martedì 1 gennaio 2019

Si puo' sempre provare a volare

In un certo qual modo un nuovo inizo...

https://www.intertwine.it/it/read/xMqLcrUE/l-isola-che-non-c-e



L'Isola che non c'è


Non è un racconto e nemmeno una poesia.
E' una favola antica, un augurio, una metafora molto privata, un ricordo, un grazie e tanto del mio di cuore.

Peter aveva la giovinezza, tanti pensieri felici, tanti desideri, moltissime speranze e, cosa più importante, il futuro. Un grande, lungo, ignoto futuro.
Campanellino viveva in un mondo al di fuori della realtà, quello che appartiene alle ragazze che volano con ali sognanti, alle donne non ancora tali.
Tutti e due volavano leggeri al di sopra delle preoccupazioni terrene proprie degli uomini e delle donne che combattono ogni giorno per la vita.
Volavano ignari e senza un pensiero al mondo, felici di scoprire, apprendere, trovare ed imparare, anche a scapito di chi passava loro accanto.
Un giorno limpido d'estate Campanellino che si stava riposando in riva al mare, vide arrivare Lassu' tra le nuvole, sulla scia del vento Peter.
Se ne innamorò. Così, a prima vista e definitivamente.
Peter attratto e lusingato, ma del tutto ignaro dell'amore le stette vicino e col passare dei giorni iniziò ad apprezzare la dolcezza, il sorriso e la polvere magica della fatina.
Ma la vita, anche per i due strani ragazzi volanti, cambia spesso le carte, le spariglia e così capita di perdere la partita.
La persero e si persero, ognuno diretto altrove, a volare su isole sconosciute che non c'erano nei loro sogni nè tanto meno nella loro quotidianità.
Incontrarono ragazzi perduti e si persero per terre lontane, affrontarono nuvole nere, futuri perfidi e assistettero all'infrangersi dei sogni ed alla fuga delle speranze.
Insomma invecchiarono.
L'infelicità aveva tarpato le ali a Campanellino e Peter non riusciva più a volare perchè non trovava proprio qualche cosa di bello nei suoi giorni, anzi si era rassegnato a non sognare più.
Ma poi, chissà come, o forse il come si sa ma non si dice perchè poco importa, i due si ritrovarono a pensare ad un tempo lontano, al tempo dei sogni.
Così Campanellino provò a sbattere le vecchie ali e Peter pensando a lei, si alzò faticosamente in volo.
Ed eccoli là, sulle nuvole dell'Isola che non c'é, ma che d'ora in avanti ci sarà solo per loro due, in barba a Capitan Uncino ed anche al coccodrillo.
Avevano così tanto da raccontarsi, da dirsi, che tutte le ore del giorno non sarebbero mai bastate e così passarono due, quattro, cinque anni a parlarsi fitto fitto a tenersi per mano ad innamorarsi ancora, questa volta senza più permettere a niente e nessuno di cambiare il gioco.
Cambiarono soltanto le loro vite, anche se solo sull'Isola che non c'é.
Le ali di Campanellino ripresero la leggerezza dimenticata e la polverina d'oro la circondò ancora, facendola splendere. Peter ritrovò il futuro, magari non tanto lungo, ma sempre un futuro da sognare e col sogno ritrovò la leggerezza necessaria per volare sopra l'Isola, per fare cerchi insieme al vento e far ridere della sua risata argentina Campanellino.

Non é andata proprio così, ma quasi. 
L'Isola che non c'é esiste, é ipotetica ma esiste. 
E si puo'sempre provare a volare, nonostante la polvere, le sconfitte le rughe ed il tempo che scappa ia veloce ma a volte, qui è dimostrato, puo' ripensarci e rifare il suo giro.



Edoardo Bennato
L'isola che non c'è


Marisa Cappelletti






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