Triste storia di un piccolo uomo
Il mare era verde la rena già scura
la sera avanzava
portando frescura
sull'isola amata dal piccolo uomo
di tuffi e di sole mai stanco mai domo.
Il vento portava una voce argentina
che stava cantando
una nenia bambina.
Il piccolo uomo si fermò incantato
da quella canzone che
aveva portato
a lui così giovane e ancora sincero
la dolcezza e l'amore del creato intero.
-Chi sei tu che canti come mai ho ascoltato
tu che mi racconti di
onde e di blu
di pesci e di mostri che non ho incontrato
di un mondo che forse
é andato perduto?-
-Io sono colei che impera regina
tra stelle di mare e pesci d'argento
conchiglie dorate e vascelli in rovina.-
- Non so non capisco ti prego racconta
la storia infinita,
la fiaba che incanta!-
-Io sono Sirena padrona del mare
la donna del mito che ti sa incatenare
ti lega con alghe fluttuanti nel blu
ti trascina con sé
negli abissi, quaggiù
dove tutto é irreale silenzio e poesia-
Il piccolo uomo avanzò tra le onde
di quel mare verde rapito dal suono
dal canto ammaliante e dall'utopia
di una favola eterna
d'amore e di pace.
Sirena, bugiarda, gli tese le braccia
attirando il giovane nella sua scia.
Il sole al tramonto si perse nell'onda
le umane illusioni
fuggirono via.
Il vento pietoso il canto quietò
nel buio incombente del piccolo uomo
soltanto un ricordo lontano restò.
Marisa Cappelletti
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