1969
Spirava un vento leggero che faceva scivolare la sabbia
bianca e finissima lungo i fianchi dei crateri spenti. Tutti quanti si erano
già rifugiati nelle tane attrezzate con ogni comodità possibile ma non
immaginabile e la sera prometteva tranquillità su mari inesistenti e monti
che tali non erano.
Gli adulti avevano già finito il pasto serale ed i piccoli
stavano riuniti intorno ai genitori ad aspettare pazientemente il loro turno per la cena. Non c’erano ristoranti o locali di
svago, anche se le ricorrenze importanti
venivano festeggiate con balli e canti silenziosi. Avevano superato da tempo
le abitudini tribali che
comportavano rumori inutili, cibi superflui e dispendio di qualsiasi preziosa energia
per comportamenti insensati . Erano tornati alle origini e di cio’ che era
stato non rimaneva nulla.
All’improvviso un essere incandescente solco’ il cielo
stellato, quasi si fermo’, sospeso , incerto se scendere o proseguire il
viaggio, poi allungo’ le lunghe zampe e,
senza muovere nessun’altra parte del corpo formato solo da alcune gambe ed una
enorme testa, si appoggio’ dolcemente sul suolo accidentato. Il rumore
assordante si spense, e l’essere si quieto’.
Dalle loro tane lo osservarono preoccupati ed impauriti da quella cosa sconosciuta.
Per lunghi momenti tutto là fuori rimase immobile poi la creatura venuta dallo
spazio inizio’ ad emettere forti lamenti non comprensibili da chi come loro
era abituato ormai da secoli ai silenzi siderali.
All’improvviso una enorme bocca si spalanco’ vomitando
lentamente un piccolo animale bianco con un grande cranio tondo che rifletteva quello che gli stava
intorno.
I cuccioli impauriti si strinsero tra loro ed abbassarono le
antenne per non vedere piu’ quell’incubo orribile mentre gli adulti cercavano
di dare un senso a tutti i pensieri che arrivavano da ogni tana presente sul
pianeta in una confusione indescrivibile
ed incontrollabile.
La cosa aveva quattro zampette corte di cui solo due
appoggiavano, anzi saltavano goffamente sul suolo deserto.
Riuniti in un unico grande impaurito pensiero,
gli abitanti della Luna rimasero nascosti nel sottosuolo in attesa degli
eventi.
Ma non successe nulla di terrificante: la Terra continuo’ a splendere lassu’ con i
suoi colori, la creatura venuta da qualche mondo lontano pianto’ saldamente un oggetto
sconosciuto nel suolo arido, l’oggetto sventolo’ le sue stelle e strisce nel
vento leggero e, stranamente, nessuna ombra ne disegno' la sagoma sul suolo arido.
E mentre dall’enorme bocca alle spalle dell’invasore scesero altri due astronauti, un suono gracchiantesi fece sentire alle loro spalle:
-Qui Cape Canaveral, sieti
allunati!
Avete per caso un problema?-
Avete per caso un problema?-
Marisa Cappelletti
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