martedì 5 novembre 2019

Al Lago di Como



E' il mio lago preferito, soprattutto il ramo di Lecco, che ho frequentato ogni domenica d'estate quando mia figlia era piccola e passava i mesi estivi a casa dei nonni.
Con sincerità devo ammettere di non amare molto le acque lacustri: le trovo scure, dai fondali misteriosi, persino inquietanti. Ma, nei giorni di sole l'acqua schiarisce e si unisce al cielo, il verde brilla ed i paesini in riva al lago sono bellissimi.
Dunque ecco la mia ultima poesia che si riferisce ad un altro lago, quello amato da Catullo dove, si dice ma non è certo, pare abbia avuto una magnifica villa. La poesia è obbligatoriamente dedicata a Sirmione, splendida cittadina, perchè partecipante ad un concorso indetto in quel luogo. 
Ma io la dedico al Lago di Como. 
Senza se e senza ma.


Ascolta il silenzio

In questa notte di lago e profumo,
nella solitudine di una luna beffarda
che accompagna l’argento in una strada
tracciata sul lucido blu sorridente,
fammi volare.

Dammi le ali che non conosco,
portami piu’ su, oltre la rocca,
solitaria signora del castello,
oltre il mio qui.
Insegnami la gioia dei sentimenti,
trovami un posto in te.
Fammi volare.

Come araba fenice risorta
dalle ceneri di un gelido ieri,
accarezzami le piume arruffate,
asciuga lacrime che le incollano.
Io, uccello di fuoco nell’ombra serena,
in ascolto della quiete lacustre.
Fammi volare.

Aprimi la vita come novello Catullo
all’amata Lesbia, ed io mi alzero’
sul velo fermo e sottile della notte,
ascoltero’ il silenzio addormentata
tra le braccia della brezza
incantata del tempo.
E, per un’ultima volta, io volero’ .


Marisa Cappelletti











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