sabato 20 luglio 2019

Guardando le stelle


1969


Spirava un vento leggero che faceva scivolare la sabbia bianca e finissima lungo i fianchi dei crateri spenti. Tutti quanti si erano già rifugiati nelle tane attrezzate con ogni comodità possibile ma non immaginabile e la sera prometteva tranquillità su mari inesistenti  e monti  che tali non erano.


Gli adulti avevano già finito il pasto serale ed i piccoli stavano riuniti intorno ai genitori ad aspettare pazientemente  il loro turno per  la cena. Non c’erano ristoranti o locali di svago, anche se le ricorrenze importanti venivano festeggiate con balli e canti silenziosi. Avevano superato  da tempo  le abitudini tribali  che comportavano rumori inutili, cibi superflui e dispendio di qualsiasi preziosa energia per comportamenti insensati . Erano tornati alle origini e di cio’ che era stato non rimaneva nulla.


All’improvviso un essere incandescente solco’ il cielo stellato, quasi si fermo’, sospeso , incerto se scendere o proseguire il viaggio, poi  allungo’ le lunghe zampe e, senza muovere nessun’altra parte del corpo formato solo da alcune gambe ed una enorme testa, si appoggio’ dolcemente sul suolo accidentato. Il rumore assordante si spense, e l’essere si quieto’.


Dalle loro tane lo osservarono  preoccupati ed impauriti da quella cosa sconosciuta. Per lunghi momenti tutto là fuori rimase immobile poi la creatura venuta dallo spazio  inizio’ ad  emettere forti  lamenti non comprensibili da chi come loro era abituato ormai da secoli ai silenzi siderali.


All’improvviso una enorme bocca si spalanco’ vomitando lentamente un piccolo animale bianco con un grande cranio  tondo che rifletteva quello che gli stava intorno.


I cuccioli impauriti si strinsero tra loro ed abbassarono le antenne per non vedere piu’ quell’incubo orribile mentre gli adulti cercavano di dare un senso a tutti i pensieri che arrivavano da ogni tana presente sul pianeta in una confusione  indescrivibile ed incontrollabile.


La cosa aveva quattro zampette corte di cui solo due appoggiavano, anzi saltavano goffamente sul suolo deserto.  
Riuniti in un unico grande impaurito pensiero, gli abitanti della Luna rimasero nascosti nel sottosuolo in attesa degli eventi.


Ma non successe nulla di terrificante:  la Terra continuo’ a splendere lassu’ con i suoi colori, la creatura venuta da qualche mondo lontano pianto’ saldamente un oggetto sconosciuto nel suolo arido, l’oggetto sventolo’ le sue stelle e strisce nel vento leggero e, stranamente, nessuna ombra ne disegno' la sagoma sul suolo arido. 


E mentre dall’enorme bocca alle spalle dell’invasore scesero altri due astronauti,  un suono gracchiantesi fece sentire alle loro spalle:

-Qui Cape Canaveral, sieti allunati! 
Avete per caso un problema?-




Marisa Cappelletti


 Frank Sinatra
Fly me to the moon






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