Seconda puntata
La donna era seduta là,
anonima in un anonimo bar, sola, ad aspettare la fine della storia.
La Lama era divenuta
incandescente, bruciandogli la pelle attraverso la tasca e lui ne aveva
percepito tutto il fascino, il calore il richiamo. Gli aveva trasmesso il
desiderio di quella vita inutile, la voglia di accanirsi senza pietà sul corpo
sgraziato e pesante.
Le aveva sorriso.
Lo aveva invitato con
lo sguardo.
Forse avrebbe voluto
solamente rubarle la borsa e l’anello da quattro soldi. Ma il suo misero
mestiere di ladro all’improvviso non gli era più bastato e, quando fuori dal
locale, nella via buia l’aveva estratta per minacciarla, la Lama era divenuta
non il tramite ma la guida e la protagonista dell’omicidio così simile ad un
atto d’amore.
Velocissima la prima
coltellata era affondata con facilità
nel grasso morbido, rigirandosi una, due, tre volte con voluttà. Lei aveva iniziato
a gridare ma la mano di lui l’aveva zittita quasi subito.
La sua mente sconvolta
avrebbe preferito nutrirsi di quelle grida, riempirsi e nutrirsi del terrore
che sconvolgeva la donna ed eccitava lui oltre ogni limite immaginabile.
L’aveva estratta dalla
ferita per lasciarla libera di sanguinare e poi subito, senza respiro, due
fendenti profondi allo stomaco con quel rumore a Lei ben noto, vera musica
infernale per un concerto a tre.
Il sangue colava nero nel buio e lui se lo
sentiva addosso, avrebbe voluto berlo tanta era la foga . Poi aveva cominciato
a colpire a casaccio, ferita su ferita, colpo dopo colpo.
E Lei sempre più
bollente, sempre più letale. Era arrivata al cuore, giù in fondo, poi fuori ed
ancora giù a tagliare, lacerare, finire, uccidere in un amplesso senza respiro.
Per poi lasciarlo chino su di lei inebetito,
immobile, esausto e soddisfatto.
Si alza, le spalle
incurvate, la testa bassa, rughe di sangue sul volto di gesso, si china su quel
che resta della donna, estrae la Lama con un colpo secco che emette uno strano
risucchio e, tenendola nella mano che ora trema striscia, da verme qual’è,
contro il muro umido fino alla fontana della piazza. Vuole lavare via
l’atrocità commessa.
Pensa di cavarsela
così?
No amico, per te non è
ancora finita!
Marisa Cappelletti
Marisa Cappelletti
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