L'estate è agli sgoccioli, finalmente permettetemi di dire! Una estate lunga, calda, assolata e, come ogni estate , ogni stagione, ogni giorno, purtroppo funestata da avvenimenti tragici, ultimo ma solo in ordine di tempo, la caduta del ponte Morandi a Genova. Tante vittime, tanto dolore, tante polemiche, tante ipotesi ed ancora nulla di certo. Il mio ricordo ed il mio cuore vanno alle vittime innocenti di una strage forse annunciata.
Per iniziare settembre ho una piccola e modesta riflessione generata da una domanda arrivata alla fine di un dettagliato resoconto delle varie manie di molti famosi scrittori del passato e del presente e dalla spiegazione delle ragioni per le quali scrivono. La domanda era la seguente:
"e voi di cosa scrivete? Perchè scrivete? E quale sarebbe la vostra bio?"
Ecco la mia risposta:
Prima di tutto ho una premessa: i miei anni sono tanti e mi
hanno insegnato, tra le altre tre o quattro cose, a vedere la realtà con occhio
disincantato. Mi raccomando: non scambiatelo per un occhio cinico, è solamente
un occhio verde meno brillante di quel che fu, ma piu' aperto sulle cose della
vita. Dunque non credo nel romanticismo della "professione" anche se
per scrivere una certa dose di cuore è necessaria.
Per me scrivere è un piacere, mai un lavoro .
Non ho orari, anche se molto spesso scrivo di notte e non
perchè sono un'inguaribile romantica, ma perchè a volte sono insonne, altre
volte la mia adorata Agata è insonne pure lei e necessita di una o due uscite
supplementari, ma anche perché la notte nessuno in casa ha bisogno di qualche
cosa cosi' posso stare in pace con i miei pensieri e godermi il silenzio
lasciando parlare solo quel che mi frulla per la testa.
Scrivo da quando avevo circa nove anni e la mia prima
soddisfazione l'ho avuta in quinta elementare con un tema sulla mia città e
relativo premio in un grande teatro con le autorità comunali. Ero timida e ne
fui traumatizzata.
Ho il difetto o il dono della sintesi percio' non credo
riuscirei mai a scrivere un romanzo, mi annoierei dopo 10 pagine, percio^non ci
provo nemmeno.
Sei anni fa ho scoperto la poesia e per me è stata una
grande rivelazione ed un colpo di fulmine! Che c'è infatti di piu' sintetico di
una poesia? Gli haiku poi per me sono il massimo, ma trovo seccante scrivere
tre righe poetiche e poi doverne scrive altre venti per spiegare cosa intendevo
in quelle tre.
Credo che la maggior parte di chi scrive metta nei suoi
componimenti qualche cosa di autobiografico, anche se la prima cosa che ti
spiegano ad un qualunque corso di scrittura creativa è, insieme alla
raccomandazione di usare pochissimi avverbi, di stare alla larga dalle
tentazioni autobiografiche perchè quello che a noi pare imprescindibile a chi
legge risulta il piu^delle volte ovvio e banale. Ed anche io faccio parte della
comitiva, percio' c'è un po' di me, non sempre ma spesso, in quel che scrivo.
Certo romanzeggio, a volte butto sul comico una situazione
che per me é stata drammatica, ma penso sia giusto cosi'. Si scrive per sé ma,
siamo sinceri, si scrive molto anche per gli altri, altrimenti basterebbe un
diario, ed agli altri i nostri drammi personali non interessano mai piu' di
tanto. I lettori non fanno eccezione.
Dunque:
Ho scritto scrivo e scrivero' perchè mi piace e, al diavolo
la falsa modestia, perchè lo so fare e adoro vedere il mio nome stampato sulle
pagine di un libro, perché chi mi vuole bene mi apprezza anche per questo,
perché posso far passare per componimenti poetici o no, certe dichiarazioni o
frasi personali che altrimenti non potrei mai scrivere.
Marisa Cappelletti