Nel 2012 quattro ragazzi idearono una piattaforma on line
per chi aveva voglia di esprimere la propria creatività nella scrittura. L’idea
era semplice ma allo stesso tempo rivoluzionaria: scrivete l’incipit di una storia in non piu’
di 20 righe e altri, se vorranno, proseguiranno con altrettante 20 righe, fino
ad arrivare a comporre un racconto con un massimo di 6 partecipazioni.
In poco tempo si sparse la voce, aspiranti scrittori si
iscrissero con entusiasmo e 20 Lines, cosi’ venne giustamente chiamata la
community, prese il volo.
In poco piu’ di 2
anni la start up si espande, coinvolge case editrici in contest letterari, scrittori famosi contribuiscono con loro incipit che resteranno nella storia della piattaforma, ed
alcuni racconti vengono pubblicati e letti da migliaia di persone. Nel 2014
viene allargata la cerchia dei partecipanti a tutta l’Europa con la possibilità
di scrivere in 7 lingue.
Si formano gruppi, nascono belle amicizie, sbocciano storie.
Nel 2015 la piattaforma raggiunge il massimo di visibilità e viene giudicata da
Apple la “Best Social Networking and
Books Apps” in ben 96 Paesi.
Ci sono piu’ di 220.000 utenti registrati ed oltre 15.000
nuove storie vengono pubblicate ogni mese.
Ma, in ogni bella storia c’è sempre un ma, i ragazzi non si
accontentano ed è giusto cosi’, sono ragazzi! Aprono un ufficio a Milano nel
nuovo quartiere trendy per le aziende, tra i palazzi avveniristici di Porta
Nuova, cercano sostenitori, vanno in America a caccia di finanziamenti.
Ma l’America non risponde come sperato, gli ideatori tornano
a casa e la società inizia a sfaldarsi.
Gli scrittori continuano con un entusiasmo il loro lavoro on
line ma le cose vanno male. Pian piano vengono abbandonati a loro stessi, i
ragazzi uno ad uno se ne vanno in cerca di altre fortune e 20 Lines continua il suo cammino , orfana abbandonata a sé stessa.
Poi, un bel giorno, (si fa per dire) arriva il colosso
americano Harper&Collins, quello di Harmony per intenderci (e ci siamo ben
intesi) e compra la start up che non partiva piu’.
Interviste, promesse, programmi.
Risultato? Il nulla.
Nessuno di competente segue piu’ gli scritti, gli scrittori
abbandonano sconfortati e delusi, migrando verso altre piattaforme ed arriva
una nuova generazione di individui che
scrive quel che gli capita cosi’, tanto per imbrattare i fogli virtuali, i
racconti condivisi vengono sfrattati, restano soltanto le storie individuali
che il piu’ delle volte non interessano a nessuno.
E cosi’ muore 20 Lines.
La piattaforma esiste ancora, certo. Va avanti per inerzia,
a volte viene invasa da stupidi cyberbulli che scrivono cose irripetibili
insultando e calunniando senza vergogna, tre o quattro, no due o tre scribacchini
lodano a vicenda i propri disastri e tutto galleggia in un cimitero di parole
inutili.
E’ una triste, lunga agonia a cui nessuno, tanto meno i nuovi proprietari, con il loro plateale disinteresse, ha intenzione di porre fine.
Che peccato 20 Lines!
Marisa Cappelletti
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