Ecco tre delle mie prime volte, in ordine inverso:
E' stato niente ma é stato tutto.
Quel tutto che ci ritrova a ricordare,
ancora qui, tra sorrisi e lacrime, l'amore che non fu.
Il niente di quel giorno di un'estate lontana,
scandito da desideri inesperti
caduti ai piedi di un letto troppo grande per noi.
La prima volta di due anime spaventate
davanti alla realtà della vita,
una volta soltanto per capire che la fine era li'
in quella stanza orfana di respiri e sospiri.
Ma il vento gira portando i ricordi mai scordati
gli amori non confessati, le prime volte fallite.
Adesso, adesso é tutto nel vento che ci separa e ci unisce,
prima volta dopo tante volte, unica perfetta volta
di due cuori riuniti nel sogno della vita.
Marisa Cappelletti
La prima volta (avevo 10 anni)
Avevo 10 anni e già mi piaceva scrivere; cercavo di metterci
del mio nei temi di allora.
I titoli avrebbero scoraggiato anche Pirandello ma non me
che, cocciuta, continuavo a lottare contro la matita rossa della maestra Rovati (la blu
era per gli errori gravi, quelli di grammatica)la quale, pur apprezzando, non ammetteva alcun
volo, anche basso, di fantasia.
Ma un giorno, prima di un Natale anni '50 , probabilmente
scrissi un capolavoro perchè
improvvisamente risalii la china della stima della mia
insegnante. Mandò il tema ad un concorso indetto dal Comune di Milano e, sorpresa per me e
la mia famiglia tutta, lo vinsi!
Fu la mia prima volta come scrittrice ufficialmente
riconosciuta.
Non ricordo il premio, ma ricordo la mia emozione e
l'orgoglio del babbo che con un
sorriso enorme mai visto prima, quando salii sul palco del
teatro Manzoni, sirivolse praticamente a tutta la platea continuando a
ripetere -E' mia figlia, è mia figlia! -
Frequentavo la seconda media e, modestamente, nelle materie
letterarie ero bravissima.
Meno in matematica. Non mi sono mai piaciuti i calcoli, di
nessun genere.
La professoressa di lettere, di cui non ricordo e non ho mai
voluto ricordare il nome tanto ci eravamo antipatiche a vicenda, doveva per
forza di cose, anche se riluttante, darmi voti alti nei temi e fu così che un
giorno la preside ne lesse uno ed eccomi ancora lì, ad un altro concorso.
Indovinate? Lo vinsi! Papà era ancora molto orgoglioso, ma cominciava ad
abituarsi alle premiazioni.
Il mio percorso scolastico fu un susseguirsi di misere
sufficienze nelle materie scientifiche ed ottimi voti per ottimi temi e
riassunti vari. Ma a diciotto anni, dopo la maturità tutto finì.
Che successe?
Mi successe la vita!
Marisa Cappelletti
La prima volta (avevo pochi minuti)
Sono nata in un gennaio freddissimo alla fine degli anni
quaranta. Nevicava e papà, preoccupato
per le strade pericolose, penso’ bene di chiamare l’ambulanza dei suoi
colleghi. Fu cosi’ che arrivammo, io e
mamma, trionfalmente sulla rampa dell’Ospedale
Regina Elena di Milano a bordo di una fiammante
e urlante rossa ambulanza dei Vigili del Fuoco. Non so bene come fu, ma mi riferirono anni
dopo, che nacqui quasi subito dopo l’arrivo,
tranquillamente e serenamente, con un gran ciuffo di capelli ed un piccolo
sorriso di gratitudine per il Corpo dei Vigili del Fuoco che se ne stava sulla
soglia della stanza imbarazzato ed orgoglioso di aver contribuito in qualche
modo alla mia venuta al mondo.
Fu anche la prima volta, purtroppo, di nonna Alice che, impayiente di vedere la sua prima nipotina, si precipito' fuori casa, scivolo' sulla neve ghiacciata e si ruppe, per la prima volta, una gamba.
Fortunatamente ricordo' sempre l'episodio con grande allegria.
Marisa Cappelletti
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