Gli elementi della passione
In un mondo appena nato dalla morte recente di una stella
senza piu' voglia di brillare, Fuoco se ne stava nascosto nel cuore di quel
grumo ancora fumante, inconsapevole di essere divenuto una probabile fonte di
vita, pago di aver illuminato per un tempo immemorabile la notte dell'Universo.
Acqua scorreva con grande fatica su rocce calde e poco
disposte a lasciar passare un simile elemento fresco e dolce ed in quanto tale
sconosciuto, in un posto cosi' avaro ed aspro.
Vento soffiava con rabbia sulla polvere rossa della crosta
formatasi di recente, quasi a testimoniare una sorta di lenta guarigione dalla
furia di Fuoco.
I giorni passavano e la crosta si consolidava, assumeva
forme sinuose.
Mentre Acqua, a volte, riusciva a riposare in qualche
avvallamento formatosi tra la polvere. Vento, ormai esausto, non era piu'
rabbioso, ma aveva assunto una certa qual dolcezza che rinfrescava la
desolazione.
Tempo aveva iniziato a scorrere impaziente.
Un mattino uguale a tutti gli altri la crosta si risveglio'
cambiata: era divenuta Terra.
Acqua in alcuni punti subi' una metamorfosi blu e
si ritrovo' Mare e, sotto i raggi caldi di una stella che schiariva l'orizzonte
di Terra, evaporo'.
Cielo, che c'era sempre stato, se ne ebbe a male ed inizio'
a protestare con violenza.
Tutto all'improvviso precipito' e cosi' Pioggia
cadde con mille gocce d'argento su Terra e su Mare, che l'accolsero con
gratitudine.
Solo Fuoco rimase nascosto, subdolo ed incandescente nel
centro del grumo che si stava evolvendo.
Terra, in una notte silenziosa e tiepida, avverti' nel
profondo un movimento, un palpito. Le sue sorelle rimaste a splendere lassu' la
osservarono preoccupate, un sussurro lontano la fece tremare.
Mare all'improvviso
si alzo', Vento trasporto' da un altrove sconosciuto un brontolio sordo, Aria
divenne bollente.
Tempo si fermo'.
E Fuoco, liberatosi dall'inerzia che lo incatenava, emerse
maestoso e potente da una delle cime formatesi su Terra.
Fu un attimo ed un fiume di rossa lava la investi',
travolgendola in un abbraccio ardente ed assoluto che le tolse ogni capacità di
percezione trasformandola, lei ancora vergine di flora e di fauna, non ancora
madre dell'umanità, in un piccolo mondo innocente completamente in balia della
passione, impossibile a spegnersi, di Fuoco.
Si lascio' invadere, possedere, bruciare dal magma che le
serpeggiava addosso; e piu' Fuoco ruggiva piu' Terra si sottometteva, piu'
bruciava piu' lei gli donava parte di sé.
Finalmente Fuoco, cosi' com'era divampato, si quieto',
all'improvviso, come pago di vedere Terra distrutta dal suo abbraccio mortale.
L'aveva provocata, illusa, invasa e posseduta, si era
imposto con la forza sulla sua innocenza, l'aveva costretta con la prepotenza
ad accettarlo, amarlo, volerlo, l'aveva annientata.
Ora, come un re che dopo la vittoria riportata su un nemico
imbelle si abbandona soddisfatto sul proprio talamo, si stava mollemente
lasciando scivolare in Mare.
Acqua lo accolse con indignazione, sfrigolando al suo impatto,
urlando tutta la sua compassione per l'ingenua giovane Terra.
Vento soffio' fresco sulle ferite fumanti provocate dalla
violenza di Fuoco.
Pioggia pianse tutte le sue lacrime per dare sollievo e
mischiarle a quelle amare di Terra.
Tempo aspetto'.
Terra lo aspetto'.
Mare copri' la lava fredda e nera lasciata da Fuoco, cosi'
che lei non potesse piu' vedere la parte impietrita di sé che lui aveva
lasciato quando, cosi' com'era arrivato, improvvisamente se n'era andato .
Tempo lentamente passo'.
Le ferite guarirono, Terra riprese la sua evoluzione, fino a
coprirsi di uno splendido manto verde,
accogliendo su di sé animali ed uomini e con questi ultimi
tutto il bene ed il male che Destino aveva loro riservato.
Ma Fuoco a volte torno'. Senza preavviso e senza rispetto e
Terra lo accolse sempre, stregata ed affascinata, vittima e carnefice di sé
stessa.
Terra era Madre amorevole e severa come tutte le madri,
anche se consapevolmente sapeva che i suoi figli, come tutti i figli,
l'avrebbero sfruttata e forse distrutta.
Terra era la Vita, ma dentro di sé, al centro del suo
essere, conservava ancora una fiamma ardente, un amore sconsiderato e
trascinante per Fuoco che le bruciava dentro.
Eterno amante che la faceva
vivere.
Marisa Cappelletti
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