Broken heart
…More pity
unto me: but Love, alas,
at one
first blow did shiver it as glass…
John Donne
Sto qui da molto, non so dire quanto, non mi va di
quantificare il tempo perché poi dovrei fare i conti con la mortalità dell’uomo
e soprattutto con la mia e non voglio, non ce la posso fare.
Ne ho passate tante, tante che non sto a raccontarle,
sprecherei troppo tempo, ma voglio stare qui ancora, a battere adagio od in
fretta, dipende dai momenti, voglio vedere le mie parti offese guarire, verificare
se le varie medicine da cui sono bombardato mi aiutano a sopravvivere con un po’
di tranquillità, sbeffeggiare ancora una volta quegli aggeggi diabolici che
pretendono di guardarmi dentro.
Sono logoro e logorato, questo lo so, ma sono forte di
volontà e di sentimenti che mi arrivano
ancora violenti dalla cabina di comando, anche se poi non serve a nulla
comandare perché mi venisse, un giorno lontanissimo, di non lavorare piu’, hai voglia ad impartire ordini, non
arriverebbe piu’ nulla a nessuno. E poi mi arrivano anche e da dentro, da quel posticino sconosciuto,
leggero 21 grammi si dice, ma famoso ed
indispensabile.
Quante volte sono caduto e mi sono rotto in mille pezzi!
Quanta fatica ho fatto per rimetterli insieme quei pezzetti, ma prima ancora
per ritrovarli, per strappali a forza a chi li aveva rubati, oppure per raccoglierli
là dove erano stati gettati via, dove capita capita, senza rispetto e senza
vergogna.
Vergogna si’, per avermi fatto credere di aver incontrato un
altro come me che come me non lo era affatto, per avermi cullato nelle notti in cui non riposavo per
poter battere forte e inutilmente, per
avermi ingannato con messaggi bugiardi.
Quante volte ho provato fitte di puro dolore per l’abbandono involontario di chi mi voleva bene,
per il mio compagno di vita che si confondeva e dubitava di me, si perdeva su
strade buie e sconosciute a tutti e due e poi tornava faticosamente al suo
posto, per poi riprendere il calvario che ci univa.
Ho battuto e batto ancora quasi con felicità, all’unisono
con la musica, anche se ultimamente ai concerti, le note mi rimbombano dentro
in modo inquietante. L’età dite? Io spero soltanto i decibel.
Ho mancato battiti di gioia, momentanei certo, ma di gioia, mi
sono anche illuso di ingannare la mia
età con attimi che non scordero’, anche se poi l’inganno s’è rivelato quel che era: un tuffo imperdonabile
in un mare con una scogliera tagliente nascosta sotto il blu, su cui mi sono,
ancora una volta frantumato e ferito.
Non imparero’ mai!
Certo sto qui da tanto ma, sapete che vi dico? Sono felice
di starci, nel bene e nel male, anche agghindato da broken heart!
Marisa Cappelletti
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