Rosita
Fernando Botero
Desesperada
Caro travolgente
Miguel mi perdido amor,
ma dove sei finito?
Ti ho cercato ovunque.
Ti ho cercato ovunque.
Dopo quella magica sera passata al Pollo Gordo,
appositamente da te scelto, amado mio , per il celebre raffinato menù : “Todo
lo que puedas comer” tra pollo arrosto, patate speziate, cipolle fritte e sangria
a fiumi, sei sparito!
Che cosa ho fatto mai per allontanarti in questo modo?
Ma perchè allora mi
hai organizzato a mezzanotte, sotto le finestre del motel La Luna y las Hogueras, quella splendida
serenata per fanfara e nacchere?
Stavo abbandonata sul letto con i miei 125 chili di innegabile
fascino, sudata e profumata, una rosa tra i capelli ed un ventaglio nero come
la Maya desnuda, ad aspettare che tu
uscissi dal bagno in cui stavi rinchiuso da 46 minuti , quando il flamenco giu’
nel parcheggio ha aperto il mio cuore ed anche la porta da cui sei uscito piangendo.
Non hai voluto spiegare, hai farfugliato di problemi di
stomaco e di intestino, di castrazione dovuta ad una non meglio precisata
caricatura di donna, hai vomitato sulle mie scarpe verdi tacco dodici a
stiletto e contorno di strass, sparendo poi nella notte sivigliana.
Ah, Miguel, mi hombre y mi gran amor, non mangio più, non dormo più, non
tangheggio piu’, son dimagrita due chili!
Torna da questa mujer
desesperada, torna : sto core aspietta a
te!
Tua por siempre.
Rosita Encadenada.
Marisa Cappelletti
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