Ascoltando una vecchia bellissima canzone francese, ho colto
una strofa
“je t'ai perdue dans l’air du temps" ed improvvisamente
si è aperta una finestra
chiusa e dimenticata, una finestra sulla mia giovinezza.
Avevo un profumo, in un tempo lontano, un profumo
particolare, quasi unico:
L’air du temps.
Ecco questo è esattamente cio’ che mi manca: l’aria del
tempo. Non la sento piu’
l’aria che mi abbracciava, mi spingeva avanti, che mi
avvolgeva con il suo futuro
misterioso, che mi solleticava il cuore con piume
ingannevoli , la brezza che con me
ballava le lunghe ore del giorno e di brevissime notti.
Non mi sfiora piu’ quel tempo fatto di amicizie
indissolubili , dissolte e sciolte
al caldo della prima estate d’amore, sento la mancanza delle
lacrime disperate
piante per qualcuno che se ne andava, piante tutte sull’onda
di canzoni che non
scordo ma non mi commuovono piu'.
Il fumo di mille sigarette riempiva l'aria coprendo il
profumo, discussioni senza
approdi possibili si trascinavano irruenti ed inutili fino
alle prime ore di albe
rivoluzionarie.
Ho nostalgia delle incertezze sovrane che camminavano con
me; ora che qualche
certezza ce l’ho e qualche sicurezza l’ho raggiunta, vorrei
essere ancora in bilico
sul filo sottile della insicurezza dei vent’anni.
La fretta di vivere ha ceduto il passo a giorni tranquilli
di sentimenti che non ci sono piu’,
a porte aperte su consapevolezze consolidate ed incertezze
affrontate con la serenità
della vecchiaia.
- Non soffrire, non piangere- diceva mia madre carezzandomi
i capelli ricci –Tutto passa,vedrai.-
Si aveva ragione: tutto passa, è passato e se ne è andato:
gli affetti, rimasti soltanto nel cuore,
i grandi amori che
tali non erano, i dispiaceri ed i grandi dolori, le gioie improvvise,
le grandi attese concretizzate.
Si’ è quasi tutto passato ed io, purtroppo, non ballo piu’
nell’aria dei tempi perché questi tempi ormai non mi appartengono piu’.
Marisa Cappelletti
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