Questa è una storia per cuori solitari che si commuovono facilmente quando si imbattono in una storia d’amore e che altrettanto facilmente si spaventano davanti ad un enigma con sfumature gialle.
Questa è la commovente storia di un
povero paguro rimasto senza casa a causa di eventi sconosciuti, ma
momentaneamente accasatosi in una conturbante decolleté rossa.
E è anche la storia di una bionda e di un
detective, di uno scheletro che poi….ma
procediamo con calma.
Monroe si sedette sconsolato sulla sabbia fredda,
accarezzando distrattamente il teschio della signora che un tempo fu. La
signora in oggetto era stata rinvenuta il giorno precedente abbandonata, con
tutte le ossa al posto giusto, accanto ad uno splendido paio di scarpe in
vernice rossa, in una depressione
formatasi sulla spiaggia dopo una violenta mareggiata. E, come se questo non
bastasse, lì vicino erano stati rinvenuti un dente d’oro ed un biglietto
consunto e rovinato dall’acqua salata. Questa storia era troppo
fantascientifica per essere vera, assurde le scarpe, assurdo lo scheletro,
assurdo tutto i l quadro d’insieme
-Ecchecazz!- esclamò ricordando un film italiano visto di
recente.
I marosi per un attimo rimasero sospesi nella loro furia,
mentre il vento, sorpreso, lo schiaffeggiò sonoramente. Non avevano mai sentito
un agente investigativo imprecare in una lingua così musicale. Però sempre
imprecazione era!
Infilò i guanti canonici da detective ed afferrò con
malgrazia le scarpe di vernice, facendo cadere un povero paguro senza-tetto che
lì aveva trovato riparo.
No, a Monroe non la si fa, pensò. Infilò in un sacchetto
apposito le calzature poi in un altro il dente d'oro ed infine il famigerato
biglietto che, ci poteva scommettere i baffi appena tagliati, era finto antico.
Da lì sarebbe uscita la traccia che gli avrebbe fatto risolvere il mistero.
Intanto il mare, stanco di agitarsi, si prese una pausa di
relax.
Da un cottage li’ vicino una vocetta da bambina apostrofo’
il detective:
-Mi scusi agente, posso essere d’aiuto?-
Monroe si volto’ indispettito da quell’”agente” . Ma quando vide la proprietaria della vocina
si dimentico’ anche di far parte del famoso Federal Bureau of Investigation.
Una strepitosa
ragazza si stava sporgendo pericolosamente dal terrazzo di una casa sulla
spiaggia e lo chiamava con la mano ed anche con tutto il resto.
-Venga agente, potrei essere la sua testimone!-
Il paguro intanto stava arrancando faticosamente verso il
cottage.
Marilyn lo accolse entusiasta: con la sua proverbiale camminata, il profumo Chanel n° 5, ça va sans dire, il sorriso incantevole.
Senza proferire una sillaba lo precedette alle sedie in
legno laccato bianco ed al tavolo in cristallo sul quale c'erano due bicchieri
ed una caraffa di limonata ghiacciata.
Il detective la seguì inebetito con la testa che andava di
qua e di là di là e di qua, al ritmo dello strepitoso lato b della bionda.
I denti sfavillarono quando con quella inconfondibile
vocetta da bimba lo invitò a sedersi.
Il mare rombava dentro e fuori la testa momentaneamente
priva di alcunché di Henry.
Beh, sì, Monroe aveva anche un nome.
Marilyn Miller era, non facile a credersi, una scrittrice di
gialli che si era costruita tutta da sola la scena di un delitto intricato e
misterioso per vedere di persona come
poteva risultare l’ambientazione, prima di riportarla nero su bianco.
Purtroppo
qualche curioso, dotato di una fervida fantasia, passando nei paraggi e
scorgendo lo scheletro, aveva telefonato alla polizia la quale, prendendo un
enorme granchio, tanto per stare in tema marino, aveva allertato l’’FBI che aveva supposto un
antico ed efferato delitto, mandando sul posto uno dei suoi migliori agenti.
Lei avrebbe voluto e dovuto spiegare l'inganno della donna
sconosciuta, il cui scheletro aveva reperito su un noto sito internet che
venderebbe anche il diavolo alla tua anima, le sue scarpe rosse ormai
consumate, il dente della bisnonna buonanima, il biglietto finto antico ed il
perché di tutto questo ma, appena gli occhi blu del detective furono liberi
dalle lenti scure degli occhiali da sole, tutto quello che aveva da dire
evaporò in una nuvoletta rosa che si andò a posizionare sul capino biondo. Sbattendo le ciglia versò la
bibita al bello e, tutti e due persi in un incanto marinaresco, brindarono ai colpi
di fulmine.
Il paguro, che aveva faticosamente raggiunto i due sulla
terrazza, cadde a chele all'aria, travolto dall'atmosfera romantica e dal
soffio di vento che arrivò repentino dal mare blu cobalto ormai tranquillo,
quasi che l'amore che viaggiava nell'aria l'avesse reso mansueto.
Il detective e la bionda, occhi negli occhi, non si
accorsero di nulla, nemmeno del ragazzino che si era avvicinato furtivamente
alla scena del presunto delitto e, veloce com'era veloce la nube che stava
nascondendo il sole, aveva trafugato il dente d'oro e le scarpe di vernice
rossa insieme al sacchetto sterile in cui erano stati riposti scientificamente.
Per ovvie ragioni aveva lasciato lo scheletro femminile ed
il biglietto simil-antico, anche perché non sapeva leggere.
E, come dice il
poeta, il sole dal cielo sereno calando ridente nell'onda l'effusa di lei
chioma bionda, sul baldo Enrichetto irraggiò (questa è una sfacciatissima
licenza poetica). In parole povere i due si baciarono rapiti ed immemori di
quanto stava loro intorno, mentre un fotoreporter arrivato per il delitto,
immortalava la scena con tanto di paguro sullo sfondo per dare un tocco di
colore esotico al tutto.
Intanto il mare, avanzando quatto quatto, si stava portando
via lo scheletro ormai lasciato a sé stesso e nel contempo sfoderava le sue
onde migliori per fare bella figura nella foto, alle spalle della neo coppia.
Un anno dopo
Marilyn Miller in Monroe stava leggendo le innumerevoli
lusinghiere recensioni al suo ultimo libro “Lo scheletro dai tacchi a spillo” mentre Henry,
scacciato dall'FBI per aver preso una enorme cantonata con la storia dello
scheletro, il dente, le scarpe ed il biglietto (un capro espiatorio ci deve pur sempre
essere, nelle squadre speciali), si godeva il sole sulla terrazza a mare.
Il fascinoso ex agente stava leggendo il rendiconto mensile dei suoi lauti
guadagni in qualità di interprete principale, notato nella ormai famosa foto
scattata sulla spiaggia da un talentuoso regista, della famosa serie TV basata su storie
realmente accadute di delitti irrisolti ed eroici nonché atletici agenti di
polizia.
La moglie, come lui in vacanza, alzando gli occhi dal
best-seller ed incontrando quelli azzurri adoranti del marito, gli lancio’ un
bacio leggero ma zeppo d’amore, mentre il vento si dondolava dolcemente avanti
ed indietro, su e giu’, rapito dall’atmosfera
zuccherosamente romantica.
Il mare, piu’ in basso, riverberava pacifico sugli occhiali da sole
del paguro, stabilmente sistemato in un sandalo di vernice blu con tacco
dodici, acquistato appositamente per lui dalla strepitosa bionda, mentre un gabbiano, volteggiando nel blu, scriveva con cosa non saprei, ma scriveva, la tanto sospirata parola
FINE
Marisa Cappelletti
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