martedì 25 settembre 2018

Concorsi letterari


E dopo le meritate o no vacanze estive ecco, come di consuetudine, alcuni concorsi letterari la cui partecipazione è completamente gratuita.
Il primo indicato mi sembra particolarmente interessante per gli sviluppi previsti e l'ultimo...beh spero che i non milanesi mi perdoneranno questo piccolo peccato di campanilismo, ma a me piace molto l'idea di scrivere in dialetto lombardo.




PREMIO NAZIONALE NARRATIVA PER RAGAZZI RACCONTO BREVE  “IL NATALE E IL PORTO DI LIVORNO”
Scadenza  10 novembre 2018


L’INCONTRO LETTERARIO 2018
Scadenza 31 0ttobre 218




CARMINA ET SIDERA – DEDICATA A CHARLES DICKENS
Scadenza 6 ottobre 2018


PREMIO LETTERARIO ANTONIANUM 2018 XIX EDIZIONE
Scadenza  31 dicembre 2018


PRIMA CHE VEGNA NOTT
Scadenza  10 novembre 2018


E come d'uso, in bocca al lupo!


Marisa Cappelletti







lunedì 24 settembre 2018

Poesia della sera



Rinascere per l'ennesima volta, rialzarsi senza stancarsi mai, riprovare a vivere sostenuti da un sentimento che ci appartiene ed appartiene a chi è vicino, a chi ci farà per una volta ancora, volare.


Come araba fenice


Fammi volare.
Dammi le ali che non conosco
Portami piu’ su, oltre il mio qui.
Fammi volare.
Insegnami la gioia dei sentimenti
Trovami un posto in te.
Fammi volare.
Come l’araba fenice risorta
dalle ceneri di un gelido ieri.
Fammi volare.
Accarezzami le piume arruffate
Asciuga le lacrime che le incollano.
Fammi volare.
Sorridi, amami, aprimi la vita
ed io, io volero’.


Marisa Cappelletti







Flop letterari


Ovvero: anche gli autori piu' venduti a volte inciampano.

Vi è mai capitato di abbandonare un libro al suo destino di non letto dopo poche o molte pagine? 
A me no.
Mi dispiace per l'autore che ci ha messo l'anima per annoiarmi,  per l'editore che ci ha creduto, ma soprattutto per la storia che rimarrebbe, proprio perchè abbandonata, senza una fine.
Beh, no, due libri non ho avuto il coraggio di terminare: Ulysses di James Joyce  e Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. 
Sono sicura che molti mi capiranno cosi' smettero' di sentirmi in colpa.
Purtroppo mi sta capitando ancora: Non di sentirmi in colpa, ma di non riuscire a proseguire la lettura di ben due autori: Stephen King e Dan Brown.


Devo ammettere che Dan Bown non è tra i miei preferiti. Ricordo che quando lessi, in tempi non sospetti e cioè prima del boom letterario e cinematografico, Il Codice Da Vinci rimasi molto perplessa: non mi convinceva, pur essendo il professor Langdon un bel personaggio e la costruzione della storia molto complicata ma interessante, non mi ha mai convinta. La mia origine italiana e cattolica si ribellava alle ipotesi di Brown, c'era quasi un sentore di blasfemia nell'aria, mi infastidiva che questo oscuro scrittore americano si permettesse di stravolgere cosi' la Storia della mia religione di appartenenza. 
Ora e lo so che errare humanum est. perseverare autem diabolicum, ho iniziato a leggere Origin.
Diro' soltanto che sono arrivata a pagina 121 e nè io nè il professor Langdon abbiamo capito quale potrebbe essere la sconvolgente scoperta di Edmond Kirsch, anche se io qualche sospetto, conoscendo le preferenze di Brown, ce lo avrei! E la conoscenza non mi rende felice.
Provo una profonda noia nel leggere dei preparativi infiniti di una conferenza che cambierà le sorti del mondo. Va bene, Kirsch, hai scoperto l'origine di qualche cosa, ma, avanti, spiegacela, dopo oltre 120 pagine anche il lettore piu' paziente non ne puo? piu'.


  
Ma Stephen King mi piace molto. Mi sono sempre piaciute la leggerezza truculenta di certi suoi romanzi e le metafore sempre contenute nei suoi scritti  e nascoste tra le righe. Ho amato It, rappresentante terrorifico della vita, cosi' come mi sono piaciuti moltissimo Dolores Claiborne e Duma Key ma, c'è sempre un ma, il primo inciampo l'ho avuto con Mister Mercedes. Mi ha dato persino l'impressione che fosse scritto da qualcun altro. E subito dopo, non contenta, ho acquistato  Fine turno, non accorgendomi, pur leggendo come sempre la seconda di copertina, che era il seguito di Mister Mercedes.
Lo trovo noioso, poco scorrevole, non all'altezza di tutta la produzione di King. E lo tengo li', sul comodino, nella speranza di aver voglia, non so come e non so quando, di arrivare alla fine, Sperando naturalmente che il protagonista cattivo, Brady Hartsfield muoia una volta per tutte!


Marisa Cappelletti
   

domenica 23 settembre 2018

Riflessioni domenicali

Che cosa resta?



Bilanci

A qualunque età rimangono sempre un filo di speranza,
un giorno da vivere ancora.

Restano i ricordi  le delusioni le ribellioni passate,
le mille mosse sbagliate
i bilanci in rosso, le promesse mancate i propositi sfumati,
le ferite mai guarite.

I sorrisi e le carezze lasciate, tutte le lacrime versate
le paure superate.
Il futuro sconosciuto, la voglia di cambiare lasciare fuggire.
Resta l'anima, anche se pensi di averla perduta
buttata o mai avuta.

Ti resta il cuore malato spompato sprecato,
regalato o rifiutato,
un cuore che ancora batte si affanna ama e combatte.
Rimane il tutto costruito o distrutto voluto e capitato,
sentito, odiato.

Sai che fino all'ultimo respiro, l'ultmo pensiero possibile,
sarai li' con tutto quello che ancora ritieni accettabile.

E non sarà finita perchè quel che resta e ne sei consapevole,
è soltanto la vita.

Da Senza Paura 2015
di Marisa Cappelletti





giovedì 20 settembre 2018

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Marisa Cappelletti

                                     

mercoledì 19 settembre 2018

Era una sera un po' cosi'...


Ed ho scritto questa poesia.
Certo il titolo, come si puo' vedere qui sotto, è lunghetto, ma io adoro i titoli lunghi!
Ammetto che anche la poesia è leggermente criptica, ma lasciamola cosi' e ciascuno la interpreti come piu' gli piace. 



In un caldo settembre che non vuole lasciare il posto all'autunno

Perduti in un mare virtuale,
sulle strade insidiose di internet,
in giorni dubbiosi di fine estate
aspettano, forse invano,
che la nave della comprensione
si palesi all'orizzonte nascosto
dalle nubi della lontananza.


Marisa Cappelletti



giovedì 6 settembre 2018

Il tempo delle donne


Il 7-8-9 settembre alla Triennale di Milano ci sarà  a cura del Corriere della Sera una festa o meglio un festival dedicato alle donne con eventi di ogni genere dalla  lectio magistralis alle interviste, dai work-shop alla musica, ai dibattiti, conferenze, teatro, momenti di gioco e momenti di espressioni libere di menti e di corpi.
Naturalmente il genere maschile sarà partecipante in gran numero, cosi' come, naturalmente, il genere femminile.
Il programma è vasto e molto interessante. Sei colori inseriti in altrettanti fiori rappresenteranno le varie argomentazioni degli eventi programmati:

Fiore rosso:  Teatro dell'Arte                  
                        Per esempio: -La felicità adesso- che cosa (e chi)  ci fa star bene,                          prologo teatrale con Anna Foglietta e Gabriella Pession, Fabio Rovazzi  che fa quel che vuole, l'editoriale di Massimo Gramellini, le giocatrici della Nazionale di Calcio Femminile ed ancora intervista a Luca  Zingaretti ed epilogo de Le Vibrazioni .   
                
Fiore Viola: Salone d'onore
                        Per esempio : - Disabilità allegra-Storie di straordinaria riscossa contro gli imprevisti   della vita con tantissimi protagonisti, gente piu'o meno nota che racconterà dei propri handicap e di come sia riuscita a superarli.

Fiore Verde: Triennale Lab
                          Per esempio:  - Quando sono felice esco-  Laboratorio di scrittura autobiografica
                                                   -  Chi crede nella rima crede nell'amore- Academy con Francesca        Genti poeta ed autrice di saggi.

Fiore Arancio: Agorà
                       Per esempio:  - Non basta un garage ci vuole una visione-
Filosofe e filosofi, scienziate e scienziati, innovatrici ed innovatori, donne e uomini di tecnologia: una corrente di pensieri per raccontare il futuro.

Fiore Azzurro: Giardino
                       Per esempio:  - Hatha yoga- lezione di Paola Ginevra Buonomo
                                               - La felicità di rendere felici- Con Ficarra e Picone

Fiore Giallo: La Balena:
                       Per esempio:     Laboratori vari per bambini


C'è tantissimo per ogni interesse, tanti autori, giornalisiti, attori, scrittori, scienziati, rofessori,cantanti, blogger, gente che parla, che recita, che spiega, che insegna che canta e l'argomento è il migliore che si potesse sciegliere:
                                     LA FELICITA'



Marisa Cappelletti

mercoledì 5 settembre 2018

Quando qualche cosa mi delude...


Sono cosi’ :
non so tacere, non sono diplomatica, sono polemica e non so fingere che qualche cosa mi piaccia quando non mi piace affatto. 



Mi chiedo da un po' di tempo quale sia il criterio di giudizio di un sito di scrittura peraltro seguitissimo.
Mi rispondo: -Cè l'algoritmo (ma che farà mai in sostanza questo algoritmo nessuno lo spiega mai in dettaglio) che domina scritti ed autori, ci sono i contenuti sponsorizzati, cioè in parole povere paghi una certa somma o piu' somme per ottenere visibilità, aiuti editoriali, copertine personalizzate, per entrare nelle storie consigliate, indipendentemente da quello che hai scritto e da come lo hai scritto, poi ci sono gli amici, i followers ed i capitati per caso che leggono ed apprezzano. E qui nulla da eccepire-
Dunque che cosa non convince?
Non mi convince :
l'indifferenza quasi assoluta per la validità di quello che viene scritto, per il valore reale dei racconti, delle poesie e di tutto cio' che è previsto si possa pubblicare.
Non mi convince :
che scritti che non piacciono a nessuno, niente like in parole povere, risultino tra le storie migliori del mese.
Non mi convince :
che per essere l'autore migliore serva soltanto essere piu' che presente sui social, dannarsi la giornata per esserci sempre, per condividere, apprezzare, suggerire, promuoversi.
Una faticaccia, diciamocelo!
E il sacro fuoco, l'impegno, la bravura? Quelle cose li' che fine fanno?
Ci sono scrittori davvero dotati che non otterranno mai quel che si meritano e cioè essere letti ed apprezzati, solo perchè non sono abbastanza "social".
Mi richiedo: ma allora che piattaforma di scrittura è mai?
Non è una polemica, lungi dall'esserlo, ma sono semplicemente io che non ho capito e continuo a non capire.
Saro' poco social media addicted?



Marisa Cappelletti




martedì 4 settembre 2018

In un giorno pieno di sogni



Un giorno, forse.

Un giorno saremo sull’isola:
immobili noi a guardare il mare,
le  onde lunghe sotto gli albatros,
i pini che profumeranno l’aria.

Un giorno io mi stringero’ a te
 tu mi abbraccerai col tuo sorriso
niente e nessuno potrà interrompere
la magia del nostro tempo.

Un giorno vestiti di bianco ,
la pelle scurita e belli, piu’ belli
del tempo dei  canti e delle rose,
torneremo alla  casa  sull’acqua,

Un giorno ballero’ , la  guancia sulla tua
mi sussurrerai l’amore che hai,
ti diro’  piano l’amore che voglio.

Ci ameremo li’ tra la sabbia e il vento,
come allora, come se  i  vent’anni
fossero ancora con noi.

Un giorno mi prenderai la mano
E  ce ne andremo per essere felici.
Un giorno.


Marisa Cappelletti




In un giorno buio




La resa


Non combatto piu’.
Basta. Ho buttato le armi, ho deposto il mio cuore.
La vecchiaia mi ha raggiunta forse oggi o forse ieri,
ma è qui e mi avvolge come un nastro appiccicoso
che non si scioglierà.
Ho dato tutto e ho avuto in cambio poco piu’ di nulla,
non ho voluto credere che per me non c’era niente in serbo,
ho continuato stupida e testarda a regalare anche quando
invece di un misero grazie ho ricevuto soltanto  insulti.
Non combatto piu’.
Lascio. Sia quel che sia per me finisce qui.
Cancellata l’ultima illusione, l’ultimo balzo in un avanti che non c’è,
mi fermo, fermo quei passi che non mi hanno mai condotto
su una giusta strada, una facile via.
No, non sprecare parole a cui non credo ormai,
cui forse non ho mai creduto; lascia che sia quel che è stato tracciato.
Io non combatto piu’.


Marisa Cappelletti


   


lunedì 3 settembre 2018

Sul Naviglio Grande.


Frequento spesso la via principale del Naviglio Grande ed anche le viette che tagliano il Corso.             
La zona è molto caratteristica e di moda, frequentatissima da turisti di ogni Paese. Ad ogni passo sull'antico pavé ci sono piccoli ristoranti, negozi di artigiani, pittori, librerie, uno splendido fornitissimo negozio di dischi ed uno altrttanto bello che vende fumetti di ogni genere ed ancora antiquari e bar con musica dal vivo. In una vietta pedonale stranamente silenziosa, quasi di fronte alla mia gelateria preferita, c'è la liuteria che fabbrica e vende magnifiche, straordinarie chitarre.

C’è un negozietto nella via pedonale che porta direttamente sul Naviglio Grande, un negozietto perso tra bar e ristorantini, che sorprendentemente vende chitarre. Da 20 anni.



Guitars
Una storia d'amore


Prendimi la mano.

Ed alcune sono li’ in quella vetrina scura e brillano di colori lucidi o di legni speciali. Ed il maestro che le crea mi guarda speranzoso ma anche deluso dalla mia età che non puo’ certo avere dita veloci che corrono su corde rock. E non sa invece che darei moltissimo per poter suonare, magari soltanto l’inizio, di Smoke on the water come uno scatenato Deep Purple di allora.

Come sei bello, come sei mio.

La chitarra elettrica sulla destra, tutta strass viola e metallo d’argento, è li’ che aspetta il suo uomo vestito forse di pelle, con i capelli lunghi, l’anello o gli anelli con i teschi, la t-shirt strappata, un chiodo al lobo ed un cuore innamorato. Lascia l’Harley fuori, entra e, come un amante stravolto dalla passione, se la porta via senza discutere nulla. Vuole lei e solo lei. E’ sicuro che con lei non potrà finire. Sarà per sempre.

Sorridimi col tuo sorriso da ragazzo.

Entro spiazzando l’uomo col gilè anni settanta ed i capelli appena spruzzati di bianco. Ah quanto sei giovane ragazzo! No, non posso né voglio comprare uno dei suoi gioielli, non so suonare, non conosco la musica, non ho nipoti chitarristi classici o rockettari. Voglio solo ammirare, magari una toccatina a due corde, se posso.
Una piccola illusione che non costa niente. Mi sorride comprensivo e mi mostra una cassa in legno grezzo che sta costruendo. E’ come un padre che vede crescere le amatissime figlie e cerca di dar loro tutto il bello ed il meglio che puo’.

Stai qui con me.

Esco ringraziando e mi fermo un’ultima volta davanti alla vetrina scura: sono in cinque e mettono in mostra tutta la loro bellezza moderna e colorata, ammiccando ad una vecchia signora che le guarda nostalgica e non ancora paga di musica e di vita. So che tornero’.

Vieni, andiamo via. 
Insieme.



Marisa Cappelletti









domenica 2 settembre 2018

Si ricomincia!



L'estate è agli sgoccioli, finalmente permettetemi di dire! Una estate lunga, calda, assolata e, come ogni estate , ogni stagione, ogni giorno, purtroppo funestata da avvenimenti tragici, ultimo ma solo in ordine di tempo, la caduta del ponte Morandi a Genova. Tante vittime, tanto dolore, tante polemiche, tante ipotesi ed ancora nulla di certo. Il mio ricordo ed il mio cuore vanno alle vittime innocenti di una strage forse annunciata.





Per iniziare settembre ho una piccola e modesta riflessione generata da una domanda arrivata alla fine di un dettagliato resoconto delle varie manie di molti famosi scrittori del passato e del presente e dalla spiegazione delle ragioni per le quali scrivono. La domanda era la seguente:

"e voi di cosa scrivete? Perchè scrivete? E quale sarebbe la vostra bio?"

Ecco la mia risposta:


Prima di tutto ho una premessa: i miei anni sono tanti e mi hanno insegnato, tra le altre tre o quattro cose, a vedere la realtà con occhio disincantato. Mi raccomando: non scambiatelo per un occhio cinico, è solamente un occhio verde meno brillante di quel che fu, ma piu' aperto sulle cose della vita. Dunque non credo nel romanticismo della "professione" anche se per scrivere una certa dose di cuore è necessaria.

Per me scrivere è un piacere, mai un lavoro .

Non ho orari, anche se molto spesso scrivo di notte e non perchè sono un'inguaribile romantica, ma perchè a volte sono insonne, altre volte la mia adorata Agata è insonne pure lei e necessita di una o due uscite supplementari, ma anche perché la notte nessuno in casa ha bisogno di qualche cosa cosi' posso stare in pace con i miei pensieri e godermi il silenzio lasciando parlare solo quel che mi frulla per la testa.

Scrivo da quando avevo circa nove anni e la mia prima soddisfazione l'ho avuta in quinta elementare con un tema sulla mia città e relativo premio in un grande teatro con le autorità comunali. Ero timida e ne fui traumatizzata.

Ho il difetto o il dono della sintesi percio' non credo riuscirei mai a scrivere un romanzo, mi annoierei dopo 10 pagine, percio^non ci provo nemmeno.

Sei anni fa ho scoperto la poesia e per me è stata una grande rivelazione ed un colpo di fulmine! Che c'è infatti di piu' sintetico di una poesia? Gli haiku poi per me sono il massimo, ma trovo seccante scrivere tre righe poetiche e poi doverne scrive altre venti per spiegare cosa intendevo in quelle tre.

Credo che la maggior parte di chi scrive metta nei suoi componimenti qualche cosa di autobiografico, anche se la prima cosa che ti spiegano ad un qualunque corso di scrittura creativa è, insieme alla raccomandazione di usare pochissimi avverbi, di stare alla larga dalle tentazioni autobiografiche perchè quello che a noi pare imprescindibile a chi legge risulta il piu^delle volte ovvio e banale. Ed anche io faccio parte della comitiva, percio' c'è un po' di me, non sempre ma spesso, in quel che scrivo.

Certo romanzeggio, a volte butto sul comico una situazione che per me é stata drammatica, ma penso sia giusto cosi'. Si scrive per sé ma, siamo sinceri, si scrive molto anche per gli altri, altrimenti basterebbe un diario, ed agli altri i nostri drammi personali non interessano mai piu' di tanto. I lettori non fanno eccezione.

Dunque:


Ho scritto scrivo e scrivero' perchè mi piace e, al diavolo la falsa modestia, perchè lo so fare e adoro vedere il mio nome stampato sulle pagine di un libro, perché chi mi vuole bene mi apprezza anche per questo, perché posso far passare per componimenti poetici o no, certe dichiarazioni o frasi personali che altrimenti non potrei mai scrivere. 


Marisa Cappelletti