venerdì 24 giugno 2016

Beatles


Il 24 Giugno del 1965 i Beatles arrivarono a Milano per un concerto al Vigorelli. Il velodromo in zona Fiera che allora ospitava i campionati di ciclismo su pista ma anche i concerti di artisti famosi come Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
Ecco alcuni estratti dell’articolo che il giornalista Alfonso Madeo pubblico’  Sul Corriere della Sera del 24 Giugno 1965:
Che delusione quest’arrivo dei Beatles a Milano: proprio non valeva la pena che si mobilitassero tanti fanatici per tributare ai cavalieri dell’urlo il primo applauso italiano. Saranno state duemila persone, uomini e donne, tutti molto giovani, zazzeruti, accaldati, frenetici e pronti alla bagarre per stringersi intorno ai loro idoli. I Beatles li hanno giocati con un trucchetto banale (...) Il treno da Lione, sul quale erano attesi gli “scarafaggi”, era atteso al marciapiede 16 per le 23.30. Poco dopo mezzanotte, l’altoparlante ha avvertito che il Lione era arrivato al marciapiede 3. La folla ha avuto un sussulto, c’è stato un gran correre di marciapiede in marciapiede, qualcuno è caduto, qualche altro è finito dritto filato al commissariato: tutto i Conferenza stampa a mezzogiorno in un albergo del centro.
Ecco un campionario di domande e risposte. Serviranno a far capire chi sono questi Beatles
Vi considerate ragazzi felici?
«Molto felici».
Cos’altro vi aspettate dalla vita?
«La possibilità di dormire molto».
Se vi accorgeste di perdere i capelli?
«Ricorreremmo alle parrucche».
Per quanto tempo prevedete di stare sulla cresta dell’onda?
«Finché dura. Durerà parecchio».
Pensate che esista qualcuno più grande o più importante di voi?
«La regina».
Conoscete le poesie di Evtuschenko?
«Chi è? »
Ammirate Shakespeare almeno?
«Certo, è inglese. Però lui non ha venduto tanti dischi».
I Beatles arrivano al Velodromo Vigorelli a bordo di un camioncino rinforzato all’interno da stanghe di ferro massiccio. Due le esibizioni. La prima di pomeriggio, alle 17. Fa un gran caldo, intorno ai 37 gradi. Al primo concerto assistono 7 mila persone, 20 mila a quello delle 21. In tutto, novantasei minuti di esibizione. Costo dei biglietti: da 750 a 3.000 lire (un giornale costa 50 lire, un caffè 60, per comprare un lp ne occorrono 1.800). Incasso: 18 milioni nel pomeriggio più 40 la sera.
Quando sul palco arrivano i Beatles, giacche attillate scure, camicie bianche coi collettoni, chitarre che luccicano al sole, dalla massa degli spettatori sale un urlo. Paul MacCartney, idolo delle tredicenni, dice «ciao» al microfono e questo fa impazzire di gioia le gradinate. «Strillano le ragazzine, dimenandosi come ossessi. Tutti in piedi sulle sedie. È un crescendo che mette i brividi. La polizia fa cordone, accorre dove può, calma, minaccia, picchia.
Per trentacinque minuti, quanto è durata l’esibizione, un fragore assordante, disumano, ininterrotto, ha coperto le voci e gli strumenti del quartetto, nonostante le decine e decine di amplificatori sparsi dappertutto. Tutti hanno visto i Beatles, nessuno li ha uditi. (... ) In mezzo a tanto fragore, i più composti erano proprio i Beatles. Imperterrito, uno di loro annunciava in italiano il prossimo pezzo e subito tutti insieme attaccavano qualcosa che probabilmente era una canzone magari anche bella, ma che le invocazioni a Ringo, o a Paul o a John, delle ragazze con il volto rigato di lacrime e le urla e gli applausi ritmati dei loro coetanei impedivano di seguire.

E per non farsi mancare niente:
Giudizio di un sociologo americano sull’ammiratrice tipo dei Beatles: «È una ragazza da 13 a 16 anni, di estrazione modesta, di razza bianca, di intelligenza inferiore alla media.

Ma, nonostante quest'ultima valutazione sociologicamente assai stupida e sbagliata,
Bei tempi quelli  ragazzi, credetemi, davvero bei tempi!


Marisa Cappelletti

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