mercoledì 23 settembre 2015

Il cavaliere



Chi ero mai?
Soltanto ieri c'erano  gioia, vigore e giovinezza.
Ieri. Così vicino eppur così distante.
L'avevo vista alla festa di Ludovico Sforza: lei, unica fra tutte. Il suo sguardo allusivo mi aveva subito sedotto, la sua condizione di sposa non ci aveva fermati.
A corte, nei parchi, a caccia o ai balli: solo noi. Travolti da una passione impossibile a celarsi.
Poi il ghigno stravolto del marito, il lampo crudele negli occhi di lei, attraversati da una malignità mai immaginata.
Una preda. 
Una stupida preda per una sola anima nera : un’unica gigantesca ombra scura che agitava davanti a sé la falce d’argento.
Con la mente sconvolta ed il corpo ormai invecchiato, invano cercai di sfuggire all’orrore.
Fuori dal Castello Sforzesco, oltre il ponte levatoio, giù verso il lago! 
Una lenta disperata fuga dal mio destino.
Alfine, fiaccato nel vecchio involucro sostenuto ormai da sole ossa, senza più speranza né respiro mi inginocchiai rassegnato davanti allo specchio d’acqua verde.
Un attimo, 
Un solo attimo: un lampo d’argento calò inesorabile sul mio capo canuto.
E fu la notte.

Maricapp

Nessun commento:

Posta un commento