Piccola favola poco adatta ai bambini ed anche leggermente in anticipo sul calendario natalizio, ma lo spirito natalizio qui latita.
Piccolo, ma necessario thriller di Natale
Era ingrassato a dismisura, era diventato brontolone, miope
ed anche pigro.
Il vestito rosso, anche se i piccoli angeli glielo avevano
allargato il più possibile, non gli entrava quasi piu’: la giubba si sbottonava
in continuazione ed i calzoni erano tenuti su da enormi bretelle verdi.
Mangiava con ingordigia, mangiava di tutto e beveva
bottiglie su bottiglie della storica riserva dei Santa Claus.
Le guance erano gonfie e rosse, piene di venuzze, così come
il naso violaceo, il colesterolo aveva raggiunto livelli impensabili, il
diabete avanzava silenzioso come una pantera nella notte e la pressione gli
rimbombava nelle orecchie come nemmeno i tamburi dei piu’ arrabbiati Comanche
sul piede di guerra.
Gli occhialini tondi, che non riuscivano più a sostenere le
lenti troppo spesse, erano stati vezzosamente sostituiti da un paio di enormi e
fashion Gucci in tartaruga.
Con la stazza che si ritrovava era impedito nei movimenti:
sbuffava, ansimava e si lamentava in continuazione.
Intendeva demandare le consegne, tutte quante, a Gesù
Bambino ed al povero asinello, come ai bei vecchi tempi perrché lui, sosteneva,
non ce la faceva più a passare per tutti quei camini.
Non è che non ce la faceva piu’ , non ci passava proprio
più!
Le renne preoccupate dall'avvicinarsi del 25 Dicembre e
dalla situazione ormai insostenibile, si riunirono in assemblea permanente nel
bosco di abeti rossi dietro la casa. Intorno centinaia di abitanti del bosco,
lupi compresi, a sostenerle moralmente.
Freccia, la più autorevole, prese la parola tra fischi di
approvazione ed applausi, espose la situazione e suggerì l'unica soluzione
possibile. Ognuno ne fu convinto e tutte quante votarono sollecite.
Rudolph, l'ultima arrivata, raccolse le schede, ne fece lo
spoglio, supervisionata da un orso polare che passava di li’ e lesse la
sentenza:
APPROVATO ALL'UNANIMITA' !
L’assemblea si sciolse tra vocii d’approvazione e tutti
quanti tornarono a casa.
Giunse il giorno della prova generale.
Il ciccione salì sulla slitta, agganciò le poverette alle
briglie rosse e con uno schiocco di frusta, che non era mai stata usata per
altri scopi, ed un tonante
- Ohh vaiiii!! -
le fece alzare in volo. La slitta scricchiolava
pericolosamente, le renne sbuffavano, faticando a rimanere su.
Cometa, quella che apriva la strada, dopo poco tempo abbassò
la testa: era il segnale.
Nel cielo gonfio di neve la slitta fece una repentina
capriola e Babbo Natale, colto alla sprovvista, mollo’ le briglie e precipitò
giù a capofitto, frantumando col suo peso la superficie ghiacciata del lago in
cui cadde, inabissandosi immediatamente per rimanere eternamente tra le alghe
lacustri il simbolo imbolsito e superato del Santo Natale, rossa e grassa
curiosità per e alborelle e carpe e, perché no, anche di sguiscianti anguille..
Poco distante, sul ghiaccio, gli occhiali di Gucci mandarono
un brillio complice e la neve, sollevata e leggera, iniziò a cadere a larghe
falde, accompagnando le evoluzioni delle renne e della slitta là, nel cielo di
un nuovo felice Natale.
Marisa Cappelletti
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