Stazione Centrale, un giorno importante di un'estate qualunque
A Milano fa caldo, ma
c’è il sole e l’aria è pulita.
Lei è indecisa:
Vado o non vado? Certo che vado, ci voglio andare! Ma se poi
non so che fare, se faccio una cosa sbagliata, se mi trova brutta, vecchia, se
finge di non vedermi? Non vado. Pero’ ci penso da tanto, è poco, lo so, ma se
gli fa piacere.
Vado.
E si va avanti cosi’ fino a quando deve uscire per forza per
un appuntamento dal medico. Poi le
chiedono -Allora che si fa?- E che si
fa, non so, ho paura. Di che? Mah!
-Andiamo!-
Non c’è il binario, non è scritto da nessuna parte. Poi
l’annuncio: binario 20. E’ in arrivo. Dove poteva essere se non dalla parte
opposta? Veloce si dirige verso l’ultima uscita, quella vicino alle scale. Il
treno è già arrivato. Non si mette
davanti, si defila. E si sistema i capelli, il vestito e ancora i capelli, mani
in tasca, fuori dalle tasche, capelli, borsa…Passano tutti, forse non c’è forse
ha sbagliato binario, uscita, ora, giorno, NO! Eccolo là.
Alto, con gli occhiali, arriva veloce guarda dappertutto
meno che dalla sua parte! Sembra teso, forse pallido e solo. Solo? No è lei che non vede piu’ niente, solo lui. E
continua a spostarsi a destra e lei si sposta con lui. Ma dove va? Fatica a
stargli dietro anche perché non ha una meta precisa, la fa sentire un
investigatore che bracca da lontano la sua “preda”.
Stranamente si sente tranquilla. Niente piu’ timori, niente
indecisioni, si sente come se non fossero passati tutti quegli anni, come se lo
frequentasse da sempre. Ma deve prendere un’iniziativa, se no se lo perde. Non
sta fermo un attimo. Pare che lo inseguano. E dunque inseguiamolo. Allunga il
passo, lo sfiora e lo supera, mettendoglisi davanti. La vedrà adesso o no? Si
volta sperando di incrociare lo sguardo con il suo….si è voltato anche lui ed è
fermo a parlare con qualcuno. L’avrà
vista? Non fa in tempo a dubitare che la cavalcata ricomincia! Ci si potrebbe
girare un film!
Scale mobili. E prendiamo le scale mobili. Si volterà? No.
Continua a scendere e lei con lui e gli altri.
Arriva al piano che lei è ancora sulle scale. Si volta, la
guarda e finalmente la vede, sorride. Lei sorride a sua volta ed insieme
schiacciano l’occhio come saluto, come se non avessero l’età che hanno.
E’ un attimo ed in
quell’attimo il sorriso di lui lo trasforma nel ragazzo che è stato. Un sorriso dolcissimo. Un sorriso che le è
arrivato dritto al cuore e che resterà fissato li’ per sempre. Un attimo
puo’ essere piu’ importante di
ore piene di parole, puo’ bastare per
una vita intera.
Poi se ne va e lei si ferma, lo lascia andare. Ma lui si volta ancora, la
cerca un’ultima volta, ma non la vede piu’.
E’ tranquilla, serena, felice. Chi l’ha accompagnata ha le
lacrime agli occhi, l’abbraccia senza parlare, le stringe la mano e cosi’, come
due amiche, escono dalla stazione e tornano a casa.
Marisa Cappelletti
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