giovedì 31 dicembre 2015

L'ultima notte dell'anno

Che sia per tutto il mondo una notte serena e felice!

Lucio Dalla L'anno che verrä.

Addio al 2015

Non voglio scrivere di tutto il dolore di cui siamo stati testimoni ma anche vittime in questo anno che sta scadendo, lo scrivero' domani, oggi la mia riflessione é strettamente personale.
In questi dodici mesi sono stata serena ed ho sofferto, mi sono arrabbiata ed ho amato, ho potuto mangiare, bere, sentire il sole sulla pelle ed ho potuto coprirmi contro il freddo. Ho una casa ed una
famiglia che seppur stramba é unita e si vuole bene, una figlia splendida, ho pochi amici, ma che ci sono sempre.
Tutto il resto é superfluo. Dunque grazie all'anno che se ne sta andando,grazie perchè sono ancora qui. grazie perché ho vissuto.

Marisa Cappelletti

mercoledì 30 dicembre 2015

Libera!

I tempi fortunatamente sono cambiati, cambiano e cambieranno sempre.                                           
Libera non lo sono mai stata.
Costretta da quando sono nata
da padri, mamme, zie varie e nonne,
poi maestre, insegnanti con le gonne,
ad essere educata, studiosa, carina,
ad esser ciò che volevano: una brava bambina.
E da adulta poi lavoro, impegni, convenzioni:
tutto lo stabilito da quei quattro coglioni
che han scritto, detto, fatto in questa società
cambiando a lor volere una libera realtà.
Ma ora sono arrivata in quella bella età
in cui puoi dire e fare tutto ciò che ti va.
Libera di pensare, decidere ed amare,
libera finalmente di scrivere, persino di ballare.
Sono una donna libera, un'anima leggera:
ho incontrato me stessa, questa è la mia primavera!


Marisa Cappelletti

lunedì 28 dicembre 2015

Vi siete ricordati?

Vi siete ricordati per Natale (ma siete ancora in tempo) dei miei libri?
Regalare poesie o racconti romantici vuol dire
far sapere ai destinatari del regalo di avere un'anima sensibile ed esser sicuri che anche la loro lo sia. 

On line o da ordinare in libreria
da LaFeltrinelli e Mondadori

C'era una volta

Per iniziare con leggerezza la settimana

C'era una volta, ma non ne sono sicura,
un sogno strambo nato da una donnina
strampalata come le cose senza senso
che si ostinava a scrivere su pezzi di carta
spiegazzata lasciata ad invecchiare
in cassetti confusionari profumati di caffè.
C'era una volta, ma non date per scontato
che io sappia davvero questa lunga storia,
un pensiero fuggevole scappato ad un omino
dritto e prolisso come una monotona giornata
passata a fare cose doverose ma inutili.
Il sogno volò alto, sopra comignoli e nuvole,
cinguettando, convinto d'essere il più bello.
Il pensiero fuggevole fuggì dalla gabbia
in cui era rinchiuso e come un proiettile di panna,
sicuro ma morbido di crema, incontrò a mezz'aria
il sogno variopinto libero come l'aria frizzante.
di una notte di fine estate
La magia si compì.
L'amore scoppiò.
La storia finì.

Marisa Cappelletti

domenica 27 dicembre 2015

Domenica di malinconia

E' una Domenica di festa, ma anche una giornata di dolce malinconia, arrivata sul velo umido  della nebbia che avvolge tutto quanto e ti fa rimanere in casa, a pensare.

A mano a mano 
Scritta da Riccardo Cocciante, cantata da Rino Gaetano.

Buona Domenica

Rimorsi e rimpianti
bilancio di fine anno

Rimorsi no, non li conosco.
Quello che è stato deciso allora
era giusto così, ora è facile dire
ho sbagliato tutto, non doveva
essere, non poteva finire!
Amica mia, le decisioni prese
parevan le migliori al tempo
in cui il futuro non ti era palese.
Rassegnati al destino ed anche a te
che così hai agito senza un vero perché
convinta fosse il meglio, la decisione
giusta. Il fato ti ha smentita, ha cambiato
le carte e non ti ha dato ragione.
Rimorsi no, il male fatto era solo per me
ed ho pagato tutto, fino all'ultima goccia
di anni annegati nel lago del dolore.
Eccomi adesso qui con tutto il tempo addosso
a risalire a galla nel mare ancora mosso
da onde contrastanti che corrono da me
a bagnarmi i rimpianti che tornano con te.

Marisa Cappelletti

venerdì 25 dicembre 2015

Auguri

Buon Natale

Nella speranza che il vero spirito di Natale entri nel cuore di tutti gli uomini,
nella speranza che ogni bambino possa finalmente essere un bambino,
nella speranza che il silenzio della pace scenda per sempre sulla Terra,
nella speranza che di un po’ di serenità ed amore si riempiano tutte le anime,
con tanta speranza

Buon Natale! 

Marisa Cappelletti

giovedì 24 dicembre 2015

Auguri!!

Merry Christmas

Marisa Cappelletti

Stanchezza natalizia

Quando è necessario...
Era stanco.
Quanti anni e quante notti di vigilia passati a leggere letterine sempre più arroganti:
- Devi assolutamente portarmi quel cellulare visto con papà –
 A volte minacciose:
- Non azzardarti a cambiare strada! Vieni qui e butta giù tutto quello che ti ho ordinato! -
Ad accatastare e selezionare giochi sempre più sofisticati e sempre meno adatti a quei bambini che ricordava con tenerezza, ma che purtroppo non c'erano più.
A cercar di passare per camini cementati perchè - che ci faccio meglio l'aria condizionata -o mai puliti che tanto - lo tengo solo per arredamento -.
Anche le renne erano stanche.
Invecchiate, dimagrite, nessuno metteva più niente per loro: un po’ di licheni, due tozzi di pane anche secco,  magari solo un piccolo bicchiere d'acqua fresca. Nulla!
L’egoismo ed il materialismo avevano sepolto sotto strati di piombo la magia ed il significato del Natale!
Persino la Stella Cometa, in mezzo a tutto quello smog, aveva perso la sua lucentezza così che si faticava non poco ad orientarsi a bassa quota.
Babbo prese la sua decisione definitiva:  avrebbe dato una lezione indimenticabile.
Riunì le renne, gli elfi, le stelle e la neve. E riuscì a coinvolgere anche la Befana che, in fondo, faceva il suo stesso lavoro.
Passarono la settimana prima di Natale a ciclostilare volantini, migliaia di volantini.
 Poi la sera fatidica, caricati i sacchi sulla slitta,  volarono sulle case in attesa e buttarono un volantino per ciascun camino:

SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA!!!
Babbo Natale ed i collaboratori tutti, stanchi di questo mondo che di umano non possiede più nulla, chiedono subito un miglioramento generale delle condizioni di vita, di lavoro e del trattamento economico inteso come vitto e rispetto.
E per quest'anno vedete un po’ di arrangiarvi!
Firmato
Santa Claus & Co.


Marisa Cappelletti






mercoledì 23 dicembre 2015

Un piccolo, crudele thriller di Natale

Babbo Natale

Era ingrassato a dismisura, era diventato brontolone, miope ed anche pigro.
Il vestito rosso, anche se i piccoli angeli glielo avevano allargato il più possibile, non gli entrava più. Mangiava con ingordigia, mangiava di tutto e beveva bottiglie su bottiglie della storica riserva dei Santa Claus.
Le guance erano gonfie e rosse, piene di venuzze, così come il naso, il colesterolo aveva raggiunto livelli impensabili, il diabete avanzava silenzioso a passi da gigante!
Gli occhialini tondi, che non riuscivano più a sostenere le lenti troppo spesse, erano stati vezzosamente sostituiti da un paio di Gucci in tartaruga.
Con la stazza che si ritrovava era impedito nei movimenti: sbuffava e si lamentava in continuazione. Intendeva demandare le consegne, tutte quante, a Gesù Bambino ed al povero asinello.
Perché lui, sosteneva, non ce la faceva a passare per tutti quei camini.
Non è che non ce la faceva più, non ci passava proprio più!
Le renne preoccupate dall'avvicinarsi del 25 Dicembre e dalla situazione ormai insostenibile, si riunirono in assemblea nel bosco di abeti dietro la casa.
Freccia, la più autorevole, prese la parola, espose la situazione e suggerì l'unica soluzione possibile.
Tutte ne furono convinte.
Rudolph, l'ultima arrivata, raccolse le schede di tutte quante le nove renne e lesse la sentenza:
Approvato all'unanimità.
Giunse il giorno della prova generale: il ciccione salì sulla slitta, agganciò le poverette alle briglie rosse e con un tonante
 - Oh vaiiii!!-
le fece alzare in volo. 
La slitta scricchiolava paurosamente, le renne faticavano a rimanere su.
Cometa, quella che apriva la strada, abbassò la testa: era il segnale.
Nel cielo gonfio di neve la slitta fece una repentina piroetta e Babbo Natale, colto alla sprovvista, precipitò giù a capofitto, sfracellandosi sul suolo ghiacciato.
Poco distante gli occhiali di Gucci mandarono un brillio complice e la neve sollevata e leggera, iniziò a cadere a larghe falde.
Merry Christmas!


Marisa Cappelletti



martedì 22 dicembre 2015

Filastrocca

Solo per allegria
Bibidibobidibù
Fa la magia tutto quel che vuoi tu!
Io voglio il ragazzo che ho rincontrato
Quel giorno felice in cui l'ho ritrovato.
E tante parole non servono ancora
A chi come noi  ricorda che allora
Non fummo capaci di capire quanto
Può essere magico amarsi tanto.
Con l’anima ballo una eterna danza
Col cuore racconto una dolce speranza
La magia avanza e uniti ci avvolge
In una spirale che ruota e sconvolge
Il corpo e la mente  rapiti da chi,
Noi lo sappiamo, non potrà amarci
più  intensamente, mai più di così.
Bibidibobidibù
Fa la magia tutto quel che vuoi tu!
Vieni ed amami con tutto il cuore
Come tu sai, mio magico amore.

Marisa Cappelletti

  

lunedì 21 dicembre 2015

Aggettivi avverbi amori



Travolgente e sconvolgente
trascinante ma inebriante.
Ritrovato e trasformato
inaspettato ma sperato.
Adulto e giovanissimo
leggero ma profondo.
Un tempo ma ancora 
oggi e per sempre.
Amore.

Marisa Cappelletti

domenica 20 dicembre 2015

Buona Domenica!

Non so altrove, ma qui in Lombardia il tempo è bello, l'aria è frizzante ma non fredda, stanno spuntando le margherite ed i tarassachi.
A Natale sarà primavera!
E con questa bella prospettiva, buona giornata a tutti.


Marisa Cappelletti e, naturalmente, un datatissimo Antonello Venditti.                                                                                                                                    

sabato 19 dicembre 2015

Buongiorno!

Buon Sabato!


Questo è l'ultimo sabato prima del Natale, avete pensato a tutto e tutti? Auguri, bigliettini, regali, cose, animali, persone, buone azioni? Se la risposta è sì a tutto allora questo è per voi :

Muse   Feeling Good                                                  
                                                                




Marisa Cappelletti                                                                                                                                     

Perdonami

Consapevolezza


Solo me stessa, colpevole vittima.
Per non aver capito quello che lasciavo,
per aver scelto la via sbagliata senza dubitare
di un futuro che già si affacciava sul baratro.
Solo me stessa, vittima colpevole.
Per non aver saputo chiudere la porta
sulle rovine ormai coperte d'edera
di un'esistenza che mi trascinava via.
Solo me stessa, vittima rinata.
Per esser tornata in un gelido giorno
dentro il ricordo mai cancellato
di un frammento immobile ed eterno.
Solo me stessa, colpevole innocente.
Per volere ancora rinascere con me
soldato mai stanco di inutili guerre
combattute contro sogni mai nati.
Perdona me tu che mi stai di fronte
tu che mi giudichi e mi assolvi sempre
come io perdono te che mi stai nell'anima
che sei me stessa e sai chi sono finalmente.

Marisa Cappelletti

giovedì 17 dicembre 2015

C'era una volta

Brevissima sgangherata favoletta




C'era una volta, ma non ne sono sicura,
un sogno strambo nato da una donnina
strampalata come le cose senza senso
che si ostinava a scrivere su pezzi di carta
spiegazzata lasciata ad invecchiare
in cassetti confusionari profumati di caffè.
C'era una volta, ma non date per scontato
che io sappia davvero questa lunga storia,
un pensiero fuggevole scappato ad un omino
dritto e prolisso come una monotona giornata
passata a fare cose doverose ma inutili.
Il sogno volò alto, sopra comignoli e nuvole,
cinguettando, convinto d'essere il più bello.
Il pensiero fuggevole fuggì dalla gabbia
in cui era rinchiuso e come un proiettile di panna,
sicuro ma morbido di crema, incontrò a mezz'aria
il sogno variopinto libero come l'aria frizzante
di una notte di fine estate. 
La magia si compì.
L'amore scoppiò. 
La storia finì.


Marisa Cappelletti


martedì 15 dicembre 2015

A proposito di Feste...

Le luci delle Feste


Le luci delle Feste illuminano gli occhi
di chi osserva senza vedere i visi che sfilano
davanti all'indifferenza di anime sorde
al richiamo di poveri esseri senza speranza.
-Guardami- gridano muti, le mani tese
come gelidi artigli che non sanno afferrare
il pane della vita, sbriciolato in sogni
caduti nel baratro che fondo non ha.
-Fermati- implorano sguardi stanchi
senza più colore alcuno nè lacrime,
seccate in un giorno di tiepido sole,
traditi dal vento furioso di un vile destino.
-Lasciami- pregano menti svuotate
da ogni pensiero, -abbandonami qui
come io fossi un cane di strada, invaso
da rabbia mortale verso tutti gli umani-.
Il suono di un antico organetto accompagna
I passi dei giorni di Festa, il profumo di vaniglia
sale nell’aria gelida e solletica palati voraci
mai sazi di cibo e di nuovi sapori.
Gli aromi si mischiano ai suoni, i canti
si uniscono alle note stonate di risa forzate
e di schiocchi di bene auguranti baci bugiardi.
Campane suonano chiamando a raccolta
fedeli che fede non hanno mai conosciuto,
altari si illuminano di sacre candele
accese per tracciare una via perduta.
La slitta avanza pesante di illusa umanità,
di esistenze buttate in giorni superficiali
che nulla hanno insegnato a cuori vestiti di piombo.
Le renne subiscono il peso di anime sconosciute
a chi non le ha mai sentite pulsare dentro di sè.
Campanelle d’argento annunciano l’incedere
della slitta attraverso giorni che chiedono l’allegria.
La gioia di pochi bambini non riesce ad averla vinta
sull’immane tragedia di tanti che non sapranno mai
pronunciare parole di seppur piccola tranquillità.
Le càrole non fanno tacere i suoni di guerre vicine,
le grida di mille persone che fuggono senza una meta.
Le luci delle Feste illuminano gli occhi di chi non vuole vedere
e testardo guarda ad un orizzonte che presto si dissolverà.
I cori s’innalzano, i fuochi si accendono, i regali si scartano,
le case si illuminano, i disperati piangono, là fuori
i bambini muoiono, gli assassini sparano e ridono,
gli uomini di buona volontà non cambiano, ignorano.
Le slitte scivolano, le renne volano, le Feste arrivano.
La vita va.

Marisa Cappelletti





lunedì 14 dicembre 2015

Dal dialetto milanese




Voeuja de Natal

Col cœur an'mò ingarbiaa in de la cassina
el se bestira i òss l'ultim paisan,
e la candela pizza in la bosia
la mett in ciar i barlafus d'on temp:
la bròcca in del tripee portacadin,
l'acquasantin e la Maria Bambina
fassada in de la cuna d'on veder a campana.
E l'œucc el corr sui trav e sul camin
con dent an'mò freguj de scendra antiga.
La vœuja de Natal l'è lì con lù
sul materass de fœuja de melgon.
La vœuja d'on Natal come ona vòlta,
con tanti vos che riven de lontan,
come in d'on sògn...
Vos de tosann che canten sul sentee...
...là in fond... tra i fontanitt.. vesin al Lamber...
"Tu scendi dalle stelle..."
Su donca! Riva gent!
Gh'è chi el Natal, Natal come ona vòlta...
Mett el pariœu sul fœugh...
canella, acqua e saa, farina gialda...
e...alé...òli de gombed.
Se sgrana trii rosari
e se la cuntom-sù dent in la stalla.
Gh'è chì l'Armida, quella di ricamm,
el Gino cavallant cont el clarin...
i fiœu ch'hinn mai cressuu, el bergamin.
Tra el pòrtich e la stalla... quanta gent...
ghe vœur an'mò on quej scagn, ona banchetta
e on para de fiaschett... per la polenta.
Se smòrza la candela sul ciffon,
el gatt el s'è fognaa in d'on quej canton
e intant l'ultim paisan
el nega in d'on bell sògn...
e par ch'el rida.

Ovvero...

VOGLIA DI NATALE

Con il cuore ancora aggrovigliato nella cascina
si stiracchia le ossa l'ultimo contadino.
E la candela accesa nella bugia
mette in luce le cianfrusaglie di un tempo:
la brocca nel treppiedi porta catino,
l'acquasantino e la Maria Bambina
fasciata nella culla
di una campana di vetro.
E l'occhio corre sulle travi e sul camino
con dentro ancora briciole di antica cenere.
La voglia di un Natale è lì con lui
sul materasso di foglie di granoturco.
La voglia di un Natale come un tempo,
con tante voci che arrivano da lontano,
come in sogno...
Voci di ragazze che cantano sul sentiero...
...là in fondo... tra i fontanili... vicino al Lambro...
"Tu scendi dalle stelle..."
Su, dunque! Arriva gente...
C'è qui Natale, il Natale di un tempo...
Metti il paiolo sul fuoco...
cannella, acqua e sale, farina gialla...
e... alé... olio di gomito.
Si sgranano tre rosari
e ce la raccontiamo dentro la stalla.
C'è l'Armida, quella dei ricami...
il Gino cavallante con il clarino...
i figli mai cresciuti, il bergamino.
Tra il portico e la stalla... quanta gente...
occorrono altre sedie, una panca
e un paio di fiaschetti per la polenta.
Si spegne la candela sul comodino,
il gatto si è ficcato in qualche angolo
e intanto l'ultimo contadino
annega in un bel sogno
e sembra ridere.

di Mario Candiani


Natale a Milano

La mia amata Milano elegante e luccicante

Il tram delle feste

La cupola dell'Ottagono con lo stemma di Milano


L'ottagono con l'albero di cristalli

L'albero in Piazza Duomo

Il mercatino di Natale lungo corso Vittorio Emanuele

I dolci

Il Villaggio di Natale sui Navigli

La Darsena                                                                                                                                              

Slitta sul Naviglio Grande                                                                                                                       






Marisa Cappelletti                                                                                                                                  

Buon inizio di settimana!

Buongiorno


Sei tu il mio buon giorno,
l'inizio e la chiusa del tempo,
la gioia ed il grazie alla vita,
l'aspettativa di ciò che sarà
se vorrà essere, se arriverà.


Marisa Cappelletti

sabato 12 dicembre 2015

N'oubliez jamais

Buon sabato sera con due delle mie canzoni preferite

N'oubliez jamais
I put a spell of you



Marisa

venerdì 11 dicembre 2015

Gli occhi pieni di stelle

Un momento di unione totale.


Gli occhi pieni di stelle
il cielo vuoto di mondi.
La donna rivolta all'immenso
allarga le braccia alla fine.
La Terra cade nel blu.

Marisa Cappelletti

giovedì 10 dicembre 2015

Bestiario Natalizio

Filastrocca pre-natalizia. Così, tanto per metter le cose in chiaro prima delle feste!


Il Natale solitario di una bionda abbandonata
si dipana lentamente tra regali e cioccolata.
E chi mai l'avrà lasciata nel giardino dei ricordi
a contare giorni ed ore che separano i bagordi
di un maturo Peter Pan folleggiante tra gli ingordi,
da un ritorno a quel paese che per loro più non c'é
ma nei sogni di ogni sera torna a vivere perché
solo lì si sanno amare, abbracciare e ritrovare
la passione ormai perduta che non sa più ritornare,
solo lì posson sognare di poter essere amanti
belli e giovani e pensare di rivivere contenti
la così lontana e ormai spersa gioventù
che anche se agognata non ritornerà mai più?
Solo un elefante bianco può riuscire a non pensare
che soltanto due parole basterebbero a placare
il Natale solitario della bionda abbandonata
che non vuol sentir ragione e lo passa da arrabbiata!
Fatti tuoi mio caro Peter se la bionda su citata
non ne vuole più sapere di sentirsi tralasciata
per arrosti e dolci vari, panettoni e gran spumante
senza un bacio od un regalo e riflette seriamente
se ne valga poi la pena di giocare questo gioco
in cui una molto dà per ricever niente o poco
per contar meno di nulla e non avere alcuno scopo!
E la bionda solitaria che in fondo non lo é mai stata
si consola allegramente con affetti e cioccolata. 
Ogni festa é ormai passata e la bionda se n'é andata.
Lei non é Campanellino che ubbidisce a Peter Pan
e nemmeno quell'Uncino o qualcuno del suo clan.
Con un fischio ha segnalato al gabbiano Jonathan
di planare immantinente sulla terra che non c'é
e portarla celermente sopra il mare sai perché?
Vuol raggiungere il castello dove pare che ora sta
quel gran figo della Bestia che l'aspetta proprio là.
Addio dunque caro Peter non la rivedrai mai più
torna e resta tra gli amici a gozzovigliar laggiù.
E la bionda ormai rinata tra le braccia sta beata,
sorridente la donzella, della Bestia a far la bella.

Marisa Cappelletti



lunedì 7 dicembre 2015

Sant'Ambroeus

Oggi è Sant'Ambrogio,la festa patronale di Milano, la mia città.
Aurelio Ambrogio (Aurelius Ambrosius) nacque a Treviri in data incerta, tra il 339 ed il 340 e morì a Milano nel 397. Fu scrittore e Vescovo di Milano. E' venerato come santo da tutte le Chiese Cristiane che prevedono il culto dei Santi. Fu Vescovo di Milano dal 374 fino alla morte. Le sue spoglie sono conservate  nella Basilica che ne porta il nome e che è non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e medioevale, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della chiesa ambrosiana.

Come ogni anno il Teatro alla Scala apre la stagione con una prestigiosa prima a cui partecipano solitamente autorità di Stato, personaggi famosi del mondo dell'industria, della moda, delle arti tutte.
Alle 18 inizierà Giovanna D'Arco, opera scritta in 28 giorni da Giuseppe Verdi.
In scena ci saranno 130 persone tra musicisti solisti e coristi. Protagonista la soprano Anna Netrebko. Scenografia fedele all'epoca (si spera).

Inoltre oggi i milanesi visitano la tradizionale  Fiera degli Obej!Obej!, distesa infinita di bancarelle     che vendono cibo, dolci, libri, fiori, addobbi natalizi, vestiti, accessori, prodotti artigianali ed               antichità di vario genere. Da alcuni anni viene collocata tutt'intorno al Castello Sforzesco,                   La fiera ha origini antichissime, risale al 1510.                                                                                       Inizialmente gli Oh bej! Oh bej! si svolgevano presso la Piazza dei Mercanti; nel 1886                         la manifestazione  venne trasferita nella zona adiacente alla Basilica di Sant'Ambrogio dove rimase   per 120 anni fino al 2006, anno nel quale fu spostata nella zona del Castello Sforzesco dove è a          tutt'oggi organizzata.  Il nome della Fiera deriva dalle esclamazioni di gioia dei bambini milanesi che alla vista e dei balocchi lì esposti e dei doni ricevuti, estasiati esclamavano   Oh bej!Oh bej! in            italiano Che belli!Che belli!                                                                                                                                                   
 I                                                                                                                                                 

Per i milanesi Doc oggi è il giorno in cui si addobbano gli abeti, si allestiscono i presepi. Da oggi ci si tuffa nella marea di gente che invade le strade, i negozi, i Centri commerciali alla ricerca del regalo perfetto, da oggi si comprano i Panettoni, si pensa al pranzo di Natale.
Ed allora Signore e Signori, Ragazzi e Bambini, Animali domestici tutti, che la festa cominci!




Marisa Cappelletti









                                                                                                                                                                


   

domenica 6 dicembre 2015

Amore che vieni amore che vai


Buona domenica!
Oggi, per una strana associazione di idee, mi è tornato alla mente quel periodo felice della mia prima giovinezza in cui, con gli amici di allora, ci si riuniva la domenica per discutere, ridere, cantare.
Un carissimo amico suonava la chitarra ed io cantavo, a grande richiesta, questa splendida canzone:




sabato 5 dicembre 2015

Naufragio

Tanti naufragi nella vita di ognuno, non così tragici mi auguro, quasi sempre c'è una scialuppa di salvataggio su cui issarsi per poter ricominciare.

Dall'Antologia del Premio Internazionale
Il Federiciano 2014
Cullata da fredde correnti
che tutto portano via,
illusa dagli occhi splendenti
che passano sopra la scia
lasciata da morti vascelli
che vagano sopra di me.
Perduta in grotte profonde
nel buio di mille tranelli
orditi da sirene e serpenti
tritoni e fantasmi di mare,
aspetto tremante ed illusa
lo squalo che ancora mi tiene
legata quaggiù negli abissi
che più non so risalire.
In questo silenzio d'angoscia
che sempre di più m'appartiene,
lo squalo che mi gira intorno
che aspetta la resa totale,
crudele nel fascino arcano.
Ed io posso soltanto morire.

Marisa Cappelletti

venerdì 4 dicembre 2015

Amore platonico?

Sempre dal mio libro
Piccoli racconti e pensieri liberi per un breve viaggio

Potrei rispondere sì conosco ma, avendo superato e doppiato e magari triplicato il traguardo per questo genere di cose, il buonsenso e principalmente il pudore, mi impongono il silenzio.
Posso solo scrivere di un ipotetico amore iniziato mezzo secolo fa con un vero e proprio colpo di fulmine, persosi nei meandri della vita per poi tornare prepotente, inatteso, anacronistico ed insperato alcuni anni fa.
Potrei raccontare che ciascuno dei due fortunati, anche se non si incontreranno mai per tante ragioni dettate dagli anni e dalle rispettive famiglie, ha cambiato prospettive di vita, ha scoperto che un cuore, anche nell'assenza, può amare come se fosse ancora giovane, che la dolcezza, la tenerezza e perché no la passione possono andare oltre gli ostacoli, possono nutrirsi di parole scritte e dette, di pensieri costanti, di complicità, di comprensione, di sintonie perfette, di allegria e di sogni,
Potrei confessare che sì, chi vive questo fantastico sentimento sente la mancanza di un abbraccio, di una mano che prende la propria, di un sorriso occhi negli occhi.
Ma chissà, nella vita tutto può accadere a qualsiasi età e forse desiderandolo intensamente anche un amore platonico può cambiare definizione.
Sì, potrei scrivere all'infinito di un bellissimo grande amore, ma non posso.
Non ho l'età.

Marisa Cappelletti

giovedì 3 dicembre 2015

Soltanto un'ora

Un sogno, un forte desiderio, una piccola speranza.

Dal mio libro
Piccoli racconti e pensieri liberi per un breve viaggio
Che potrete acquistare, se volete, on-line presso LaFeltrinelli



Come vorrei, come vorresti quell'ora!
Sapremmo farcela bastare, allungarla all'infinito, trasformarla nel nostro tempo.
Il tempo dell'anima e della mente, vuoto pneumatico in cui perdersi per sempre, quel nostro grande sempre, desiderato e voluto, facile ed impossibile.
Un'ora, una semplice splendida ora per il corpo ed il cuore, per gli occhi ed il sangue, minuti colmi di silenzi e parole, di ricordi e nuova esistenza, di lacrime e di gioia.
Un'ora sola per stravolgere, sconvolgere, regalare e regalarci finalmente la vita.

Marisa Cappelletti