Harper Lee
Ho letto Il buio oltre la siepe di Harper Lee da ragazzina, dunque oltre mezzo secolo fa, e lo ricordo ancora adesso: un libro straordinario. Un capolavoro assoluto.
Mi piace citare il Corriere Della Sera che riassume in poche righe tutta la grandezza della scrittrice, scomparsa il 16 Febbraio all'età di 89 anni nella sua città: Monroeville in Alabama.
"Dopo il successo del suo primo romanzo – portato sullo
schermo da Gregory Peck, icona senza tempo di giustizia e dignità – la
signorina Nelle (si firmò Harper perché non voleva equivoci sulla pronuncia del
suo nome, che si leggeva «Nell» e non «Nelly») cercò altre idee, flirtò
brevemente con la possibilità di scrivere un romanzo su un fatto di cronaca
vera – da ragazza aveva assistito il suo amico Truman Capote nelle ricerche per
quello che sarebbe diventato A sangue freddo – ma scelse di non scrivere più nulla.
Le bastava aver raccontato la storia dell’avvocato Atticus Finch che
nell’Alabama della segregazione razziale – l’apartheid americana cancellata
soltanto nel 1964 dal presidente Johnson, che è ingiusto ricordare soltanto per
l’incubo del Vietnam – difende un nero ingiustamente accusato di stupro,
insegnando ai suoi figli una lezione di onore e umanità che da allora non
finisce di emozionare i lettori, e gli spettatori del film."
Aveva da poco pubblicato "Và, metti una sentinella", scritto molti anni fa, forse prima stesura del famosissimo Il buio oltre la siepe.
Marisa Cappelletti
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