Non so riconoscere i cattivi maestri né mi sono mai preoccupata di scovarli.
Il mio modo di vedere le cose é lineare e semplicissimo: non
sono capace nè vorrei esserlo, di pensare in modo contorto né di mettere in
atto accorgimenti al fine di smascherare chi mente, chi bluffa, chi vorrebbe
complicarmi la vita complicandola prima di tutto a sé stesso. Penso che non sia
possibile avere amici di questo tipo se non si é noi stessi fatti della medesima
pasta.
L'amicizia presuppone che innanzi tutto ci
sia stima, anche senza condivisione di intenti, un dialogo diretto, confronto
leale e conoscenza profonda della persona; tutte qualità che escludono malvagità e cattiverie varie.
Poi se alcuni
conoscenti od anche uno soltanto, possiedono lati negativi o che non rientrano
nel mio modo di concepire l'onestà e la chiarezza, beh! signori, farò a meno
della vostra conoscenza, senza patemi d'animo e senza dispiacermi più di tanto.
Ho la presunzione di pensare che non ci sia bisogno di sperimentare la
malvagità umana. Ma in fondo cosa si intende veramente per malvagità? Non lo so e non intendo approfondire l'argomento perchè non mi interessa, non mi appartiene.
Ci vogliono soltanto carattere e forza di volontà, magari dettata dalla disperazione del momento, ma sempre e comunque forza di volontà per
reagire positivamente alle avversità, provocate o capitate che siano e lasciare chi ci rema contro, chi intenzionalmente fa e ci fa del male, al proprio triste destino, cosi', semplicemente.
I cattivi
maestri, proprio perchè tali, non hanno nulla da insegnare a nessuno, nel bene
o nel male.
Marisa Cappelletti
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