In italia ogni 72 ore una donna viene uccisa.
Nel mondo 1 donna su 3 conosce da vicino la violenza.
"E' una causa di morte e menomazione tanto forte quanto il cancro. Genera piu' danni alla salute degli incidenti stradali e della malaria messi insieme.
Una vera piaga sociale, ostacolo nel percorso verso la parità, lo sviluppo ed il rispetto dei diritti umani nei confronti delle donne di ogni età e condizione."
Cosi' si esprimono le Nazioni Unite per quanto riguarda la violenza sulle donne.
L'ANSA cita:
"Secondo i dati
recenti forniti dalla Polizia, sono stati 32 i femminicidi registrati in Italia
nei primi nove mesi del 2018, in calo risultano i cosiddetti reati-spia:
maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali. Parallelamente
crescono denunce ed arresti. L'Associazione Di.Re (Donne in rete contro la
violenza) conferma poi l'identikit dell'aggressore, il 65% è italiano.
Gli ultimi dati Istat fanno inoltre sapere che le donne che
si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 sono state oltre 49 mila, di
queste oltre 29 mila hanno cominciato un percorso di uscita dalla violenza. Chi
si rivolge ai Centri? Nel 27% dei casi si tratta di straniere e il 63,7% ha
figli, nella maggioranza dei casi minorenni."
Non bastano la solidarietà, il cordoglio, il lutto.
Dobbiamo, noi donne tutte, per prime imparare ad essere libere mentalmente, a non accettare soprusi o violenze sia fisiche che psicologiche, dobbiamo essere ben consce del nostro essere persone che hanno prima dei doveri i diritti spettanti ad ogni essere umano, dobbiamo reagire, denunciare, farci aiutare, ascoltare e farci ascoltare, andarcene.
Siamo amiche, single, fidanzate, mogli, madri ma, prima di ogni altra cosa, siamo Donne Libere e ne dobbiamo essere consapevoli ed orgogliose.
Marisa Cappelletti
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