giovedì 19 settembre 2019

Cuore spezzato

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Broken heart

…More pity unto me: but Love, alas,
at one first blow did shiver it as glass…

John Donne
  

Sto qui da molto, non so dire quanto, non mi va di quantificare il tempo perché poi dovrei fare i conti con la mortalità dell’uomo e soprattutto con la mia e non voglio, non ce la posso fare.

Ne ho passate tante, tante che non sto a raccontarle, sprecherei troppo tempo, ma voglio stare qui ancora, a battere adagio od in fretta, dipende dai momenti, voglio vedere le mie parti offese guarire, verificare se le varie medicine da cui sono bombardato mi aiutano a sopravvivere con un po’ di tranquillità, sbeffeggiare ancora una volta quegli aggeggi diabolici che pretendono di guardarmi dentro.

Sono logoro e logorato, questo lo so, ma sono forte di volontà  e di sentimenti che mi arrivano ancora violenti dalla cabina di comando, anche se poi non serve a nulla comandare perché mi venisse, un giorno lontanissimo, di non lavorare piu’,  hai voglia ad impartire ordini, non arriverebbe piu’ nulla a nessuno. E poi mi arrivano anche  e da dentro, da quel posticino sconosciuto, leggero 21 grammi si dice,  ma famoso ed indispensabile.

Quante volte sono caduto e mi sono rotto in mille pezzi! Quanta fatica ho fatto per rimetterli insieme quei pezzetti, ma prima ancora per ritrovarli, per strappali a forza a chi li aveva rubati, oppure per raccoglierli là dove erano stati gettati via, dove capita capita, senza rispetto e senza vergogna.

Vergogna si’, per avermi fatto credere di aver incontrato un altro come me che come me non lo era affatto, per avermi  cullato nelle notti in cui non riposavo per poter battere forte e inutilmente,  per avermi ingannato con messaggi bugiardi.

Quante volte ho provato fitte di puro dolore per  l’abbandono involontario di chi mi voleva bene, per il mio compagno di vita che si confondeva e dubitava di me, si perdeva su strade buie e sconosciute a tutti e due e poi tornava faticosamente al suo posto, per poi riprendere il calvario che ci univa.

Ho battuto e batto ancora quasi con felicità, all’unisono con la musica, anche se ultimamente ai concerti, le note mi rimbombano dentro in modo inquietante. L’età dite? Io spero soltanto i decibel.

Ho mancato battiti di gioia, momentanei certo, ma di gioia, mi sono anche  illuso di ingannare la mia età con attimi che non scordero’, anche se poi  l’inganno s’è rivelato quel che era: un tuffo imperdonabile in un mare con una scogliera tagliente nascosta sotto il blu, su cui mi sono, ancora una volta  frantumato e ferito.

Non imparero’ mai!

Certo sto qui da tanto ma, sapete che vi dico? Sono felice di starci, nel bene e nel male, anche agghindato da broken heart!

Marisa Cappelletti







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