venerdì 29 luglio 2016

Scrittura condivisa

Inizio e fine di un pregevole racconto a piu' mani
Il cielo cade

Il cielo sopra la città si stava tingendo di un verde acido, da aurora boreale, i piccioni ed i gabbiani, uniti dallo stesso terrore, faticavano a reagire ad un vento impetuoso che pareva arrivare direttamente dalla Death Valley, come se la Lombardia fosse la peggior California, le persone , soldatini grigi impauriti sfornati dagli uffici del centro, si stavano precipitando ai parcheggi, prendevano d'assalto i bus e si gettavano giu' per le scale del metro', come se la pancia della metropoli potesse in qualche modo proteggerli maternamente da quello che pareva essere l'inizio dell'Apocalisse.
Un brontolio lontano, incessante, come di tuono senza fine, risuonava al di sopra delle nuvole stracciate dall'aria densa e colorate da un pittore daltonico in preda al marasma mentale.
Una donnina anonima, ferma in mezzo al fuggi fuggi generale, guardava pacifica all'insu', con un mezzo sorriso stampato sulle labbra pallide.
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Una saetta squarcio' l'ingannevole azzurro ed un brontolio di tuono sovrasto' i timori della donnina e le sicurezze del giovane dio pagano.
Il monte che svettava nel mondo che non c'era si illumino' di una luce abbagliante e Zeus si rivelo' ai due. -Gli uomini- sentenzio' -questi miseri uomini, non meritano piu' o forse non hanno mai meritato che qualcuno, titano o piccola femmina che sia, regga sulle proprie spalle tutta la sofferenza che essi stessi infliggono ai loro simili, che chiunque, Atlante o i suoi figli e discendenti, come tu sei Egle, lontana figlia delle Esperidi e pertanto della notte, regga ancora tutta la malvagità, l'insensatezza, il dolore e la cattiveria del mondo umano.- Il giovane dalla testa rasata si era inginocchiato davanti al re di tutti gli dei, ascoltava senza osare guardarlo, la donna era in preda ad emozioni forti e contrastanti. Il sollievo della liberazione dal peso del mondo la rendeva leggera, la compassione per tutti quegli esseri che avevano attraversato secoli di esistenze e di storia senza mai imparare il significato della vita era il macigno che le stava schiacciando il cuore. Non fece in tempo a rispondere: un vortice freddo la avvolse, una tempesta di sabbia la acceco', la tranquillità del falso paradiso svani' portando con se anche il giovane messaggero, e la confusione della metropoli torno' a circondarla. Non c'era piu' speranza per l'umanità, la sentenza stava per essere eseguita. La pace che aveva provato all'inizio si fece ancora una volta strada dentro di lei. Con un sorriso sereno li', tra gli uomini impazziti dalla paura e gli elementi scatenati ad aiutarla, si libero' l'anima dal peso del mondo ed allargando le braccia rivolse un'ultima preghiera per l'umanità perduta, mentre il cielo cadeva, per sempre.


Marisa Cappelletti






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