sabato 25 aprile 2020

Nostalgia

Scritto di getto in una calda serata della scorsa estate. Forse la rimpiangero'.

Milano - Piazza Gae Aulenti


Una qualsiasi notte di giugno

Il caldo è infernale: come se alcuni satanassi stessero davanti alle porte finestre ed alle finestre dell’appartamento a buttar dentro fuoco.
Tutto è surriscaldato, i ventilatori disturbano il sonno che non c’è con i loro ronzii,  ma sono incapaci di dare un po’ di sollievo.  Fuori il traffico è incessante anche se sono le tre. Ognuno cerca evasione da questo inferno  come puo’,  magari anche solo con un giro in auto.
All’improvviso gli allarmi scattano all’unisono come se una immensa banda di ladri avesse deciso di introdursi in tutte le case del paese nello stesso momento. Ma dentro il silenzio diventa assoluto: la corrente se ne è andata insieme al refrigerio meccanico dell’aria condizionata e delle pale in movimento, gli orologi digitali lampeggiano senza orario ed ogni cosa resta sospesa.   Ormai siamo tutti esperti: sovraccarico dovuto ai condizionatori .
Da esasperata, con una punta nemmeno tanto piccola di cattiveria. penso: ben vi sta! E provatelo anche voi il caldo africano che non dà tregua!
Resistono solo le luci del parco che, gialle nel verde, creano un’atmosfera quasi magica. 
Mi godo il silenzio, poi ascolto la mia musica preferita sul cellulare e mi rilasso. Penso. Ricordo. Mi arrabbio. Mi lascio prendere dalla nostalgia che ultimamente, causa fatti privati, si è trasformata in una profonda malinconia.
In questa notte insonne e soffocante rivivo i miei ultimi anni riempiti di attimi di gioia, di sentimenti insperati, perduti e ritrovati, d’affetto e di piccole soddisfazioni. Ma anche di disillusioni cocenti, di illusioni stupide e di bugie confezionate cosi’ bene da sembrare verità  indiscutibili.
E la musica accompagna discreta i pensieri e le speranze che, ultimi appigli di una vita in salita, non mi abbandonano mai, nemmeno davanti alle evidenze piu’ pesanti.
Lacrime? No! Lacrime per me non ce ne sono piu’ da tanto tempo:  la corazza leggera e permeabile che mi sono ritrovata addosso fortunatamente mi impedisce il pianto. Almeno per certe situazioni .  Non  ora, non alla mia età. Tanto so che, come diceva nonna Lice, “quel che si fa di male agli altri poi torna raddoppiato “.
Non auguro nulla di male a nessuno naturalmente, ma so che chi mi ha ferito non ha e non avrà vita facile ed in fondo se lo merita!
Scaccio l’autocommiserazione forse causata dal caldo e vado a vedere come sta Agata, la mia cagnolona quasi diciassettenne  e per un cane non è certo il momento dell’adolescenza, ma di una vecchiaia tribolata  si’ ma resistente e tenace nei confronti della vita. Ansima e si lamenta nel  sonno: anche per lei questa notte è infernale. Si sveglia, mi guarda implorante: “per favore fai smettere  questi  orrendi 40 gradi ”
Posso soltanto portarla con me sul terrazzo, nell’illusione che un po’ d’aria prima o poi paassi di li’.
Poi, all’improvviso cosi’ come se ne era andata, la corrente torna e tutto ricomincia: ronzii, luci che si accendono e spengono, televisori che in piena notte trasmettono vecchi film e programmi culturali che non interessano a nessuno.
Noi due, vecchie ragazze disperate accaldate ed insonni, torniamo ai ventilatori, alle lenzuola stropicciate ed  al marmo che Agata spera sia piu’ fresco del suo lettino.
I pensieri della notte mi abbandonano per lasciare il posto ai programmi per domani, la nostalgia se ne torna nel suo angolo, un bicchiere d’acqua gelata mi farà male ma mi disseta , l’aria mossa da pale impotenti è calda tanto quanto quella che a dicembre esce dai caloriferi ed io..beh io continuo a non dormire ed a maledire il satanasso che mi sta gettando addosso il suo alito di fuoco. 
E domani le previsioni sono peggiori: farà ancora piu’ caldo! Vuoi vedere che l’Inferno è il luogo piu’ fresco e rassicurante in cui stare questa settimana?



Marisa Cappelletti



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