
Marisa è una delle scrittrici di lunga data qui su
Intertwine e attraverso questa intervista cerchiamo di conoscere qualcosa in
più su di lei e sulla sua scrittura.
Qui su Intertwine è conosciuta come Maricapp.
Ciao Marisa, sei una scrittrice molto attiva all’interno
della community, dalla tua biografia su Intertwine si capisce che la scrittura
non è solo un hobby ma una vera e propria passione, per questo vogliamo sapere
da te, cosa ti ha spinto verso la scrittura?
La mia passione per la scrittura ha origini lontane: quando
frequentavo le scuole medie e vi prego di non chiedere in che anni perché sono
andati persi nel tempo, avevo una prof di lettere piuttosto antipatica, ma con
un vero talento per l’assegnazione dei temi.
Ricordo ancora il titolo di quello che mi stregò
letteralmente e mi aprì l’immenso mondo della scrittura:
- In fondo al mare –
Feci un reportage di taglio giornalistico sugli abitanti,
non solo pesci, dell’ambiente marino, sulle barche perdute sul fondo.
Il tema mi fruttò oltre ad un bel voto che non ricordo, la
stima della prof, il giro di tutte le classi della scuola e la nomea di
secchiona.
Tra le tante storie e poesie pubblicate qui su Intertwine
qual è la tua preferita?
Senza alcun dubbio Lettera a mia figlia. Al di là dei
riconoscimenti e della pubblicazione da parte di Historica Edizioni, rispecchia
esattamente lo splendido rapporto che ho con mia figlia Cristina. Siamo due
donne che condividono moltissimo e non solo le avversità che la vita non ci ha
certo risparmiato e che continua, bontà sua, ad elargirci, ma tanti momenti
unici, compresi quelli di pura felicità quando cantiamo vecchie canzoni a
squarciagola su strade deserte ad una velocità che non si può confessare.
E poi le mie poesie tutte, belle o brutte che siano, perché
sono parte di me.
Sappiamo che oltre a scrivere su Intertwine, hai pubblicato
anche libri. L’ultimo è “Racconti
milanesi”, pubblicato da pochissimo. Quando scrivi da cosa o
da chi trai l’ispirazione?
Posso dire da tutto? Dalla mia storia personale, dalle storie
degli altri, da chi incontro casualmente per strada, da quel che vedo e da quel
che sento, da un’emozione improvvisa, da una sensazione persistente, un
profumo. Da tutto. Nell’ultimo libro - e permettetemi di aprire una parentesi
sul fatto che nonostante io sia una scrittrice altamente sconosciuta, credo di
essere stata una delle pochissime ad esser cercata dalla Casa editrice e non il
contrario e lo dico come incoraggiamento per tutti - ho messo insieme storie
vecchie e nuove, aneddoti e ricordi, perché io amo svisceratamente la mia
città, l’ho vissuta e la vivo ogni giorno e ne conosco le strade del centro, le
periferie popolari e quelle pericolose, le pieghe nascoste. Ma non penso sia
finita qui, credo che ne scriverò ancora, della mia Milano. Ha sempre tanto da
darmi e da dare.
Al di là della scrittura, hai altre passioni?
Raccontaci un po’ di te per farti conoscere dalla Community.
Sono una qualsiasi vecchia signora che fino alla fine del
secolo scorso si è occupata di finanza e di investimenti per una grande banca.
E devo dire che il mio lavoro, anche se di fantasia là non ne serve proprio,
non mi è affatto dispiaciuto. Sono sempre stata una persona precisa e
competitiva. I fondi d’investimento, la Borsa facevano per me!
Ho abbandonato tutto senza nessun rimpianto, sono andata in
pensione ed ho iniziato a cercarmi un lavoretto nel mondo editoriale. Così ho
avuto la fortuna di lavorare qualche anno prima come lettrice e poi come
aiuto-editor per Leone Editore.
Ho lasciato perché dovevo leggere inediti che tali sarebbero
rimasti per sempre perché , vi assicuro, mi è capitato di tutto tranne che un
buon lavoro. Forse deriva da là la mia incapacità di scrivere un romanzo: la
paura di dilungarmi, di annoiare, di raccontare storie ovvie che non interessano
a nessuno.
Mi piace la musica in tutte le sue declinazioni, ma sono una
rockettara della prima ora che poi è andata verso il rock bello tosto: l’hard
ed il metal, per intenderci.
Ah ecco! Ho il pollice verde ed un magnifico terrazzo che mi
dà grandi soddisfazioni.
Limoni ed arance compresi.
Da brava scrittrice scommettiamo che sei anche una lettrice
appassionata, quali sono i tuo scrittori e i tuoi generi preferiti? Quale libro
consiglieresti a tutta la community?
Da ragazza avevo un metodo: se una storia mi piaceva andavo
a cercare i libri di quello scrittore e li leggevo tutti. Certo alcuni mi sono
risultati leggermente ostici, non avendo ancora una cultura sufficiente per
capirli, un esempio per tutti Kant e le sue “Critiche”, ma altri mi hanno
aperto strade che non avrei mai immaginato.
Solitamente leggo tre libri per volta: un classico, il mio
chiodo fisso è l’Ulysse di Joyce letto e riletto con gran fatica e poca
comprensione; un thriller: mi piace la scrittura chiara e lineare di Jeffery
Deaver, che ho avuto la fortuna e l’onore d’incontrare a Milano qualche anno fa
e che ho trovato molto disponibile e simpatico, inoltre apprezzo sempre le
metafore sulla vita di King nascosta dietro l’horror. Infine quel che mi piace
al momento spazia tra poesia, biografie, storie d’amore e attualità. Non me la
sento di consigliare un libro specifico, prima di tutto perché ognuno ha i
propri indiscutibili gusti e poi perché io ne ho amati e ne amo tantissimi e
non voglio fare torto a nessuno.
Ultima domanda, hai già in mente la tua prossima storia, di
cosa parlerà?
Ne ho in mente tante, ma so che ne scriverò pochissime
perché me le perdo per strada. Spiego: all’inizio l’idea mi piace tantissimo,
rileggo e trovo dei difetti incorreggibili, rileggo e trovo che fa schifo. E
avanti così. Ma sicuramente una volta o l’altra, magari a ottant’anni, scriverò
un altro libro su Milano. O magari, copiando il mio autore di culto Jack
Kerouak, un novello On the Road di una settantenne stramba.
Marisa Cappelletti
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