lunedì 23 settembre 2019

The goal



L'obiettivo, il traguardo

Ho sempre considerato, e come me tantissimi, Leonard Cohen un poeta.
Un grande poeta.
E se il Nobel è stato assegnato a Bob Dylan non vedo perchè no a Leonard Cohen che si posiziona ad una distanza abissale da Bob.
Davanti.
A novembre uscirà una raccolta di brani inediti, lasciati incompiuti dal poeta e pubblicati in sua memoria dal figlio.
Per ora è uscito un singolo e che singolo!
Meraviglioso!
Sono le considerazioni di chi è quasi giunto al traguardo, di un uomo che sa vedere oltre quel che è stato, un uomo sconfitto ma che non ha mai lasciato.
Forse un uomo in pace.

The goal

I can’t leave my house
Or answer the phone
I’m going down again
But I’m not alone
Settling at last
Accounts of the soul
This for the trash
That paid in full
As for the fall – it began long ago
Can’t stop the rain
Can’t stop the snow
I sit in my chair
I look at the street
The neighbor returns my smile of defeat
I move with the leaves
I shine with the chrome
I’m almost alive
I’m almost at home
No one to follow
And nothing to teach
Except that the goal
Falls short of the reach



Non posso lasciare la mia casa
o rispondere al telefono.
Sto di nuovo precipitando
ma non sono solo.
Finalmente sistemo
i conti dell’anima:
questo è per la spazzatura
che ho pagato per intero
mentre la caduta – è iniziata molto tempo fa.
Non posso fermare la pioggia,
non posso fermare la neve.
Siedo sulla mia sedia
osservo la strada,
il vicino di casa mi restituisce quel sorriso di sconfitta.
Mi muovo con le foglie,
splendo con il colore.
Sono quasi vivo
sono quasi a casa.
Nessuno da seguire
e niente da insegnare.
Tranne che il traguardo
è inferiore alla portata.


  
Marisa Cappelletti




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