martedì 30 aprile 2019

1 Maggio



La Festa del lavoro ha una lunga tradizione: il primo "Primo Maggio" nasce infatti a Parigi nel 1889, durante i lavori del congresso della Seconda Internazionale.

Venne scelto il 1° maggio perché tre anni prima, nel 1886, una manifestazione operaia a Chicago era stata repressa nel sangue. A metà del 1800, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno e spesso morivano sul luogo di lavoro.

Il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di Haymarket: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.

L’iniziativa superò i confini nazionali e divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Così il 1° maggio del 1890 registrò un’altissima adesione.

Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi. Cuba, Russia, Cina, ma anche Messico, Brasile, Turchia e itutti i  Paesi dell’Ue.


Marisa Cappelletti

mercoledì 24 aprile 2019

Robots

Ci sono angoli incredibili in cui far fiorire un sentimento cosi' umano come l'amore.

https://www.intertwine.it/it/read/VgZEUvUE/sorpresa



Sorpresa!


Lei noto’ il leggero stridore metallico nella voce di Omicron44.
Lui senti’ una vibrazione in piu’ nel microcontrollore posizionato nel petto di Sigma46.
Un attimo, soltanto un attimo poi le mani d'acciaio si unirono e gli algoritmi genetici di entrambi impazzirono.
Inspiegabilmente l’apprendimento automatico aggiunse d’iniziativa una rete neurale artificiale.
Fortunato, stupefatto ingegnere robotico, la chiamo' Amore.


Marisa Cappelletti




martedì 16 aprile 2019

Notre Dame de Paris

Mes souvenirs et mon coeur sont là

Sono sicura che tornerà ad essere la splendida cattedrale gotica che è sempre stata, uno dei  simboli cristiani piu' importanti d'Europa, la storia di Parigi.
Risorgerà dalle sue ceneri e presto la rivedremo in tutta la sua imponenza e spiritualità.


Marisa Cappelletti

lunedì 15 aprile 2019

L'air du temps



Ascoltando una vecchia bellissima canzone francese, ho colto una strofa
“je t'ai perdue dans l’air du temps" ed improvvisamente si è aperta una finestra
chiusa e dimenticata, una finestra sulla mia giovinezza.

Avevo un profumo, in un tempo lontano, un profumo particolare, quasi unico:
L’air du temps.

Ecco questo è esattamente cio’ che mi manca: l’aria del tempo. Non la sento piu’
l’aria che mi abbracciava, mi spingeva avanti, che mi avvolgeva con il suo futuro
misterioso, che mi solleticava il cuore con piume ingannevoli , la brezza che con me
ballava le lunghe ore del giorno e di brevissime notti.

Non mi sfiora piu’ quel tempo fatto di amicizie indissolubili , dissolte e sciolte
al caldo della prima estate d’amore, sento la mancanza delle lacrime disperate
piante per qualcuno che se ne andava, piante tutte sull’onda di canzoni che non
scordo ma non mi commuovono piu'.

Il fumo di mille sigarette riempiva l'aria coprendo il profumo, discussioni senza
approdi possibili si trascinavano irruenti ed inutili fino alle prime ore di albe
rivoluzionarie.

Ho nostalgia delle incertezze sovrane che camminavano con me; ora che qualche
certezza ce l’ho e qualche sicurezza l’ho raggiunta, vorrei essere ancora in bilico
sul filo sottile della insicurezza dei vent’anni.

La fretta di vivere ha ceduto il passo a giorni tranquilli di sentimenti che non ci sono piu’,
a porte aperte su consapevolezze consolidate ed incertezze affrontate con la serenità
della vecchiaia.

- Non soffrire, non piangere- diceva mia madre carezzandomi i capelli ricci –Tutto passa,vedrai.-
Si aveva ragione: tutto passa, è passato e se ne è andato: gli affetti, rimasti soltanto nel cuore,
 i grandi amori che tali non erano, i dispiaceri ed i grandi dolori, le gioie improvvise,
le grandi attese concretizzate.

Si’ è quasi tutto passato ed io, purtroppo, non ballo piu’ nell’aria dei tempi perché questi tempi ormai non mi appartengono piu’.


Marisa Cappelletti







domenica 14 aprile 2019

Poesia senza pretese in una fredda Domenica delle Palme



Ed io saro' li'

Prendi l'attimo che passa
e nascondilo nelle tasche bucate
scivolerà in silenzio giu' nelle scarpe
stanche di inutili strade che ti han regalato
sudore e polvere stanchezza e fantasmi di sogni.

Afferra l'attimo che non tornerà
rubalo prima che qualcun altro lo colga
al posto tuo, conservalo nel pugno chiuso
tienilo con te per un tempo migliore se arriverà
oppure gettalo al vento, io saro' davanti a te per viverlo.


Marisa Cappelletti




mercoledì 10 aprile 2019

Fantascienza


Il 6 aprile del 1920 moriva a Brooklyn, New York, Isaac Asimov il padre della letteratura di fantascienza.

Non amo particolarmente il genere, ma Asimov è un classico che va letto. Ricordo di aver conosciuto i suoi romanzi quando, io ragazzina e lui sconosciuto, pubblicava su Urania, mitica collana Mondadori di fantascienza. Mio padre ne era appassionato. Lessi anche, sempre rubando a papà uno dei suoi libri, se non ricordo male perchè il tempo passato è moltissimo, Blade runner!

I suoi 5 racconti piu' conosciuti sono:

1. Notturno
Pubblicato nel 1941, Nightfall, questo il titolo originale di Notturno, è forse in assoluto il racconto più noto dello scrittore americano.

2. Robbie
Insieme a Notturno, Robbie è un racconto molto noto del 1940 perché è il primo in cui Asimov introduce il concetto di robot positronico.

3. L’ultima domanda
The Last Question è uno dei racconti preferiti dal good doctor ed è la storia di un computer super evoluto che però non sa rispondere ad una domanda: ”Può l’entropia dell’universo essere invertita”.

4. L'uomo bicentenario
L'uomo bicentenario (The Bicentennial Man in originale) è anch'esso un racconto, lungo questa volta, molto famoso e pubblicato nel 1976 in occasione del bicentenario degli Stati Uniti.

5. Nove volte sette
Il titolo originale di questo racconto è Feeling of Power, e narra di un mondo dominato dai computer e dalle macchine, tant'è che gli uomini hanno dimenticato del tutto la matematica, anche quella di base che serve per fare una semplice moltiplicazione.


Marisa Cappelletti





domenica 7 aprile 2019

Buona domenica!

Buongiorno a tutti.
Partecipo al concorso on line  di poesia di Dantebus ed ho bisogno di like. Se volete questo è il link dove votare la mia poesia

https://strumenti.dantebus.com/contest/artwork/8274.

Grazie. 

opera in garaConcorso Nazionale di Poesia "Dantebus" - I edizione

autoreMarisa Cappelletti

3 voti attuali
Ode al mal di testaArriva in punta di piedi e s’insinua subdolo nei pensieri che frullano e spingono gridano e si perdono. Li confonde con leggerezza cattiva . Picchia piano sulle meningi affaticate ed aumenta improvviso il tono. Colori fluorescenti ed onde puntute si rincorrono maligni. Come un moro che batte sul bronzo veneziano cosi’ il martello cadenza il tempo e si ferma nel dolore che avanza. Ballerino con scarpe chiodate musico con tamburi sfondati. Girotondi inarrestabili di sguaiati e urlanti pagliacci calpestano perfidi le tempie che scoppiano. Mani disperate stringono invano un capo che piu’ capo non ha. Le ore passano cavalcando dolorosi eterni momenti di antico marasma e novella speranza che il sabba si plachi e svanisca nell’acquosa effervescenza di una agognata calma chimica.

martedì 2 aprile 2019

Giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo


Una storia d'amore




Un bellissimo bambino


Francesco è un bellissimo bambino di otto anni: ha capelli ed occhi scuri che esprimono intelligenza, ha guanciotte rotonde che fanno tenerezza.

Francesco è autistico.

Francesco ha un fratello minore molto attivo, chiacchierone, simpatico, che lo tratta come dev'essere, cioè da fratello e lo protegge spiegando agli altri le sue esigenze, le sue paure, i suoi silenzi.

Cristina si prende cura di Francesco nei pomeriggi di scuola, dopo l'intervallo del pranzo, quando gli altri bambini sciamano urlando in giardino a giocare. Francesco non partecipa, ma ha alcuni amici che lo vanno a trovare nel rifugio costruito per lui: c'è Wendy già materna a nove anni che gli prende la mano, gli parla dolcemente e se ne va. C'è Angelica, la sua bambina preferita: bionda, diafana, tranquilla. Francesco ha un debole per Angelica e quando lei gli si siede vicino in silenzio, lui la bacia sulle guance. E per lui è un evento eccezionale.

Francesco solitamente se ne sta seduto nella sua tenda, allestita nel luogo di ricreazione. Gliel'ha costruita la mestra del mattino cosi' lui se ne puo' stare tranquillo, chiuso nel suo mondo a parte, mondo in cui tutto puo' fargli paura: dai suoni alle voci, dai gesti agli abbracci.

Cristina lo segue con affetto, lo lascia giocare con il pongo che a volte, mai prima di averla guardata con un sorrisino furbo, tenta di mangiare. Cristina lo sgrida con dolcezza, lui, mani a tapparsi le orecchie, esclama "no no no..." Allora lei per rincuorarlo gli fabbrica strani nasi di pongo e lui batte le mani e ride contento, lampi d'intelligenza ad illuminargli gli occhi.
Francesco a volte si arrabbia e pizzica Cristina. Lei lo guarda severa, lui si ferma dispiaciuto.

Ci sono giorni in cui Francesco è stanco di rumori, di voci, di cose che solo lui sa ed allora si 
sdraia su una panchina appartata in giardino, appoggia la testa sulle ginocchia di Cristina e chiude gli occhi. Lei gli accarezza piano i capelli con il cuore che si scioglie e se ne stanno cosi', fino alla fine del doposcuola.

A volte, la mattina, Francesco sente la mancanza di Andrea ed allora si alza e parte spedito per la classe del fratello. Certo interrompe le lezioni, ma in fondo tutti gli altri ragazzini sono contenti di vederlo e lo accolgono sempre con allegria, attenti a non fare troppo rumore.

Il papà di Francesco è un giovane uomo che adora i figli e che Francesco ricambia con tutto il suo timido cuore. Recentemente ha confidato a Cristina la sua felicità e l'orgoglio per quel figlio tanto amato che, ora che frequenta tra gli altri specialisti anche un logopedista, ha iniziato a balbettare, lui che non parla e non ha mai voluto parlare, mamma e papà.

Cristina spera ardentemente, anzi ne è sicura, che Francesco farà grandi progressi e che, in un futuro nemmeno troppo lontano, sarà perfettamente in grado di interagire con gli altri, se non con tutti, se non con abbracci e risate, almeno con tutti coloro e già da ora sono tantissimi, che gli vogliono bene.

​​​​​​​"La Giornata mondiale di oggi presso la sede centrale dell'ONU a New York si concentrerà sull'utilizzo delle tecnologie di assistenza alle persone con autismo come strumento per rimuovere le barriere alla loro piena partecipazione sociale, economica e politica nella società e per promuovere l'uguaglianza, l'equità e l'inclusione"


Marisa Cappelletti