L'obiettivo, il traguardo
Ho sempre considerato, e come me tantissimi, Leonard Cohen
un poeta.
Un grande poeta.
E se il Nobel è stato assegnato a Bob Dylan non vedo perchè
no a Leonard Cohen che si posiziona ad una distanza abissale da Bob.
Davanti.
A novembre uscirà una raccolta di brani inediti, lasciati
incompiuti dal poeta e pubblicati in sua memoria dal figlio.
Per ora è uscito un singolo e che singolo!
Meraviglioso!
Sono le considerazioni di chi è quasi giunto al traguardo,
di un uomo che sa vedere oltre quel che è stato, un uomo sconfitto ma che non
ha mai lasciato.
Forse un uomo in pace.
The goal
I can’t
leave my house
Or answer
the phone
I’m going
down again
But I’m not
alone
Settling at
last
Accounts of
the soul
This for
the trash
That paid
in full
As for the
fall – it began long ago
Can’t stop
the rain
Can’t stop
the snow
I sit in my
chair
I look at
the street
The
neighbor returns my smile of defeat
I move with
the leaves
I shine
with the chrome
I’m almost
alive
I’m almost
at home
No one to
follow
And nothing
to teach
Except that
the goal
Falls short
of the reach
Non posso lasciare la mia casa
o rispondere al telefono.
Sto di nuovo precipitando
ma non sono solo.
Finalmente sistemo
i conti dell’anima:
questo è per la spazzatura
che ho pagato per intero
mentre la caduta – è iniziata molto tempo fa.
Non posso fermare la pioggia,
non posso fermare la neve.
Siedo sulla mia sedia
osservo la strada,
il vicino di casa mi restituisce quel sorriso di sconfitta.
Mi muovo con le foglie,
splendo con il colore.
Sono quasi vivo
sono quasi a casa.
Nessuno da seguire
e niente da insegnare.
Tranne che il traguardo
è inferiore alla portata.
Marisa Cappelletti
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