giovedì 1 marzo 2018

E noi cosa diremo?


La Siria
Cosa diremo quando le nuove generazioni ci chiederanno il  perchè di tutti quei morti? Che giustificazioni potremmo mai fornire di fronte alle migliaia di fotografie e filmati di quei bambini coperti di polvere che corrono disperati in cerca di una salvezza che non hanno trovato e non troveranno?  
Io non sapevo, non immaginavo, non potevo?
Troppo semplice, troppo facile!

Siamo tutti, nessuno escluso, responsabili della distruzione di una civiltà millenaria, delle sue vestigia, dei suoi monumenti testimoni del tempo, dell'annientamento di una intera popolazione, del genocidio che si sta perpetrando nell'indifferenza di ognuno.
I cosiddetti grandi (e non uso volutamente la maiuscola) si rifugiano dietro proclami, proteste, richieste di cessate il fuoco, dichiarazioni di impotenza tanto inutili quanto menzoniere.
Assad uccide il suo popolo, la Russia uccide un popolo inerme, affamato e disperato intrappolato in città  fantasma sepolte da macerie e da morti, l'Isis uccide tutti senza distinzione per ignoranza, sete di sangue ed in nome di un Dio che non vuole certo tutto cio', ma che loro prendono a pretesto per armarsi contro una civiltà che li rifiuta, Erdogan, dittatore turco insieme all'esercito libero siriano, formato da gruppi ribelli che vogliono destituire Assad,  uccide per liberarsi dell'etnia Curda nel timore che si rafforzi dopo la dichiarazione degli Stati Uniti di voler armare i Curdi contro il regime siriano. E l'Onu sta a guardare.

Gli uomini.
Non è il mio un articolo politico, non sto da nessuna parte se non da quella delle vittime di questi disegni sciagurati, degli interessi che non capisco, della mancata volontà degli Stati tutti di fare chiarezza e di interrompere questa enorme scia di sangue.
La Siria non è l'unica nazione in guerra, lo so, c'é tanta Africa in mano ad assassini vestiti da uomini d'affari o con uniformi di vario genere, ci sono popoli interi di ogni parte del nostro mondo che soffrono per ragioni le piu' differenti e bieche e sordide, ci sono donne sfruttate insieme a bambini e ragazzi dalle cosiddette associazioni umanitarie o da persone che ne fanno parte, donne e ragazzi costretti a vendersi per una razione d'acqua o di cibo.  

Cosa racconteremo mai di questo progresso inarrestabile che ci riporta indietro in tempi bui, che ci trasforma in mercanti di schiavi ed in  consapevoli e inconsapevoli  testimoni di morte?
Ce ne stiamo qui, intorno alle nostre tavole imbandite, davanti ad un televisore di ultima generazione che ci proietta in HD ed in diretta la morte, tra un boccone e l'altro, tra una commento e l'altro. 
Non ho soluzioni nè bacchette magiche, ho soltanto tanta rabbia per come ci trattiamo e trattiamo i nostri simili e la natura tutta, ho paura per quel che sarà, per la sorte di questa Terra cosi' maltrattata in ogni sua forma di vita da uomini senza piu' speranze.
Chi avrà mai il coraggio di raccontare quel che siamo diventati?


Marisa Cappelletti




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