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Jack's Diary
Sognavo una penna d'autore, dei pensieri profondi, una vita
straordinaria, segreti pesanti ma resi accettabili da ragionamenti filosofici;
sognavo una vita diversa, avventure fantastiche in giro per un mondo che non
conoscevo non conosco e mai conoscero'.
A tantissimi miei colleghi nel corso dei secoli è capitata
la fortuna di raccogliere confidenze di uomini che hanno fatto la storia, di
uomini che, se non proprio la storia, hanno fatto azioni degne di rilievo,
tanto da essere ricordate.
Ci sono pagine strappate dai diari che riportano liste della
spesa o soltanto il conto della biancheria da consegnare alla lavandaia, di
illustri personaggi che sono finite, proprio perché scritte di loro pugno, in
musei importanti.
Ed io?
Che fine faro' io, povero diario londinese che raccoglie le
confidenze di un uomo senza qualità, pittorucolo squattrinato dell'East End
ossessionato dalle prostitute che frequentano Whitechapel?
Ma perché?
Ma perché proprio io che aspiravo a vette eccelse devo
vedermi riempito da farneticanti frasi senza senso compiuto scritte con parole
a volte in tedesco ed a volte in latino, mischiate ad un inglese davvero poco
elegante? Perché le mie pagine devono essere imbrattate da ritratti di donne
dai volti sfigurati o dai corpi nudi offesi da tagli e mutilazioni? Sono forse
il diario di un pazzo?
Noi diari dovremmo poter avere la facoltà di scegliere chi
ci userà per una parte della sua vita.
Non tutti siamo uguali!
C'é chi modestamente si accontenta dei resoconti quotidiani
di una vita qualunque, chi vuole raccogliere segreti inconfessabili, chi ama la
bella e buona scrittura, chi tiene gelosamente per sé aspirazioni e sogni, chi,
come me, vorrebbe il massimo.
Ed invece ci tocca prenderci il primo che capita, che ci
sceglie, senza alcuna possibilità di sgusciargli tra le mani e nasconderci
dietro gli altri, sugli alti polverosi scaffali delle botteghe insieme a libri
e quaderni e cartoline romantiche.
*Walter Sickert é l'ultimo, in ordine di tempo, tra i tanti
sospettati di essere Jack lo Squartatore, uno tra i piu'famosi serial killers
conosciuti che agi' indisturbato nella Londra di fine '800. Cinque le sue
vittime femminili accertate, sei le altre possibili e chissà quante tra le
ipotetiche e le inventate.
A confermare l'ipotesi è la criminologa e autrice di romanzi
Patricia Cornwell, la quale , dopo anni di studi relativi all'identità del famoso
serial killer, ha pubblicato la sua tesi intitolata "Ritratto di un
assassino: Jack lo squartatore - Caso chiuso ", nella quale spiega la sua
teoria riguardo all'immagine di Jack lo squartatore celata nel pittore
inglese.
Chissà, forse Jack the Ripper teneva un diario.

Marisa Cappelletti
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