mercoledì 18 ottobre 2017

Osservazioni



Non so riconoscere i cattivi maestri né mi sono mai preoccupata di scovarli.
Il mio modo di vedere le cose é lineare e semplicissimo: non sono capace nè vorrei esserlo, di pensare in modo contorto né di mettere in atto accorgimenti al fine di smascherare chi mente, chi bluffa, chi vorrebbe complicarmi la vita complicandola prima di tutto a sé stesso. Penso che non sia possibile avere amici di questo tipo se non si é noi stessi fatti della medesima pasta.
L'amicizia presuppone che innanzi tutto ci sia stima, anche senza condivisione di intenti, un dialogo diretto, confronto leale e conoscenza profonda della persona; tutte qualità che escludono malvagità e cattiverie varie. 
Poi se alcuni conoscenti od anche uno soltanto, possiedono lati negativi o che non rientrano nel mio modo di concepire l'onestà e la chiarezza, beh! signori, farò a meno della vostra conoscenza, senza patemi d'animo e senza dispiacermi più di tanto. 
Ho la presunzione di pensare che non ci sia bisogno di sperimentare la malvagità umana. Ma in fondo cosa si intende veramente per malvagità? Non lo so e non intendo approfondire l'argomento perchè non mi interessa, non mi appartiene. 
Ci vogliono soltanto carattere e forza di volontà, magari dettata dalla disperazione del momento, ma sempre e comunque forza di volontà  per reagire positivamente alle avversità, provocate o capitate che siano e lasciare chi ci rema contro, chi intenzionalmente fa e ci fa del male, al proprio triste destino, cosi', semplicemente. 
I cattivi maestri, proprio perchè tali, non hanno nulla da insegnare a nessuno, nel bene o nel male.

Marisa Cappelletti


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