quella prima volta timida ed impacciata, come fossi ancora il mio primo uomo, come se dovessi essere la prima ed unica donna. Non importa come e dove, ma amami.
Non riportarmi indietro alla mia solita vita, vivila solo per me questa vita che ci resta, saranno  solo per te  i miei giorni.
Adesso che l’estate non profuma piu’ regalami il tuo profumo, fammi ballare un ultimo ballo, tienimi tra le braccia come se fossimo ancora in quella discoteca a picco sul mare, asciuga le lacrime di rimpianto e di gioia perché, nonostante  il passato, noi siamo davvero qui e questa volta nessuno se ne andrà.  

Gino Paoli
Sapore di sale 


Marisa Cappelletti





sabato 7 luglio 2018

Per amore

Per Agata
E' lei, Agata

Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè Agata ha 15 anni, il morbo di Cushing che avanza inesorabile, il cuore malato e tanti altri acciacchi dovuti all'età.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè non potrei mai lasciare Agata in una pensione, anche la migliore, per cani.
Non lei che ho incontrato al canile, non lei che ha vissuto 7 anni in una gabbia persa nel nulla.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Perchè amo profondamente Agata, perchè una parte del mio cuore è e sarà sempre suo, perchè tutto il suo cuore, anche se affaticato, è e sarà sempre per me.
Quest'anno non andro' in vacanza.
Per amore.


Marisa Cappelletti




venerdì 6 luglio 2018

Baci


Oggi é la giornata mondiale del bacio.
A cosa serva non lo so, ma ogni giorno ormai é la giornata mondiale di qualche cosa,
Rassegamoci!
In questa occasione, del bacio intendo, ripropongo una poesia che a me piace molto.

Un bacio sul cuore



Un bacio sul cuore, mi hai detto.
Ed io che sono quella che scrive di tutto e di noi
non ho saputo trovar le parole tra quelle che correvano
senza una precisa ragione, cozzando con pensieri confusi
all'interno di una mente infiammata dall'incoerenza che mi cattura
ogni volta che parli con me.

Un bacio sul cuore? ti ho chiesto.
E tu che sei cosi' dolce con pazienza hai dovuto spiegare
ad una poetessa orfana di argomenti e di belle parole da tirar fuori
come un bianco coniglio dal cappello di un mago mai stanco, che l'amore
é cosi' che funziona: con la voce che porta dall'anima vocaboli prima ignorati
ma formatisi proprio per me.

Un bacio sul cuore, mi piace.
Lo fa battere forte, gli fa credere, illuso il mio cuore, di avere ancora vent'anni,
di sentire quei vuoti formatisi per merito o per colpa tua, di salire e precipitare giu',
di potersi ancora permettere di ballare dentro la gabbia una canzone che aveva scordato,
di essere forte, di potere ancora scoppiare di sentimenti abbandonati da anni tra le emozioni
che non si usano né si devono usare piu'.

Un bacio sul cuore, ho risposto.
A te ed anche a me stessa, ripetendo le tue stesse parole cosi' semplici
eppure per me straordinarie, risultato di un pensiero improvviso che ha voluto
manifestarsi in un giorno sereno sorpreso da un vento deciso, senza lasciarsi intimorire
dal tempo che scorre e rincorre i nostri anni stranamente felici, regalo inaspettato e perfetto
che terro' chiuso nel cuore, con te.


Marisa Cappelletti






giovedì 5 luglio 2018

Mondiali ed altro




Siamo, no, sono, ai quarti di finale.
Niente male questo mondiale, non me lo sarei mai aspettato che mi appassionasse (non sono una tifosa del campionato italiano, sono interista per tradizione familiare e non di piu’) cosi’.
Ho seguito quasi tutte le partite, ho adorato il CR7 di Spagna Portogallo, ho tifato Islanda e poi Argentina, ma invano. 
A proposito di Argentina:


Sono contenta che sia passata l’Inghilterra perché gioca in modo fluido ed elegante e, nonostante il nuovo fenomeno Harry Kane (un nome una garanzia!) ha dovuto mettercela tutta, come del resto l’arbitro, per resistere alla violenza calcistica e soprattutto fisica della Colombia. 
Non amo particolarmente la Norvegia, ma mi consola che l’Italia sia uscita dalla coppa Rimet a causa sua che va avanti come una rompighiaccio nel mare del Nord.
E poi tutti a casa: Germania, Portogallo, Argentina. Mi fa piacere che sia passato, con qualche difficoltà il Brasile, perché è e sarà sempre, anche se ultimamente…il BRASILE, perché i tifosi sono straordinari e poi dove lo troviamo piu’ un guitto o istrione, come volete, come Neymar?


La Russia passata per fortuna, per merito l’Uruguay con Cavani che si è ripreso alla grande, ho poco da aggiungere di Belgio e Croazia.
Due giorni di "riposo" e poi si riparte. 
Uruguay-Francia e Brasile-Belgio sono le due partite che venerdì, rispettivamente alle 16 e alle 20, apriranno i quarti in Russia. 
Sabato invece Svezia-Inghilterra e Russia-Croazia, il match che sceglierà l'ultima semifinalista.
Staremo a vedere.

Due parole Su Ronaldo e la possibilità di una sua acquisizione da parte della Juventus:
Ma poi la Juve si farà il campionato da sola?  
  



Marisa Cappelletti



domenica 1 luglio 2018

Rappresentazione unica

Ma anche unico spettacolo senza possibilità di repliche.
In scena


Vorrei un sipario che si chiuda da sè
quando una storia è stanca e non cammina piu’,
una pesante cortina che eviti strascichi inutili
e  parole dette a sproposito per salvare cio’
che non ha ragione d’essere.

Datemi un palcoscenico dove la polvere del tempo
segni i  passi  pesanti di una vita sprecata a  porger battute
a  guitti di periferia che non conoscono  la parte,
attori principali e comprimari   di commedie e tragedie
 scritte da un  autore unico.

Vestitemi  di abiti usurati dai mille corpi
che hanno sudato e corso dietro le quinte di un immenso teatro
 dove  da secoli va in scena la stessa ridicola tragedia,
cucitemi gli strappi mai rammendati  coi fili colorati
dell’umana possente illusione.

Poi siedero’ su un trono d’oro e cartone
nell’unico  insistente cerchio di luce dell’esistere
a raccontare, monologo regale o miserrimo,
quel che fu e non fu,  le guerre e gli amori tutti,
aspettando  a capo chino l’applauso finale.


Marisa Cappelletti

L'istrione
Charles Aznavour