La prima é di Rabindranath Tagore
(1861-1941), Premio Nobel per la letteratura nel 1913, nella raccolta Il
Giardiniere ha una poesia sul mese di maggio:
Era di maggio. Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.
Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: “Vieni, tesoro mio”.
Chiusi il libro e aprii la finestra
per guardare fuori.
Vidi presso il fiume un grande bufalo, coperto di fango,
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo, nell’acqua fino al ginocchio, lo chiamava
per farlo bagnare.
Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza
che m’invase il cuore.
Un’altra poesia sul mese di maggio è di James Joyce (1882-1941)
ed è tratta dalla raccolta Musica da camera:
Brezze di maggio, danzanti sul mare!
Via che danzate di solco in solco
il girotondo esultante, mentre in alto
vola la spuma a farsi ghirlanda
d’argentei archi gettati sull’aria,
vedete l’amor mio da qualche parte?
Ahimè! Ahi!
Brezze di maggio!
Amore è misero se il suo amore è assente.
Maggiolata è il titolo di questa semplice poesia di Giosué
Carducci (1835- 1907) Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci è stato un poeta e
scrittore italiano. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la
letteratura nel 1906
Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, in ciel gli augelli,
le donne han nei capelli
rose, negli occhi il sol.
Tra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama;
canta, germoglia ed ama
l’acqua, la terra, il ciel.
L’ultima poesia è di Giorgio Caproni (1912-1990) e ha per
titolo semplicemente Maggio:
Al bel tempo di maggio le serate
si fanno lunghe; e all’odore del fieno
che la strada, dal fondo, scalda in pieno
lume di luna, le allegre cantate
dall’osterie lontane, e le risate
dei giovani in amore, ad un sereno
spazio aprono porte e petto. Ameno
mese di maggio! E come alle folate
calde dall’erba risollevi i prati
ilari di chiarore, alle briose
tue arie, sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
notti più umane scalda i delicati
E per terminare questo piccolo omaggio ad uno splendido mese,
una delle piu’ belle canzoni napoletane
dell’ottocento: Era de maggio
E’ una canzone in lingua napoletana, basata sui versi di una
poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo e messa in musica da Mario Pasquale
Costa.
I versi sono quelli di una canzone d'amore. Nella prima
parte viene narrato l'addio, durante il mese di maggio, tra due amanti, i quali
si ripromettono di ritrovarsi negli stessi luoghi, ancora a maggio, per
rinnovare il loro amore. La seconda parte della canzone è incentrata sul nuovo
incontro tra i due innamorati.
Massimo Ranieri canta
Era de Maggio
di Salvatore Di Giacomo
Marisa Cappelletti
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