Ora che il Mediterraneo é diventato un enorme orribile sudario per migliaia di esseri umani colpevoli soltanto di voler fuggire ad ogni costo da guerre e persecuzioni, ora che tanti corpi sconosciuti giacciono laggiu' senza una preghiera ed un ricordo, questa poesia scritta quando il mare era ancora una grande distesa azzurra puo' risultare profetica. Non era mia intenzione, era solo una metafora di una situazione angosciante. Ora é di piu', purtroppo: un tragico epitaffio di una delle tante vite perdute per sfuggire ad un destino crudele che, complici e carnefici gli uomini, non ha dato una seconda opportunità.
Naufragio
Cullata da fredde correnti
che tutto portano via,
illusa dagli occhi splendenti
che passano sopra la scia
lasciata da morti vascelli
che vagano sopra di me.
Perduta in grotte profonde
nel buio di mille tranelli
orditi da sirene e serpenti
tritoni e fantasmi di mare,
aspetto tremante ed illusa
lo squalo che ancora mi tiene
legata quaggiù negli abissi
che più non so risalire,
in questo silenzio d’angoscia
che sempre di più m’appartiene
lo squalo che mi gira intorno
che aspetta la resa totale,
crudele nel fascino arcano.
Ed io posso soltanto morire.
Marisa Cappelletti
Dal mio libro "Senza Paura"
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