mercoledì 13 giugno 2018

Finale di una poesia lasciata in sospeso


Non mi piaceva la conclusione, mancava qualche cosa, forse il pensiero di chi aveva ispirato alcune strofe, forse un piccolo spiraglio di assurda speranza, non so dire, ma era incompleta. Ho aggiunto  dei pensieri suggeriti, una risposta dolce alla mia certezza assoluta. E chissà forse non è ancora finita. La poesia. 


Forse

Finirà. Certo che finirà, noi lo sappiamo. 
Forse un respiro resterà nell’aria, ma finirà. 
Una mattina come tante mi svegliero’, ti sveglierai 
e là fuori il silenzio griderà un grido di sangue, 
il gelo stringerà il cuore che non vorrà pulsare, 
il velo del dolore accecherà gli occhi asciutti di lacrime. 

Finirà, noi lo sappiamo, niente fu piu’ certo della fine. 
Quel che è stato non sarà, il niente diverrà re, 
il mio corpo, il tuo, svaniranno come istanti mai vissuti. 
Tu lo sai vero che finirà? Ci ritroveremo? Ci perderemo? 

Forse i ricordi si intrecceranno in una spirale di fumo 
effimera come effimeri furono i sogni terreni, 
forse sulle bocche di chi non saprà riconoscere l’altro 
i nostri nomi affioreranno come tristi ricordi sbiaditi, 
fino a che sarà il silenzio assoluto del tempo. 

Forse finirà per sempre o no, ma finirà. noi lo sappiamo. 
Tu pensi che esista qualche soglia al di là dell’universo 
che varcheremo insieme ritrovando le mani slegate, 
i sogni sognati, le terre che non abbiamo mai calpestato.

Dici non cosi’, non potranno esserci confini a costringerci. 
Come un fanciullo rifiuta la fine della favola, tu respingi 
l’ineluttabile destino, il futuro che non potrà essere. 
Ma finirà, amore mio, lo sappiamo bene e saremo perduti. 
Niente fu piu’ certo della fine.


Marisa Cappelletti



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