Se vi va.
070 Una cascata di diamanti
L’agente 072 da Roccacannuccia con amore entro’ dalla
finestra dell’Hotel a*******L a Mosca.
L’agente 070 da Canicatti’ con passione non se ne accorse
perché stava immersa nella Jacuzzi 5X5 sul terrazzo dell’attico personale con
vista sul Cremlino.
Non faceva caldissimo, ma l’acqua era tiepida e profumava di
mughetto e lei, Giuditta, si godeva ad occhi chiusi la carezza delle bollicine
d’ossigeno sul corpo statuario ed abbronzato.
Pasquale sorrise con quel sorrisino che faceva impazzire
ogni donna presente nell’arco di 500 metri e si sfilo’ lo smoking Tom Ford
rimanendo con i suoi famosi boxer a quadrettini azzurri. Avanzo’
silenziosamente sul terrazzo panoramico e quando lei lo vide, lui si era già
infilato nell’idromassaggio.
070 lo guardo’ con gli occhi verdi come i piu’ pregiati
smeraldi delle miniere di Muso ed abbozzo’ un sorriso invitante. 072 scivolo’
verso di lei, due coppe di Dom Perignon in una mano, l’altra a cercare lei
sotto il pelo dell’acqua. La voce roca di lei gli fece il solito effettaccio e
la donna, ripetendo il famoso dialogo del film gli sussurro’: -Tesoro hai la
pistola o sei contento di vedermi?- Poiché Pasquales si era sfilato i boxer
prima di entrare in acqua, fu evidente che era piu’ che contento.
Le accarezzo’ il pube morbido e poi le porse lo champagne.
Lei appoggio’ il bicchiere sul bordo della vasca e si alzo’ in piedi, grondando
acqua, lucida e coperta di gocce come diamanti, una cascata di diamanti sul
velluto ambrato, il triangolo bianco in evidenza, il seno piccolo e marmoreo,
le braccia dietro la nuca a trattenere i lunghi capelli biondi.
La guardo’ a lungo, in silenzio, poi le pose le mani sui
fianchi e l’attiro’ verso di se’. Giuditta gli si sedette in braccio, lo tenne
stretto, gli sussurro’ all’orecchio -Ti ho aspettato per tanto tempo, ora ti
voglio per tantissimo tempo. – I due corpi iniziarono a muoversi all’unisono,
si fermarono insieme, ripresero a muoversi contemporaneamente.
All’improvviso tre agenti dell’ex KGB che non si erano
accorti che il tempo di Kruscev era passato, irruppero sul terrazzo disturbando
non poco la coppia.
072 da Roccacannuccia ecc. si stacco’ con balzo felino dalla
ragazza prese la 44 Magnum nascosta tra i quadrettini azzurri (ma allora era la
pistola o era contento? Fate voi…), e centro’ la prima spia tra gli occhi.
Anche 070 da Canicatti’ ecc. estrasse la sua Beretta Px4
Storm e centro’ la seconda spia tra le p…(perfida 070!). La terza spia era
morta d’infarto quando la bella era emersa, novella Venere, dall’acqua
profumata al mughetto.
Si guardarono negli occhi e sorrisero. Ignorando i tre
cadaveri che piu’ tardi i pulitori dei Servizi dell’AISE avrebbero provveduto a
rimuovere.
-Dove eravamo rimasti?- Chiese lui.
-Qui- rispose lei prendendogli dolcemente la mano e
portandosela la’su quella sua parte che lo faceva impazzire piu’ di qualsiasi
Aston Martin ultimo modello.
–E qui- prosegui’ prendendo con delicatezza il suo membro
aggressivo come un leone selvaggio nella mano morbida e guidandolo lentamente.
Pasqule si inginocchio’ davanti alla bellezza sconvolgente
di lei ed inizio’ a baciarla. Lei sospiro’ –Adesso mio 072, adesso ti voglio
per stanotte e per tutta la vita che ci resta in questa Mosca pericolosa ma
romantica-.
La sollevo’ tra le muscolose braccia e la porto’ nella
suite, sul letto a quattro piazze morbido come solo lo possono essere i letti
bolscevici, lei lo guardo’ negli occhi azzurro mare Mediterraneo e si persero
entrambi l’uno nell’altra.
L’HiFi si era avviato automaticamente, le luci si erano
abbassate, i corpi si muovevano seguendo la musica e la voce di Adèle cantava
Skyfall.
I tre ex russi non seguivano piu’ nessuno e i due bellissimi
rimasero trionfalmente soli nella notte moscovita piena di stelle, di balalaike
e di agenti di Putin dietro ogni angolo di strada buia e solitaria.
Ma nessuno li avrebbe mai divisi, nemmeno Goldfinger in
persona, perché 070 e 072 erano due spie, due spie che si amavano.
FineMa qui ci vuole la colonna sonora:
Marisa Cappelletti
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