Potrei dare diverse interpretazioni a questa cosa. La prima che mi viene in mente è la mia vita: faticosa ed infelice a causa della quale non voglio vedere, nemmeno scritta, la felicità degli altri. Potrei certo, ma il mio carattere mi spinge sempre avanti, la mia é una ricerca continua, una speranza infinita.
No, non é questo. Allora? Una cattiveria di fondo, senza ragioni psicologicamente valide? Una sorta di malvagità originale? Ma no! Io sono buona, anche se se ne accorgono in pochi.
La vera ragione è che sono una poetessa ed in quanto tale a volte scrivo d'amore e d'amicizia e dunque penso sia un prendersi una vacanza da quel che sono, un divertimento, un esercizio di scrittura diverso. E poi sono una grande fan di thriller e, a volte, di horror.
Dunque ecco qua la mia brevissima storia cattiva:
Electra Glide
E' lei.
La segue da due giorni, da quando l'ha vista al centro
commerciale.
Non si é accorta di nulla. E come avrebbe potuto?
La sua
faccia é cambiata da quando due anni prima ha avuto quello spaventoso
incidente.
Correva come un pazzo sulla sua fedele, lei sì, Electra Glide nera: correva incontro a quell'albero che gli avrebbe cambiato drasticamente la vita.
Colpa sua.
Di quella donna e della sua insensibilità. Lo aveva buttato
via come si butta un giornale ormai vecchio, letto e spiegazzato, accartocciato per
meglio lanciarlo nella spazzatura.
Il rancore in questi anni gli ha riempito la mente ed ora
che l'ha ritrovata anche l'anima e gli occhi.
E' lei.
Ancora bella, con quel sorrisetto che lo aveva trascinato
giù, fino al nero di quella notte. Non l'ha mai dimenticata; come avrebbe
potuto farlo? Non l'ha dimenticata certo quando si é procurato una vecchia Beretta calibro 22.
Le va incontro come si va all'appuntamento della vita, con
paura, speranza e con il cuore che esce dal petto.
Le va incontro, le sorride di un sorriso storto,
estrae la pistola e spara, spara.
Si gira inforca la nuova Electra e se ne va, in pace.
Si'. Era lei.
Marisa Cappelletti
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