sabato 20 febbraio 2016

Ricordo

Umberto Eco



Non ho letto Il nome della Rosa per il semplice fatto che, uscito il film, il libro divento' introvabile: esaurito ovunque. Ma ho letto altro di Umberto Eco come Diario Minimo, Il cimitero di Praga, Il pendolo di Focault. Quest'ultimo é stato una sfida! Difficile, complcato, ma alla fine ce l'ho fatta e devo dire che é stato quello che piu' mi é piaciuto.
Non amava essere ricordato come scrittore, diceva che lui era "Il Professore"
Chi frequentava, molti anni fa, il Centro Sportivo di una prestigiosa scuola milanese, ha senza dubbio avuto, come me, la fortuna di incontrarlo mentre, lui cosi' intellettualmente dotato, cosi....tutto, litigava con i tornelli dell'entrata perché non ne comprendeva il funzionamento!
A parte questo aneddoto, Eco é stato un intellettuale puro, un grande intellettuale, senza la spocchia
dei piccoli intellettualoidi.
Cito sempre dal Corriere della Sera:

"   È morto Umberto Eco, uno degli intellettuali italiani più celebri al mondo. Aveva 84 anni, compiuti da poco, lo scorso 5 gennaio. Scrittore, saggista, semiologo, docente universitario. Eco è stato una presenza importante della vita culturale italiana degli ultimi sessant’anni, ma il suo nome resta innegabilmente legato, a livello internazionale, allo straordinario successo del suo romanzo Il nome della rosa, edito nel 1980 da Bompiani e diventato ben presto un bestseller internazionale, con traduzioni in tutto il mondo e milioni e milioni di copie vendute.
Ripercorrere la vita e la carriera di Umberto Eco significa ricostruire un pezzo importante della nostra storia culturale, anche perché Eco ha rappresentato prima di tutto lo scardinamento di un sistema vecchio e ostinatamente accademico.
Nato ad Alessandria, poi laureatosi in Filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson. Ma che la vita di Eco non sarebbe stata soltanto quella accademica lo si era capito ben presto. Nello stesso anno della laurea partecipa a un concorso Rai che vince. Compagni di avventura sono Furio Colombo e Gianni Vattimo. Da quel momento in avanti il percorso di Eco sarà uno straordinario alternarsi di ruoli istituzionali e di imprevedibili «invenzioni». Elemento distintivo di tutti i suoi lavori sarà sempre la straordinaria curiosità. Curiosità che lo porterà a studiare e analizzare con lo stesso rigore l’opera di San Tommaso e Mike Bongiorno, i manoscritti medievali e gli albi a fumetti.
Umberto Eco sarà, o meglio è, per tutti, il semiologo. Uno degli studiosi italiani che con più vigore e interesse hanno abbracciato gli studi di semiologia. E che grazie al suo impegno sono entrati con forza nei programmi di studio universitari.




Marisa Cappelletti 





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