Frequento spesso la via principale del Naviglio Grande ed
anche le viette che tagliano il Corso.
La zona è molto caratteristica e
di moda, frequentatissima da turisti di ogni Paese. Ad ogni passo sull'antico
pavé ci sono piccoli ristoranti, negozi di artigiani, pittori, librerie, uno
splendido fornitissimo negozio di dischi ed uno altrttanto bello che vende
fumetti di ogni genere ed ancora antiquari e bar con musica dal vivo. In una
vietta pedonale stranamente silenziosa, quasi di fronte alla mia gelateria preferita,
c'è la liuteria che fabbrica e vende magnifiche, straordinarie chitarre.
C’è un negozietto nella via pedonale che porta direttamente
sul Naviglio Grande, un negozietto perso tra bar e ristorantini, che
sorprendentemente vende chitarre. Da 20 anni.
Guitars
Una storia d'amore
Prendimi la mano.
Ed alcune sono li’ in quella vetrina scura e brillano di
colori lucidi o di legni speciali. Ed il maestro che le crea mi guarda
speranzoso ma anche deluso dalla mia età che non puo’ certo avere dita veloci
che corrono su corde rock. E non sa invece che darei moltissimo per poter
suonare, magari soltanto l’inizio, di Smoke on the water come uno scatenato
Deep Purple di allora.
Come sei bello, come sei mio.
La chitarra elettrica sulla destra, tutta strass viola e
metallo d’argento, è li’ che aspetta il suo uomo vestito forse di pelle, con i
capelli lunghi, l’anello o gli anelli con i teschi, la t-shirt strappata, un
chiodo al lobo ed un cuore innamorato. Lascia l’Harley fuori, entra e, come un
amante stravolto dalla passione, se la porta via senza discutere nulla. Vuole
lei e solo lei. E’ sicuro che con lei non potrà finire. Sarà per sempre.
Sorridimi col tuo sorriso da ragazzo.
Entro spiazzando l’uomo col gilè anni settanta ed i capelli
appena spruzzati di bianco. Ah quanto sei giovane ragazzo! No, non posso né
voglio comprare uno dei suoi gioielli, non so suonare, non conosco la musica,
non ho nipoti chitarristi classici o rockettari. Voglio solo ammirare, magari
una toccatina a due corde, se posso.
Una piccola illusione che non costa niente. Mi sorride
comprensivo e mi mostra una cassa in legno grezzo che sta costruendo. E’ come
un padre che vede crescere le amatissime figlie e cerca di dar loro tutto il
bello ed il meglio che puo’.
Stai qui con me.
Esco ringraziando e mi fermo un’ultima volta davanti alla
vetrina scura: sono in cinque e mettono in mostra tutta la loro bellezza
moderna e colorata, ammiccando ad una vecchia signora che le guarda nostalgica
e non ancora paga di musica e di vita. So che tornero’.
Vieni, andiamo via.
Insieme.
Marisa Cappelletti
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